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venerdì 19 luglio 2024

Recensione Narrativa: MALAPUNTA di Danilo Arona.

Autore: Danilo Arona.
Anno: 2015.
Genere:  Fantascienza / Horror.
Editore: Cut-Up Edizioni.
Pagine: 366.
Prezzo: 16.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Romanzo complesso che presenta il crisma del suo autore Danilo Arona. Nome che non ha bisogno di presentazioni nell'ambito del fantastico italiano e della saggistica legata alla demonologia, Arona da campo alle sue abilità nel destrutturare una storia che cambia connotati ogni volta per ripresentarsi sulle medesime coordinate di partenza, rimescolando i personaggi alla maniera di una serpe che cambia pelle ma tale rimane.

Malapunta è un romanzo “pazzesco”, sfugge ai generi, eppure li rappresenta tutti. Diviso in tre parti, molto diverse tra loro e rispettivamente all'insegna del giallo, della fantascienza e dell'horror, generi al cui interno si aprono a mille sfumature. Nel complesso è fondamentalmente un fantascientifico intriso di contenuti horror e catastrofici. È incredibile tuttavia come l'autore riesca a giostrare il tutto, tra fanta-geografia, fantascienza alla Dreamscape, catastrofismo alla Emmerich (si parla di inversione del moto della terra), heroic fantasy, romanzo storico (con flashback dove vediamo le flotte di Nerone sterminare i druidi), orrori marini, divinità arcane, erotismo, romance (alta componente sentimentale), giallo alla whodunit, noir e romanzo d'azione tra le fogne di Bucarest. Tutto in un'unica portata scandita da un piglio lento, ciclico, che prende i suoi tempi con fare ipnotico (per il suo ritornare continuamente su sé stesso), snocciolando dettagli che spiazzano il lettore tutte le volte in cui può dirsi convinto di aver ritrovato la bussola.

La trama è semplice, eppure intricata da continui stravolgimenti. La base ricorda soluzioni del romanzo Solaris di Stanislaw Lem, ma anche della pellicola Nightmare di Wes Craven (non a caso citato nel testo), salvo traslare i parti dell'immaginazione nell'effettiva realtà fenomenica. Quanto immaginato o sognato diventa, dunque, reale con tutte le relative implicazioni. 

Cinque individui si ritrovano su un'isola fantasma, Malapunta, uno spuntone di roccia tra la Corsica e l'arcipelago toscano dove, per legge, non sarebbe possibile attraccare. La ragione della presenza dei cinque è diversa, in alcuni casi addirittura messa in dubbio. Un omicidio sconvolge la tranquillità o almeno così è dato a credere al protagonista, un ubriacone che ha deciso di farla finita con la vita perché non riesce a sopportare di aver provocato, in un incidente d'auto, la morte della moglie. Tutto chiaro? Manco a dirlo. I ruoli si mischiano. Realtà e sogno si sovrappongono di continuo, si influenzano vicendevolmente e ciò che non esiste si materializza o torna a rivivere avendo ripercussioni su scala mondiale. Da qui prende piede una storia che imbocca vie del tutto imprevedibili, tra esperimenti mentali, sogni condivisi, campi elettromagnetici impazziti, creature connesse ai druidi che tramano da altre dimensioni e infine l'inversione del moto terrestre in vista di un restart che mina dalle fondamenta il pianeta Terra.

Dire strano è dir poco. Danilo Arona fa uscire il tutto nel 2011 e lo fa sotto lo pseudonimo Morgan Perdinka per le piccole Edizioni XII. La soluzione è studiata e alimentata da una biografia che parla di uno scrittore musicista morto suicida nel 2007 a Milano e di un romanzo ritrovato tra le carte. Il gioco per un po' regge (anche se tutti gli addetti ai lavori sono consci di chi sia l'autore), finché Arona non decide di ripresentare il materiale, quattro anni dopo, a proprio nome per la Cut-Up Edizioni.

Romanzo dunque molto particolare. Non di velocissima lettura e non incalzante, eppure memorabile. Tende infatti a ritornare sempre su sé stesso, modificando la sua natura, tra personaggi che si sovrappongono e altri che vengano a poco a poco svelati nella loro caratterizzazione più minuziosa. Una volta letto, lo si ricorda nel tempo.

 
La copertina della prima edizione 
firmata Morgan Perdinka.
 
"Io sono un sogno che sogna d'inghiottire chi mi sogna."

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