Elenco

  • Cinema
  • Ippica
  • Narrativa
  • Pubblicazioni Personali

giovedì 29 novembre 2012

Matteo Mancini tra progetti Passati, Progetti in corso e Progetti Futuri



Due righe per gli affezionati sostenitori. Alcuni mesi fa scrissi un articolo con i vari progetti futuri in corso, ricordo che qualcuno mi chiese se non avevo messo troppa carne al fuoco... vediamo come sono andati. Mi sembra di essere un politico in campagna elettorale.

PROGETTI DICHIARATI ALCUNI MESI FA

Progetto numero 1: LIBRO SPAGHETTI WESTERN VOL.1

Progetto REALIZZATO al momento si aggira sulle 400 copie vendute. Numerose recensioni positive ricevute e articoli pubblicati su riviste del calibro di Filmtv e Ciak.

Progetto numero 2: Bastardi senza Storia.

Progetto REALIZZATO. Antologia uscita nei primi giorni di ottobre scorso. Quarto volume più venduto al PISA BOOK FESTIVAL DI PISA tra quelli venduti da IL FOGLIO LETTERARIO.

Progetto numero 3: Prontuario violazioni amministrative del comune di Pisa.

Progetto REALIZZATO. Grande entusiasmo attorno al progetto, in corso i ritocchi. A Gennaio uscirà con tutti i crismi ufficiali. Molto apprezzato.

Progetto numero 4: Articolo sui fatti di Le Mans 1955.

Progetto in STAND BY, in attesa di novità dai committenti circa il progetto...

Progetto numero 5: Articolo di saggistica narrativa sull'autore gallese Arthur Machen.

Progetto REALIZZATO e opzionato dalla DAGON PRESS. Uscirà su un volume a caratura limitata commemorativo in occasione dei 150 anni dalla nascita di Arthur Machen.

Progetto numero 6: Articoli sui primi tre film western di Duccio Tessari.

Progetto in stand by, ma lavoro già ultimato. Attendo conferme dal committente.

Progetto numero 7: Appendice sui film western con protagonisti la coppia Franchi & Ingrassia.

Progetto in FASE DI LAVORAZIONE. Tra due settimane sarà anche questo REALIZZATO.

Progetto numero 8: Ultimo giro: Genio & Sregolatezza in F1.

Progetto in Alto Mare. Nulla di nuovo rispetto ai mesi scorsi.

Progetto numero 9: Cortometraggio thriller/erotico con la Bcd Films.

Progetto che ha avuto una bella accelerata in queste settimane. Trovata l'attrice protagonista, peraltro autrice di un discreto provino, le riprese partiranno quasi sicuramente nel mese di gennaio. Prossimo a essere anche questo REALIZZATO.

Progetto numero 10: Nuova antologia di racconti firmati Matteo Mancini.

Ancora in cantiere, nessuna novità sul fronte.

Progetto numero 11: Volume di saggistica sportiva dedicato alla generazione maledetta di piloti francesi.

Anche qua ALTO MARE. Nessuna novità.

Presto elaborerò una nuova pagina dedicata ai progetti da realizzare, a partire dall'apprendimento delle tecniche di KARATE (ho già iniziato a lavorare sul fronte mediante lezioni in palestra) e allo studio del MENTALISMO, oltre naturalmente alla realizzazione del richiestissimo SPAGHETTI WESTERN VOL.2.
Previste almeno due presentazioni di Spaghetti Western Vol. 1 e de I Bastardi senza Storia a Roma e ad Arezzo.
Diciamo che se fossi stato un politico i miei elettori, penso, sarebbero stati più che soddisfatti dei risultati ottenuti in relazione al programma...


Recensioni Cinematografiche: Anteprima collaborazione con Gordiano Lupi sul volume su FRANCO & CICCIO.



Pubblico qui di seguito la primissima parte dell'articolo dedicato al cinema western di FRANCO & CICCIO che sarà inserito in un volume più ampio dedicato da GORDIANO LUPI ai due attori siciliani. L'uscita del libro in questione è prevista per il 2013.
Mi dedicherò, su invito di Gordiano, alla parte relativa alla produzione western dei due. Qui di seguito le prime due pagine.


LE PARODIE WESTERN ITALIANE

Un articolo di MATTEO MANCINI


Quando si parla del western comico la memoria dei più corre a Trinità e ai vari epigoni, ma ciò non corrisponde a realtà storica. Il western comico italiano non è una prerogativa di Barboni e del suo Lo Chiamavano Trinità(1970), il quale darà sì il via al filone del c.d. fagioli western fatto di battute e scazzottate, ma lo farà sviluppando idee e concetti già introdotti soprattutto da registi quali Duccio Tessari, con i vari Una Pistola per Ringo (1965) e Vivi o, Preferibilmente, Morti (1969), e Mario Caiano, con Un Treno per Durango (1968).
A ogni modo non sono neppure Tessari o Caiano ad avere dato il via al western comico. Ciò detto non cadetemi nell'errore di pensare che i western di Franco & Ciccio siano stati una trovata innovativa per la loro portata dissacrante nell'ambito del western italiano. In prima battuta si tratta di un lotto di dieci film girati tra il 1964 e il 1972, quindi alcuni di essi prima che il genere di riferimento si plasmasse e pertanto più orientati a proporre un diversivo piuttosto che a dissacrare. In secondo luogo i western parodistici, in Italia, erano nati prima ancora di quelli di Franco & Ciccio, quando si ironizzava sui western americani in quanto si era poco convinti di poter proporre dei western nostrani credibili.
Alla luce di quanto sopra, Franco & Ciccio, reduci dai successi dei loro film comico/demenziali, non fanno altro che inserirsi in un filone preesistente già ben avviato e sviluppato dal produttore Emo Bistolfi con film come Io Sono il Capataz (1951), Un Dollaro di Fifa (1960) e I Magnifici Tre (1962) di Giorgio Simonelli, Il Bandolero Stanco (1952) di Fernando Cerchio e Gli Eroi del West (1963) e I Gemelli nel Texas (1964) di Steno. Si trattava di un filone - del c.d. proto-western (cioè prima del western all'italiana) - totalmente votato al comico, con poca azione, per lo più attribuibile a sceneggiatori quali Adriano Bolzoni o la coppia Mario Guerra-Giulio Scarnicci per attori del calibro di Renato Rascel, Walter Chiari, Ugo Tognazzi e/o Raimondo Vianello.
È proprio con questi film che facciamo la conoscenza di cialtroni i quali, a causa di una serie di peripezie involontarie, riescono a passare per valorosi pistoleri del far west capaci, tra una buffonata e l'altra, di debellare i briganti di turno più per grazia ricevuta che per meriti propri.
Chi conosce i western di Franco & Ciccio non faticherà nel rendersi conto come tali tematiche siano state riprese in toto dai loro western. Occorre a ogni modo dare atto che con Franco & Ciccio si respirerà una ventata di entusiasmo e di follia tale da invertire la caduta di pubblico registrata dalle parodie precedenti (si era passati da incassi attorno al miliardo ai circa 400 milioni di incasso per Gli Eroi del West, addirittura dimezzati per I Gemelli del Texas). A mio avviso, inoltre, con i western in questione si curerà maggiormente anche la parte western con sparatorie, duelli più o meno fasulli e qualche cavalcata nel deserto.
La pellicola con cui la coppia Franchi & Ingrassia irrompe nel mondo dello spaghetti-western è Due Mafiosi nel Far West (1964).
Si tratta di un film che anticipa Per un Pugno di Dollari e che esce assieme a quei western italiani di impronta hollywoodiana in voga nel periodo. Da essi viene ripresa la presenza massiccia degli indiani, ma anche delle bande dei messicani che creano terrore e si macchiano di prepotenze continue. Nella circostanza tutti sono lanciati, l'uno contro l'altro, sulle tracce dei cugini Capone giunti in Texas dalla Sicilia per ereditare una miniera d'oro di proprietà dei nonni.
Oltre a essere il primo western dei due siciliani, Due Mafiosi nel Far West è anche uno dei primissimi western a essere girati all'interno degli sfarzosi studi Elios creati da Mancori (infatti le scenografie sono molto qualitative), prodotto dal debuttante Edmondo Amati che poi, prima di dedicarsi all'horror e al cinema d'autore, passerà ai western seri con i vari 100.000 Dollari per Ringo (1965), Django Spara per Primo (1966) di Alberto De Martino, Per Pochi Dollari Ancora (1966) di Giorgio Ferroni e Vado... l'Ammazzo e Torno (1967) di Enzo G. Castellari.
Di rilievo il cast tecnico che viene coinvolto da Amati, il quale gioca sul sicuro optando per il collaudato Giorgio Simonelli alla regia, reduce dalle parodie con Emo Bistolfi, ma introduce anche una serie di volti nuovi che faranno la fortuna dello spaghetti-western e non solo. Così abbiamo ai costumi Carlo Simi (lo ritroveremo nei film di Leone e in molti dei migliori spaghetti western), Franco Fraticelli al montaggio e Giuliano Carnimeo, futuro regista di vari Sartana, quale aiuto-regista.
La sceneggiatura porta la firma di Marcello Ciorciolini, sceneggiatore di commedie e adventure movie nonché autore di canzoni culto della musica leggera italiana, che passerà presto alla regia lavorando cinque volte con la coppia Franchi & Ingrassia.
Il plot ha la bizzarria di vedere due cialtroni evadere da un carcere siciliano (in realtà verranno sbattuti fuori a forza da una guardia corrotta, visto che loro faranno di tutto per dimostrare di essere dei detenuti modello) per emigrare in Texas, a Puerca Vaca (nome che è tutto un programma), e mettere le mani su una miniera d'oro lasciata dai nonni. Qua, scambiati per degli eroi, verranno nominati sceriffi e dovranno vedersela con un bullo locale dedito ai ricatti, una tribù di indiani e una banda di messicani tutti intenzionati a scoprire il luogo in cui si trova la miniera e convinti di avere a che fare con due dritti che cercano di passare per fessi. In realtà, i nostri, sono proprio dei fessi, ma gli altri non lo sanno e dunque cercheranno di estorcere con la violenza il segreto circa la localizzazione della miniera.
Simonelli scandisce un bel ritmo con una prima parte notevole in cui si assiste a sparatorie, risse al saloon, inseguimenti alla diligenza messi in scena con gusto per l'azione e montati in modo spettacolare da Fraticelli (ci sono anche cadute di cavalli). Il tutto viene poi impreziosito da un paio di sequenze simpaticissime. Tra queste citerei quella in cui il mitico Aldo Giuffré (lo ritroveremo ne Il Buono, il Brutto, Il Cattivo) da difensore degli imputati, rei di concorso nel furto di un quadrupede, finisce per farli condannare a vent'anni cercando di ottenere un risarcimento a loro favore. Di spessore comico anche la simpatica evasione dal carcere in Sicilia, con Franchi che va sempre dietro alla guardia per fargli notare le disattenzioni che potrebbero farlo fuggire. A rendere tutto gustoso contribuisce inoltre la credibile presenza di Fernando Sancho, ormai prossimo a diventare un'icona dello spaghetti-western nei panni per lo più del messicano cattivo (ruolo che interpreta anche qua e che lo consacrerà con i due Ringo di Tessari), e Mario Brega (piccolo ruolo per lui).
Purtroppo, dopo una prima parte briosa, si finisce col cadere nel prevedibile, ma soprattutto Simonelli ricorre ad alcune soluzioni demenziali che sarebbe stato bene non inserire perché poco in linea col resto. Così vediamo Franchi sparare con delle pistole con la canna piegata a novanta gradi e, ovviamente, uccidere dei messicani per effetto di assurde traiettorie balistiche, oppure lo vediamo mandare in ebollizione una tazza d'acqua ponendovi dentro una mano precedentemente messa sul fuoco o usare una pistola con un serpentello che fuoriesce dalla canna quando si preme il grilletto. Di tanto in tanto si trovano anche delle idee esilaranti come Sancho inseguito da un orso mentre perlustra una grotta o la mappa del tesoro che traspare da due mutandoni debitamente bagnati dall'acqua.
Immancabile poi presenza delle due belle di turno che vigiliano sui due fessacchiotti, finendo per innamorarsene.
In sostanza abbiamo una continua alternanza tra western serio (carino il prologo con i Franco e Ciccio invecchiati, ma incazzosi; dopo li vedremo anche travestiti da donne indiane!?), parodia simpatica e fastidiosa demenza allo stato puro.
Delirio finale con i nostri costretti a vedersela, dopo aver eliminato i rivali del posto, con i veri banditi del west (Calamity Jane, Jesse James e compagnia) giunti a Puerca Vaca per via della miniera ma poi condannati grazie all'incapacità dell'avvocato delle cause perse interpretato da Giuffré chiamato a tal fine in Texas dai due protagonisti, evidentemente memori della loro precedente esperienza.
Il film esce nelle sale nell'estate del '64 e ha un successo clamoroso con oltre il miliardo di incasso contro i circa ottanta milioni investiti, tanto da risultare tra i più visti dell'annata. Non acclamato dalla critica, conta tutt'oggi vari fan pur continuando ad andare incontro a giudizi poco entusiastici sia dei vari siti (modesta ripetizione del classico repertorio dice filmtv.it) sia di critici quali il Morandini (parodia più demenziale del solito). Il divertimento è comunque assicurato.

sabato 17 novembre 2012

Ipotetica Compilation di musica italiana a tematica sportiva a cura del sottoscritto


Ascoltando un po' di brani sportivi italiani, superficialmente dedicati al mondo dello sport (che come dico sempre io è la più evidente e palese delle metafore sull'esistenza) ma in realtà estendibili alla vita in generale, ho steso per gioco questa compilation indicando i passaggi più significativi (a mio avviso) dei vari testi. Tra l'altro emergono, in modo netto, molte caratteristiche degli atleti più popolari, con le loro sofferenze, la loro tristezza anche nella vittoria, il tutto sotto la luce di una lente che ruba passione e malinconia e rende più dolce il ricordo. Un secondo aspetto è poi quello del risultato ovvero non conta il vincere, ma il come ci si approccia in vista della vittoria. Fare una competizione con spirito generoso, indomo e votato all'attacco vale mille volte in più di una semplice vittoria.
Al riguardo mi viene in mente un aforisma che era solito dire Muhammad Alì: "I CAMPIONI NON SI COSTRUISCONO IN PALESTRA. SI COSTRUISCONO DALL'INTERNO, PARTENDO DA QUALCOSA CHE HANNO NEL PROFONDO: UN DESIDERIO, UN SOGNO, UNA VISIONE"


TRACCIA 1.

LA DURA VITA DI UN PORTIERE – IL POETASTRO

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=StaQzNGsHVA

Passaggio in evidenza:

Un portiere non è un giocatore qualunque, lui
non può sbagliare.
Passa la vita laggiù da solo,
a difendere l' attacco alla diligenza.
e si prepara al peggio.
La sua vita è tutta lì, in quei pochi metri di campo.
Salva una partita con gesta da grande condottiero, mentre è osannato il suo popolo.
Se invece vede la rete gonfiarsi, dietro di se, ormai è tardi.
Un portiere, quando sbaglia, non è un uomo solo,
ma soltanto un uomo.”


TRACCIA 2.

BARTALI – PAOLO CONTE

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=6_rias09Nto

Passaggio in evidenza:

“E tramonta questo giorno in arancione
e si gonfia di ricordi che non sai
mi piace restar qui sullo stradone
impolverato, se tu vuoi andare, vai
e vai che io sto qui e aspetto Bartali
scalpitando sui miei sandali
da quella curva spunterà
quel naso triste da italiano allegro
tra i francesi che si incazzano
e i giornali che svolazzano

C'è un po' di vento, abbaia la campagna
e c'è una luna in fondo al blu”

TRACCIA 3.

COPPI – GINO PAOLI

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=Nnr2TZ2JKvs

Passaggio in evidenza:

“Un omino con le ruote
contro tutto il mondo
Un omino con le ruote
contro l'Izoard
e va su ancora
e va su

Viene su dalla fatica
e dalle strade bianche
La fatica muta e bianca
che non cambia mai

E va su ancora
E va su...

un omino che non ha
la faccia da campione,
con un cuore grande
come l'Izoard”


TRACCIA 4.

AYRTON – LUCIO DALLA

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=3w1RLtsF_Xs

Passaggio in evidenza:

“e come uomo io ci ho messo degli anni
a capire che la colpa era anche mia
a capire che ero stato un poco anch'io
e ho capito che era tutto finto
ho capito che un vincitore
vale quanto un vinto
ho capito che la gente amava me

potevo fare qualcosa
dovevo cambiare qualche cosa

TRACCIA 5,

CONTROCALCIO – STATUTO (testo Enrico Ruggeri)

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=m7I4V-rH9s4

Passaggio in evidenza:

“Non ci gioco più
non mi piace più
e non fà per noi
non somiglia a noi.

Questo calcio degli affari
dirigenti ed impresari

questo è un grande bluff!

Meroni, Vendrame, Beccalossi e Best
Zigoni, Petrini con Taribo West,
Garrincha con Garritano, Ayala poi Riverino
Juninho con Valderrama, Cole e York...
La porta rimane vuota
Higuita farà un'uscita
lasciando tra i pali Zoff.

Questo il calcio che vorrei
per il quale morirei
Questo calcio è poesia
questo calcio è la follia.


Io sono cresciuto con i sogni miei
nessuno li può rubare sono miei.

Le "figu" nei pantaloni,
la fede negli striscioni,
le grida liberatorie dopo un gol.
Le maglie senza le scritte,
la palla che va nel sette,
e tutta la vita ad aspettare un gol.”

TRACCIA 6.

CHI SI RICORDA DI GIGI MERONI? - YO YO MUNDI

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=b9Eaez7S45I

Passaggio in evidenza:

“Lascia che si scandalizzino annoiati da una vita senza fantasia,
lasciamo che ci giudichino da quel pulpito tanto provinciale,
lasciamoli parlare che si divertono così, anzi, diamogli più corda e che si impicchino...

“e meno male che al Luna Park le giostre girano controvento.
Angelo Biondo" spiega le tue ali sul mio cuore d'artista:
Che quando scendo in campo amore mio certi dolori si trasformano in un magico show
e li faccio sognare, in balia del mio spirito innocente,

li stupisco sempre sono un giocoliere,
li faccio godere geniale, anarchico e irriverente,
tutti battono le mani, si alzano improvvisamente,

per non perdere di vista la palla avvelenata che sembra impazzire innamorata, quando sulla fascia vola la Farfalla Indiavolata.”

TRACCIA 7

VILLENEUVE E LA MACCHINA ROSSA – ALFREDO DAIDONE

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=9ZeCaz-Jt4Q

Passaggio in evidenza:

"Mi ricordo Villenueve a 300 km/h dentro una macchina rossa,
non ci vuole poi tanto a spezzare una vita dentro una semplice corsa,
mi ricordo i suoi occhi, una rabbia, un silenzio, un respiro che mettevan paura,
quella strada ricorda salita e discesa come la nostra vita
.

E ci sono momenti che pensi a te stesso e vorresti fuggire lontano da questo rumore
e anche il cuore si può fermare, anche un amico ti può tradire
anche una macchina bella e veloce può avere danni al motore
se una notte cammini per strada guidando ubriaco per un amore finito...

Per Villeneuve la vita è fuggita
anche una macchina ti può tradire,
e se corri a 300 km/h il motore potrebbe impazzire”

TRACCIA 8

E MI ALZO SUI PEDALI - STADIO

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=VzO0DC3X7cs

Passaggio in evidenza:

“E ora mi alzo sui pedali all'inizio dello strappo
Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo
Perché in fondo una salita è una cosa anche è normale
Assomiglia un po' alla vita devi sempre un po' lottare

E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia
E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa
Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia
Un elefante magrolino che scriveva poesie
Solo per te solo per te
.

TRACCIA 9

L'ULTIMA SALITA – NOMADI

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=2F-9AYF5zyo&feature=related

Passaggio in evidenza:

“Corri più veloce del vento
il vento non ti prenderà mai
corri ancora adesso lo sento
sta soffiando sopra gli anni tuoi.
Dammi la mano fammi sognare
dimmi se ancora avrai
al traguardo ad aspettarti
qualcuno oppure no

Dimmi cos'è che fa sentire
il vuoto che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos'è dentro di te
dimmi perchè”

TRACCIA 10

LA DURA LEGGE DEL GOL – 883

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=Wl_W4udfIGk

Passaggio in evidenza:

“Quante in questi anni ci han deluso
quante ci hanno preso e poi di peso ci hanno buttato
Si alza dalla sedia del bar chiuso
lentamente Cisco fa un sorriso e dice:
"Noi abbiam capito tutto è un po' come nel calcio"
E' la dura legge del gol
gli altri segneranno però
che spettacolo quando giochiamo noi
non molliamo mai

Loro stanno chiusi ma
cosa importa chi vincerà
perché in fondo lo squadrone siamo noi
lo squadrone siamo noi”

TRACCIA 11

IL PORTIERE – DIAFRAMMA (Testo di Federico Fiumani)

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=xiSHgBiYYCU

Passaggio in evidenza:

“Se l'attaccante spara il pallone
addosso al portiere
di quest'ultimo la bravura
sta nel farlo sparare.

Perchè non è da tutti andare incontro al lampo
di un bolide scagliato sui duecento orari
e farsi trovare.


Quando un portiere rimedia d'istinto
lo sbaglio di un difensore,
dei suoi compagni rifiuta gli abbracci
e aspetta il corner sul palo.
Un colpo di reni e la palla e' lontana
spinta da mille pensieri.

Tu che vuoi sapere che distanza ha
il palo della porta dalla libertà
trovata prima di te...

Ci vuole coraggio
nel gioco del calcio
non basta il mestiere,
gettarsi sui piedi degli avversari
e non farli passare.

TRACCIA 12

MILLE MIGLIA – LUCIO DALLA

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=c9t4AdAShuc

Passaggi in evidenza:

“Al secondo passaggio per Bologna
l'Alfa di Varzi è ancora prima
ma l'insegue spietato Nuvolari
che chiede strada con i fari...

Una corsa epica fu
sul cuore verde di Gesù
sul suo costato sporco d'amore
la Mille Miglia del '47
corsa spacca cuore e dura come non mai
vera crocefissione esecuzione d'orchestra
un'avventura di pioggia e di paura autentico massacro
antica festa, macerie e case una vera tempesta

Nuvola Nuvolari sei una nuvola nera
dentro a un cielo sereno sfascio di primavera
a cielo aperto quando sbatti il martello sulla sorte
ma se cerchi la morte la tua morte non verrà


Mantovano volante
vetro di biacca e di cuore
sulla CisItalia mille e cento
se ne frega anche della vita
momento di chino
che corre per la vittoria”


TRACCIA 13

NUVOLARI – LUCIO DALLA

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=56kHVXVQOb0

Passaggi in evidenza:

“Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale
Nuvolari ha cinquanta chili d'ossa Nuvolari ha un corpo eccezionale
Nuvolari ha le mani come artigli,
Nuvolari ha un talismano contro i mali
Il suo sguardo è di un falco per i figli,
i suoi muscoli sono muscoli eccezionali...

Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente
Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente
Corre se piove, corre dentro al sole
Tre più tre per lui fa sempre sette

Con l' "alfa" rossa fa quello che vuole
dentro al fuoco di cento saette!
C'è sempre un numero in più nel destino quando corre Nuvolari...

ma sbanda striscia è schiacciato
lo raccolgono quasi spacciato!
Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro
batte Varzi, Campari,
Borzacchini e Fagioli
Brilliperi e Ascari.”

TRACCIA 14

GLI ANNI - 883

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=vG_9_N_XvtI

Passaggio in evidenza:

Stessa storia, stesso posto, stesso bar
stan quasi chiudendo
poi me ne andrò a casa mia
solo lei
davanti a me
cosa vuoi
il tempo passa per tutti lo sai
nessuno indietro lo riporterà neppure noi

Gli anni d'oro del grande Real
gli anni di Happy days e di Ralph Malph
gli anni delle immense compagnie
gli anni in motorino sempre in due
gli anni di che belli erano i film
gli anni dei Roy Rogers come jeans
gli anni di qualsiasi cosa fai
gli anni del tranquillo siam qui noi
siamo qui noi
siamo qui noi

TRACCIA 15

DOMA IL MARE IL MARE DOMA – STADIO


Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=nQQhcotdyWI

Passaggio in evidenza:

E' cominciata nel sole
poi è finita nel vino.
Non c'era niente da perdere
solo un vulcano vicino

e in uno stadio un po' verde
un giocatore argentino.
Ma di questo racconto
protagonista è il destino

Finisce dentro la nebbia
nel sole rosso al declino
più niente resta da perdere
spento il vulcano vicino
e nello stadio deserto
è solo il giocatore argentino.
Ma di questo racconto
protagonista è il destino.”

TRACCIA 16

GOAL - BENNATO


Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=Y2UqZCP8CEU

Passaggi in evidenza:

“Geometrie verticali
e pronostici da rispettare
sbarramenti frontali
ma che voglia di farli saltare..
.E' goal!
E' goal!... E' goal!... Imprevedibile!

La fortuna è una ruota
ed il vento la fa girare
ma se corri più forte
la fortuna rimane a guardare
... E' goal!
E' goal!... E' goal!... Sembrava impossibile!

E c'è poco da dire
questa volta sei stato bravo!
Ma da ora in avanti
su ogni tua mossa c'è un faro puntato
e allora vedremo quanto vali davvero!”

TRACCIA 17

TRADIMENTO E PERDONO – ANTONELLO VENDITTI

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=LZXozKWqX3s

Passaggi in evidenza:

“Dal profondo del tempo come un rimpianto
ora rinasci tu
quel sorriso sgomento anche se hai vinto
non mi tormenta più...

questo mondo coglione piange il campione
quando non serve più

ci vorrebbe attenzione verso l'errore oggi sarebbe qui
se ci fosse più amore per il campione oggi saresti qui”

TRACCIA 18

VIAGGIO SOLO – GIULIANO PALMA

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=i0zNrpgpwQQ

Passaggi in evidenza:

E' il destino di chi va più forte,
al traguardo niente braccia aperte,
niente festa!

Oh no niente festa!

Non importa dove stiamo andando,
con un cane copilota affianco,
se ci penso non mi fermo più!”

TRACCIA 19

IL BANDITO E IL CAMPIONE – FRANCESCO DE GREGORI


Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=RRBRJRYFcGA

Passaggio in evidenza:

“Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta
un'unica passione per la bicicletta
un incrocio di destini in una strana storia
di cui nei giorni nostri si è persa la memoria
una storia d'altri tempi, di prima del motore
quando si correva per rabbia o per amore
ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce
e chi sarà il campione già si capisce

Vai Girardengo, vai grande campione
nessuno ti segue su quello stradone
Vai Girardengo, non si vede più Sante
è dietro a quella curva, è sempre più distante.”

TRACCIA 20

JOE TEMERARIO – RON

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=r4SOe-vme_M

Passaggio in evidenza:

"Io, io sono un uomo, tutti mi chiamano Joe Temerario,
faccio mille acrobazie col mio aeroplano
e diecimila volte ho già toccato il cielo
perché come un falco io
Oh! Oh! Oh! Oh! Oh!
arrivo a tremila metri e poi mi butto giù in picchiata
Oh! Oh! Oh! Oh! Oh!
Ma che emozione ogni volta sfidare la vita
rotolando nel cielo sopra il mio aeroplano
con la gente che impazzisce, applaude e io dal finestrino la saluto con la mano

Ma ogni sera resto solo come stasera sono solo
cosa dici andiamo al cinema, magari a fare un volo
ma perchè non sorridi?
presto dammi un bacio, presto dammi un bacio

TRACCIA 21

LA LEVA CALCISTICA DEL '68 – FRANCESCO DE GREGORI

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=lETVilXSfNY

Passaggio in evidenza:

“Nino cammina che sembra un uomo,
con le scarpette di gomma dura,
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar,
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai.
Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento,
l'allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro alle scarpe
e corse più veloce del vento.

Prese un pallone che sembrava stregato,
accanto al piede rimaneva incollato,
entrò nell'area, tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare...

Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,
questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.”

TRACCIA 22

L'ALLENATORE – GIANNI MORANDI


Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=jXe8Qij0Hcg

Passaggio in evidenza:

“guardalo l'allenatore
da cinquant'anni appresso ad un pallone
sulla panchina calda come il sole
e un freddo gelido quasi polare

e guardalo l'allenatore
a bordo campo pronto a cominciare
determinato nel voler cercare
una vittoria che lo puo' salvare
con la sua grinta irrompe come un tuono
chiudi gli spazi e segui sempre l'uomo
ma non ti sembra di vederlo solo

che differenza c'è fra una partita e la vita
se ci trova soli ad affrontare una sfida
per vincere non è che basta solo lottare
bisogna dare tutto e potrebbe non bastare

a questo aggiungi pure che la sorte ti inganna
all'ultimo minuto può tradirti una palla
ci sono scontri duri e calci di rigore
dove non puoi sbagliare e poi trasferte amare

guardalo l'allenatore
da cinquant'anni appresso ad un pallone
sulla panchina calda come il sole
e un freddo gelido quasi polare
e guardalo l'allenatore
ha dato tanto e ha avuto molto meno
ma quanti ostacoli quanto veleno
prima di alzare le sue braccia al cielo
in questo mondo privo di valori
dove chi conta sono i vincitori
e dei perdenti cancelliamo i nomi


TRACCIA 23

LA COSCIENZA DI ZEMAN - ANTONELLO VENDITTI

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=utliTBRkgjU

Passaggio in evidenza:
"E' una torrida sfida
ideologicamente proibita
agli schemi d'attacco
il palazzo risponde col tacco
...

No non é una partita
volgarmente si chiama corrida
c'é la testa del toro
e nessuno ti chiede perdono
La folla sta impazzendo ormai
all'attacco vai...
in difesa mai...
tu non ti fermerai
...
Perché non cambi mai
il sogno é ancora intatto e tu lo sai"

TRACCIA 24

IL PIU' GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG - JOVANOTTI

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=aOZ2BbZk4JI

Passaggi in evidenza:

"Ho preso la chitarra senza saper suonare
volevo dirtelo, adesso stai a sentire
non ti confondere prima di andartene
devi sapere che..

Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!
Io e te...
che ci abbracciamo forte,
io e te, io e te...
che ci sbattiamo porte,
io e te, io e te...
che andiamo contro vento,
io e te, io e te...
che stiamo in movimento,
io e te, io e te...
che abbiamo fatto un sogno
che volavamo insieme,
che abbiamo fatto tutto
e tutto c'è da fare,
che siamo ancora in piedi
in mezzo a questa strada
,

che abbiamo fatto a pugni,
io e te, io e te...
fino a volersi bene,
io e te, io e te...
che andiamo alla deriva,
io e te, io e te...
nella corrente...io e te!
Che attraversiamo il fuoco
con un ghiacciolo in mano,
che siamo due puntini
ma visti da lontano
,
che ci aspettiamo il meglio
come ogni primavera,
io e te, io e te, io e te!"

TRACCIA 25

RICORDIAMO GILLES VILLENEUVE – ADRIANO DE ZAN

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=1I32tfzTAIQ

Passaggi in evidenza:

Era il coraggio, quindi la simpatia
era persino spregiudicato, quindi la gioventù
era un campione, quindi un enorme popolarità
era della Ferrari, quindi italiano
da noi era cresciuto e c'era caro come uno dei nostri
oggi al nostro lavoro, al nostro affetto, manca un grande protagonista.”

TRACCIA 26

ADDIO, PIRATA - DAVIDE DE ZAN

Ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=B-Vc_lIZWRQ

Passaggi in evidenza:

“Chi gli ha voluto bene se lo ricorderà così,
con quella sua voglia di vivere, di vincere, di credere all'impossibile e di realizzarlo
di correre oltre la forza di gravità, di sfidarla come nessuno...

Di lui ci rimane il mito, le vittorie straordinarie che ha saputo conquistare.
Pantani vinceva a modo suo, un modo diverso, unico
aveva fantasia, coraggio, amore per l'impresa
ti faceva battere il cuore, ti coinvolgeva e ti lasciava spesso con le lacrime agli occhi perché sapevi che ogni volta la sua capacità di osare e di soffrire lo avrebbe portato a realizzare cil che nessuno credeva possibile...
Ogni volta ti insegnava che ci si può rialzare, se ci credi veramente nulla ti può fermare, ogni volta puoi tornare a correre più forte di prima.
È per questo che la gente lo amava, lui ti faceva sognare.
Corridore, personaggio, tenace sulla bici e fragile nell'animo. Durissimo con se stesso e generoso con gli altri.
I francesi ce lo invidiavano, avrebbero fatto carte false per averlo uno così, ma lui era romagnolo e si vedeva. Lui era il pirata e il suo cuore batteva forte là, in alto, dove la terra si avvicina al cielo”.

giovedì 15 novembre 2012

Recensioni Narrativa: RACCONTI GROTTESCHI, MACABRI E ORRIBILI - L.A. Lewis



Autore: Leslie Allin Lewis.
Anno: 1934.
Editore: Dagon Press.
Pagine: 207

Commento Matteo Mancini.
Il libro che andiamo adesso ad analizzare è una vera e propria primizia per gli amanti della narrativa fantastica della prima metà del '900. Penso di poter dire addirittura che si tratta della prima recensione scritta da un appassionato italiano e una delle poche rintracciabili per tutta la rete comprendendo nella ricerca anche quelle scritte da critici e appassionati stranieri.
Ciò non è dovuto allo scarso valore dell'opera, che invece è senz'altro alto, come testimoniano le dichiarazioni di esperti del calibro di Mike Ashley (“Una delle più belle antologie del terrore mai realizzate”), bensì alla scarsa reperibilità della stessa. È una raccolta semi-introvabile, tradotta in italiano per la prima volta di recente, ovvero nel febbraio 2012 dagli amici della Dagon Press, ed uscita a numero chiuso. Sul mercato estero è invece recuperabile a prezzi astronomici.
L'autore, Leslie Allin Lewis, è un abilissimo dilettante inglese che svolgeva la professione di pilota di aerei da guerra nel periodo della prima e della seconda guerra mondiale. I racconti nati dalla penna di Lewis sono pochissimi, appena undici, tutti raccolti nel volume Racconti Grotteschi – Macabri e Orribili, uscito nel 1934 (a eccezione de Il Racconto dell'Autore, inserito nel volume solo nella sua versione italiana) col titolo Tales of the Grotesque, Weird and Horrible.

L'interesse dell'autore, come si evince dal titolo dell'opera, ricade nell'alveo della narrativa orrorifica anche se le le tematiche e i contenuti non sono sempre coincidenti. Appare netta tuttavia l'attenzione di Lewis per la follia umana, come unica e inevitabile via cui è destinato il profano che si trova proiettato al cospetto del paranormale. Per gli esperti dell'occulto invece non c'è via di fuga, perché essi non possono impazzire perché sono consci di ciò che stanno vivendo. Soccombere al cospetto dell'orrore, per loro, può significare una cosa sola: morire. Tematiche dunque tanto care ad autori del calibro di Lovecraft e Poe, tanto per citarne alcuni, e che qua vengono riprese in pieno, come l'idea macheniana di valicare la realtà quotidiana come unico modo per accedere alla verità che resta celata agli occhi dei comuni mortali.

Tuttavia Lewis è attratto anche da episodi di cronaca nera da cui estrapola, in un certo qual modo, degli sviluppi paranormali fatti di illusioni ipnotiche, sonnambulismi, percezioni più o meno distorte frutto dell'insonnia notturna che conducono i protagonisti delle storie nella voragine del non ritorno.

Un terzo filone di racconti, poi, ricade in un orrore per l'epoca poi così non comune e che farà la fortuna, invece, di scrittori successivi del calibro di Richard Matheson e Stephen King, ovvero quello dei velivoli in qualche modo indemoniati o comunque dotati di un'intelligenza criminale propria. In questa veste la professione di Lewis gioca un ruolo decisivo e così troviamo due racconti in cui i veri protagonisti sono gli aerei e i circoli di volo dove i soci si raccontano storie più o meno macabre connesse alla loro passione comune.

Eccezionale e fulgido esempio per King (il riferimento va al romanzo Christine o al racconto Brivido contenuto in A Volte Ritornano) è Il Maiale di Ferro. In questa storia si parla, in senso affermativo, della possibilità che un veicolo possa o meno avere un'anima propria, trattenendo brandelli dell'anima del suo costruttore. Così assistiamo alla cronistoria raccontata da un vecchio pilota relativa alla leggenda di un grosso aereo da trasporto denominato, per la sua forma ingobbita, “Il maiale di ferro”. Il resoconto è colmo di incidenti tragici per i proprietari dell'aereo, ma non per quest'ultimo che in tanti anni è sempre riuscito a conservarsi in ottimo stato. Il vecchio pilota sostiene la tesi che l'aereo abbia eliminato i quattro proprietari che si sono succeduti nel tempo simulando sinistri in cui non è mai precipitato. Uno è stato ucciso da un elica mentre effettuava lavori di manutenzione, un altro è morto per congelamento dopo un atterraggio di fortuna, il terzo è stato sbalzato fuori dalla cabina di pilotaggio a seguito di uno scarto improvviso, l'ultimo, rimasto senza carburante per problemi alla bussola, è finito in pieno deserto preda degli avvoltoi... Il vecchio pilota conclude così la sua storia ribadendo la propria convinzione che anche i velivoli hanno una loro anima e che quella del “Maiale di ferro” era maligna.

L'altro testo dedicato agli aerei, Gli Spettri dell'Aria, è un palese antenato del famoso Incubo a Seimila Metri di Richard Matheson. Ancora una volta ci troviamo al circolo di volo sempre con lo stesso anziano pilota che, nel corso di una diatriba sull'opportunità di spiccare o meno il volo visto le avverse condizioni meteorologiche, parla di bizzarri avvistamenti nei cieli d'Inghilterra per giustificare le morti di una serie di piloti precipitati tutti nel medesimo punto. Le morti dei coinvolti sono state tutte attribuite a delle bolle d'aria, l'esperto pilota racconta però, nello scetticismo generale, il resoconto narratogli da un collega poi successivamente precipitato nella zona interessata dai sinistri.
Tutto sarebbe attribuibile a una mostruosa creatura scimmiesca che si reggerebbe su una sorta di filo sospeso nel cielo e che salterebbe sugli aeroplani inducendo alla pazzia i piloti e facendo compiere agli aerei le più bizzarre piroette.
Si tratta di una vera e propria perla tra le migliori del genere e superiore al testo di Matheson. Il racconto è peraltro preceduto dalle dichiarazioni spaccone di un pilota che decide di partire con il suo veicolo nonostante le avverse condizioni atmosferiche e si chiude con un finale ironico che avrà ancora per protagonista il pilota spaccone.

Segue sempre lo schema della riunione di amici che si raccontano una storia bizzarra anche Il Racconto dell'Autore. La storia è meno interessante delle due precedenti e ha uno sviluppo crescente. Abbiamo uno scrittore che narra un fatto apparentemente comune, relativo alla rabbia di un uomo truffato e abbandonato dalla moglie che pretende, oltretutto, anche gli alimenti. Accecato dalla rabbia, il marito decide di mettere in pratica i preparativi per il rapimento e la successiva tortura della moglie (!?). Così realizza una sorta di croce a X installandola in un una grotta abbandonata nel bel mezzo del bosco. A sua insaputa però finisce in un luogo infestato di fantasmi che scompaiono non appena l'uomo punta lo sguardo nella loro direzione, ma che sono invece vedibili con la coda dell'occhio. Gli spettri, interessati al macabro strumento di tortura, seducono l'uomo e procedono ai loro giochi sadici. Si tratta in definitiva di una ghost story con impercettibili momenti erotici e con l'ottima idea dei fantasmi visibili con la coda dell'occhio, ma che scompaiono non appena si guarda nella loro direzione. Non sempre convincente, Lewis pecca di qualche ingenuità di fondo. Divertente e beffardo il finale, con un epilogo ambiguo e la massima secondo cui: “gli scrittori di successo, come gli attori, debbano vivere le loro storie" con la conseguenza che una storia fantastica diventa, per il suo autore, reale.

Sono concettualmente vicini alla narrativa horror moderna, e per me dunque meno interessanti, Il Bambino, Il Pugnale e La Pipa di Schiuma. In essi Lewis parte da episodi di cronaca nera per poi prendere elementi materiali (pipa, coltello) o umani (bambino) e darli una piega horror, deviata, votata all'omicidio.
Dei tre, quanto meno per le atmosfere ai limiti dei racconti di Arthur Machen, il migliore è Il Bambino. Ci troviamo nel classico paese britannico disperso tra i boschi, funestato in passato dai crimini di una donna vanitosa rea di aver assassinato tutti i propri figli non appena raggiungevano i due mesi di età. Il luogo teatro dei delitti, un cottage in mezzo al bosco, è stato da allora abbandonato anche perché il bosco sembra esser caduto vittima di una maledizione: in esso non vi è più traccia di animale o di uccello, e vi regna la quiete più assoluta. Come da copione, un viandante di città, nonostante gli avvisi degli indigeni, decide di inoltrarsi nel cottage e si troverà al cospetto di un bambino assassino che gioca con ossi e carogne nonché con un gatto indemoniato di natura non ben precisata.
Il racconto ha dalla sua un ottimo contesto scenografico e un finale orripilante (più per il disgusto che per altro) accentuato dalla natura apparentemente indifesa del mostro della situazione (appunto un bambino). Di sicuro sarà gradito ai fan di King.

Se Il Bambino ha un'ottima costruzione, sono prevedibilissimi gli altri due. Ne Il Pugnale abbiamo un uomo perseguitato da un coltello brandito apparentemente da nessuno, ma che poi si scoprirà esser condotto dalla mano del fratello assassinato dall'uomo stesso per incamerarne i beni. La Pipa di Schiuma ruota invece attorno a una pipa capace di mettere in relazione il pacifico protagonista con il precedente titolare dell'oggetto: un serial killer mutilatore, collezionista di torsi donne, sepolto ormai da anni. Si tratta di un racconto telefonato nel suo sviluppo (il protagonista scoprirà solo alla fine di essere autore della seconda catena di omicidi, perpetrati con il modus operandi del vecchio killer) che ha dalla sua solo le raccapriccianti descrizioni anatomiche (il killer mozza le teste delle vittime e le mette bene in bella mostra su cancelli e inferriate per permettere agli inquirenti di identificarle, e porta via il resto tenendo il tutto chiuso in una stanza della propria magione). Un po' poco per renderlo un racconto degno di ricordo.

Gli altri cinque racconti, insieme ai due sugli aerei, sono invece quelli che valgono davvero la lettura dell'antologia. Qui entra in gioco l'orrore esoterico tipico degli autori fantastici di un tempo. Fa solo eccezione il sadico La Fortezza Perduta che pare esser uscito dalla fantasia di H.G. Wells. Protagonista è un giovane che riceve in eredità una scatoletta. All'interno del contenitore vengono rinvenuti una fortezza in miniatura scolpita con perfezione assoluta, una lente opaca e un foglio bianco in cui si parla dell'opera sottolineandone la sua natura criptica e magica.
Il soprammobile è passato di generazione in generazione senza che nessuno sia riuscito a capirne il mistero. Un giorno, il nuovo proprietario rompe inavvertitamente il rivestimento opaco che avvolge la lente e scopre di aver in mano un qualcosa di più potente di un microscopio. Decide così di usare la lente sulla fortezza e il mistero viene svelato: la lente lo catapulta all'interno di una vera e propria fortezza isolata in un mondo esterno dal nostro in cui non c'è nessuno se non la fortezza circondata dal mare. Allo stesso modo in cui è entrato, il giovane scopre che può di nuovo tornare nella vita reale. Inebriato dall'avere un luogo a sua competa disposizione, il giovane inizia a compiere le più bieche nefandezze deportando nella fortezza nemici e donne sia per soddisfare voglie sessuali sia per estorcere favori. Nel giro di poco, la fortezza diviene luogo dove campeggiano scheletri, corpi in decomposizione e prigionieri senza speranza.
Dunque un testo un po' alla H.G. Wells di mero ed esclusivo intrattenimento. Lo stile è un po' macchinoso, Lewis usa spesso periodi lunghi e non lega benissimo alcuni capitoli. Finale di genere con irruzione della punta di un telescopio sopra la fortezza e con i parenti del protagonista che attraverso lo strumento lo vedono muoversi in miniatura tra le mura dell'opera, in mezzo agli scheletri, al fianco della sua ultima vittima: il datore di lavoro.

Gli altri quattro racconti sono impregnati di puro esoterismo. Di questi è una vera e propria perla Vivente nella Morte, una ghost story particolare nel suo genere dove Lewis persiste nel portare in scena visioni stomachevoli. A menare le danze è un occultista invitato da un amico a recarsi in una casa galleggiante che si reputa essere infestata. Durante le ore di sonno, infatti, gli occupanti della casa sono visitati da una giovane in avanzato stato di decomposizione che nuota in un pozzo d'acqua verde. Attraverso un anello trovato in un sarcofago egizio e dotato di proprietà interdimensionali, il medium entra in contatto con lo spirito della ragazza e la convince di vivere solo un incubo a occhi chiusi dicendole che, in realtà, si trova ricoverata in un ospedale. In realtà la poveretta è stata trasferita nel sonno in una dimensione parallela alla nostra, invischiata in un bozzo d'acqua stagnate da cui non è possibile uscire. La giovane appare in stato putrefattivo, senza più i bulbi oculari e divorata da pesci e anguille che si strappa dall'addome.
Deciso ad aiutarla, l'occultista riesce a ricondurre il cadavere nella giusta dimensione, liberando così l'anima e la casa galleggiante dell'amico. L'esorcismo però gli costa la vita.
Ottimo testo, da segnalare tra i migliori del genere, con Lewis che si abbandona ad alcuni sfoghi tra i quali il più evidente è senz'altro questo: È bizzarro come l'uomo della strada guarda sempre all'occultista come a una sorta di uomo dei miracoli temprato dall'esperienza. Ci si aspetta che vada nei luoghi più orripilmente infestati e si intrattenga amichevolmente con i Poteri delle Tenebre come se fossero un branco di impiegati dell'ufficio legale. Fa inoltre eco al concetto il protagonista: una sorta di medium che maledice se stesso per avere le qualità con cui interagire con il paranormale.

Il concetto di cui sopra viene di nuovo riproposto in un altro grande racconto ovvero Gli Accordi del Caos dove, ancora una volta, troviamo un medium che farà le spese dei propri stessi poteri. A differenza della storia precedente, questa volta Lewis propone al posto della figura dell'occultista classico quella dell'illusionista.
Qua a essere protagonista è un pianista che pratica, inconsciamente e cadendo in trance, musica astrale. Suona così testi sconosciuti di cui, al risveglio non ricorda niente e che trasportano gli ascoltatori in mondi lontani, dove vivono avventure sospese tra il sogno e un passato sconosciuto che li vede interagire tra loro, con diverse sembianze e altri nomi. A causa di un incubo tremendo, in cui all'interno di un tempio dell'antica Atlantide i partecipanti iniziano a sbranarsi vicendevolmente, uno di questi partecipanti estrae la pistola e uccide il pianista mentre sta esibendosi in una Chiesa. Non c'è che dire: Gli Accordi del Caos è un racconto notevole capace di spiccare su tutti gli altri dell'antologia e sembra uscito dalla penna di un maestro di narrativa esoterica. Nell'occasione Lewis inserisce anche alcuni ammonimenti contro gli atteggiamenti degli umani, definiti “schiavi della vanità”, rei di offendere il Padre della vita (il Caos ovvero colui che non è soggetto a nessuna legge e che non è governato) tiranneggiando sul mondo stesso che ha dato la vita a tutte le creature mortali. In altre parole è un elaborato diviso in una parte reale e una ipnotica in cui irrompe una follia lovecraftiana cadenzata dalle note di una musica aliena e dai proclami di un santone di Atlantide vezzeggiato da un folto gruppo di fedeli.

Il rapporto tra incubo/realtà e follia/sanità mentale torna anche negli altri due racconti: La Torre di Moab e Ibrido. Entrambi dotati di ottimi passaggi e di una trama affascinante, a differenza delle due storie di cui sopra, sono resi più criptici (anche se traspaiono gli ammonimenti dell'autore ai praticanti inesperti circa le conseguenze del paranormale) penalizzati dall'assenza di pennellate esoteriche esplicite e in apparenza riducibili a meri prodotti di intrattenimento.
Nel primo abbiamo una torre gialla dalle facciate ornate da strani rilievi, simile a un obelisco, innalzata in mezzo al centro di una cittadina con la pretesa iniziale di raggiungere il paradiso. In altri termini, è una sorta di Torre di Babele fatta costruire dai membri di una setta incapaci poi di completarla, almeno apparentemente. Un commesso viaggiatore sulla via del licenziamento, però, la studia da vicino e scopre, grazie all'abuso dell'alcool (visto da Lewis come mezzo per superare il velo che separa la realtà dalla finzione), che da essa discendono demoni rettiliformi capaci di deprimere gli uomini e di deriderli nell'ombra. Lewis attinge idee dalla tematica delle dimensioni parallele, qua da superare per mezzo dell'alcool e di una torre altissima scolpita con raffigurazioni di memoria biblica. Finale delirante in cui irrompe l'inevitabile pazzia per gli orrori che si consumano sotto gli occhi ciechi dei civili.

Originalissimo e al contempo bizzarrissmo Ibrido. Qua Lewis tratta il tema della possessione in modo diverso da quanto si è abituati a osservare. Anziché far entrare uno spirito all'interno del corpo di un uomo e azzerare le capacità di quest'ultimo, fa uscire lo spirito dell'uomo dal suo corpo rendendolo perfettamente capace di intendere e di volere, ma incapace di controllare il corpo in balia del demone che, nella fattispecie, è una specie di uccello e si comporta di conseguenza con le relative movenze.
A generare il tutto è l'interesse innato per la magia e la chiaroveggenza che caratterizza il protagonista, un giovane che, in un'altra vita, ha plasmato mediante la magia nera un ibrido, mezzo uomo e mezzo uccello, che ora pretende di esser trasposto in un uomo.
Lo studente viene così visitato, nelle ore notturne, dalla bizzarra creatura antropomorfa, finché la stessa non prende il controllo sul suo corpo e comincia a farlo muovere come un uccello. Per l'ennesima volta, Lewis fa riferimento, seppur fugacemente, all'uso di tecniche o alla somministrazione di sostanze particolari per accedere ad altre dimensioni. Il racconto ha comunque nell'evoluzione psico-fisica del protagonista il suo centro, con un uomo che viene dipinto quasi come uno schizofrenico visionario. Finale beffardissimo che rende ancor più sinistra la lettura e riscatta la condizione mentale del povero studente.

L'edizione offerta dalla Dagon Press sfoggia una copertina cartonata e correda le storie con raffigurazioni e foto dell'autore, dei suoi aerei e della casa un tempo sua abitazione. Un volume dunque che non può mancare nella libreria di un collezionista di antologie fantastico/orrorifiche di scuola weird tales.