Volume
dell'interminabile serie Alfred
Hitchcock Presenta
che si propone di fare il verso, pur se con racconti mediamente più
brevi e firmati da autori di qualità inferiore e spesso poco noti,
alla serie Ellery
Queen Presenta
(in Italia proposta con i titoli Estate
o
Inverno
Giallo).
Hitchcock si limita a scrivere una prefazione senza ulteriori
contributi. Probabilmente non si deve a lui neppure la scelta dei
racconti e degli autori, tutti facenti parte della scuderia della
collana dove sono stati ripetutamente inseriti. Una serie andata avanti dall'inizio degli anni sessanta alla fine
degli anni ottanta.
In questo Un
Assassino nelle Tenebre,
traduzione in italiano dell'antologia Alfred
Hitchcock Grave Business (1975),
troviamo quattordici racconti compresi tra le ventisette e le cinque
pagine, molti dei quali inediti ad aggiungersi a ripescaggi dalla
rivista periodica Alfred
Hitchcock's Mystery Magazine.
Il
livello, diciamocelo chiaramente, è equilibrato ma modesto, utile a
intrattenere il lettore sotto l'ombrellone o un pendolare durante gli spostamenti da casa a lavoro e viceversa. Si tratta di gangster
story,
brevi legal
thriller,
qualche storia di tensione, alcuni gialli fulminei e un po' di
poliziesco. Insomma, niente di impegnativo. Siamo dalla parti delle
crime
story in
salsa pulp
spesso dagli epiloghi beffardi intrisi di venature ironiche, dove
figurano avvocati privi di scrupoli, sicari al soldo della mafia,
illusionisti votati al crimine, goffi banditi non avvezzi all'arte
del crimine (tematica che va per la maggiore), mariti stanchi della
propria moglie e ovviamente poliziotti attenti a sfruttare a proprio
vantaggio gli indizi lasciati dai delinquenti di turno. Quattordici
storie che difficilmente riusciranno a farsi ricordare nel lungo
termine. C'è qualcosa di interessante, tuttavia manca l'originalità
e la capacità sorprendere il lettore. Anche quando gli epiloghi
cercano di volgere verso la sorpresa questa di rado è gestita con
maestria. Da questo punto di vista, costituisce un'eccezione il
divertente Tra
le quattro e mezzanotte (Between
4 and 12)
firmato da Jack Ritchie. Ritchie conta qualcosa come 350
pubblicazioni in antologie, di cui 50 per la collana oggetto di
esame. È dunque un ospite fisso della serie Alfred
Hitchcock Presenta,
pur vantando inserimenti anche nella più qualitativa serie Ellery
Queen. Potremmo
quasi dire che è lo scrittore più conosciuto tra i quattordici
oggetto di esame. Premiato nel 1982 con il Premio
Edgar, più volte trasposto nella serie tv dell'Alfred
Hitchcock Presenta e
soprattutto riscoperto negli ultimi venticinque anni dalla Marcos y
Marcos che ha tradotto in italiano, a oltre dieci anni dalla sua
dipartita, otto romanzi. Uno scrittore quindi che ha avuto un certo
riscontro di vendite sul mercato italiano ma che resta lontano anni luce
dai grandi maestri del genere.
Tra
le Quattro e Mezzanotte, a ogni modo, propone
una serie di valutazioni preventive di un assassino che ha già
ucciso la moglie e, dopo averne occultato il cadavere, medita di
denunciarne la fuga alla polizia prefigurandosi l'interrogatorio e
preconfezionandosi le risposte. Ogni tentativo di crearsi un alibi,
tuttavia, è destinato a fallire in quanto, senza che l'uomo ne sia a
conoscenza, il killer è monitorato da un giornalista a caccia
dell'automobilista più disciplinato della settimana. È infatti in
programma un concorso a premi intitolato “La
settimana del guidatore prudente”.
Del tutto interessato a non dare nell'occhio, il killer finisce
proprio per il suo modo perfetto di guidare per calamitare
l'attenzione della stampa che, convinta di fargli piacere, si
appresta a pubblicare sul giornale la targa dell'autovettura su cui l'uomo sta marciando, facendo
decadere l'alibi che l'assassino si appresterà a dare alla polizia. Ritchie
struttura così la storia con una scansione temporale atipica, ovvero pone in anticipo le premesse che consentiranno al
lettore di capire come si concluderà la vicenda.
Un
altro racconto che gestisce bene l'epilogo è il fulmineo legal
thriller
Quell'Unico
Giurato (Jury
of One)
di Talmage Powell, bravo a ribaltare il clima di sospetto verso un
potenziale giurato in un processo per volgere tutta l'impostazione in
modo diametralmente opposto, così da spiazzare il lettore a fronte
di un protagonista che sembrava temere (quando invece era l'inverso) la nomina del giurato
sottoposto alla valutazione del giudice. Powell gioca tutto
sull'ansia dell'imputato che vede con occhio assai critico una donna
di mezza età che sta per essere ammessa come giurata. Attenzione,
però, niente è come sembra. Carino l'epilogo.
Prova
a lavorare sull'intreccio La
Ragazza d'oro
(The
Girl in Gold),
apparso sull'Alfred
Hitchcock's Mystery Magazine
del settembre del 1970, non a caso tra i racconti più elaborati e
lunghi dell'antologia, prossimo alle trenta pagine. Niente di
particolare, sia chiaro, tuttavia verosimile. Il mestierante
Jonathan Craig elabora un omicidio mascherato da suicidio dietro al
quale si cela il furto di una serie di diamanti. La vittima,
un affarista nel mercato dei gioielli, potrebbe esser stata uccisa da
più individui. Gli indagatori, infatti, devono districarsi tra una
serie di sospettati, tra cui un'amante abbandonata, un galeotto a cui la vittima ha rubato la donna e un locandiere
manigoldo che ha pensato bene di sfruttare la proverbiale occasione
che fa l'uomo ladro, anticipando il piano dell'ex galeotto. La
polizia, facendo riferimento a una serie di incongruenze, risolverà
il caso grazie all'indagatore Pete Selby, personaggio ritornante di
Craig. Carino il finale e piuttosto quadrato nell'intreccio.
Giostrato
sulle indagini poliziesche è anche Il
Decimo Orologio
(The
Extra Watch),
una simpatica indagine cadenzata dalla penna di Frank Sisk. Una
vecchia volpe della polizia fa da nave scuola a una recluta la cui
onestà sarà destinata a essere messa alla prova alla fine della
vicenda. Un furto di orologi all'interno di un negozio, assaltato
nella notte, è il motivo dell'intreccio. Al centro della
ricostruzione il modus operandi che permette alla polizia di
ipotizzare, con successo, chi si nasconda dietro il colpo e, di
conseguenza, muoversi per l'arresto dello stesso. Pubblicato
nell'agosto del 1967 sull'Alfred
Hitchcock's Mystery Magazine. Carino
Ultimo
racconto meritevole di menzione è Un
Incarico Importante (An
Important Kill),
a cui è riservato l'onere di chiudere l'antologia. L'autore è
Robert Colby che ci propone un hardboiled
dalla
buona l'azione e dall'interessante sviluppo dei personaggi. Un
sicario della mala si infiltra all'interno di una camera d'albergo
per uccidere la vittima designata. Tutto sembra procedere per il
meglio, quando il killer si accorge di avere davanti un soggetto
diverso da quello che gli è stato mostrato in fotografia. Deve
dunque tagliare la corda e abortire il piano. Il tentativo di darsi
alla fuga però viene impedito dal soggetto stesso, che scorge
l'intruso e chiede spiegazioni. Ha inizio una trattativa tra
aggressore e potenziale vittima, una donna attraente, per scongiurare
la morte della medesima. Il sicario, impietosito, offrirà una chance
di salvezza alla donna, ma lo farà con la furbizia tipica del
professionista che il lettore ha imparato a vedere al cinema. Soluzione finale da film western, con una pistola
scaricata dai colpi che suonerà a vuoto e il killer che prenderà la sua definitiva decisione. Non certo originale,
tuttavia solido e dall'epilogo crudele.
I
cinque racconti di cui sopra sono quelli che, a mio avviso, si
segnalano in un lotto comunque assai debole. Non che i restanti siano nettamente peggiori, tuttavia sembrano non possedere
argomenti innovativi o sufficientemente curiosi per esser segnalati. Spesso le
storie sono prevedibili oppure si chiudono in modo spento, per non
dire banale, quando del tutto inverosimile. Sonnellino
Traditore (A
Turn to the Right)
di James Holding, per esempio, gioca tutto sull'improvvisa catalessi di un rapitore in fuga nel corso dell'azione delituttosa (con buona pace dell'adrenalina e dalla tensione del caso).
Holding parla del fatto durante lo svolgimento del processo a carico dell'imputato, attraverso l'artificio dell'escussione dei vari testimoni, col tentativo del difensore della
difesa di far passare il cliente per incapace di intendere e di
volere (perché chi altro potrebbe addormentarsi in un'azione del
genere!?) salvo essere sconfessato da un medico che riesce a spiegare
l'evento attraverso una curiosa quanto improbabile ricostruzione
medica. Il bandito, durante la fuga in auto, girava continuamente la testa a destra per tenere
d'occhio la rapita, un atteggiamento che lo avrebbe portato al sonno a seguito della pressione
operata dal colletto della camicia sulla vena del collo (!?). Non sono un medico, ma mi
sembra una boiata come spiegazione.
Altra
storia inverosimile è Una vittoria
familiare (A
Familiar Victory) di
Elijah Ellis. Più drammatico che giallo, è un racconto che vede la polizia risalire all'identità dell'assassino di una donna trovata
strangolata all'interno della propria abitazione. I sospetti cadono
sul marito, che non fa nulla per essere scagionato, anzi... l'uomo ha
volontariamente cancellato le prove dell'omicidio, tentando di
inscenare una morte accidentale per coprire una verità a lui più
scomoda del rischio di finire condannato per omicidio... L'uomo ha
infatti scoperto che la moglie lo tradiva e non vuole che la cosa
emerga, preferendo apparire agli occhi della società come assassino
piuttosto che cornuto (!?). Pubblicato nel marzo del 1968 sull'Alfred
Hitchcock's Mystery Magazine.
Fa
peggio Il Fattore Comune
(The
Common Factor)
di Richard Deming dove è in azione il serial killer più idiota
della storia della criminologia. Un killer del giovedì sera (resta
un mistero la scelta del giorno) sceglie in modo decisamente
prevedibile le proprie vittime dall'elenco telefonico, uccidendo ogni
settimana una donna il cui cognome inizia con la lettera successiva
rispetto alla precedente. La cosa potrebbe non sembrare così strana,
se non fosse che il “nostro” killer parte sempre in ordine
alfabetico e contatta mediante l'invio di un telegramma di auguri tutte le
donne indicate fino a trovare quella che gli dichiara (al momento della consegna del telegramma) di abitare da
sola in casa. Acquisita tale informazione, l'assassino irrompe di notte il
giovedì sera e strangola la vittima con un filo di ferro. Dopo le
prime tre vittime, la polizia avrà gioco facile e troverà il
cosiddetto case
linkage.
Interessante la gestione del ritmo, il taglio poliziesco, ma totalmente rovinato da un plot idiota. Deming è conosciuto per essere
un autore di novelization
tratte da episodi televisivi (tra cui Starsky
e Hutch)
e alcuni adattamenti per la serie televisiva Alfred
Hitchcock Presenta.
Un
altro racconto che lascia basiti (in senso negativo) è Un Tipo Comune
(Just
Above Averange),
modestissimo racconto di William Brittain, apparso per la prima volta
su Alfred
Hitchcock's Mystery Magazine nel
giugno del 1970. Tutto giostra sulla descrizione di un ladro che
appare, per motivi di raffronto e dunque opinioni soggettive, in modo diverso agli occhi di coloro che lo scrutano.
L'isolamento dalla società e la particolare mole del testimone,
portano la vittima del furto a descrivere nel fisico l'autore come persona comune (a
suo dire) sebbene abbia un fisico piuttosto voluminoso. Tutto qua, con solite frecciate
a danno dell'arroganza dei poliziotti di città che mal valutano gli sceriffi della campagna dando
loro dei cialtroni salvo poi fare figure barbine.
Meno
insulsi gli altri cinque, ma siamo comunque sotto la sufficienza. Piove
sempre sul Bagnato,
ovvero The
Rich Get Richer di
Douglas Farr, peraltro già pubblicato nel 1961 sul periodico Alfred
Hitchcock's Mystery Magazine, propone
il classico tentativo di omicidio, mascherato da evento fortuito, per
incamerare l'eredità di un parente. Farr, per vivacizzare il tutto, prova a introdurre la
variabile del crollo della borsa di Wall Street del '29 e di una
morte che viene archiviata dagli inquirenti come suicidio. L'omicidio dell'uomo infatti non
porta beneficio all'assassino per il contemporaneo crollo della
borsa (e dunque del patrimonio milionario della vittima), evento non conosciuto né dalla vittima né dal suo assassino.
Ecco che Farr si diverte a riscrivere, attraverso gli eventi, quanto
pianificato dagli uomini.
Punta
sulla tensione Robert Edmond Alter con Un
Assassino nelle Tenebre (A
Killer in the Dark), che di giallo o
poliziesco non ha niente. Un padre di famiglia cerca di portare
soccorso alla figlia e un'amichetta che, ignare, stanno giocando a
nascondino in una baracca dove è penetrato un serpente a sonagli.
Finale imbarazzante, col protagonista che tira martellate su un serpente a sonagli (anche se mi verrebbe da pensare che fosse una biscia) che gli si attorciglia senza morderlo al braccio. Racconto del terrore per bimbi delle elementari.
Pur
se caratterizzato da elementi polizieschi, gioca sulla tensione anche
Richard Hardwick con Pochi ma Preziosi
Centimetri (To Gain an
Inch). Un babysitter aggredisce l'uomo che lo tiene in ostaggio minacciando
il bimbo affidato alle sue cure con una pistola. Tutto ha inizio con
una rapina andata a finire male, col rapinatore, armato di pistola
automatica, che dopo aver sparato sei colpi e ucciso due uomini
irrompe nell'abitazione del protagonista per cercare di trattare una
via di fuga con la polizia. Il babysitter, credendo che il manigoldo
abbia sparato tutti i proiettili a disposizione ed essendo spettatore di un film western, si lancia in un
azzardoso corpo a corpo. Tutto qua, senza colpi di scena o contenuti
di fondo per quella che è la descrizione di una sequenza trita e
ritrita, peraltro con un uomo che tiene in modo incomprensibile la
porta della propria casa spalancata (ma chi è che tiene la porta di casa spalancata!?).
Il
Tocco del Maestro (The
Master's Touch)
di Helen Nielsen è ben costruito e gestito, salvo prendere una via
finale telefonata che fallisce pur volendo sorprendere il lettore. In
ballo c'è la preparazione e la successiva esecuzione di una rapina
gestita da un ipnotizzatore convinto di sfruttare la professionalità
di uno scassinatore, facendo poi dimenticare allo stesso l'azione
criminale, così da tagliarlo fuori dalla distribuzione degli utili.
Gli andrà male e sarà giocato in astuzia. Vaghi omaggi a La
Finestra sul Cortile.
Suo
Fratello Baxter (His
Broter Baxter)
altro telefonato racconto che omaggia William
Wilson di
Edgar Allan Poe. Un uomo è intenzionato a uccidere il fratello che
reputa responsabile di aver messo in fuga la potenziale moglie. C'è
un particolare... non esiste alcun fratello, ma un personaggio alla
Tyler Durden di
Fight Club.
Theodore Mathieson (altre sei partecipazioni nella serie) non inventa
pertanto niente, dando la sensazione di aver proposto un riempitivo
senza spunti personali.
In conclusione, non siamo certo alle prese con un libro da recuperare a ogni costo. Può regalare qualche ora di svago e nulla più. Un po' deludente la confezione, tra refusi e qualità sotto le aspettative. Sorvolabile.