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martedì 6 ottobre 2015

Omaggio BRUCE GROBBELAAR nel giorno del Compleanno


In occasione del 58° compleanno di Bruce Grobbelaar, portiere epico per il blog, veniamo a stendere questo articolo biografia con verve simpatica, consigliando l'acquisto del volume Portieri Figli di Puttana di Fausto Bagattini, molto divertente e imperdibile per i portieri e gli sportivi in generale, specie se appassionati di calcio. Nei prossimi mesi lo recensiremo, intanto lo omaggiamo come fonte di ispirazione per questo articolo che invece è opera del sottoscritto Matteo Mancini, autore, tra gli altri, dei volumi Spaghetti Western.

DUE STERLINE VINCENTE PER UNA QUOTA ASTRONOMICA: CHIEDERE AL WHITECAPS

A cura di Matteo Mancini.

Due Sterline per Bruce
(Foto da Telegraph.co.uk)

Quando Bruce Grobbelaar inizia a giocare a calcio, da portiere, nella sua città di Durban, Sud Africa, lo prendono per una pippa. Arriva dal cricket e dopo dal baseball. C'è già chi scommette in una gloriosa carriera con berretto e mazza, ma hanno torto, perché si appassiona al calcio. Si mette a fare il portiere perché quei venti che corrono dietro a una palla gli sembrano un branco di matti. Tutti ad affannarsi per oltre cento metri, quando poi la palla ti arriva in mano senza fare tanti affanni, semplicemente te la fanno arrivare quegli altri, un po' come diceva un detective di un famoso romanzo di Leroux, addirittura chi ti gioca contro. Vi pare da persone intelligenti affaticarsi tanto? A noi ci pare di no e la pensiamo come Bruce che infatti dice: "Ero più sveglio io o loro? Oggi uno sveglio è Buffon!" Meglio allora fare i portieri, solo che gli altri non capiscono, sennò non erano matti. Così commenta Fausto Bagattini, autore del libro indicato in premessa: "Se ne va dalla sua città sbattendo la porta" (che evidentemente era aperta, se non l'avessero aperta non l'avrebbe sbattuta, come direbbe un appassionato di sofistica n.d.r.). "Accusa i dirigenti di razzismo verso i bianchi, in un'epoca di pieno apartheid contro i neri!!!" Con Bruce... ne succedono di tutti colori, è il fascino dei portieri. E cosa fa lui...? Si arruola come mercenario nella GUARDIA RHODESIANA, nel 1977. Manco fosse un garibaldino dell'emisfero australe, prende parte alla guerra civile che culminerà con la vittoria delle truppe di Mugabe che, come direbbe Rod Steiger in Giù la Testa, si finge un benefattore e poi invece è un dittatore di prima categoria. Bruce allora fa come Coburn, butterà via i manuali, e riassumerà l'esperienza con una parola: "Terrificante". Del resto di Leoni, lui, ne aveva visti parecchi... e anche assai aggressivi. Butta via la divisa della blasonatissima Guardia della Rhodesia, che poi assumerà il più appropriato nome di Zimbawe, e si rimette a giocare, lui che in vecchiaia sarà uno a cui Bukowski avrebbe fatto fare una caricatura per attaccarsela in camera da letto con la scritta "Storie di Ordinaria Follia" al posto dei diritti d'autore.
Grobbelaar è uno che prende la vita con un alto tasso di ironia, proprio perché ha visto e conosce l'altro lato della medaglia. Ha visto la morte in faccia e le ha detto: "Sei decisamente poco attraente, senza offesa, a me piacciono più in carne...". Siccome ce l'avevano con i bianchi, quando giocava, nel 1979 si fa ingaggiare dal WHITECAPS, una squadra dietro l'angolo... Fa infatti un salto a VANCOUVER, in Canada, dove, ad allenarlo, c'è un personaggio a tema per le pronunce italiane: Waite(rs). Certo... e chi ci volevate mettere? Bruce, prima di firmare chiede conferme, potrebbe essere lecito pensare: "Ma è proprio tutto white, white, qua?" Certamente, gli viene assicurato, le cose vanno fatte bene, altrimenti Bruce è bello e che venuto anche perché, poco sotto, c'era pure Lee che stava a Seattle, Washington... ma no dove c'è la casa bianca, ironia della sorte e nemmeno quella Nera che invece è prerogativa di Craven e non di Hooper, come vedremo! Invece ecco che Waite(rs), nonostante il nome, è scuola Blackpool e faceva pure lui il portiere, per giunta della nazionale. Insomma, il primo che passava per strada, ironia della sorte... il peggior giudice che ti poteva capitare, un pari grado! Insomma, il ragazzo non gioca male, ma nemmeno da strapparsi i capelli... Debutta contro la squadra dell'altro Bruce, il Seattle Sounders, e comincia a lasciar trapelare delle buone impressioni. Siccome gli inglesi hanno un certo Humor, visto che il giocatore disputa il campionato nel lontano far west, i primi che se ne accorgono sono quelli del West Albion che lo vorrebbero pure ingaggiare, ma non gli viene concesso il permesso di soggiorno. Con quella faccia qualcuno, forse, non è poi convinto che si metta a giocare a pallone. «O chi è lu' lì?» Ma siccome gli inglesi hanno inventato la Zuppa Inglese, per gli amanti del Piccolo Diavolo, qualcuno ci vede una certa crema, anche perché vuoi vedere che i red devils... del resto la crema, notoriamente, è un colore tendente al...? Si, certo. E lo mandano al CREWE ALEXANDRA, lo Chantilly sarebbe stato troppo Anglaise. E cosa fai lui? RIGORI... realizza dal dischetto una rete, piazzando una palla nell'angolino con il portiere avversario che sul momento sembra perdere tutti i capelli... manco fosse Polonio. Siccome aveva debuttato contro i Sounders un certo Saunders pensa bene che è meglio non avercelo contro e lo segnala proprio ai Red Devils, tutto come programma. Quelli del LIVERPOOL, un po' leghornizzandosi, dicono: «Boia deh, guarda questo vì che lavori...? Ma di chi è?» Scoprono così che è tesserato per una squadra canadese che lo ha mandato in prestito in Inghilterra... Pazzesco, caso quasi unico visto che di solito avviene l'opposto. E dicono: «Mah, buttiamoci un paio di sterline, tanto per quel che costa...» L'allenatore Waite(rs) dei Whitecaps, quando glielo dicono, strabuzza gli occhi e dice: «Chi lo vuole? Il Liverpool...? Mandateglielo subito, guarda che incompententi che sono diventati in Inghilterrra... Grobbelaar al Liverpool» e giù con le risate.
Bruce sbarca dai Reds e lo mettono in panchina, ma proprio perché c'è della clemenza visto che in porta c'è RAY CLEMENCE, altrimenti lo avrebbero mandato in tribuna dicendogli: «Ma hai notato per chi sei tesserato?» Alla fine però Clemence lo mandano dagli speroni... uno così clemente senza speroni vincerebbe forse poco. E così con Clemence al Tottenham, Grobbelaar viene buttato nella mischia, manco fosse Soviero. Stile aggressivo, gli piace uscire in anticipo sugli avversari, è molto dinamico, agile e non male con i piedi. La sua logica è quella di prevenire i pericoli prima che si creeino, limitando le capacità di ragionamento dell'avversario. Un cocktail di genio e sregolatezza, ma soprattutto di schiuma di idiozia finalizzata però al disorientamento di chi vorrebbe bucarlo al fine di anticiparne le azioni. Quando la palla vaga per la sua trequarti i tifosi hanno le palpitazioni, con uno così... può succedere di tutto, di certo non ci si annoia. Così Bagattini: "Inizia l'epopea di uno dei portieri più discussi e discutibili del secolo scorso!". Si mette in mostra agli occhi del mondo nella primavera del 1984, con il siparietto ai rigori nello stadio olimpico di Roma, contro la Roma di Falcao che rinuncia persino a tirare il rigore. «Ma chi è quel matto là...? Io che mi chiamo Falcao non ho mai visto un pazzo del genere, ma che fa il trapezzista? Tirate voi, non me la sento...»
Pizzul, che fa la telecronaca della partita, è incredulo. In tanti anni di cronaca non ha mai assistito a una cosa del genere. «Ma cosa fa...? Mangia la rete?» Ai cinefili viene in mente la scena di Hooper, che ironia della sorte lo sostituirà di lì a poco in una partita leggendaria col Genoa in coppa Uefa, quando si cala nella gabbia e va a sfidare lo squalo... lo sapete di che colore, vero...? E cosa succede? Se non lo avete capito si parla del film di Steven Spielberg, di dieci anni prima. Shaw, ovvero il buon QUINT, gliela aveva detto: «Tu vai nell'acqua...e anche lui è nell'acqua?» Risultato finale? Gabbia demolita e non c'è certo da render grazia agli ani se Hooper si salva, perché il bestione ha appena scheggiato la base della gabbia a caccia di ciccia, che in Toscano vuol dire carne. Un po' come la palla del Graziani che vola sopra la traversa di Grobbelaar, con la consolazione, molto magra (un po' come lo squalo che è andato, naturalmente, in bianco), di aver scheggiato la traversa.
Quelli della Roma dicono: «Non ho ben capito...». Eppure prima ha sbagliato anche Conti. Qualcuno sospetta che si sia nel golfo di Lampedusa, dato che di là c'è un certo Gattopardo, ma è una girandola di colpi di scena. Dopo baffo Rush, arriva Kennedy e la butta dentro in un'atmosfera surreale che consegna Bruce Grobbelaar alla storia tanto da avere pure due emuli nel corso del tempo: il polonio DUDEK, che arginò il Grande Milan dello Sheva sul 3 a 3, e il mitico portiere lanciato dalla Roma, LUPATELLI, che altro che lì, con quel nome, avrebbe potuto esser lanciato, anche se qualcuno ci avrebbe visto bene pure l'Avellino, del resto Grobbelaar giocava sempre col maglione verde e all'Avellino con le belve tra i pali erano assai abituati visto che in quegli anni avevano DI LEO. 
Il Bruno,Conti, colore indigesto al portiere di Durban, quando se lo era visto davanti aveva provato a diventare Bianco, ma niente... «Correva e saltellava, sembrava che stesse per mettersi a ballare» Chissà se Bruce stesse pensando ai Whitesnakes, non è dato conoscere il pensiero del funambolico portiere scuola Whitecaps che tra i pali si muoveva come un serpente alla melodia del piffero magico di un incantatore, solo che a restare incantati in questo caso sono i pifferai... Si limiterà a dire di essersi girato a vedere i fotografi, il cui flash ricorda un po' il bianco, per farsi immortalare insieme agli spaghetti della rete, mentre strizza l'occhiolino a destra e a sinistra, tra una risata e l'altra. A qualcuno sembra di vedere Celentano nel film Asso, Bruce è molleggiato e svaluta tutti i blasonati avversari, come in una partita di Poker, tanto che sembrano diventati dei cialtroni in balia dello spettacolo. A ogni errore degli avversari il portiere corre all'impazzata fuori dalla porta e sbatte i guanti l'uno contro l'altro, ridendo a crepapelle. Sembra un saltimbanco che vuol sbancare il banco, dando l'impressione di esser lui a rimetterci. Qualcuno ha da ridire, qualcun altro da ridere, c'è persino chi vorrebbe cacciarlo alla fine però fa tredici e il riferimento va agli anni di permanenza nel Liverpool.
Lui non se la prende, né fa caso a cosa dicano intorno. Dorme sonni tranquilli, anche se non è ben chiaro se lo stesso avvenga a chi scelga di frequentarlo. Lui non fa una piega, del resto non gli piacciono le moto e dice, con la naturalezza di chi al pub si ingozza di birre: "Prima di ogni partita facevo un giochino. Calciavo il pallone contro l'interruttore, per colpirlo e spegnere la luce. Pensavo che riuscendoci, avremmo vinto noi." Insomma sembra di vedere il nipote di Banfi ne, Il Bar dello Sport, che tira pallonate per la casa mentre l'altro dice: "Ho fatto tredici... Ho fatto tredici..." E infatti Grobbelaar ha fatto tredici come abbiamo detto!

Il trapezzista
(Foto da rankopedia.com)

L'anno dopo ancora finale, in Belgio, una finale tragica, con morti sepolti sotto lo stadio dell'Heysel, crollato perché invaso dai tifosi oltre i limiti di capacità. Contro c'è ancora una squadra italiana: la Juventus. Bruce sfoggia un giallone spettacolare, ma c'è un clima di tensione, spettrale. E' la finale più macabra che si sia mai vista nella storia. E' la prima disputata dalla Juventus. Gli organizzatori, molto probabilmente, la dovrebbero sospendere, rinviare, perché la logica direbbe che non si può giocare, scherzare ed esultare in mezzo ai morti. Qualunque tifoseria sarebbe stata d'accordo con questa soluzione, penso, e invece no... La partita viene giocata per ragioni di ordine pubblico!? Con tutti i morti e una curva crollata... E cosa succede? Rigore per la Juve con fallo iniziato dieci metri fuori d'area. L'arbitro vede un rigore che tutti si accorgono essere inesistente, ma nessuno batte ciglio. Tira Platini ed esulta come se si fosse in un clima da festeggiamenti di fine anno. Ci sono 39 morti, quasi tutti italiani. Bruce, che ha preso parte a delle guerre e ha visto morire gente sul campo di battaglia, non la prende bene, perché una partita di calcio non può esser presa sul serio come una questione di vita o di morte. Decide addirittura di ritirarsi dal calcio: «SIETE UN BRANCO DI BUFFONI!» Poi ci ripensa, ma prende una parabola bizzarra, per certi versi oscura. Le squadre inglesi vengono squalificate dal calcio internazionale per sei anni, lui invece diventa più stravagante, definito spesso ai limiti della follia. Si presenta in campo addirittura con una maschera sul volto (Jeanot farà di peggio, integralmente vestito da Spiderman n.d.r). Alterna miracoli pazzeschi, a papere che nemmeno ai laghetti si vedono. 
Diventa un eroe di Mai dire Gol. Salta il 1988 per una menengite da cui però recupera e ritorna nel 1989, giusto per assistere a un'altra tragedia, questa volta contro la squadra di Robin Hood. Semifinale di FA CUP, cosa che a Bruce ricorda certi colori presagio di catastrofe. Crolla di nuovo una curva, questa volta di Sheffield, la Lepping Lane. Il crollo viene provocato da un'idiozia della polizia che, incapace di contenere i tifosi del Liverpool, apre i cancelli. In curva arriva un'ondata che sembra uno tsunami. E' il cancello C a essere teatro della disfatta. Botte da orbi tra tifosi della stessa squadra e tra questi e la polizia. La partita, questa volta, viene sospesa. Esito: 96 morti e 100 feriti. Il rinvio è di tre giorni. Cambia la sede, da Sheffield si giunge a Manchester. Vince il Liverpool che assapora aria di Derby per la finale, dove infatti troverà l'Everton. Vince ancora, alza la coppa, ma nessuno festeggia. I giornalisti locali, quelli del Sun, si legge nelle cronache, pubblicano articoli, che si scopriranno esser falsi (o presunti tali), contro i tifosi, per addossare a questi responsabilità che non hanno. Si denunciano sciacallaggi inesistenti... Chissà come mai, poi... Ha però inizio la lotta agli hooligans che vede la Thatcher prendere il toro per le corna, anche se non ha a che fare con la Juventus, nè col Toro. E' storia... Ha inizio la battaglia d'Inghilterra contro certi tifosi. Si parla di RAPPORTO TAYLOR e visto che siamo a Liverpool non è un riferimento alla Liz del Gran Premio, ma di un giudice specifico coinvolto in una storia di ucraini e tassisti piuttosto oscura, pure questa... manco fosse coinvolto il pilota Gachot.
La realtà dei fatti emergerà con 25 anni di ritardo (si parla di verbali falsificati, referti taroccati e quant'altro), grazie a un politico titanico che pone termine alle lamentele: Cameron. Intanto però aumentano subito il costo dei biglietti per l'ingresso negli stadi e irrompe la pratica della pay per view. Cameron sarà esplicito: «Chiedo scusa, a nome dei miei predecessori, per aver fatto passare delle vittime come dei carnefici

IL GIORNO DEL GIUDIZIO CON PETER
e il riferimento non va a Morgan, ma al grande
Schmeichel.
(Foto vannizagnoli.altervista.org)

Quando il Liverpool affronta il Genoa, a termine del 1992, Grobbelaar è ancora il portiere titolare, ma siamo alla fine della sua esperienza. Ironia della sorta, per chi schiera in attacco Rush, i reds chiudono per JAMES, che è tutt'altro che un hunt essendo un grande professionista. Tra i due nasce un grande duello, ma l'esito è scritto nel nome del nuovo arrivato che viene chiamato, chissà se in onore di una celebre pistolera del west esaltata dai racconti di Buffalo Bill (non quello de Il Silenzio degli Innocenti, sia chiaro): CALAMITY JAMES. E' un emergente scomodo, tanto che farà addirittura fuori il "marinaio" Seaman dai pali della nazionale inglese. Bruce, allora, non può che andare in prestito alla città dello stoccaccio: lo Stoke City. Poi va al Southampton e infine finisce in balia di un'indagine sul calcio scommesse innescata dal numero uno dell'Aston, non la Martin, ma il Villa... roba da Mal, non furia, ma malesi visto che restano coinvolti bizzarri personaggi della mala proprio malese. Tutti puntano il dito, fanno i faciloni, soprattutto il Sun, ma poi... Grobbelaar viene assolto, perché poi cosa succede...? Ma succede di tutto... pure in un'aula di tribunale.
«Ho detto quelle frasi» dice Bruce riferendosi alle immagini e ai commenti immortalati in una certa vhs in cui si parla di certe partite truccate «per incastrare i due colleghi truffaldini.» Fa riferimento alla celebre punta del Wimbledon Fashanu, altro idolo di Mai dire Gol e di Teo Teocoli, e al portiere dell'Aston Villa. Tutti assolti e Bruce, giustamente, querela il Sun per diffamazione e cosa succede? Vince naturalmente la causa e si mette in tasca 85.000 sterline, pensando: «soldi facili....» Il tabloid però non apprezza mai dire gol e non dice "cosmico" come faceva un certo personaggio della trasmissione che ironizzava sugli inglesi, ma ricorre, chissà se con handicap data la sua enorme importanza rispetto a un singolo calciatore... Il caso finisce sui tavoli della Camera dei Lord. Altro colpo di scena. Si ribalta tutto. I Lord dicono che non è mica ben chiaro se è stato diffamato o no Grobbelaar, perché l'assoluzione non è tanto chiara, si direbbe quasi oscura. E allora? Nessun responsabile di niente. Per la Commisisone la dignità di Grobbelaar vale una sterlina e condanna il Sun a versargliene una. Decisione pazzesca anche perché le spese del processo sono tutte a carico di Grobbelaar che, impossibilitato a pagare, viene dichiarato fallito sebbene non sia una persona giuridica. Una girandola, veramente, di colpi di scena. E lui? Va a giocare con la nazionale dello Zimbawe, facendone anche l'allenatore giocatore. E dov'è il problema...?
Sei campionati inglesi vinti, i primi tre consecutivi (1981-82; 1982-83; 1983-84), Tre coppe d'Inghilterra. Tre coppe di lega, Cinque Charity Shield, Una coppa dei Campioni. Ventuno presenze in nazionale. Quasi 450 presenze col Liverpool. Cosa fa adesso...? Allena i portieri in Canada, ma dalla parte opposta rispetto a dove ha iniziato, nell'Ottawa Fury e assicura una cosa: "L'unica cosa che a un portiere non insegni è la personalità. O ce l'hai o non ce l'hai!"

Il Commento Tecnico
Personalmente ho sempre avuto una grandissima stima, sotto il profilo tecnico, per questo portiere, penso che si comprenda sia dal testo, sia da chi mi ha visto giocare nei miei ultimi anni in FIGC, sezione calcio a 5, quando tenevo in porta una posizione anomala, che era in parte ispirata a certi portieri spagnoli di settore, da Castracane della BNL, ma anche dal mitico Bruce. Nel mio piccolo l'ho sempre tenuto di riferimento, insieme ad altri, perché il suo stile insegna molto ai portieri e non solo a loro (dato che certe tecniche sono riportate anche in manuali particolari). In prima battuta insegna a divertirsi nel fare quel che molte persone prendono troppo sul serio e, vedete bene, divertirsi non vuol dire fare le cose alla viva il parroco come vengono vengono, ma significa farlo con la componente ludica. Poi, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, l'atteggiarsi a spaccone, sbruffone e pagliaccio è un atteggiamento che può pagare, specie se si ha a che fare con chi cade nell'errore delle apparenze, dei formalismi e dei preconcetti. Come dice Clive Barker, giustappunto di Liverpool (ragazzi, non si fanno mica le citazioni a caso), in un racconto il cui titolo è geniale per l'occasione: "Nel momento in cui si comincia a credere che una tigre è una tigre si è già in metà in suo potere..." Prima ancora di Grobbelaar, dallo Zimbawe, era stato un altro dallo Zaire a darne dimostrazione evidente e lampante. Uno che contrariamente a Bruce non volava da un palo all'altro, sebbene avesse scelto come nome Ali. Non mi riferisco a Bagattini, che laggiù ha supervisionato le elezioni, ma a Muhammad Ali che con modi similiari mandò in black out, è proprio il caso di dire, Foreman che fu quasi mandato fuori dal ring dopo aver dominato la prima parte del combattimento, con Alì che incitava la folla e ballettava in qua e in là. E' dunque il caso di rivalutare, se ne occorre, la figura di questo portiere che faceva divertire, si divertiva e insegnava calcio ai colleghi.
Chiudiamo con un pezzo musicale che ci sembra sintetizzarne bene il debutto in Canada, dove lo lanciamo...? Da i barre, ma un barre particolare, uno di quelli in cui ci vorrebbero entrare in parecchi.. e allora dalla calda voce di Barry White, mandiamo My First, My Last, My Everything, ma sarà proprio white white...? Io vi dico una sola cosa, usate moderazione con gli alcolici, non bevete una pool di cocktail, perché è meglio un Black che farsi venire un liver grosso così... Non vorrei poi che diventaste troppo gialli!

Foto da nesn.com

Testo a cura di Matteo Mancini.

Bibliografia:
Portieri Figli di Puttana, di F.Bagattini, edizioni Ultra Sport.
La verità cercata da Grobbelaar: "Quell'assalto fu scatenato dall'estrema destra di Londra", a cura di Angelo Carotenuto per la Repubblica.

Un volume da recuperare!