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sabato 21 aprile 2012

Recensioni Cinematografiche: GIALLO (2009) di Dario Argento



Produzione: Italia – Stati Uniti, 2009.

Regia: Dario Argento.

Sceneggiatura: Jim Agnew, Sean Keller, Dario Argento.

Interpreti Principali: Adrien Brody, Emmanuelle Seigner, Elsa Pataky, Lorenzo Pedrotti, Luis Molteni.

Genere: Drammatico / Poliziesco.

Durata: 92 minuti.

Commento di Matteo Mancini

Film nato sotto ottimi auspici, tanto da coinvolgere il premio oscar Adrien Brody, e finito preda di contrasti e diverbi - anche dovuti al mancato pagamento di alcuni attori - sfociati addirittura nel blocco del film uscito prima in DVD e dopo ben due anni sui grandi schermi (di poche sale). Un epilogo dunque imbarazzante che, di fatto, ha reso per molto tempo la pellicola fantasma e ha trasformato la produzione in un clamoroso fiasco.

Eppure l'opera non è malaccio, anzi da un punto di vista tecnico e di cura nella messa in scena è probabilmente il miglior film di Dario Argento degli ultimi venti anni. E allora, cosa c'è che non va?
In prima battuta il soggetto del trio Jim Agnew, Sean Keller e lo stesso Dario Argento. Il nostro, coadiuvato dall'accoppiata di autori (sconosciuti) americani, predispone un plot che è una via di mezzo tra un thriller e un film drammatico con evidenti influenze da horror come Saw (da cui si mutua l'idea delle vittime prigioniere costrette a subire mutilazioni).

Lo stile è quello del thriller di tensione, ma il contenuto non può ritenersi tale. Lo spettatore non deve chiedersi chi sia l'assassino, perché Argento lo mostra quasi subito spostando l'attenzione dall'intreccio al movente e alla caratterizzazione psicologica deviata del killer nonché del poliziotto che dirige le indagini. Anche l'ispettore infatti ha delle grosse turbe mentali che lo rendono deviato, addirittura si è macchiato di un cruento omicidio prima di entrare in polizia (!?).

Da questo deriva una sceneggiatura con poca verve, peraltro con caratterizzazioni criminologiche appena abbozzate. In certi punti sembra quasi che si sia voluto fare un film alla Il Silenzio degli Innocenti (si veda anche il coinvolgimento attivo nelle indagini di una parente della vittima rapita) ma l'assassino, nella fattispecie malato e costretto a ricorrere a medicine specifiche, è decisamente ridicolo. Sono inoltre stereotipati e brutti i dialoghi che coinvolgono quest'ultimo e le sue vittime (terribile la sequenza con la Pataky che beffeggia il suo carnefie dicendogli che è brutto).

Non mancano alcuni buchi di sceneggiatura. Il più evidente ricade nel fatto che l'assassino è ingiustificatamente a conoscenza dell'identità della sorella della sua ultima vittima. Oltre a ciò non mancano clamorose inverosimiglianze: si va dall'ispettore con un passato da assassino, all'assassino che scappa protetto dalla sorella della sua ultima vittima che cerca di bloccare l'amico poliziotto.

Se lo script è abbastanza deludente, la regia invece tende al buono. Argento non sperimenta nulla di nuovo, ma mette in scena il film riducendo di gran lunga le sbavature degli ultimi suoi film. Così ci sono carrellate e soggettive gustose, piani sequenze e gradite autocitazioni a Suspiria, Phenomena e Il Gatto a Nove Code. Bella, per la capacità di suscitare tensione, la sequenza che precede il primo rapimento (si può comunque dire che i primi quindici minuti sono in stile Argento puro), probabilmente il momento più alto e teso del film. Buono anche l'utilizzo delle fatiscenti location che rimandano ancora a Saw, così come la rappresentazione di Torino con molti primi piani a monumenti e strutture.

Non manca il gore alla Argento (su tutti l'omicidio in flashback della madre del protagonista con coltello piantato nella gola) anche se il nostro pare un po' contenersi. Tra le scene più disturbanti si segnalano una lingua trafitta da una siringa, l'amputazione di un dito con tanto di fiotto di sangue e l'asportazione di un labbro con una specie di forbice.

Le interpretazioni e i doppiaggi si rivelano, se comparati con i film degli ultimi venti anni del maestro, persino notevoli. Sia chiaro niente da far gridare al miracolo, però Adrien Brody, in un duplice ruolo, regge bene soprattutto nella veste del poliziotto triste e solitario (meno in quella di assassino). Brava anche Elsa Pataky, ordinaria invece una Emanuelle Seigner (che io ricordo divina in La Nona Porta di Polanski) che peraltro appare non in grande forma fisica.

Buonissime notizie sul versante della fotografia. Frederic Fasano compie un deciso passo in avanti rispetto a La Terza Madre, superando quel tocco televisivo che caratterizzava il suo primo lavoro per Dario Argento. Particolarmente buone le scene in notturna.

Le musiche, piuttosto in ombra anche se non malvagie, sono di Marco Werba, compositore con all'attivo poco più di un pugno di film.

Inguardabile la locandina del film talmente dozzinale da essere inadeguata persino per un prodotto amatoriale, figurarsi per un film del maestro del brivido.

Giallo è dunque un film che risente molto delle atmosfere americane di cui si sono fatti portatori i due cosceneggiatori. Si tratta infatti di un film molto più convenzionale, privo dell'interesse per l'erotico che ha interessato sempre più l'ultimo Argento e che rifiuta il taglio tipico del giallo all'italiana per prediligere atmosfere più hollywoodiane. Non credo che tale impostazione abbia reso migliore il risultato finale, di certo c'è il fatto che la cura complessiva del lavoro è superiore rispetto agli ultimi lavori del maestro. Manca tuttavia un po' di verve e una storia capace di incollare lo spettatore allo schermo. Mezza occasione mancata, ma non per colpa della regia. Ai margini della sufficienza.

domenica 8 aprile 2012

Raccolta di aforismi Didattici raccolti da Matteo Mancini al fine di ispirare, motivare o quanto meno dare spunti di riflessione ai lettori




Riporto qua una serie di Aforismi raccolti nel corso dei mesi, alcuni li ho scritti io stesso. Il loro contenuto è piuttosto semplice, ma è normale poiché è da una serie di semplicità che nascono le cose complesse.

BENVENUTI A SCUOLA, ECCO IL PROGRAMMA DI LAVORO


MANIFESTO

"La filosofia insegna ad agire, non a parlare, ed esige che si viva secondo le sue leggi, perché la vita non sia in contrasto con le parole, né con se stessa, e tutte le nostre azioni si uniformino a un unico principio." Seneca

“Le persone ragionevoli adattano se stesse al mondo; quelle irragionevoli insistono nel voler adattare il mondo a se stesse. Dunque tutti i progressi dipendono dagli irragionevoli”. (George B. Shaw)

BASI INTRODUTTIVE

"Per bere la mia acqua devi innanzi tutto vuotare la tua coppa. Amico mio, lascia cadere le idee fisse e i preconcetti, e sii neutro. Sai perché questa coppa è tanto utile? Perché è vuota." (Bruce Lee).

"Il sé interiore è il vero sé. Per poter realizzare il tuo vero sé DEVI ESSER DISPOSTO A VIVERE SENZA DIPENDERE DALL'OPINIONE ALTRUI. Quando sarai del tutto autosufficiente, potrai lasciar cadere la paura di non esser stimato dagli altri" (Bruce Lee).

"Il miglior governo è quello che attiva il meglio dell'intelligenza della nazione" (Pound)

"Non si valuta mai il risultato finale in qualunque contesto ci si trovi, ma i passaggi che ne stanno alla base e la filosofia nonchè lo spirito di fondo. Il risultato è freddo, la filosofia e lo spirito, se presenti, sono affascinanti e ti trascinano via, basta solo saperli leggere sotto la mera apparenza. Accontentarsi solo di un risultato finale è da palati grezzi" (M.Mancini).

PRINCIPI BASE

"Sii duttile. Quando un uomo è vivo è eleastico e cedevole, quando è morto diviene rigido. L'ADATTABILITA' è VITA E LA RIGIDITà E' MORTE, SIA CHE SI PARLI DEL CORPO, DELLA MENTE O DELLO SPIRITO DELL'UOMO" (Bruce Lee).

"Vivere è esprimersi, e per esprimerti devi creare. La creazione non è mai ripetizione. Vivere significa esprimersi liberamente nella creazione" (Bruce Lee).

"Ci vuole il 90% nella testa e il 10% nel corpo" (Sly)

"NELLA VITA NON BISOGNA ESSERE LA SECONDA SCELTA DI NESSUNO" (Anonimo)

"L'arte dell'autocoscienza è la più geniale forma di scienza" (Matteo Mancini)

"Tutti dobbiamo affrontare i demoni che abbiamo dentro, e che si chiamano: paura, odio e rabbia. Se non riusciamo a sconfiggerli, cento anni di vita ci appariranno come una tragedia; se ci riusciamo, un solo giorno di vita potrà essere un trionfo"

"Si deve aver bisogno di tanta passione perchè ogni cosa che fai con piacere la fai bene" (Juan Manuel Fangio)

"Fai del non metodo il tuo metodo, avendo l'assenza di limiti come tuo limite." Bruce Lee.

"Come tutti vuoi imparare il modo di vincere, ma non accetti quello di perdere. Accettare la sconfitta, imparare a morire vuol dire liberarsi della morte. Quando sarà domani dovrai liberare la tua mente ambiziosa e imparare l'arte di morire" (Bruce Lee).

“Bisogna fare della propria vita come si fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita d'un uomo d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui”, Gabriele D'Annunzio.

"UN UOMO PUò OTTENERE QUALUNQUE COSA SE LO VUOLE VERAMENTE. SE HAI FIDUCIA TI SENTI IMBATTIBILE E POI è COME AVERE GLI ORECCHIONI: E' CONTAGIOSO. SE FREQUENTI QUELLI CHE CE L'HANNO TE LA TRASMETTONO E QUESTO TI CAMBIA DENTRO E ALLORA VINCERE DIVENTA POSSIBILE. NON TI STO CHIEDENDO DI CREDERE IN ME, MA IN TE STESSO. ALLA FINE DELLA STAGIONE FORSE SARAI IN TESTA O FORSE NO, MA TI GARANTISCO CHE SAPRAI VERAMENTE CHI SEI" (Sly)

"Punta sempre alla luna, male che ti vada avrai vagabondato tra le stelle" (Anonimo)

"L'uomo che non ha fantasia non ha ali per volare" (Muhammad Alì)

"A una sola cosa tendi, e cerca col tuo volere: essere a te stesso bello in ogni cosa che fai" Marco Aurelio

"Sperare vuol dire rischiare la delusione. Ma il rischio va affrontato perché il massimo rischio nella vita è di non rischiare mai. Soltanto chi rischia è libero" (Anonimo)

"Loro mi ritengono pazzo perché non sono disposto a vendere i miei giorni in cambio di oro... e io ritengo loro pazzi perché pensano che i miei giorni possano avere un prezzo." (K. Gibran)

"E' una grande abilità saper nascondere la propria abilità" (La Rochefoucauld)

"Ciò che tu pensi abitualmente, determina in larga misura ciò che infine diventerai" (Bruce Lee)

"Se vogliamo vivere la nostra vita al meglio, dobbiamo imparare a lasciare andare il giudizio, i pregiudizi e le convinzioni più rigide della società" (Bruce Lee)

"Le cose che possiedi alla fine ti possiedono" (Fight Club)

“Se ti poni sempre dei limiti su ciò che sei e puoi fare sarebbe meglio che tu fossi morto. Infatti, ciò si rifletterà nel tuo lavoro, nella tua morale, in tutto il tuo essere. Non ci sono limiti. Non devi fermarti, devi andare oltre. Nessun limite come limite. Se questo ti uccide, ti uccide, amico mio. ” (Bruce Lee).

"Bisogna trovare l'illuminazione in sé stessi. Non in un professore, in un'analista o in uno psicologo. Non in Gesù o Buddha" (J.Krishnamurti)

"Non solo non sei un campione, ma nemmeno un picchiatore. Impara a cercartela da te la verità, figliolo, senza dare credito a certa gentaglia. Avresti tutta la stoffa per essere un uomo, un vero campione e invece ti comporti come un pupazzo. E ora vattene via, via...!" (Dal film Bomber)

"Ayrton ha fatto quei giri incredibili. Lui sapeva come posizionarsi prima e sapeva cosa gli altri piloti avrebbero fatto. Lui aveva il controllo di lui stesso e anche di quello che gli altri facevano. Questa è una posizione molto speciale. Anche i grandi campioni di sport diversi hanno questa qualità" (Emerson Fittipaldi).

"IMPARA LE REGOLE COSI' POTRAI ROMPERLE CORRETTAMENTE" (Dalai Lama)

"NON è L'ARTE A DOVERSI POPOLIZZARE, MA IL PUBBLICO A DOVERSI RENDERE ARTISTICO" (Oscar Wilde)

"Condividi la tua conoscenza, è un modo per raggiungere l'immortalità" (Dalai Lama)

PRINCIPI CONSEGUENZIALI

"Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile evadere perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l'immaginazione, fonte di creatività (Henry Laborit)

"NON MI PREOCCUPO PER NIENTE DEI RITORNI ECONOMICI, quanto di mettere in moto la macchina che mi consentirà di conseguirli" (Bruce Lee)

"Ho bisogno di fare qualcosa di speciale. Ogni anno qualcuno vince un titolo. Io voglio fare di più." (Ayrton)

"I grandi uomini, quale che sia il loro stampo morale, tralasciano la copia imperfetta e cercano l'originale perfetto... L'essenza del peccato sta nel dare l'assalto ai cieli con la violenza dell'uragano. E' il tentativo di entrare in una sfera più alta con mezzi proibiti. Pochi sono coloro che vogliono penetrare in altre sfere. La gran massa dell'umanità si accontenta della vita così come la trova: di conseguenza ci sono pochi santi, ancor meno peccatori (nel vero senso della parola) e pochi uomini di genio, i quali hanno un po' del santo e un po' del peccatore" (Arthur Machen da Le Creature Bianche)

"La gente dirà che sono troppo sicuro di riuscire. Be', non è così. La mia volontà di fare scaturisce dalla consapevolezza che IO POSSO. Il successo arriva a coloro che divengono consapevoli del successo. Se non miri all'obbiettivo come pensi di raggiungerlo?" (Bruce Lee)

"Per acquistare un crescente e duraturo rispetto in società, è una buona cosa, se possiedi un grande talento, di dare, presto nella tua giovinezza, un bel calcio al garretto destro della società che ami. Dopo questo, sii uno snob" (S.Dalì)

Il giornalista della Gazzetta dello Sport Pino Allievi ricorda Gilles Villeneuve: "Grande acrobata, poco rispetto per chi correva accanto a lui in pista, un carattere che stava migliorando col tempo, una volontà e una velocità di apprendimento fuori dal comune, su un carattere altrettanto originale."

"Gilles era un pilota ISTINTIVO in tutto e per tutto. Infatti era un pilota che RISCHIAVA SEMPRE PERCHé GLI PIACEVA IL RISCHIO, ma comunque anche un pilota molto capace benché entusiasmante per il pubblico. Nessuno come lui, si dice, sapeva distruggere le macchine, però c'è anche da dire che nessuno come lui le sapeva guidare al limite" (Mario Poltronieri)

“Non c’è alcun dubbio, Gilles era straordinariamente coraggioso… Era il più gran bastardo contro cui si potesse correre e che io abbia mai conosciuto, ma era assolutamente leale. Un pilota grandissimo…”. Keke Rosberg

"Vai a spiegarti perché un personaggio ti arriva addosso con una violenza e ti travolge di affetto, di commozione, di tutto, mentre altri, anche più bravi di lui, non ti dicono nulla. Villeneuve era un campione di questo modo di aggredirti con il suo sguardo, la sua simpatia, con il suo coraggio perché IN PISTA LUI ERA UNO CHE NON BADAVA A SPESE, ATTACCAVA CHIUNQUE ANCHE CON MEZZI INFERIORI" (C. Cannavò)

"Senti, tu lo sai che io mi considero il più grande di tutti, però ti confesso una cosa. Quando vedo Nigel Mansell nello specchietto retrovisore, vado nel panico, quello lì non so mai cosa si inventa" Ayrton Senna

Se Mansell è in giornata e ha l'auto giusta, è impossibile cercare di tenerlo dietro. Ti sorpasserà, anche sopra la testa, ma ti sorpasserà!" (Ayrton Senna)

"Rispetto a tutte le altre una sola cosa preferiscono i migliori: la gloria eterna rispetto alle cose caduche; i più invece pensano solo a saziarsi come bestie" (ERACLITO)

"Garbato e premuoroso fuori dalle piste, il brasiliano appena sale in macchina si trasforma: è aggressivo, determinato a vincere al limite della correttezza" (Sfide). "Fuori dalla pista era molto pacato, tranquillo, calmo. Parlava molto poco. Ma in pista si trasformava. Non era Ayrton, era un'altra persona. Era uno che piaceva a tutti, sembrava un santo. Ma un santo fuori dalla pista, qua dentro era un po' un diavolo" (Primo istruttore di Ayrton).

"Superman non diventa Superman, Superman è nato Superman, il suo alterego è Clark Kent. Quello che indossa come Kent è il costume che indossa per mimetizzarsi tra noi. CLARK KENT E' IL MODO IN CUI SUPERMAN CI VEDE. E quali sono le caratteristiche di Clark Kent? E' DEBOLE, NON CREDE IN SE STESSO ED E' UN VIGLIACCO. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana" (Tarantino)

"Date l'impudenza e la stupida arroganza della maggior parte degli uomini, chiunque possiede dei meriti farà bene a metterli in mostra se non vorrà lasciare che cadano in un completo oblio" (Schopenhauer)

"Con il rischio lui gioca sempre perché per lui nulla di impossibile c'è, sempre molto audace questo è Lupin" (Dalla sigla di Lupin III)

"È la ripetizione delle affermazioni che ti porta a crederci. E quella credenza si trasforma poi in una convinzione profonda, e le cose cominciano ad accadere" (Muhammad Alì)

"Trovarsi davanti a un pazzo sapete cosa significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica di tutte le vostre costruzioni." (Pirandello)

"È la mancanza di fede che rende le persone paurose di accettare una sfida, e io ho sempre avuto fede: infatti, credo in me" (Muhammad Alì)

"Io sono il più grande. L'ho detto persino prima di sapere di esserlo" (Grande Muhammad Al)

Un bacio che sboccia in rosa a primavera è come una chiave che vince la serratura di uno scrigno inaccessibile" (Matteo Mancini)

"Ma cos'è la ragione, quando si scontra con i tumulti che imperversano nel profondo del cuore, se non un oceano di parole inafferrabili come sospiri di vento che sfiorano guance di sognatori o come onde che si infrangono su scogli distesi per placarne l'impeto? Chi potrebbe mai rubare l'aria o gli spruzzi di schiuma che guizzano sul pelo dell'acqua, se non un addormentato in un mondo onirico? Allora la ragione altro non è che una magia effimera che svanisce, rapida, nell'inconsistenza del sogno." Matteo Mancini

"Un grande artista usa il colore che gli dà l'effetto migliore. Quello che vuole è creare, non vendere" (David Morrell)

"Un buon lettore è raro quanto un bravo scrittore" (J.L.Borges)

"Per vedere una cosa bisogna capirla: la poltrona presuppone il corpo umano, le forbici l'atto del tagliare. Il passeggero non vede lo stesso cordame che vede l'equipaggio. Se vedessimo realmente l'universo lo capiremmo" (Borges)

"Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro: Se guarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso guarderà dentro di te."(F. Nietzsche)

"Gli uomini capaci di pensieri profondi sono destinati, nel rapporto con gli altri, a indossare una maschera, assumendo sembianze e caratteristiche che non gli appartengono pur di essere compresi" (Nietzsche)

"Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri" (Schopenhauer);

"Più poveri siamo interiormente, più cerchiamo di arricchirci esteriormente" (Bruce Lee)

“Il terrore può venire unicamente dall’idea che tutto ciò che uno ha imparato, amato ed esaltato, è scomparso intono a lui. Il terrore può venire, piuttosto, dal rimanere isolati, vivi, in un mondo di morti”. Arthur Conan Doyle

"Quello che conta non è tanto l'idea, ma la capacità di crederci" (Pound)

"E' difficile essere liberi quando ti comprono o ti vendono al mercato, e bada non dire mai a nessuno che quello non è libero, perché quello allora si darà un gran da fare a uccidere a massacrare per dimostrarti che lo è. Certo, ti parlano... e ti riparlano di questa famosa libertà individuale, ma quando vedono un individuo veramente libero allora hanno paura" (Jack Nicholson in Easy Rider).

"Dove c'è rivoluzione c'è confusione, e dove c'è confusione un uomo, che sa cosa vuole, ha tutto da guadagnare" (Giù la testa)

"La fenice more e poi rinasce, quando al cinquecentesimo anno appressa; erba né biado in sua vita non pasce, ma sol d'incenso lagrime e d'amomo, nardo e mirra son l'ultime fasce" (Inferno XXIV, 106 — 111).

"C'è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all'angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente" (J.Krishnamurti

"Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere quando può essere fornito un clima definibile di atteggiamenti psicologici facilitanti" (C.Rogers

"In ogni campo e per ogni oggetto sono sempre le minoranze, i pochi, i rarissimi, i Singoli quelli che sanno: la Folla è ignorante" (S.Kierkegaard

"LA CONQUISTA DI SE' STESSI E' LA PIù GRANDE DELLE VITTORIE" (Bruce Lee)

"Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte. Nelle loro visioni grigie captano sprazzi d'eternità, e tremano, svegliandosi, nello scoprire di essere giunti al limite del grande segreto" (Poe)

"Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui." Jonathan Swift"

"La documentazione sta alla base di ogni argomentazione; chi non si documenta è un ciarlatano che da fiato alla tromba, finché non trova qualcuno che gli toglie lo strumento dalle labbra e lo lascia, muto, in compagnia di un imbarazzante silenzio" (Matteo Mancini)

"Per fortuna l'uomo possiede l'inconscio, che non è sfiorato dalle menzogne proprie alla sua coscienza. E perciò, se volete imparare i segreti degli uomini, non ascoltate ciò che dicono, ma osservate ciò che fanno" (R.Banks).

"Bella esperienza vivere nel terrore, vero? In questo consiste essere uno schiavo!" (Blade Runner)

"In un'opera di serie B si dice ogni cosa a ogni spettatore. In una vera opera di serie A si lascia che il pubblico pensi!" C.Eastwood.

"Vivere è la cosa più rara del mondo: i più esistono solamente" (O.Wilde)

"La non comprensione e il disinteresse sono nubi che prima o poi spegneranno l'ardere di un sole" (Matteo Mancini)

L’artista è un sognatore con la licenza di creare poesia, un pioniere che si perde nell’universo della fantasia, stretto al timone della sensibilità. Vola laddove chi non è guidato dal cuore non si inoltrerebbe mai. L’artista è cosa diversa dal professionista, perché le sue opere non seguono regole codificate e soprattutto non si prostituiscono alle logiche commerciali. (Matteo Mancini)

Per una pozione mi pagheranno almeno quindici monete» ridacchiò Dussel «e lo faranno perché noi erboristi li abbiamo abituati a non assaporare oltre il limite del gusto, li abbiamo assuefatti alla mediocrità e tanto ci basta.» (Matteo Mancini)

"I ricordi, a volte, sanno essere come raggi che si liberano da cieli nebulosi. La loro consistenza, seppur immateriale e sfuggevole al tatto, ricorda ai cuori che là, oltre tuoni e saette, è ancor appeso un sole che non aspetta altro che riemergere dall'oblio. A ciò servono i ricordi, non a essere scrigni fortificati contro il futuro ma a trampolini eretti per tuffarsi ad abbracciarlo" (Matteo Mancini)

"La mia motivazione era quella di vincere sempre e se non vincevo non ero soddisfatto, molte volte questo mio modo di essere mi ha causato grandi delusioni" (Ayrton)

"Stefan Bellof era qualcosa di sorprendente. Non bisogna sottovalutare quello che faceva, era l'incarnazione della gioventù priva di inibizioni. Volava letteralmente, aveva il controllo totale delle sue azioni, anche se non quello della sua testa, per quanto fosse un ragazzo affascinante e amabile. Ho sempre pensato che avesse bisogno di qualcuno che lo tenesse a freno. Aveva un talento meraviglioso e avrebbe dovuto essere educato e controllato: sarebbe diventato qualcosa di magnifico." Derek Bell

"La sua prima spinta era di guidare effettivamente con il cuore. E' gentile dire con il cuore, si potrebbe dire: con le palle. Scusate l'espressione, si può dire anche così. Era coraggioso" (Tambay). "Ancora una volta sono di Villeneuve le imprese che restano nella memoria, ma anche quest'anno niente titolo mondiale" (Sfide). "Gilles è sempre stato un acrobata sulla pista, lui è sempre stato sul filo" (Arnoux)

"Gilles, ti rendi conto, perché non hai alzato il piede... potevi finire terzo, erano punti, perché ti sei ostinato?" (meccanico)
"Non mi importa niente del campionato del mondo, a me interessa correre!" (Gilles Villeneuve)

"Pretendo di essere sempre il migliore, in tutto. È nel mio carattere. Non m'interessa una posizione da comprimario." (G.Villeneuve)

Lo sport è metafora, poiché nello sport, così come nella vita, non è la vittoria a misurare la "febbre del talento", ma il carisma, cioè la capacità di coinvolgere e condividere le proprie gesta con gli altri. Le vere persone, cioè coloro che non hanno interessi diretti, non ameranno mai i curriculum dei campioni, ma la generosità di chi mette in gioco il proprio cuore e la propria anima. (Matteo Mancini)

"Un uomo che è un uomo deve credere in qualcosa" - "Nella vita ho incontrato di tutto... anche qualche uomo onesto, ma uomini soltanto, mai" - "Proprio di quelli parlo, non si incontrano quasi mai, ma sono gli unici che contano" (da "IL MIO NOME è NESSUNO")

"Sì, ho mandato a monte una vittoria certa. Ma competere non è partire dietro e aspettare che gli altri facciano un errore o rompano il motore. Il mio stile è differente: io voglio aggiudicarmi ogni vittoria per merito mio. È questo il vero piacere di correre e vincere. Se non si fa altro che aspettare gli errori degli altri, si coglie solo una frazione del piacere, e io corro per il piacere di vincere" Ayrton Senna

"Tutti desiderano possedere la conoscenza, ma relativamente pochi sono disposti a pagarne il prezzo" (Giovenale)

"Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa." Einstein

"I veri grandi scrittori sono quelli il cui pensiero occupa tutti gli angoli e le pieghe del loro stile." V. Hugo

"Dovunque e comunque si manifesti l'eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla. Schopenhauer

Colui che conosce gli altri è sapiente; colui che conosce sé stesso è illuminato. Colui che vince un altro è potente; colui che vince sé stesso è superiore. Lao Tzu

"Se vedi un affamato non dargli del riso: insegnagli a coltivarlo." Confucio

Alain Prost, compagno di squadra di Senna, invitato a esprimersi sul collega dice: "Non lo sopporto, sembra che dorma nei box: quando io me ne vado, lui rimane.Quando arrivo al mattino lui è già lì. Non sono preparato a lottare con degli irresponsabili che non hanno paura di morire. Ayrton ha un problema: pensa di non potersi ammazzare perché crede in Dio."

"Erano anni che non vedevo qualcuno guidare così, quel modo di correre mi ricordava Nuvolari. E come Nuvolari, Gilles non aveva il senso del limite. Mi esaltava, mi spaventava..." (Enzo Ferrari).

"Vivi accontentandoti di modeste disponibilità economiche; ricerca l'eleganza invece del lusso, la perfezione piuttosto che il fascino. Sii degno, non rispettabile, benestante, non ricco; studia molto, pensa serenamente, parla con gentilezza, agisci sinceramente; sopporta tutto con letizia, fai tutto in modo efficiente, attendi le occasioni, non affrettarti mai. In una parola, lascia che lo spirito, spontaneo e inconscio, cresca attraverso il quotidiano" (Bruce Lee)

"Corre se piove, corre dentro al sole. Tre più tre per lui fa sempre sette.
Con l'alfa rossa fa quello che vuole dentro al fuoco di cento saette! C'è sempre un numero in più nel destino quando corre Nuvolari" (Dalla)

"L'importante è non fare il 99% ma il 110%. Se fai il 99% arrivi solo decimo o undicesimo, e non vinci mai. Se attacchi al massimo invece vinci oppure fai un incidente. Questa è la via giusta per un giovane alle prime gare. Oggi è difficile farlo perchè la macchina costa molto e ti dicono di andare piano, ma se te accetti questo è meglio che tu non faccia le gare internazionali: o tiri o resti a casa." (M.Alen)

"Il modo più appagante di vivere è aiutare e arricchire la vita degli altri. Non chiuderti in te stesso e nei tuoi desideri, donati invece al prossimo e la tua vita risplenderà di felicità" (Bruce Lee)

"Sono più veloce del diavolo, combatto col cervello, sono scientifico: Sono un'artista" (Alì).

"Il mio stile? Chiamalo l'arte di combattere senza combattere" (Bruce)

"Gli allievi devono evolversi e diventare maestri a loro volta, ma senza esser obbligati a insegnare le stesse cose che sono state insegnate a loro. Si deve insegnare ciò che si è imparato, che è sempre più di quanto sembri" (Bruce Lee).

"Il confronto con i maestri serve solo a plasmare ciò che si è imparato individualmente per mezzo dell'esperienza. Senza maturazione personale, qualunque insegnamento si trasforma in perdita di tempo. La comprensione interiore è la base per l'evoluzione di spirito. Solo quando si raggiunge questo status, un maestro può essere di aiuto." (Matteo Mancini).

"Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio." Samuel Beckett

"Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire" Paulo Coelho

"È difficile veder fallire i grandi uomini nelle imprese più pericolose. Alessandro, Cesare, Annibale, il grande Gustavo riuscirono sempre. Divennero uomini tanto grandi per la fortuna? No, solo perché erano grandi uomini si sono meritati la fortuna". Napoleone

"L'errore non è nel fallimento, ma in uno scopo meschino: nelle grandi imprese, la gloria viene anche dal fallimento".Bruce Lee

"Se poniamo a confronto il fiume e la roccia, il fiume vince sempre non grazie alla sua forza ma alla perseveranza" (Buddha)

"Non seguire il sentiero: tracciane uno nuovo e lascia la tua impronta" (Anonimo).

"I CAMPIONI NON SI COSTRUISCONO IN PALESTRA. SI COSTRUISCONO DALL'INTERNO, PARTENDO DA QUALCOSA CHE HANNO NEL PROFONDO: UN DESIDERIO, UN SOGNO, UNA VISIONE" (Muhammad Ali)

«Non amo la gente che porta la cravatta, i cravattari non sono per me, ma a volte certe realtà sono per chi vuole la cravatta più bella, la macchina più bella, o per chi vuole stare a lavorare vicino casa; a me di stare vicino casa non importa nulla» (S. De Caprio - il "vero" CAPITANO ULTIMO

"L'aggressività di Senna gli ha permesso anche di essere Senna, che forse è il più grande pilota in assoluto di tutti i tempi" (R.Patrese).

"La cosa più importante è essere te stesso, senza permettere a nessuno di ostacolarti, senza essere diverso perchè qualcuno vuole che tu lo sia. Devi essere te stesso. Farai molti errori a causa della tua personalità, del carattere o delle interferenze che puoi trovare lungo il cammmino. Ma solo così puoi imparare: dai tuoi errori. E' questa la cosa principale: utilizzare gli errori per imparare. Io credo nell'abilità di concentrarsi profondamente, in modo da progredire ancora di più" (Ayrton)

“Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza. Puoi volare molto in alto" (Ayrton)

"Non ho idoli. Ammiro il duro lavoro, la dedizione e la competenza" (Ayrton)

"La realtà è che ho imparato molto. E deve essere così. Se un giorno smetti di imparare sei finito, la parabola discende" (Ayrton)

"Non saprete mai come si sente un pilota quando vince. Quel casco nasconde sentimenti incomprensibili." (Ayrton)

"Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita" (Ayrton)

"Io voglio vincere sempre. L'opinione secondo cui la cosa più importante è competere è un'assurdità" (Ayrton)

"Chi osa con intelligenza ha grandi margini di miglioramento, perché ha coraggio ed entusiasmo. In due parole ha carisma e personalità. Chi ha paura non oserà mai, spesso cercherà di denigrare coloro che osano, il suo fine sarà sedare la propria insoddisfazione e sperare di scoraggiare gli altri, ma andrà solo avanti come un veicolo che procede strozzato da decine di freni inibitori" (Matteo Mancini)

"Tieni conto che il grande amore e le grandi conquiste implicano grande rischio: vivi il tuo sogno" (Dalai Lama)

"Ricorda che non ottenere ciò che vuoi, a volte, è un meraviglioso colpo di fortuna" (Dalai Lama)

"La grande arte non è mai popolare" (E.Pound)

"La consacrazione del Grande è scontrarsi col rischio e il pericolo, e giocare d'azzardo con la morte" (Nietzsche)

"Chi vive senza follia non è così saggio come crede" (François de La Rochefoucauld)

"Le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che oltrepassa le loro capacità." (La Rochefoucauld)

"Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso, bensì donarsi ad un altro per arricchirlo" (M.Quoist)

"Se un uomo non è disposto ad affrontare qualche rischio per le sue opinioni, o le sue opinioni non valgono niente o non vale niente lui" (E.Pound)

"Coloro che fanno del vestito una parte principale di sé stessi finiranno, in generale, per non valere più dei loro abiti" (William Hazlitt)

"Si rivela l'identità del cavaliere prima ancora che abbia estratto dal fodero la spada" (detto zen)

"Un uomo che ha vivo il sentimento di onore e fedeltà per noi vale più di un accademico laureato narcisista pronto a ogni cortigianeria pur di farsi avanti o di uno scienziato vigliacco: più in alto di tutto stanno per noi i valori eroici e ascetici, unici a giustificare la vita con qualcosa, chè più che vita" (J.Evola)

"Un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa" (Lao Tze)

"Io amo chi desidera l'impossibile" (Goethe)

"La vita è l'infanzia della nostra immortalità" (Goethe)

"Puoi scoprire di più su una persona in un'ora di gioco che in un anno di conversazione" (Platone)

"Avere avuto uno come Meroni che faceva questi numeri in campo abbiamo coronato non dico un sogno, ma prestazioni da dieci e lode tutti, perché abbiamo giocato tutti al di sopra delle nostre possibilità. Per lui era normale" (Compagno di squadra)

"Appena lo vidi dissi: o questo ragazzo scimmiotta qualcuno, perché a quei tempi c'era Best, c'era Sivori, o questo è il nostro campione. Invece non scimmiottava nessuno, era proprio lui. Si capì subito che avevamo a che fare con un grosso campione. Era nato così." (Lido Vieri su Meroni)

"Ci si innamorava di Meroni, perché faceva impazzire gli avversari. Perché trascinava il pubblico. Poi non parliamo dei tifosi granata che impazzivano per lui, avevano visto in lui un idolo: avevano bisogno di un personaggio così" (Agroppi)

"Dicevano: guarda che buffone, guarda come va in giro" (Agroppi). "In giro in molti ridevano, anche io gli dissi una volta: Gigi, dai, hai un vestito con un verde che ti vedano da due chilometri. Lui mi disse: ma a me piace così" (Combin). "No, non era eccentrico. Era rilassato, tranquillo, con le camice fuori. Lui si sentiva bene così. Per ciò andava bene com'era" (l'ex fidanzata). "A me piaceva. MERONI VESTITO SOBRIAMENTE, VESTITO IN MANIERA NORMALE NON SAREBBE STATO MERONI (Agroppi)

"Ezio Vendrame è uno che sostiene che il gol è la cosa più insignificante di una partita, che è molto più divertente mirare il palo, uno che una volta ha dribblato il portiere e poi, a porta vuota, è tornato indietro perché anche un portiere è un uomo, e bisogna dargli un'altra possibilità, uno così non deve fare carriera. E non vuole farla." (Gianni Mura)

"Con Ezio Vendrame non serve frequentarsi, ti rimane nel cuore, è una cosa di pelle. E poi io odio le persone banali e lui non è mai banale, troppo grande. Non solo io che la penso così, ci sono i suoi amici, i suoi libri, ha registrato le sue interviste in televisione. Vanno pazzi per lui. La prima volta che l'ho visto l'ho guardato negli occhi e ci siamo innamorati senza essere gay. Un giorno gli ho detto: peccato Ezio che tu non fossi una donna... NEL MONDO I GRANDI SIAMO IN TRE, CREDO: IO, VENDRAME E CHE GUEVARA, POI IL PIù GRANDE DI TUTTI, DEVO DIRLO, è DIO" (Gianfranco Zigoni)

"Non voglio essere bravo, voglio essere grande" (James Dean).

"Tento sempre di essere un terrorista del genere, cioè nel senso sto dentro però intanto metto la bomba che tenta di deflagrare il genere” (Lucio Fulci)

"La critica purista, che ritiene i gran premi un fatto esclusivamente tecnico, seguiva con disappunto le sue evoluzioni, al contrario le folle deliravano per Gilles perché in lui vedevano l'uomo che si ribellava alla logica di un'attività sportiva condizionata dal mezzo meccanico..." (Documentario su Villeneuve)

"Villeneuve è diventato esaltante per le folle per la sua schiettezza nell'interpretare la corsa. La gente non era più abituata al piacere del coraggio, Villeneuve faceva quello che nessuno più voleva fare" (Sabatini)

"Villeneuve era il mito e la realtà dell'impossibile...V​illeneuve portava l'incertezza nelle case, rompeva tutti i cardini precostituiti, rompeva lo scontato ed è per questo che piacque subito alla gente. Era disposto a dare tutto fino all'impossibile, si sacrificava per lo spettacolo, per sé stesso e per ultimo anche per la Ferrari" (Allievi).

"Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza" (Che)

"Indietro? Neanche per prendere la rincorsa" (Che)

"Dicono che noi rivoluzionari siamo dei romantici. Si, è vero, ma lo siamo in modo diverso: siamo quelli disposti a dare la vita per le cose in cui crediamo" (Che).

"Siamo realisti: esigiamo l'impossibile" (Che)

"Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni epoca e circostanza si potrà avere libertà senza lotta" (Che)

"Bisogna pagare qualunque prezzo per il diritto di mantenere alta la propria bandiera" (Che)

"Ognuno ha la libertà che gli spetta, misurata dalla statura della dignità della sua persona" (J.Evola)

"Conta il silenzioso tener fermo di pochi, la cui presenza impassibile, da convitati di pietra, serva a creare nuovi rapporti, nuove distanze, nuovi valori; a costruire il polo il quale, se di certo non impedirà a questo mondo di deviati e di agitati di essere quello che è, varrà però a trasmettere a qualcuno la sensazione della verità" (J.Evola)

"L'artista fa virtù della necessità di individualizzazione, di generare da se stesso un mondo a sé e di assoggettare il mondo esterno a quello interno. L'arte rappresenta una graduale liberazione dalla dipendenza dai canoni della collettività, e un'evoluzione creativa e individuale della personalità. Il creativo, anche per questo, è un essere profondamente ai margini delle convenzioni" (O. Rank)

"Villeneuve era un temerario che correva solo per vincere, o meglio per ottenere il miglior risultato possibile senza fare calcoli, poco curandosi della competitività della vettura che gli veniva messa a disposizione. Non c'era corsa in cui non lasciasse segno del suo coraggio, della sua maniera davvero unica di interpretare uno sport già di per sé pericoloso. All'inizio, quando veniva guardato con sospetto per le sue frequenti escursioni fuori pista che stavano per costargli il posto alla Ferrari, i suoi meccanici lo chiamavano L'AVIATORE, con affetto però. Poi acquisito un minimo di esperienza ha saputo trasformarsi in un mattatore, a volte magari prigioniero del suo personaggio, e così divenuto un eroe nella fantasia popolare ha fatto di tutto per esserlo sempre..." (Da un documentario del '92).

"Preferirei essere cenere che polvere. Preferirei che la mia scintilla bruciasse in una vivida fiammata piuttosto che fosse soffocata da arida putredine. Preferirei essere una superba meteora, ogni mio atomo esploso in un magnifico bagliore, piuttosto che un sonnolento e perseverante pianeta. La giusta funzione di un uomo è di vivere, non di esistere. Non ho intenzione di sprecare i miei giorni nel tentativo di prolungarli, voglio viverli" (Jack London)

"Il genio è la capacita di vedere dieci cose là dove l’uomo comune ne vede solo una, e dove l’uomo di talento ne vede due o tre" (E.Pound)

"I discepoli diventano una seccatura quando cominciano ad ancorare e pietrificare i loro mahatma. Il pensiero di nessun uomo deve pietrificarsi" (E.Pound)

"Gli uomini che vivono sotto il dominio di uno slogan vivono in un inferno creato da loro stessi" (E.Pound)

"Le arti, comprese la poesia cos e la letteratura, dovrebbero essere insegnate dagli artisti che le praticano, non da sterili professori" (E.Pound)

"Gli indifferenti non hanno mai fatto la storia, non hanno mai neanche capito la storia" (E.Pound)

"Credo ci sia una sola forma di grandezza per l'uomo. Se un uomo può colmare il vuoto tra la vita e la morte. Voglio dire, se riesce a vivere anche dopo che è morto, allora forse quello era un grand'uomo. Per me l'unico successo, l'unica grandezza, è l'immortalità" (James Dean)

"Solo le persone gentili sono veramente forti" (James Dean)

"Bisogna entrare forte in tutte le curve; poi, quando si è dentro, in qualche modo se ne verrà fuori" (Nuvolari)

"La gelosia degli altri pittori è stata sempre il termometro del mio successo." (S.Dalì)

"Ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo specchio, provo sempre lo stesso ed immenso piacere: quello di essere Salvador Dalì" (S.Dalì)

"Gli errori hanno quasi sempre una natura sacra. Non cercare di correggerli. Al contrario: razionalizzali, comprendili totalmente. Dopodiché, sarà possibile per te sublimarli." (S.Dalì)

"Non ho mai conosciuto un uomo di genio che non avesse dovuto pagare, con qualche afflizione o difetto fisico o spirituale, per ciò che gli dei gli avevano dato." Sir Henry Maximilian Beerbohm

"Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella "zona grigia" in cui tuttoè abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi. (Rita Levi Montalcini)

"Intere esistenze trascorrono sotto la pesante influenza di questi modelli di pensiero. Tra questi ce n'è uno, molto dannoso, che vede la vita come un Grande Compromesso, in cui niente è mai come si auspica o si sogna. È uno sguardo castrante che toglie spontaneità alle azioni e alle scelte e che porta la persona verso una frustrazione continua e l'allontana dalla naturale autostima." (Da un articolo reperito su internet)

"Anche razionalizzare è completamente inutile, la tua voce la dovrei ascoltare con un orecchio di Van Gogh che non ho. Ne entrare, né uscire, vendere o comprare, mi aiuteranno a non pensare. Non ti si può inquadrare, perché sei fuori dagli schemi, fuori dalle abitudini..." (G.Togni)

"Per vincere bisogna pensare fuori dagli schemi" (Brad Pitt)

"Un pilota deve esser guerriero, non si può partire battuti" (Simoncelli)

"Come Casey, infatti, non si accontentava. Non gli piacevano i piazzamenti, lui correva per vincere. Piuttosto si sdraiava. Era un generoso, in pista come nella vita" (Simoncelli sr)

"Giornalista: Qual'è il segreto da carpire da Zeman?
Pecchia: "Un segreto su tutti: LA FORZA DELLE IDEE DA PORTARE AVANTI CONTRO TUTTI E CONTRO TUTTO, al di là poi se le idee piacciano o meno, è comunque la forza di un uomo che HA PORTATO AVANTI LE SUE IDEE ANCHE QUANDO TUTTO GLI RUOTAVA CONTRO MA POI ALLA FINE è USCITO VINCENTE."

"Dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e non lo scorderò. (CONFUCIO)

CONCLUSIONE

"Noi crediamo che nessuna volontà sia superiore a quella interiore, per questo non smettiamo di credere nei nostri sogni, non perché la speranza sia l'ultima a morire, ma perché pretendiamo dalla vita la nostra fetta di felicità... Noi ci spingiamo al limite, cerchiamo l'estremo. Rischiamo spesso di toccare il fondo, ma sappiamo bene che da lì, tanto, si può solo risalire. Quelli dei silenzi, quelli che non devono spiegare per essere capiti... Non ci accontentiamo di surrogati perché solo chi ti è affine può guardarti dentro e vederti veramente. Sappiamo quanto valiamo e quanto possiamo offrire. Pretendiamo pari trattamento. NON ESISTE PER NOI IL COMPROMESSO, PERCHé NON RENDE GIUSTIZIA AL NOSTRO ESSERE ESTREMO: POSSIAMO ESSERE AMATI E ODIATI PER QUESTO, MA A NOI POCO IMPORTA. Chi non ci capisce non coglie la nostra essenza, ma chi arriva alla nostra anima ci viene chiuso dentro. Noi preferiamo la qualità alla quantità. Chi ha carattere. Chi è e non chi appare. Chi splende di luce propria, non chi fa lo splendido per piacere. Per noi le marche non contano, gli abiti servono per coprirci, le auto per spostarci. Non leghiamo il nostro essere alla bella vita, ma cerchiamo di vivere una vita bella per quanto ci è possibile. Insomma... NOI FUORI DAGLI SCHEMI. Chi ci chiama illusi, Chi ci definisce arroganti, chi ci crede E.T. o ci chiama presuntuosi. Insomma, noi estremisti della vita" (tale LadyLunaDiamond estrapolato da youtube)

Chiusura cinematografica con una delle mie sequenze preferite: http://www.youtube.com/watch?v=jUORL-bvwA0


sabato 7 aprile 2012

Arthur Machen & Il Gran Dio Pan




ARTHUR MACHEN & il racconto IL GRAN DIO PAN

A cura di Matteo Mancini

Con questo articolo analizzo uno dei più grandi racconti fantastico/orrorifici dell'intera produzione mondiale e in particolare della fine '800.
L'occasione è quanto mai ghiotta per sfatare un certo luogo comune figlio della bassezza voluta dalle regole imposte dal mercato editoriale, secondo le quali un racconto o un romanzo sarebbe cosa indipendente dall'autore che l'ha scritto. Ciò è solo parzialmente vero, specie quando si ha a che fare con i veri artisti, perché nei loro lavori resta inevitabilmente impresso il marchio di fabbrica dell'autore e il suo modo di vedere le cose.

A mio avviso, conoscere il pensiero, la vita, e la filosofia di un'artista è la base di partenza imprescindibile per poi comprenderne appieno le opere (si può dire anche l'inverso, ma ciò implica uno studio molto più ampio). Una sorta di bussola attraverso la quale orientarsi nella giungla della fantasia costituita dai vari racconti che, quasi sempre, hanno uno o più filo conduttori comuni. Per questo mi viene da ridere (amaramente) quando vedo trattare con sufficienza dai lettori e soprattutto dagli editori le parti relative alle biografie. Molte persone addirittura saltano a pie' pari queste parti e ciò è davvero un peccato mortale. È come pretendere di costruire un palazzo senza occuparsi delle fondamenta!
Veniamo ora al libro e all'autore oggetto di questo mio intervento.

Il Gran Dio Pan (The Great God Pan) è un vero e proprio caposaldo della narrativa fantastica inglese e più in generale mondiale.
Scritto nel 1890 da un autore considerato, a ragione, da Howard P. Lovecraft un vero maestro del fantastico: sto parlando del gallese Arthur Machen.
Classe 1863, Machen fa parte di quella larga schiera di scrittori, non di impronta commerciale alla Stephen King o alla Matheson per intenderci, profondi e fermamente convinti di una realtà fantastica sconosciuta ai comuni mortali e da loro portata in scena con l'ausilio dei racconti.
Figlio di un ecclesiastico e cresciuto nelle lande e nelle brughiere gallesi (da qui deriverà il suo gusto per gli scenari fatiscenti e umidi), emigrò molto giovane a Londra dopo aver condotto un'infanzia solitaria. Nella capitale svolse vari impieghi, dal traduttore di romanzi esteri all'insegnante, prima di intraprendere la carriera di giornalista. Svariate delusioni lo portarono a sviluppare una personalità ancora più solitaria e ad alimentare un incredibile talento visionario favorito dal fortissimo interesse per il mondo esoterico. Un po' come i vari Arthur C. Doyle, Bram Stoker, Algernon Blackwood, Gustav Meyrink e altri, traspose tale passione nei suoi testi facendo spesso di essi non delle opere di mero intrattenimento ma dei veri e propri veicoli culturali intrisi di una valenza metaforica in cui racchiudere le proprie teorie metafisiche e spirituali. Tali interessi lo portarono presto a entrare a far parte, col nome Filus Aquarti, della società segreta inglese Golden Dawn. L'ingresso in questa nuova realtà lo aiutò a perfezionare quanto già fosse riuscito a maturare per conto proprio, plasmando meglio quel mondo di cui aveva intuito la presenza sulla base dei propri studi non convenzionali.
In alcune lettere scrisse di aver avuto diretta dimostrazione dell'esistenza del male ultraterreno e che al mondo non vi sia nulla di impossibile.
L'attenzione del Machen scrittore si focalizzò sempre più sulla certezza che il mondo non è che il riflesso di un'altra realtà, sconosciuta agli uomini, nascosta oltre un velo di ignoranza il cui superamento, se non preparato, può portare alla pazzia. Il Male viene visto non come il contrario del Bene, bensì quale un principio assestante con le proprie leggi, la sua grandezza e le sue schiavitù. Da ciò deriva l'ossessione di Machen per la ricerca di quel qualcosa che non è di questo mondo, una sorta di chiave per aprire un mondo spirituale e trovare la propria salvezza.
Il concetto base, poi non molto diverso da quello di Gustav Meyrink, è che l'universo altro non è che una realtà costituita da vari livelli aperti sia alle forze ritenute malefiche sia a quelle ritenute benigne. Entrambe, mediante l'opportuna interazione dell'uomo, possono scendere nel livello terreno e incarnarsi sotto mentite spoglie per confondersi tra la gente.
Di lui, molto romanticamente, il curatore di antologie Giuseppe Lippi dirà: Machen è stato uno dei tanti estranei che hanno popolato questa terra, aggirandosi spaurito e sprovveduto nel mondo degli uomini, quasi incapace di provvedere a se stesso per la parte materiale (infatti salvo un paio di successi come il racconto breve Gli Arcieri, The Bowmen, che scatenò un'isteria collettiva durante la prima guerra mondiale con i soldati inglesi convinti di essere assistiti dalle frecce degli arcieri di San Giorgio nelle battaglie contro i tedeschi, visse per lo più di stenti aiutato dagli amici) ma colmo di sogni e visioni che ha lasciato in una folta serie di opere.

Il Grande Dio Pan è probabilmente la sua opera più famosa e sintetizza assai bene la filosofia dell'autore sopra accennata per sommi capi.
Il testo è scritto con uno stile molto moderno, sebbene si sia appena alla soglia del novecento. Machen non sceglie lo stile adottato dagli scrittori gotici (solitamente pesante e verboso), ma opta per un lessico e una forma molto scorrevole priva di fronzoli e virtuosismi linguistici. Il racconto, di circa sessanta pagine, si struttura su vari capitoli non lineari dislocati in tempi diversi, in modo da mantenere alta la tensione e non svelare troppo presto certi aspetti paranormali.
Tutto ha inizio con un esperimento condotto da una sorta di mad doctor convinto che le cose della realtà terrestre non siano altro che degli ostacoli fittizi frapposti tra l'uomo e il mondo reale. “Ciò che sta davanti ai tuoi occhi è un velo. Gli antichi sapevano che cosa voleva dire alzare il velo. Era l'equivalente di vedere il Dio Pan” spiega il medico al suo assistente. Il Dio Pan, come argomenterò nel proseguo, deve esser decriptato. Machen, secondo la mia interpretazione del testo, non intende banalmente il Baphomet in carne e ossa che poi apparirà anche nel testo (ma per dare una valenza simbolica/metaforica al racconto) bensì, per Dio Pan, intende il mondo fantastico che si distende oltre la caducità del nostro mondo. È un qualcosa di immateriale, il principio e la fine di tutto. Assume un valore astratto un po' come se Machen volesse fargli simboleggiare la verità assoluta, ovvero il segreto dell'esistenza.
Per eliminare tale velo (di ignoranza), il medico pratica su una paziente consenziente una micro lesione nella materia cerebrale (di fatto per farle aprire un occhio interno). L'esperimento ha successo ma ha delle inattese e pesanti controindicazioni. La giovane intravede sì qualcosa di fantastico, ma impazzisce di lì a poco senza spiccicare più parola perché preda di un terrore inesplicabile. Morirà nel giro di un anno. Tale fenomeno è verosimilmente riconducibile alla leggerezza del medico di far oltrepassare la soglia a una persona non preparata a compiere simile viaggio (infatti si limita a subire l'operazione senza aver compiuto alcun percorso) e per questo incapace di gestire la situazione in cui sarà catapultata al punto da essere investita e soggiogata dalle regole aliene che ne bruceranno l'esistenza.
La narrazione da qui si sposta nel tempo, nella Londra vittoriana dove facciamo la conoscenza del protagonista, una sorta di detective a tempo libero.
Una serie di fatti bizzarri cominciano a verificarsi in città. Personaggi ricchi cadono in improvvisa disgrazia, altri muoiono d'infarto a seguito di tremendi shock di cui non si comprende l'origine e infine si registra una lunga catena di suicidi di personaggi di spicco della nobiltà londinese. Viene altresì ritrovato un quadernetto di un pittore visionario anch'egli morto all'improvviso, tale Meyrick (probabilmente un omaggio di Machen al collega coevo Gustav Meyrink), in cui sono raffigurati dei dipinti difficili da guardare a causa dell'angoscia suscitata dalle immagini: si tratta di inquietanti disegni che immortalano sabba orgiastici tra uomini e divinità mostruose.
Intanto le indagini del detective improvvisato si stringono attorno a una donna di esotica bellezza che però pare esser scomparsa nel nulla.
Vengono altresì raccolti dei documenti che parlano di strani fatti verificatesi, anni prima, in campagna. I documenti narrano di una bambina di genitori ignoti affidata a una famiglia del posto. Questa bambina era solita trascorrere le proprie giornate in mezzo al bosco, finché non si verificarono due fatti bizzarri. Due suoi compagni persero il senno, morendo in seguito di shock, dopo averla vista in compagnia di divinità agresti romane.
Proprio su questo aspetto si struttura il resto del racconto, con Machen che centellina i fatti per far crescere la tensione fino al nauseabondo finale. Si scoprirà inoltre che la donna (in realtà è un mezzosangue il cui padre è il Dio Pan) che scatena tutti questi infausti eventi altro non è che la figlia della donna sottoposta all'esperimento iniziale. Anche questo è da interpretare come passaggio di consegne della verità tra la madre e la figlia che ne diviene portatrice però sana perché ne ha metabolizzato il contenuto (non a caso lei non impazzisce).
Ne deriva un racconto fantastico pieno zeppo di allusioni erotiche, che seppur non esplicite sono suggerite piuttosto bene, caratterizzate dalla passione della donna protagonista nel condurre una doppia vita. Una altolocata, insieme ai personaggi più influenti di Londra, un'altra piena di depravazioni tanto estreme da indurre al suicidio o da far morire di crepacuore tutti i suoi compagni d'avventura. Il motivo è riconducibile alle creature che accompagnano la donna, ma soprattutto alla sua capacità di trasformarsi in un essere non essere come si scoprirà all'epilogo.
Machen, nel corso del testo, attraverso la voce di un suo personaggio precisa: Sappiamo cosa accadeva a chi incontrava il Gran Dio Pan, e il saggio sa che i simboli non sono mai vuoti, ma rimandano sempre a qualcosa. Pan era il simbolo squisito sotto il quale gli antichi nascondevano la conoscenza delle forze più segrete e spaventose che sottendono il tutto; forze capaci di incenerire l'animo umano, così come la corrente elettrica incenerisce il corpo. Esse non possono venir nominate, né discusse e neppure immaginate, se non sotto un appropriato velo simbolico. Alla maggior parte di noi quel simbolo appare come un'antica, poetica leggenda; a qualcuno potrà sembrare una storia assurda. Ma lei e io di questo non si può dubitare, conosciamo il terrore che si annida nel cuore segreto della vita, o almeno ne conosciamo un frammento, incarnato in sembianze umane. Sappiamo che ciò che non ha forma è in grado di modellarsene una.
In questo passaggio, a mio avviso, risiede la chiave di lettura dell'intero testo che lo trasforma da opera di intrattenimento ad autentico capolavoro metaforico intriso di quei valori filosofici e spirituali su cui Machen fondava il proprio pensiero. Al di là di tale componente, è comunque anche un grande racconto dell'orrore seppur non calibrato benissimo perché troppo intuibile nei suoi successivi sviluppi e con un solo colpo di scena (relativo all'identità della donna che fa impazzire i compagni).

Il racconto è inserito nell'ottima antologia da collezionisti Il Gran Dio Pan e Altre Storie Soprannaturali edita nel 1982 dagli Oscar Mondadori e purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista) non di facilissima reperibilità (su ebay, se fate attenzione, la potreste trovare). Più facile, seppur di minor prestigio, reperire l'edizione della Fanucci oppure l'antologia collettiva L'orrore secondo Lovecraft. Si tratta comunque di un testo che non può mancare nella biblioteca di un appassionato di narrativa fantastica, a partire dai fan di Lovecraft. Notevoli anche gli altri racconti inseriti. Posterò presto una recensione del libro.