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sabato 11 novembre 2023

Recensione Narrativa: LA CHIAMATA DEI TRE di Stephen King.

Autore: Stephen King.
Titolo Originale: The Drawing of The Three.
Anno: 1987.
Genere:  Fantastico / Poliziesco: II capitolo saga La Torre Nera.
Editore: Sperling & Kupfer.
Pagine: 359.
Prezzo: 14.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Secondo capitolo della lunga saga della Torre Nera avviata cinque anni prima con L'Ultimo Cavaliere (qua la mia recensione http://giurista81.blogspot.com/2020/03/autore-king.html ). King concepisce l'episodio alla stregua di un romanzo ponte utile a presentare la compagnia degli eroi destinata, nei successivi episodi, a seguire le gesta di Roland, il pistolero.

Meno interessante del primo capitolo, in quanto inidoneo a vivere di vita propria e svuotato quasi del tutto di elementi fantasy, The Drawing of the Three (“La Chiamate dei Tre”) - che in Italia arriverà solo nel 1990 - gioca a rimbalzo su due piani esistenziali. Da un lato ci mostra il mondo alieno di Roland e dall'altro crea, attraverso una serie di porte ultra-dimensionali sparse sull'interminabile spiaggia in cui peregrinano i protagonisti, un'interazione tra questo mondo e la New York che tutti noi conosciamo. Il romanzo parte laddove era terminato il primo episodio e prende l'abbrivio all'insegna dell'azione (prima parte incalzante). Addormentato sulla risacca, Roland viene sorpreso nel sonno da bizzarri crostacei (una specie di aragoste parlanti) assai aggressivi che gli provocano delle mutilazioni da cui si irradierà una tremenda infezione. L'evento rischia di costare la vita al pistolero che, tuttavia, riprende la marcia scoprendo che la profezia dell'uomo in nero incontrato nel primo capitolo è destinata ad avverarsi. Durante il viaggio, in una terra desolata in cui non si incontra anima viva, Roland si imbatte in tre porte che si aprono sul mondo della nostra realtà. Attraverso il passaggio da tali portali il Pistolero viene catapultato, sia in forma incorporea che fisica, nella realtà che noi tutti conosciamo, seppure in epoche diverse. Ogni porta corrisponde a un singolo personaggio che Roland, più o meno consensualmente, dovrà rapire per portarlo nella sua dimensione al fine di trasformarlo in un aiutante. È proprio nel mondo terrestre che si svolge la parte migliore del romanzo, tra sparatorie che vedono coinvolti spacciatori di droga, rapine in armeria, assalti in farmacia e furti in gioielleria... scontri dove i poliziotti sono costantemente battuti. Ne viene fuori un curioso mix tra western, fantasy e poliziesco, a tratti efficace e a tratti verboso e troppo diluito. L'impostazione è corale, mentre il contenuto mostra a livello embrionale elementi che saranno sviluppati da King nel prosieguo carriera. Trapelano infatti spunti che saranno ripresi in altri celebri romanzi. C'è l'idea dell'individuo affetto da un disturbo di sdoppiamento di personalità che si trova a duellare con la sua parte cattiva (due anni dopo King scriverà La Metà Oscura); c'è la possibilità di assumere, alla maniera di una possessione diabolica, il controllo delle persone scavando nel loro cervello per acquisirne le conoscenze e il vocabolario (King anticipa Venom, personaggio introdotto nella saga di Spiderman dal 1992, e ricalcherà la cosa per L'Acchiappasogni); ci sono i passaggi attraverso dei portali dimensionali dalla nostra realta' a un contesto alieno (tematica che sara' al centro di Buick 8); e c'è tutta la prima parte ambientata all'interno di un aereo - interessato dai passaggi dimensionali - che ricorda quanto si leggerà con la novella I Langolieri che King includera' tre anni dopo nella raccolta Quattro dopo Mezzanotte. Dunque La Chiamata dei Tre è una fucina di idee che faranno la fortuna altrove. Qua, purtroppo, si ha l'idea che King tiri per le lunghe la cosa, confermando l'impostazione point to point de L'Ultimo Cavaliere senza giungere a un vero e proprio epilogo. Nel mondo di Roland non succede praticamente niente (l'atmosfera è comunque inquietante, con tanto di berci animaleschi che si irradiano da aree in cui l'occhio non può penetrare), mentre tutto avviene nel "nostro mondo" con storie poliziesche che vedono per protagonisti (come sempre in King) dei personaggi “perdenti” chiamati al riscatto. Abbiamo un eroinomane alle prese con una banda di spacciatori che lo tengono in pugno minacciando di fare male al fratello. Poi abbiamo una disabile di colore (pallosissima parte sulle problematiche razziali) affetta da disturbi psicologici che le provocano dei cambi di personalità diametralmente opposti. Carina, dolce e collaborativa ora, volgare, acida e pericolosa poi. Infine abbiamo un serial killer che va in giro con rolex, scarpe di Gucci e occhiali d'oro, che verrà sfruttato da Roland per recuperare munizioni e medicine. 

Chi ha letto L'Ultimo Cavaliere si troverà alle prese con un romanzo molto diverso. King soffoca la componente fantasy, in favore di sparatorie, inseguimenti di polizia e pestaggi che avvengono per le vie di New York. La trama principale caratterizzata dalla marcia verso la Torre Nera (“Una chiave di volta che fa da sostegno e vincolo a tutta l'esistenza”) lascia spazio a quelli che sembrano essere tre racconti cuciti tra loro dalla traccia principale.

Molta la verve ironica, con Roland che stenta a comprendere le modernità esprimendosi nella "nostra realtà" per buffi concetti legati alla sua esperienza personale. King si diverte inoltre a mettere a confronto soggetti di epoche diverse, che non comprendono quanto l'altro va dicendo perché ancorati su scale di valori diverse.

Impossibile rivolgersi al volume senza aver letto il primo capitolo, essendo alle prese con un rigoroso continuo. Ottimi la prima e l'ultima parte, si fatica invece nella parte centrale che può essere metabolizzata saltando intere pagine in cui i personaggi si dilungano in autentici "pipponi". Per certi versi, La Chiamata dei Tre ricorda la parte centrale del romanzo The Night Land (“La Terra dell'Eterna Notte”, 1912) di William Hope Hodgson, dove i protagonisti, muovendosi in un territorio sconosciuto e minaccioso, devono nutrirsi, curarsi, centellinare le munizioni e stare attenti alle avversità ambientali. Alla maniera di Hodgson, King descrive in modo minuzioso le difficoltà nella marcia, le scene di caccia, la necessità di curarsi assumendo farmaci recuperati nell'altra dimensione e l'esigenza di preparare gli alimenti da ripulire e cucinare sul fuoco. Il punto di forza del romanzo dovrebbe essere rappresentato dalle evoluzioni psicologiche dei personaggi, sebbene l'impressione finale resti quella di un romanzo prolisso che, pur proponendo notevoli impennate, soffre di troppi momenti morti.

 
Copertina con l'elemento centrale del volume:
Le tre porte dimensionali.
 
"Tanto vale bersi l'oceano con un cucchiaino piuttosto che discutere con un innamorato."

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