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martedì 17 dicembre 2024

Recensione Narrativa: TIGRE BLU di Alessandro Girola.

Autore: Alessandro Girola.
Anno: 2017.
Genere: Fantastico.
Editore: Plutonia Publications (2024).
Pagine: 88.
Prezzo: 9.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini

Eccomi finalmente a recensire uno scrittore che non poteva mancare su queste pagine. Alessandro Girola, milanese classe 1975, è prima di tutto un cultore e appassionato della materia, un collezionista di narrativa di genere e di cimeli cinematografici che conosce a menadito il mestiere e ciò che vi sta dietro. Non a caso, insieme alla fidata Alberica Sveva Simeone, è autore del saggio L'Anima Pop degli Anni '80. Cronaca di un Decennio Magico (2023) edito da Odoya Edizioni, una pubblicazione che vale già da sola il biglietto da visita e che si aggiunge all'intenso lavoro di blogger e divulgatore del fantastico. Girola, peraltro supportato da un talento espositivo curato e migliorato negli anni, incarna il profilo perfetto per innalzare la “nostra” cara narrativa pulp di intrattenimento e darle lustro internazionale. Action, weird, fantascienza, distopico, western (se non l'ha fatto deve provvedere), bellico, fantasy e soprattutto horror sono i geni che caratterizzano il suo DNA. Un autore dunque preparato, che prima di tutto legge romanzi e le antologie miscelandole alla cinematografia che ha fatto la storia del fantastico negli anni '70 e '80, a partire da George A. Romero (di cui Girola è un fan). Non certo, pertanto, uno scrittore della domenica come evidenzia la sua produzione sterminata che mi ricorda, per stile e varietà dell'offerta, il lavoro del misconosciuto Rich Cole (giunto in Italia grazie alla Seagull Edizioni).

Autore di molteplici saghe, tra le quali Italia Doppelganger, Girola è stato il primo scrittore italiano a interessarsi di kaiju (“mostri giganti”). Tigre Blu è il secondo capitolo di una saga dal titolo Kaijumachia (da tauromachia, immagino) composta da episodi snelli e veloci (lunghezza sulle cento pagine) tra loro indipendenti e autoconclusivi (ci sono comunque evidenti legami e riferimenti interconnessi), sebbene contraddistinti da una struttura che rimanda a un qualcosa di più ampio. Gli epiloghi infatti lasciano il tutto in sospeso, sprovvisti di una vera conclusione piegata a favore dell'attesa di una seconda parte da stendere in futuro.

Pubblicato in origine nel 2017, Tigre Blu è stato rivisto e riproposto nel maggio del 2024, sia in formato ebook (formato prediletto da Girola) sia in edizione cartacea autoprodotta. Alessandro infatti è uno dei pochi scrittori italiani (altri sono, a esempio, Vacchino e Rosso) che si è costruito un brand tutto suo (Plutonia Publications), attraverso il quale vendere in autonomia un catalogo sterminato e diversificato nei contenuti.

Il progetto Kaijumachia, avviato da I Mostri di Roma (2016), trae ispirazione dalla saga giapponese ascrivibile all'estro di Ishiro Honda (1911-1993), regista di B-Movie giapponesi ma soprattutto aiuto regista del Grande Maestro Akira Kurosawa (Rashomon, La Sfida del Samurai, I Sette Samurai). È infatti Godzilla (1954) il film più rappresentativo di Honda, al punto da indirizzarne la carriera successiva caratterizzata da un'infinita serie di pellicole (Rodan Il Mostro Alato, Daikaiju Baran, Mothra, Gorath, Dogora e altri ancora) incentrate su improbabili mostri giganti e sul loro impatto distruttivo sulla società contemporanea. Una struttura di storia, a sua volta debitrice di The Lost World (1925) e di King Kong (1933), che ha però saputo costruire un mito superiore tanto da spalmarsi in vere e proprie saghe giunte fino a Hollywood.

Tigre Blu, probabilmente stimolato dall'uscita di film quali Pacific Rim (2013) e il Godzilla (2014) di Gareth Edwards, si inserisce in questo mondo e lo fa con un piglio ben lontano dal rischio di scivolare nel trash. Girola guarda all'idea, non certo originale ma comunque migliore di quella legata alla storica tradizione giapponese, di una rete di mostri riconducibili a un periodo ricompreso tra il carbonifero e il devoniano che sarebbero stati responsabili dell'estinzione dei continenti mitici (Lemuria, Mu e Atlantide). Interessante l'equilibrio che si cerca di generare tra l'impostazione classica del continente perduto che arriva da Conan Doyle e quella fantascientifica alla Michael Crichton. Girola infatti unisce The Lost World a Jurassic Park, contrapponendo due tipologie di mostri: da una parte i ricreati dalla genetica (improduttivi come dovrebbero essere i dinosauri di Jurassic Park) grazie al reperimento del DNA estratto dai fossili, dall'altra creature mitologiche (produttive) ricomparse a seguito del ritorno al mondo delle prime. Dunque draghi, bestioni enormi, rettili che hanno preceduto i dinosauri che, a loro volta, producono parassiti che attaccano l'uomo nella forma di libellule giganti.

Fondamentale nel definire il mondo kaijumachia è poi la sottotraccia metaforica legata all'atomica e alla guerra, con i governi del mondo che, sulla scia degli Stati Uniti (come avvenuto per il nucleare), pensano bene di creare questi esseri non tanto per sfruttarli quali attrazioni turistiche (come in Jurassic Park), bensì per inserirli in un progetto militare. Si tenta quindi di allevare e addestrare i kaiju, un po' come i Velociraptor nella trilogia Jurassic World. Ecco che il tutto acquisisce una dimensione intelligente, divenendo metafora, straordinariamente anticipatrice (in Tigre Blu si parla dell'aggressione della Russia di Putin a danno di uno stato confinante) dei conflitti che ai giorni odierni insanguinano le pagine della cronaca internazionale. I mostri ovviamente, come sempre in opere del genere, sfuggono dal controllo umano e si ribellano determinando una catastrofe nella quale l'uomo esprime il peggio di sé, lanciando atomiche e producendo guerre e insurrezioni interne al fine di acquisire vantaggi personali. Le nazioni, a differenza di film quali Independence Day, non fanno fronte comune al cospetto di una razza di esseri che ambiscono a divenire la specie dominante sul Pianeta Terra, facendo peraltro ricorso a poteri speciali (tipo il controllo mentale, un po' come gli alieni di Emmerich), ma ne sfruttano il caos per aumentare il proprio potere.

Tigre Blu si colloca in questo mondo, fucina di storie per Girola (seguiranno prequel e sequel, quali Gladiatori contro Kaiju e Grexit Apocalypse), nella forma di uno dei tanti episodi che ne sviluppano gli eventi. La storia è ambientata durante un conflitto tra l'esercito ufficiale russo e quello georgiano, tra rivoltosi e popolazioni neutrali, in cui interferiscono il kaiju Garuda, i suoi parassiti e uno strano fungo che riduce animali e uomini in uno stato simile a quello degli zombi. Molta carne al fuoco, tuttavia ben gestita e al servizio di un soggetto quadrato. Strutturato grazie a un lungo flashback, rappresentato dall'artificio letterario dell'interrogatorio condotto dagli ufficiali dell'FSB a carico dell'unico carrista superstite di una squadra massacrata nel corso di una missione, Tigre Blu ci parla della scoperta e della cattura di un nuovo kaiju (la tigre). Domina la componente bellica, miscelata all'adventure e a dialoghi dettagliati e curati che spiegano il mondo dei kaiju. La storia parte slanciata e ha un epilogo aperto che suggerisce un prossimo sequel. Ai mostri “giapponesi” si contrappone una tigre blu gigante, un essere mitologico che rilascia vapore dagli orifizi respiratori e dalle fiancate. Forte e insensibile al fungo che sembra ridurre ogni essere vivente in zombi, la tigre diviene la soluzione per invertire l'esito degli scontri con i kaiju e quanto a essi risulta essere correlato. I russi pensano pertanto di catturare e imprigionare l'animale che, un po' come avvenuto per King Kong, è venerato alla stregua di un dio dalla popolazione autoctona. Tradimenti, cinismo, egoismo e combattimenti accompagnano una storia molto ben scritta, cinematografica e accattivante, che funge da chiaro esempio di come si dovrebbe fare narrativa di intrattenimento in Italia. Poche velleità autoriali (i rimandi alla contemporaneità comunque ci sono), fronzoli azzerati, ritmo veloce, dialoghi graffianti, prosa semplice e omaggi continui agli antesignani del genere (persino a Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne).

Abbondantemente promosso.

 
L'autore Alessandro Girola.
 

Nascono dalla merda e dai rifiuti kaiju. Non possono essere intelligenti.” 

Parliamo di macchine biologiche progettate per l'eliminazione sistematica dei nemici. Ogni aspetto della loro esistenza ha questa finalità.”

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