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sabato 31 agosto 2024

Recensione Narrativa: CACCIA AL DINOSAURO di Maurice Renard.

Autore: Maurice Renard.
Curatore: Luigi Cozzi.
Anno: 1905-19013.
Genere:  Fantascienza - Avventura - Horror.
Editore: Profondo Rosso (2021).
Pagine: 232.
Prezzo: 23 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Torna l'asso francese Maurice Renard, con un'antologia a cura Luigi Cozzi, per impreziosire l'ampio ventaglio di soluzioni predisposte nel corso degli anni dalle Edizioni Profondo Rosso. Sono infatti circa dieci i volumi che la casa editrice romana ha dedicato alla narrativa di questo grande maestro scandalosamente ignorato quasi del tutto alle nostre latitudini finché, nel 2009, non sono caduti i diritti d'autore sulle opere pubblicate. Prima del nuovo secolo, sono stati infatti pubblicati appena tre romanzi dell'autore, tra il 1924 e il 1951, oltre due racconti brevi. Praticamente niente. Al di là delle critiche sulle traduzioni e sui refusi, si deve a Cozzi la riscoperta della produzione dello scrittore. Il regista ed editore trapiantato da anni a Roma, ma milanese d'origine, ha proposto il meglio di Renard, presto imitato da altri editori quali la CH3 Press e la CSA Editrice. Quest'ultima, grazie all'impegno di Giorgio Leonardi, ha proposto un'antologia - Racconti del Mistero - formata da ventiquattro brevi storie tra poliziesco e giallo. Un racconto è altresì presente nella raccolta Grand Guignol della Biblioteca di Lovecraft (Edizioni Arcoiris).   


L'AUTORE

Maurice Renard (1875-1939) è stato uno dei principali scrittori di fantastico francese nonché uno dei padri del giallo transalpino. Una firma spesso accostata a quelle dei vari J. H. Rosny, Gaston Leroux, Maurice Leblanc ed Emile Gaboriau, in grado di rivaleggiare con i ben più famosi colleghi anglofoni. Avvocato di professione in quel di Parigi, è stato definito da Pierre Versins: “il miglior autore d'anticipazione scientifica francese del primo trentennio del novecento”. Interessato al macabro, ma soprattutto a una narrativa, da lui definita “ipotetica”, che parte dalla scienza per imboccare territori fantastici, esordisce nel 1905 con l'antologia Fantomes et Fantoches pubblicata sotto lo pseudonimo Vincent Saint-Vincent. Il successo, pressoché immediato, lo porterà a utilizzare il proprio nome fin dalla sua seconda pubblicazione. È stato tra i primi a teorizzare la possibilità di un'abduction aliena, a portare in scena i dinosauri (protagonisti di più racconti), a immaginare la possibilità di varcare i vetri per accedere a una quarta dimensione, ma anche di ipotizzare la possibilità di ricorrere a macchinari in grado di rimpicciolire un uomo fino a farlo diventare una preda per gli insetti oppure di smaterializzarlo ma lasciarlo visibile, farlo regredire nel passato o ancora di stravolgere la legge gravitazionale. Insomma, un grandissimo maestro da riscoprire che garantisce avventura, brividi, riflessioni e tanto sense of wonder. A oggi è famoso soprattutto per romanzi quali Le Mains d'Orlac (1921), quattro volte trasposto al cinema e (seppur a sua volta debitore di The Beast with Five Fingers, 1919, di William Harvey) in grado di ispirare tutti quei thriller incentrati su trapianti biologici estrapolati da killer che portano il beneficiario a deviare le proprie condotte, Le Péril Bleu (1919) di cui al momento esistono due edizioni italiane, Le Docteur Lerne (1908) che verrà omaggiato da Libero Samale nel romanzo Anima Nera, e Un Homme chez les Microbes (1928) con cui ha anticipato nientemeno che il celebre The Incredible Shrinking Man (“Tre Millimetri al Giorno”, 1956) di Richard Matheson. Dunque una vera e propria fucina di idee germogliate altrove e divenute classici. Ispirato da Herbert G. Wells e da Jules Verne, Renard ha tracciato coordinate su cui si sarebbe allineato uno scrittore come Arthur Conan Doyle per ideare le avventure del Professor Challenger, personaggio comparso a partire dal 1912 col celebre The Lost World, una storia quest'ultima che deve parecchio a Les Vacances de Mounsieur Dupont (1905) inserito proprio in questa antologia.

Autore di oltre mille racconti, ha scritto anche numerosi articoli scientifici e la cosa si riflette nelle sue opere dove è palpabile l'erudizione nella materia che va di volta in volta a trattare, con ragionamenti e spiegazioni che cercano sempre di fornire una verosimiglianza alla piega fantastica adottata in via ipotetica.


IL LIBRO

Caccia al Dinosauro è un ottimo volume per approcciarsi a Renard, peraltro – a quanto pare a differenza di altri della casa editrice - in un'edizione ben tradotta e ben presentata da Luigi Cozzi. Traduzioni fluide, forse ammodernate (in un racconto si legge la parola “zombi” che non credo esser stata utilizzata da Renard) e corredate da alcune premesse di raccordo che immagino non essere imputabili a Renard (nel primo racconto si anticipa quanto avverrà in un racconto pubblicato qualche pagina dopo).

Le storie proposte sono quattro, dotate di un titolo ideato da Cozzi molto più accattivante rispetto a quelli originali. La lunghezza delle storie oscilla dalle ottanta alle trentasei pagine.

Il racconto più vecchio è il sopracitato Les Vacances de Mounsieur Dupont (1905) che Cozzi pesca dall'antologia d'esordio dello scrittore, presentandolo come Caccia al Dinosauro.

Racconto molto moderno, considerando che è stato pubblicato nel 1905. Renard mostra padronanza nel parlare di paleontologia e dinosauri (parla delle varie specie e indica le caratteristiche), anticipando il grande classico di Conan Doyle The Lost World (“Il Mondo Perduto”, 1912), ma non A Matter of Interest (“Un Argomento di Interesse”, 1897) di Robert W. Chambers, di cui, tuttavia, è di gran lunga più accattivante. Siamo nella Francia del sud, dove un vacanziere (il Monsieur Dupont) viene ospitato da un conte suo vecchio compagno di scuola. Il clima è particolarmente umido e afoso e fa da cornice a uno dei più bei racconti sui dinosauri che sia mai stato pubblicato. Dopo aver mostrato la sua collezione di fossili e di scheletri (qui ricorda un po' Chambers), il padrone di casa conduce l'amico nel luogo degli scavi dove, senza accorgersene, porta alla luce un uovo che si è conservato intatto dal giurassico. Viene così alla luce un iguanodonte che prende a razziare i raccolti finché un altro dinosauro, un megalosauro, farà la sua comparsa.

Splendido, con momenti horror granguignoleschi che ispireranno Michael Crichton (Jurassic Park) e Steven Spielberg (The Lost World). Vediamo infatti un megalosauro faccia a faccia con un uomo appiattito a un muro, con la bestia che allunga la lingua cercando di afferrare la preda. Molto carino, seppure debole nella ricostruzione fantascientifica tesa a giustificare la presenza di due dinosauri nel mondo moderno. Resta un caposaldo imprescindibile per i fan dei racconti sui dinosauri.


Arrivano da Monsieur d'Outremort et Autres Histories Singulières (1913) La Cantatrice (La Voce Magica) e L'Homme au Corps Subtil (L'Uomo Senza Corpo), due tra i racconti brevi più famosi dell'autore.

La Cantatrice è una storia weird, ambientata a Montecarlo nel mondo degli spettacoli canori. La messa in scena di Sigfried di Wagner rivela al pubblico di spettatori, tra cui il direttore dell'Opera di Parigi, un talento canoro in grado di inebriare gli ascoltatori. Interessato a ingaggiare la misteriosa donna che, a differenza delle colleghe, resta celata dietro le quinte, il direttore scopre di avere a che fare con una triste handicappata alla mercé di un marito despota e bizzarro. Bella storia, che richiama un po' Leroux e il suo capolavoro Le Fantome de l'Opéra (Il Fantasma dell'Opera, 1910), per virare verso gli orrori marini nel solco della più classica delle tradizioni. Bella la scena con tutti i cittadini che, di pomeriggio, si dirigono in massa verso l'abitazione dove la soprano si è messa a cantare contrariamente alle indicazioni del marito (ricorda molto il finale di Chissà Perché Capitano tutte a Me). Bello, ma prevedibile negli sviluppi. Colpo di scena telefonato.


Più in linea alla narrativa di Renard è L'Homme au Corps Subtil che si ricollega agli insegnamenti di Wells e a un precedente racconto dello stesso Renard di cui.funge da prequel, proponendo un mad doctor a lavoro su dei raggi in grado di smaterializzare i corpi. Qui il riferimento è The Invisible Man (1897), sebbene non venga meno la forma dell'uomo che resta visibile ma - a differenza di Wells - non palpabile. L'idea arriva dalla scoperta dei raggi x e dall'ipotesi che esistano altri raggi non ancora individuati dalla scienza. Da un punto di vista contenutistico è il miglior racconto della raccolta. Renard prova a immaginare le implicazioni di un corpo smaterializzato che oltrepassa tutto ciò che incontra, potendo attraversare i corpi come un nuotatore fa incontrando l'acqua. Una capacità che si scontra, tuttavia, con la legge della gravità che porta i corpi a essere attratti verso il centro della terra se non fosse per la presenza dell'ostacolo costituito dalla materia che impedisce a questi corpi di sprofondare. Cosa succederebbe, però, se la materia diventasse oltrepassabile? Gioiello, con qualche occhiolino al poliziesco.


Più debole e - sebbene scritto anni prima - in veste di sequel di L'Homme au Corps Subtil è Le Singuliére Destinée de Bouvancourt (Il Prigioniero della Quarta Dimensione), tratto dall'antologia Le Voyage Immobile suivi d'autres Histoires Singuliéres (1909). Ritroviamo i due protagonisti del precedente racconto: un medico nel ruolo di narratore e il suo folle amico ricercatore nel campo scientifico Bouvancourt. Nonostante la promessa del mad doctor di abbandonare ricerche rivelatesi troppo pericolose per la razza umana, tornano in ballo gli esperimenti sui particolari raggi in grado di smaterializzare i corpi. La sete di conoscenza, ma soprattutto l'ambizione del successo portano il ricercatore – ancora una volta – a sperimentare su sé stesso i bizzarri macchinari che ha realizzato. Scoprirà per tale via di essere in grado di attraversare gli specchi, ma solo per un arco limitato di tempo oltre il quale il proprio corpo tornerà a essere materiale. Sorta di remake del precedente racconto. Carino, ma superato dal successivo racconto dello stesso Renard. Presenta comunque una scena che diventerà un leitmotiv degli horror: l'attraversamento di uno specchio che, a contatto con le dita, diviene liquido e consente ai corpi di oltrepassarlo (idea riproposta, tra gli altri, dal film Il Signore del Male di John Carpenter).


CONCLUSIONI

Consigliatissimo agli amanti del weird e ai fan di autori quali Herbert G. Wells o delle storie del ciclo Challenger di Arthur Conan Doyle. Autore da riscoprire e conoscere, penalizzato da un ingiustificato ostracismo perpetrato dagli editori italiani nel corso degli anni. Lo segnalo anche a tutti gli estimatori della collana Bizarre dell'Agenzia Alcatraz. Da avere, nonostante un prezzo non proprio economico tipico delle Edizioni Profondo Rosso.

  L'autore Maurice Renard.

 "Non c'è nulla che ci impedisca di pensare di riuscire un giorno a discendere fino al centro della Terra, né più né meno come anche di credere all'esistenza nell'infinito di creature aliene che, a differenza di noi uomini, non siano in grado di passare attraverso l'aria o di muoversi in mezzo ai gas... poiché io non posso certo negare la possibilità che esistano da qualche parte luoghi, pianeti o dimensioni che funzionano nell'esatto modo contrario di quanto avvenga nel nostro mondo."

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