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lunedì 2 settembre 2024

Recensione Narrativa: DELITTI BESTIALI di Patricia Highsmith.

Autore: Patricia Highsmith.
Titolo Originale: The Animal-Lover's Book of Beastly Murder.
Anno: 1975.
Genere:  Antologia Fantastico - Drammatico.
Editore: Sonzogno (1984).
Pagine: 234.
Prezzo: Fuori catalogo.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Volume minore di una delle principali maestre del thriller psicologico della seconda metà del novecento. Patricia Highsmith, americana trapiantata in Svizzera, è oggi ricordata soprattutto per il ciclo di cinque romanzi avviati da The Talented Mr Ripley (“Il Talento di Mr Ripley”, 1955), storie incentrate sulle vicissitudini del truffatore e omicida Tom Ripley, personaggio più volte apparso al cinema per l'interpretazione di attori quali Alain Delon, Dennis Hopper, John Malkovich e Matt Damon. 

 

L'AUTRICE 

Scrittrice complessata e cagionevole di salute, con un'infanzia molto difficile alle spalle che ne ha condizionato le relazioni da adulta, la Highsmith ha saputo trasfondere le proprie ossessioni nella letteratura trasmettendo ai posteri storie contraddistinte da un crisma autoriale. Concepita da genitori che si sono lasciati prima della sua nascita, tanto che la madre cercò di abortire ingerendo acquaragia, sviluppò una personalità antisociale che la indusse a isolarsi sempre più preferendo la compagnia degli animali a quella degli uomini. Alla domanda se "avesse mai paura" rispondeva sempre: "si, degli uomini". Misogina dichiarata, allevava lumache e amava in particolare i gatti, esternando una sensibilità inversamente proporzionale a quella espressa nei rapporti interpersonali. Fu definita "crudele" e "impossibile" da alcuni collaboratori. Anticonvenzionale, in polemica con le istituzioni e di gusti sessuali promiscui che la portarono, inizialmente, a rigettare la propria omosessualità salvo cedere in seguito alle inclinazioni naturali. Faticò sempre a mantenere rapporti sentimentali di lunga durata, cambiando di continuo partner. L'esordio in narrativa fu all'insegna del talento con Strangers on a Train (“Sconosciuti in Treno”, 1950) inizialmente non acclamato dal pubblico ma appoggiato dalla critica che lo premiò con una nomination all'Edgar Award per il “migliore romanzo d'esordio” (otterrà una seconda nomination con The Talented Mr Ripley). Le luci dei riflettori si intensificarono quando "sua maestà" Alfred Hitchcock, per appena 7.500 dollari, se ne aggiudicò i diritti per la trasposizione cinematografica. Pochi mesi dopo la pubblicazione del romanzo, vide così la luce il celebre Delitto per Delitto (1951) che, anni dopo, sarebbe stato omaggiato da Dario Argento col film tv Ti Piace Hitchcock? (2005)

Fin da subito apprezzata per la capacità di gestire trame intrise di suspense e per la cura nel delineare le psicologie dei delinquenti, per i quali nutriva una certa attrazione, ebbe la capacità di differenziarsi dai colleghi. La sua attenzione, più che sulla polizia e sulle indagini, si concentrava infatti sulla dimensione introspettiva dei cattivi in un'ottica che ribaltava il politicamente corretto tanto apprezzato dall'estabilishment editoriale americano in favore di una visione alternativa. Tra i suoi successi citiamo The Two Faces of January (“I Due Volti di Gennaio”, 1964) che venne premiato col silver dagger award. Famoso è inoltre il racconto breve The Snail Watcher (“L'Uomo che Guardava le Lumache”, 1964) poi omaggiato, nella sequenza di un omicidio, da Lucio Fulci nell'horror Aenigma (1986).

IL LIBRO

The Animal-Lover's Book of Beastly Murder è un'antologia che si avvicina ai temi trattati da quest'ultimo racconto. L'interesse e l'amore della Highsmith per gli animali sono risaputi, ritorneranno  in altre raccolte quali Tales of Natural and Unnatural Catastrophes (“Catastrofi più o meno Naturali”, 1987) e il trittico Dei Gatti e degli Uomini edito da Bompiani nel 2016.

La Highsmith pubblica il testo nel 1975, nel periodo in cui nei cinema furoreggia Jaws (“Lo Squalo”) di Steven Spielberg dall'omonimo romanzo di Benchley, il film che, pur preceduto da capolavori quali Tarantola (1955) di Jack Arnold e Gli Uccelli (1963) di Alfred Hitchcock, avvierà il sottofilone dei beast movie ovvero quei film dai contenuti horror incentrati su catene di uccisioni perpetrate da animali della più variegata specie. Su tali coordinate si orientano anche i tredici racconti proposti dalla scrittrice americana, senza tuttavia sposare la logica della caccia e dei tentativi umani di ripristinare la normalità. La scrittrice predilige, piuttosto, una concezione un po' antiquata e fiabesca. Le storie della Highsmith, infatti, giustificano le azioni degli animali dando vita a una serie di storie molto simili tra loro, dove sono pressoché costanti gli inneschi e i relativi sviluppi: la violenza perpetrata dagli umani a danno degli animali, l'umanizzazione degli animali che pensano e comprendono come se fossero individui veri e propri, lo sfruttamento degli animali, la ribellione dell'animale, la morte dell'oppressore e la conquista della felicità grazie all'incontro con la persona giusta con cui passare il resto della vita. Ne viene fuori un lotto di racconti che, individualmente, funzionano quasi tutti ma che, nel loro complesso, deludono per la mancata volontà dell'autrice di diversificare i soggetti. In altre parole, e per farmi comprendere, sembra di avere a che fare con soggetti sviluppati dall'intelligenza artificiale secondo il medesimo schema mentale. La Highsmith cambia le ambientazioni (si va dai deserti africani all'Europa, passando dalla città alla campagna e persino a escursioni a bordo di yacht), propone animali sempre diversi – con preferenza per i domestici – e affronta le varie declinazioni che coinvolgono gli stessi in virtù di un approccio realistico non lontano dalla vita di tutti i giorni. Così abbiamo animali rinchiusi nello zoo, altri impiegati in spettacoli circensi o in competizioni agonistiche, passando per allevamenti intensivi e allevamenti improvvisati. Insomma, c'è tutto lo spettro delle possibilità, ma sempre in un'ottica animalista che concede poco all'intreccio e mostra sempre l'animale nel ruolo di vittima che, alla fine, scoppia e si ribe8lla aggredendo "solo" chi li maltratta. Siamo dunque al cospetto di revenge stories per ragazzi, in alcuni casi crudeli e commoventi, dove la Highsmith non lesina in scene crude.

DETTAGLIO CON SPOILER

Tra le storie più riuscite vi è L'Ultimo Spettacolo di Ballerina che vede un elefantino, in passato ben trattato e coccolato dal suo addestratore (caratteristica anche di altri racconti), ribellarsi all'inciviltà degli ospiti dello zoo e soprattutto alla durezza del nuovo custode. Malinconico e poetico il finale (forse il più bello), con il ricongiungimento nell'aldilà (o è solo un'allucinazione?) col vecchio addestratore. Di gran lunga il racconto più commovente come lo è Condannato a Restare con Bubsy, che ne segue la struttura sostituendo all'elefantino un cane da compagnia ereditato dall'amante del padrone, un uomo che non vuole liberarsene per una questione di gelosia nonostante l'animale sia apprezzato e richiesto da chi saprebbe amarlo. Simile, ma con happy end, La Vendetta di Djemal dove abbiamo un cammello malmenato dal suo proprietario che cerca di far di tutto per vincere una corsa sulla lunga distanza in pieno deserto. Comune alle tre storie è lo sguardo nostalgico sul passato da parte di animali ormai vecchi e privati dei loro padroni più cari, ma in grado di ricordare e di comprendere quanto succede intorno a loro. Li vediamo subire soprusi, colpi e atti di violenza salvo poi ribellarsi al loro padrone fino a ucciderlo. Se la fuga dell'elefante dallo zoo viene accolta a colpi di fucile, il cammello e il cane ottengono quello che volevano, ma solo dopo un corpo a corpo in cui a perdere la vita sarà il loro aguzzino.

Perde la dimensione agrodolce, mantenendo la medesima intelaiatura In Piena Stagione dei Tartufi. Un maiale da tartufi, nel corso di una competizione, si scoccia di esser preso a calci e, soprattutto, di vedersi ogni volta sottratta la deliziosa merce quando sta per addentarla. Identico è Eddie e i Furti da Scimmia che strizza l'occhiolino a Poe (I Delitti della Rue Morgue), proponendo una buona prima parte in cui una scimmia viene impiegata per violare un'abitazione e aprire dall'interno la porta consendendo ai ladri di penetrarvi senza effazioni.  Una buona prima parte vanificata dalla seconda col solito conflitto tra l'animale e chi lo maltratta e sfrutta.

 

 

Seguono altre vie racconti come La Resa dei Conti, una vera e propria condanna delle pratiche irrispettose tipiche degli allevamenti intensivi di galline oppure Dalla Parte dei Criceti – probabilmente uno dei preferiti della Highsmith (faceva altrettanto con le lumache) – che vede un ragazzino allevare criceti tenendoli liberi nel giardino della propria abitazione di campagna, suscitando le ire del padre che sprofonda nelle infinite tane che crivellano il terreno dove vorrebbe scavare una piscina. Buono è altresì Il Cavallo Macchina, una storia crudele che beneficia del migliore intreccio thrilling (niente di elaborato). Un ragazzo intende attentare alla sicurezza della nonna al fine di accaparrarsi l'eredità inducendola a vendere la casa di campagna. Farà però male i conti, perdendo lui la vita e provocando la zoppia alla compagna a seguito della volontaria caduta del calesse da lui condotto in un fossato. Crudelissima la scena che porta alla morte di una gattina di quattro mesi con finale nel segno del motto "chi di spada ferisce di spada perisce". Buon intreccio anche per il più gore del lotto ovvero Il Topo più Coraggioso di Venezia che propone le avventure di un topolino torturato e mutilato dai ragazzini del posto, una sorta di torture porn ante litteram che culmina con la tremenda vendetta del topo consumata mesi dopo dall'antefatto. Penetrato all'interno dell'abitazione dei ragazzini, il ratto ucciderà a morsi un infante.

Struttura thrilling anche per La più Grossa Preda di Ming che vede un gatto sottrarsi ai continui tentativi di uccisione del compagno della proprietaria. Alla fine la spunterà il gatto, complice lo stato di ubriachezza dell'aggressore.

Tra i meno ispirati il ripetitivo La Corsa della Capra, Riflessioni di uno Scarafaggio e Harry il Furetto che prende la via del grandguignol (abbiamo un furetto vampiro) ponendosi a metà strada tra il racconto del gatto, quello del topo e quello dei criceti.


CONCLUSIONE

Una bella idea di fondo, peraltro uscita l'anno giusto sulla scia dei successi de Lo Squalo di Spielberg, non sfruttata dalla Highsmith. Anziché costruire soggetti accattivanti e strutturati su canovacci diversi, la scrittrice prende la via dell'umanizzazione degli animali proponendo troppe storie simili tra loro soffermandosi più sulla caratterizzazione psicologica dell'animale che sulla storia. Cambiano le ambientazioni, cambiano gli animali, ma il succo è sempre quello dando vita a un prodotto depotenziato rispetto alle possibilità insite nel progetto. Ci sono comunque dei racconti da segnalare ovvero L'Ultimo Spettacolo di Ballerina, Il Cavallo Macchina, Condannato a Restare con Bubsy, Dalla Parte dei Criceti, La Resa dei Conti e Il Topo più Coraggioso di Venezia che, a mio avviso, sono i migliori del lotto. Piacerà agli animalisti. Penso sia stata concepita per un pubblico di ragazzi in un'ottica di fiabe moderne che evidenziano la crudeltà del mondo verse le creature più indifese. Lontano dalle tradizionali storie della Highsmith. Ha avuto, a partire dal 1984, quattro edizioni in lingua italiana, l'ultima delle quali nel 1995.

 
Patricia Highsmith.
 

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