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domenica 21 aprile 2024

Recensione Narrativa: INVASIONE di Massimo Gardella.

Autore: Massimo Gardella.
Anno: 2023.
Genere: Fantascienza.
Editore: Delos Digital.
Pagine: 192.
Prezzo: 16,00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.  
Facciamo oggi la conoscenza di Massimo Gardella, milanese classe 1973 noto soprattutto in veste di traduttore di Alan Moore e di Gene Wolfe. Maurizio Cometto lo seleziona per tenere a battesimo la neonata collana “Frattali” della Delos Digital, puntando su un romanzo meno originale di quanto potrebbe apparire a un primo contatto. Gardella torna alla sci-fi dopo circa quindici anni, da quando nel 2009 dette alle stampe Il Quadrato di Blaum. Lo fa cercando di cucire tra loro mainstream e narrativa di intrattenimento, con uno stile leggero e fluido sotto il quale si cela un contenuto sociologico. Il fantastico infatti, inizialmente, resta ai margini della vicenda, fungendo da trait d'union di una serie di storie di vita comune in cui i protagonisti sono, per lo più, dei perdenti. Al centro dell'interesse è il comune vivere di individui che persistono a fare la loro vita nonostante a orizzonte troneggino delle misteriose astronavi discese dallo spazio. L'autore porta avanti la narrazione attraverso una suddivisione del romanzo in una serie di racconti tra loro non collegati, che spostano, di storia in storia, il periodo di riferimento secondo una scansione temporale progressiva così da aggiungere dettagli maggiori sulla bizzarra fenomenologia che avvolge l'intero pianeta. Si tratta, a parte lo spiazzante finale, di nove mesi avviati dall'arrivo delle astronavi e conclusi dalla partenza delle medesime, aprendo la via a un mondo destinato a estinguersi. Così la storia si apre con un safari in Kenya finito nel sangue, sul modello di film quali Prey – La Caccia è Aperta (2007); si prosegue con un bandito incapace di ricucire il rapporto di fiducia con la madre e che decide di compiere un'ultima rapina buttando alle ortiche la chance offertagli dalla riconquisata salute; quindi è la volta di un ragazzino che scopre di disegnare il medesimo soggetto tratteggiato da tutti i compagni di classe; troviamo poi un ubriacone che perde il lavoro e nonostante questo non fa niente per porre fine alla sua parabola decadente, seguito dalla storia di un vedovo costretto ad ascoltare i ricatti dei figli che vorrebbero venderne le proprietà nonostante navighino in buone acque, fino ad arrivare a una fotografa di animali alle prese con la dipartita di tutte le creature della Terra. Al di là delle varie sfumature, il tema resta sempre lo stesso ovvero le reazioni umane al cospetto dello straordinario.

Gardella prende le mosse dall'esperienza covid, da cui mutua le iniziali reazioni dei governi del mondo chiamati a far fronte a una fenomenologia a dir poco straordinaria, per inserirsi nel solco dei romanzi alla The War of the Worlds (“La Guerra dei Mondi”, 1897) ma con un'impostazione pessimista. Il ritmo è piuttosto lento e cadenzato da una struttura che, ogni volta, interrompe la curiosità dei lettori per resettare il tutto e riprendere la questione da una diversa prospettiva. C'è da riconoscere a Gardella di esser riuscito, per tale via, a rendere credibile la componente fantastica, al punto da farla apparire come un qualcosa di verosimile incastonando la vicenda in un quadro di insieme ordinario. A ogni passaggio, inoltre, vengono forniti dettagli nuovi che, a poco a poco, riconducono la narrazione verso un fantastico (quasi di valenza religiosa) destinato a scardinare il mainstream. I personaggi sono molto caratterizzati, forse troppo visto che vengono abbandonati dopo appena un capitolo, portando - in alcune parti del testo - i lettori a sorvolare sul loro passato. Ecco che viene plasmata una struttura corale che procede lasciando il tema principale sullo sfondo. Al centro della narrazione, in apparenza, sono le storie di uomini, per lo più ai margini della società, e le loro reazioni (disinteressate) al cospetto dell'evento straordinario. A parte l'estraniamento iniziale, dovuto alla presenza delle trentasette astronavi dislocate in altrettanti punti del mondo, l'uomo sembra abituarsi a tutto cosi' da tornare al suo rapporto irrispettoso con la vita (forse questo sarà il motivo della decisione finale adottata dagli alieni). Si continua ad andare a scuola, i cantieri edili proseguono nel loro lavoro, i criminali persistono a delinquere, i turisti fanno selfie usando le astronavi di sfondo e la polizia controlla le auto sottoponendo gli autisti all'etilometro. Gardella guarda in modo evidente a Independence Day, da cui prende la componente visiva delle astronavi, ma sono percepibili rimandi anche a Wyndham, Machen (il riferimento va a The Terror) e Schatzing, oltre al mito del Diluvio Universale. Gigantesche astronavi, avvolte da nubi, restano sospese nel cielo, nell'immobilità più assoluta, protette da archi magnetici che rendono impossibile ogni forma di interazione (stanno forse studiando l'uomo, valutandone la salvezza piuttosto che la condanna?). Dopo aver rilasciato uno spray verde che guarisce gli umani da ogni male, attendono qualcosa che nessuno riesce a comprendere (probabilmente la riconoscenza e la redenzione dell'uomo). L'Organizzazione Mondiale per la Sanità, inizialmente, reagisce istituendo lockdown e rendendo obbligatori tamponi e lascia passare. Giornalisti e trasmissioni tv analizzano la questione, suggerendo l'imminenza di una “ripartenza”. La cittadinanza risponde con fogli riportanti la scritta “andrà tutto bene”. Non manca chi, convinto della sussistenza di un complotto, cerchi una via per arrivare alle astronavi, così come i militari studiano soluzioni per respingere gli alieni che, alla lunga, iniziano a scocciare. Intanto gli animali prendono a ribellarsi all'uomo, interrompendo la normale catena alimentare per instaurare tra loro una pace di valenza biblica che porta alla formazione di veri e propri greggi variegati che si muovono verso le astronavi (atteggiamento che porterà alla loro salvezza). I cetacei perdono l'orientamento nei mari, i pesci guizzano ammassandosi sotto le astronavi senza che nessun biologo giunga a fornire una spiegazione. Gardella strizza più di un occhio a Der Schwarm (“Il Quinto Giorno”, 2004) di Frank Schatzing, da cui vengono riprese parti essenziali della storia (quasi tutta la parte del condizionamento animale). L'epilogo, piuttosto a sorpresa e in modo “pacifico”, volge in direzione dei romanzi apocalittici tipo “The Last Man” (“L'Ultimo Uomo”, 1826) di Mary Shelley, con un finale cattivissimo dove si suggerisce la pratica del cannibalismo in una terra futura, a distanza di trentanni dalla ripartenza delle astronavi, dove l'infertilità degli uomini è divenuta la condanna inflitta dall'alto dei cieli. A differenza degli animali, l'uomo non riesce a vivere in pace e, rimasto solo, persiste a compiere omicidi e guerre. Dal mondo del cinema, dunque, si torna alle pietre miliari della narrativa apocalittica ottocentesca rappresentata da testi quali Le Dernier Homme (1805) di Jean Baptiste Cousin de Grainville. Dunque un romanzo che definirei, nonostante tutto, classico, sebbene sviluppato con piglio realista nell'intento (riuscito) di fornire ai lettori un'illusoria percezione ottenuta attraverso una narrazione concentrata, più che sul sense of wonder, sulle quotidiane attività del comune vivere. 

Sorta dunque di metafora attraverso la quale Gardella condanna l'umanita' (bambini esclusi) all'estinzione per l'incapacita' di far tesoro degli insegnamenti ricevuti. Lo spray verde che tutto guarisce (rimando alla vittoria sul covid) e la permanenza delle astronavi (rimando alla parusia) non riescono a cambiare le abitudini sbagliate dell'uomo ancora acciecato dall'egoismo e incapace di sfuttare la seconda chance che gli e' stata offerta. Del resto basti vedere come dopo una pandemia si sia ritornati sulle vecchie vie, dando luogo a guerre e tornando a minacciare l'impiego delle armi nucleari.

Interessante. Imperdibile per i fan del genere "invasione extraterrestre".

 
L'autore Massimo Gardella.

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