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giovedì 25 aprile 2024

Recensione Saggi: MEZZANOTTE A CERNOBYL

Autore: Adam Higginbotham.
Titolo Originale. Midnight in Chernobyl
Anno: 2019.
Genere: Storico.
Editore: Mondadori.
Pagine: 552.
Prezzo: 18.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Saggio a dir poco eccezionale, valutato dal New York Times tra i migliori diciannove libri usciti nel 2019. Lo firma il giornalista inglese Adam Higginbotham, autorevole penna del The New Yorker, che si vede riconoscere, per Midnight in Chernobyl, il William E. Colby Award e la Andrew Carneige Medal. Quattrocentododici pagine, più circa ottanta pagine di note, compongono quello che è il più completo studio sul disastro di Chernobyl, sulle sue premesse e sugli effetti a lungo termine. Higginbotham scandaglia tutti gli aspetti dell'argomento. Si dilunga sulla realizzazione di quella che sarebbe dovuta essere la città dei sogni dell' Unione Sovietica (la bellissima e verde Prypjat), sulle autorità burocratiche che ne indirizzavano lo sviluppo, sulle caratteristiche dei quartieri e sulla vita dei cittadini convinti di trovarsi in un vero e proprio paradiso terrestre dove il tenore di vita era di gran lunga migliore rispetto alle altre città dell'unione. Dalla visione gaudente della città dei fiori, come era definita questa atomgrad di 50.000 abitanti (con prospettiva di arrivare a 200.000) collocata a 13 chilometri dal villaggio di Chernobyl e a tre dalla celeberrima centrale, si passa alla presentazione delle problematiche su scala mondiale del nucleare e sull'importanza assunta nello scacchiere economico dell'energia nucleare per scopi civili, una corsa al progresso che vedeva Mosca in apparente avanguardia sui rivali statunitensi. Higginbotham accenna agli incidenti precedenti a Chernobyl, ivi compreso quello di Three Mile Island, e spiega nel dettaglio il funzionamento dei reattori e, in particolare, del modello RBMK 1000 delucidando i difetti di progettazione oggigiorno tristemente noti.

Il punto forte, ovviamente, non poteva che essere il capitolo dove, minuto su minuto, vengono scanditi i tempi del disastro di quel maledetto 26 aprile 1986. Higgimbotham adotta uno stile a metà strada tra il saggio e il romanzo. I dialoghi tra gli operatori, tutti indicati per nome con un flash sul loro passato e sulle loro passioni, sono spesso diretti, soluzione che conferisce alla lettura una potenza traumatica che arriva a scuotere i lettori. L'esplosione del reattore, l'inadeguatezza delle procedure di sicurezza e l'incertezza di operatori non ancora consci del disastro avvenuto e dei difetti del reattore, tanto da indurre le già poco reattive autorità politiche sovietiche a ritardare (colpevolmente) l'evacuazione della città di trentasei ore senza neppure avvertire la popolazione dei rischi connessi.

Higginbotham compie un'indagine minuziosa. Trasporta il lettore nelle sale riunioni dei politici dove, tra urla e scontri, si cercano di adottare le soluzioni tampone, soprattutto al cospetto della prospettiva di quella che era definita “la sindrome cinese” ovvero il rischio di un inquinamento delle falde acquifere per effetto della progressiva discesa del nocciolo del reattore. L'ansia e la lotta contro le lancette degli orologi è percepibile, così come lo è l'eroismo degli operai e dei vigili del fuoco chiamati a scongiurare una seconda detonazione, oltre che dei militari che successivamente si troveranno a dover bonificare l'area lottando contro un ambiente in balia di radiazioni ben superiori allo scempio di Hiroshima. Tutto questo mentre la nube radioattiva cala il suo carico sull'Europa, costringendo persino l'evacuazione dei bambini da Kiev e lo spargimento in cielo di sostanze chimiche per scongiurare l'arrivo delle polveri a Mosca. Gorbachev deve sudare non poco per indirizzare il partito a rivelare il disastro, contro ogni tentativo di insabbiamento e ridimensionamento.

Gli effetti delle radiazioni prendono presto a manifestarsi sui superstiti. Si tentanto trapianti di midollo ma tutto sembra vano. Muoiono in tanti tra atroci sofferenze, sebbene lo stato affermi esserci stati solo trentuno decessi connessi (arriveranno in seguito a non riconoscere i sintomi del male per evitare di corrispondere indennizzi). Si opta per la realizzazione di un sarcofago, preceduto da un lavoro sotterraneo finalizzato a contrastare l'eventuale discesa del nocciolo. Alla fine gli eroi di Chernobyl vincono la battaglia, ma una circoferenza di sessanta chilometri di diametro subisce in modo intenso gli effetti del disastro. Le foreste si colorano di rosso, gli animali assumono morfologie mutanti, interi villaggi vengono sotterrati. Prypjat viene ufficialmente “dichiarata morta” a inizio 1987, sebbene si conceda ai vecchi residenti l'opportunità di recuperare gli oggetti non troppo contaminati (sciacalli permettendo) ancora conservati nelle abitazioni. Si opta per la realizzazione di una nuova città, Slavutych, anche perché gli esuli di Prypjat tendono a essere isolati dagli altri cittadini che temono di venire contagiati dalle radiazioni.

Un disastro senza precedenti, liquidato in fretta e furia da processi diretti a colpire un gruppo ristretto di operatori senza guardare ai difetti del reattore. La popolazione insorge, protesta contro il nucleare, mentre si diffondono notizie di salsicce radiattive e di raccolti contaminati, per non parlare di allevamenti devastati e rilievi che evidenziano una forte radiottività persino a 300 chilometri da Chernobyl. La fiducia del popolo sovietico viene meno e inizia a minare la stabilità delle fondamenta dell'Unione Sovietica.

Un volume dunque eccezionale che, insieme a Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievic, è la “bibbia” per chiunque voglia approfondire la questione. Scritto in modo accattivante, diviso in venti capitoli e dotato di foto e raffigurazioni, scorre via senza intoppi e senza troppi tecnicismi (a parte quelli strettamente legati ai processi di funzionamento del reattore), riuscendo a scuotere chi legge come se fosse alle prese con un romanzo. Higginbotham, infatti, evita di adottare uno stile distaccato e divulgativo tipico dei saggi per utilizzare il materiale delle proprie ricerche al fine di far (ri)vivere tutti i protagonisti della vicenda e il cuore pulsante della loro sfortunata quanto bella città. Semplicemente un capolavoro. Per chi fosse interessato al tema: imperdibile.

 
L'autore Adam HIGGINBOTHAM
 
"L'avanzamento in molte carriere politiche, economiche e scientifiche era garantito soltanto a quanti reprimevano le proprie opinioni personali, evitavano il conflitto ed esibivano ubbidienza incondizionata ai loro superiori... Questo cieco conformismo aveva soffocato le capacità decisionali individuali a tutti i livelli della macchina dello Stato e del partito, infettando non soltanto la burocrazia ma anche i settori delle discipline tecniche ed economiche."

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