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sabato 4 ottobre 2025

Recensione Narrativa:VARCHI SULL'ABOMINIO di Matthew M. Bartlett.

Autore: Matthew M. Bartlett.
Titolo Originale: Gateways to Abomination.
Anno: 2014.
Genere: Antologia circolare di genere Horror/Splatter.
Editore: La Nuova Carne Edizioni (2024).
Pagine: 172.
Prezzo: 14,00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Vero e proprio caso editoriale sorto dai social network che segna il “casuale” debutto nel campo dell'editoria dell'americano Matthew M. Bartlett (1970). Ormai trentaquattrenne e impiegato nel settore dell'educazione, Bartlett prende a scrivere per sfida, emulando un amico che ha aperto un canale su livejournal. Lettore di Stephen King, Howard P. Lovecraft, Robert Aickman e Thomas Ligotti, Bartlett compone brevi estratti di matrice horror/splatter ambientati nell'immaginaria cittadina di Leeds, un piccolo centro di un Massachussetts inedito (si pensi anche alle varie Arkham o alla Marlborough dell'appena letto e recensito Herbert Gorman), accorgendosi pian piano di avere un certo seguito, tanto da trovare l'appoggio e gli elogi di scrittori del modern weird contemporaneo quali John Langan (autore de Il Pescatore, da noi edito da Zona 42) e Jon Padget (autore de Il Segreto del Ventriloquio, da noi edito da Hypnos). Bartlett pensa allora di radunare tutto il materiale precedentemente pubblicato su livejourney e di darlo alle stampe in un'antologia autoprodotta. Esce così nel 2014 Gateways to Abomination. Il volume, pur non distribuito dalle major, viene fin da subito promosso al rango di cult (si parla, a mio modo di vedere con generosità, di “pietra miliare della letteratura horror/weird") spianando la via a un'inattesa carriera da scrittore che Bartlett, da sue stesse dichiarazioni, non avrebbe mai ipotizzato.

La genesi del volume emerge in modo spiccato nella lettura dei racconti, tanto che si fatica a seguire il fil rouge. Le storie non sono conseguenziali e sono sovente tronche. Prive di veri e propri epiloghi, vengono intervallate da bollettini radiofonici e resoconti di cronaca nera. Bartlett si diverte a frammentare i racconti più lunghi per proporli in modo invertito ovvero partendo dalla fine e risalendo verso l'inizio. Gateways to Abomination è dunque un'antologia che definirei sperimentale, composta da racconti/incubi potentissimi sul piano onirico/visionario (viene in mente Clive Barker) ma frammentati e deflagrati in un mosaico allucinato. Il lettore resta spiazzato, costretto a riprendere in mano il testo e ripartire dall'inizio per trovare una qualche quadra. La sensazione è quella di leggere, più che un'antologia, un romanzo criptato e incentrato sui segnali irradiati da un'emittente radiofonica (WXXT) che contamina la mente degli ascoltatori e diffonde il male nel New England in ossequio al volere di una setta diabolica dai rimandi cosmici. Il risultato di tutto ciò è il caos e una confusione che coinvolge anche il lettore (oltre ai personaggi, travolti dal delirio di cui sono vittima). L'incubo divora la realtà spostando la comfort zone della vita di tutti i giorni in una dimensione in cui tutto diviene possibile, con immagini folli e originali (piogge di neonati, sanguisughe alate, un tipo che cammina portando tra le mani il proprio cervello e via dicendo) che lasciano basiti i lettori che si chiedono cosa diavolo stia succedendo.

La Nuova Carne Edizioni importa il volume, che non definirei certo commerciale, dopo aver lanciato l'autore sul mercato italiano con un'antologia tradizionale e più "digeribile": Carnomante e Altri Racconti. È questa antologia ad aprire la porta all'arrivo nella nostra penisola di Gateways to Abomination ovvero Varchi sull'Abominio, un'antologia che potremmo definire circolare, che si presenta in veste di scommessa. Testo non semplice, estraniante e non proprio invitante a proseguire nella lettura. Si fatica a trovare la bussola in cui orientarsi in un mare magnum di visioni (efficaci, lo si deve ammettere) che sembrano essere state agevolate dall'uso della LSD. Dimenticate trame solide o sviluppi dettati da un qualche rapporto di casualità ed effetto. Abbandonate la sicurezza degli appigli della ragione e fatevi sommergere e trasportare dall'incubo. Questo ci dice implicitamente Matthew M. Bartlett. Vediamo ora i racconti più efficaci.

RECENSIONE NEL DETTAGLIO

Letta per due volte e apprezzata molto di più in seconda lettura, Gateways to Abomination si conferma essere un'antologia circolare con racconti interconnessi tra loro e, al tempo stesso, autonomi e quasi sempre chiusi con finali aperti o tronchi. Trentasei elaborati (secondo me, troppi) più la simpatica introduzione a mo' di racconto di John Langan, il tutto cadenzato da sei intermezzi che aprono scenari su accadimenti di cronaca nera appena accennati e idonei a fornire ulteriore materiale per nuovi “folli” racconti. Brilla su tutti Il Prozio Eltweed, un vero e proprio capolavoro che sintetizza e rappresenta l'intera antologia. Onirico, visionario, con una compenetrazione tra realtà e incubo dove la follia cancella e riscrive la realtà. Da antologia del terrore la sequenza della corsa tra un auto in viaggio in un territorio inedito (mi ha fatto venire in mente il racconto breve di King La Scorciatoia della Signora Todd contenuto in Scheletri) e una diligenza condotta da due caproni antropomorfi di baphomettiana memoria (viene citato esplicitamente la postura del capro di Mendes) che culmina con l'incidente che porta al grave infortunio dei cavalli e alla rivelazione del carico del mezzo. Qui, oltre che in L'Ultima Escursione, Bartlett inserisce la matrice dell'intera antologia in una visione luciferina della religione cristiana (si veda l'attacco diretto al Dio cristiano nel blasfemo I Figli di Ben Numero 5), che vede i morti resuscitare all'insegna del vizio e dell'abominazione (“Dopo più di un secolo, ben oltre la misera vita dei nostri corpi, diffondiamo il verbo dai boschi di Leeds”) per trasformarsi in adepti dotati di nuovi corpi (Primo a Morire) e in grado, addirittura, di ascendere al regno dei cieli (Le Figlie di Ben Numero 4). Dietro al tutto si muove una setta giostrata da adepti defunti e risorti nel peccato, dediti alla stregoneria e al vizio. 

Bartlett, pur se estroso e originale, ricorre alla simbologia cristiana, tra croci rovesciate, caproni, preti giustiziati e raffigurazioni pittoriche in cui un Satana caprino dalla spiccata virilità è circondato da angeli nauseati e scioccati. Il male viene diffuso da trasmettitori radiofonici celati nei boschi dell'immaginifica Leeds. Se in Videodrome di David Cronenberg era la tv a contaminare e bruciare le menti, qua è la radio WXXT a farlo, in vista di un nuovo ordine scatenato dal caos e dal crimine. Il lettore comprende questo in modo disorganico, individuando in seconda lettura (perché la prima è abbastanza confusionaria per mancanza di riferimenti che si acquisiscono strada facendo) i racconti cardinali e ricostruendo il puzzle deflagrato dall'insolita struttura. Determinanti a tal fine sono racconti come il lovecraftiano L'Investigatore, in cui un indagatore proveniente da Washington si muove nella sperduta cittadina di Leeds (siamo nel New England già teatro dei fatti di Salem) per venire a capo di una serie di crimini correlati, in base alle dicerie popolari, a un misterioso gruppo che gestisce una stazione radio pirata denominata WXXT. L'uomo, accerchiato da strane apparizioni e da individui a dir poco ambigui, si ritrova a curiosare all'interno di una labirintica libreria in cui rinviene grimori sensibili al tatto (“quando afferrò il libro per estrarlo, lo sentì in qualche modo contrarsi... la superficie del libro si corrugò, arrossandosi”) e saggi come I Culti e le Congreghe Stregonesche del Massachussets Occidentale. In questo racconto, inoltre, viene “esibita” ai lettori la fotografia del gruppo dei fondatori della setta attorno alla quale si muove l'intera antologia. Viene infatti rinvenuta una foto di repertorio in cui sono immortalati tutti i fondatori del culto. Da ricordare i nomi dei vari soggetti che, di volta in volta, compaiono anche negli altri racconti, spesso e volentieri come revenant protagonisti di strane dicerie e convinzioni popolari. 

Ma di quale setta si sta parlando? Lo scopriamo nella lettura di L'Arrivo dove si parla di “una setta connessa al traffico di esseri umani e omicidi rituali” che segue i dettami di un grimorio intitolato Libellus Vox Larva scritto da un tale chiamato Abrecan Geist. In Sentiero capiamo che gli adepti di questo culto si preparano all'avvento della piaga della Sanguisuga. Sono infatti questi esseri mostruosi che, un po' come ne Il Demone sotto la Pelle di Cronenberg, aggrediscono i cittadini di Leeds e, attaccandosi alla pelle, li sfigurano e li corrompono. Sono delle sanguisughe giganti dotate di ali, le quali, una volta cresciute, alzano da terra la vittima (Intervista a Emily Lavallee). Il body horror e il gore, come si può dunque intuire, sono spesso al centro delle storie, toccando apici in storie come il medical horror La Ballata di Ben Stockton, dove il protagonista si ritrova vittima di uno strano chirurgo dentista, o in Giunchi e Tife, dove si crea un perverso rapporto tra dolore e piacere sessuale. Bartlett evidenzia e ricorre a una vera e propria attrazione per l'orrido e il blasfemo che ricorda certi racconti di Clive Barker. Sulla stessa lunghezza d'onda si muove Quando ero Giovane, dove la componente sessuale è centrale. In questi racconti (non volgari come per l'hardcore horror) Bartlett esplicita le allusioni malate, incestuose e perverse suggerite dai racconti più ispirati di Howard P. Lovecraft. 

È dunque questo mix tra perversione, corruzione delle giovani generazioni (palese L'Incontro nel Cuore del Bosco) e resurrezione infernale su questa terra a fare da faro guida a un progetto strutturalmente originale e sperimentale che riesce, con una sola antologia, a delineare una cosmogonia infernale che riporta in auge quello che potremmo definire l'horror soprannaturale di matrice occulta. Fondamentale sarà non lasciarsi scoraggiare dall'impatto iniziale che funge da brain storming, così da poter apprezzare un libro in grado di lasciarsi ricordare per la vividezza delle immagini e per un estro pittorico che definirei artistico. Mi è piaciuto nei contenuti e soprattutto nella potenza visiva e onirica. Lo consiglio ai cultori degli horror occultistici e per certi versi ai cultori del Solitario di Providence, sebbene la struttura non aiuti la comprensione e rischi di allontanare i lettori meno pazienti. Nel complesso è stato un libro capace di andare sopra le mie aspettative. Bene ha fatto La Nuova Carne Edizoni a proporlo. Vergognosamente non citato nel catalogo di Alessandro Manzetti Guida ai migliori 150 Libri Horror dal 1986 al 2023.

 
L'autore Matthew M. Bartlett
 
 "Potrei dirvi che ero diventato parte di un esercito di morti che riceveva istruzioni tramite messaggi in codice diffusi da una stazione radio. Potrei dirvi della nostra empia missione e della moltitudine delle nostre vittime designate. Posso raccontarvi queste cose, mio pubblico invisibile, soltanto sulle frequenze di WXXT."
 

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