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martedì 5 marzo 2024

Recensione Narrativa: NORTON VYSE INVESTIGATORE PSICHICO.

Autore: Rose Champion De Crespigny.
Titolo Originale: Norton Vyse: Psychic.
Anno: 1919.
Genere:  Weird.
Editore: Providence Press (2023).
Pagine: 156.
Prezzo: 19.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

L'AUTORE

Inedita introduzione sul mercato editoriale italiano, mai prima di questo volume era stato possibile leggere qualcosa dell'inglese Rose Champion De Crespigny. Artista a tuttotondo classe 1859, dapprima musicista, poi pittrice e saggista e infine scrittrice popolare. La De Crespigny, cognome ereditato dal marito (un tenente della Royal Navy), è un nome soprattutto legato allo spiritismo inglese. Grande amica di Arthur Conan Doyle, membro del British College of Psychic Science e introdotta alla Teosofia, alle filosofie orientali e alla meditazione, fu conferenziera, presenza assidua alle sedute spiritiche e fu, soprattutto, una grande studiosa del mondo paranormale legato allo spiritismo. Studiò tutte le fasi dei fenomeni, compresi quelli fisici, la trance, la psicometria, la chiaroveggenza, la chiarudienza e la comunicazione in stato di trance.

Pubblicò il suo primo romanzo nel 1901 (From Behind the Arras), interessandosi progressivamente alla narrativa popolare (compresa la poliziesca) arrivando a dare alle stampe trenta volumi, inizialmente dedicati alle genealogie e alle storie locali.


RECENSIONE GENERICA

Norton Vyse è probabilmente il personaggio più famoso di Rose Champion de Crespigny, al centro di sei racconti che videro la luce nel 1919, nell'arco di due mesi e mezzo, sul periodico The Premier Magazine (sono stati raccolti per la prima volta novant'anni dopo, nel 1999). Si tratta di storie che permettono alla De Crespigny di presentare ai suoi lettori, grazie anche a una serie di metafore ed esempi, la propria filosofia esoterica. Dunque una raccolta di sei racconti brevi che hanno la vera e propria veste di un compendio saggistico sul mondo dello spiritismo. Nonostante la difficoltà e l'impalpabilità dell'argomento, l'autrice mostra una spiccata maestria delucidando la propria visione in modo chiaro e ben spiegando, muovendosi verso quel mondo che noi definiremmo l'aldilà ma che lei chiama il sovrafisico, con un piglio che vuole essere razionale e, al tempo stesso, scientifico. Non ci sono rituali, formule magiche o preghiere da conoscere e recitare. Niente di tutto questo. C'è, piuttosto, una predisposizione e una preparazione fisica. Si apre per tale via una conoscenza attraverso la quale viene data per certa la presenza sulla terra degli spiriti dei defunti, spiegando come questi possano interferire, nel rispetto di alcune regole vigenti nel mondo superiore, con i vivi. Ecco allora delucidati i ruoli dei medium e, in contemporanea, argomentati fenomeni quali la psicometria, la chiaroveggenza, la scrittura automatica, la “voce diretta” e le possessioni spiritiche. Attraverso le spiegazioni di Vyse, un uomo possente di poco superiore al metro e ottanta (sei piedi) che antepone di gran lunga l'intelletto all'azione (è infatti soprattutto un consulente di persone alle prese col paranormale e non già un personaggio prossimo al ruolo di poliziotto), la De Crespigny supera i limiti dei cinque sensi umani, la credulità della religione e, al contempo, l'arroganza della scienza del periodo muovendo una vera e propria crociata verso il cosiddetto “buon senso” sbandierato dagli ignoranti (“non si può andare lontano in nessuna direzione se ci si affida al buon senso”).

Norton Vyse Investigatore Psichico è dunque una vera e propria perla della narrativa esoterica/occulta fin troppo spesso ignorata e dimenticata anche dagli studiosi. La Providence Press, che ne ha curato una discreta edizione, ha reso da collezione il volume decidendo di pubblicarlo in serie limitatissima (appena 80 copie). Le traduzioni di Gianfranco Calvitti sono ottime e ben rappresentano lo stile veloce, semplificato e al tempo stesso colto della De Crespigny. Pur se toccando argomenti complessi, la lettura è veloce e digeribile. A differenza di altri autori legati al sottogenere degli indagatori del soprannaturale, l'obiettivo dell'autrice non è l'intrattenimento dei lettori, bensì quello di solleticare la riflessione degli stessi verso materie apparentemente sfuggevoli e legate ai fenomini spiritici. Ne esce un messaggio ottimista e di speranza, dove niente è destinato a scomparire veramente. La narrativa si presta alla saggistica. I sei racconti che compongono il volume sono degli esempi attraverso i quali veicolare un messaggio che vuole essere superiore e collocato al di là del materialismo che l'uomo medio intende riconoscere quale unica realtà, rifiutando di credere a quanto non possa essere percepito dai cinque sensi. Norton Vyse entra nel campo di quello che potremmo definire il sesto senso.


GLI INSEGNAMENTI

Norton Vyse è un investigatore londinese (che vive tenendo un pavone in giardino) esperto nell'arte della psicometria, cioè la capacità di vedere e rivivere gli eventi passati percependo le “vibrazioni” emesse dagli oggetti, poiché “ogni cosa registra automaticamente la propria storia”. È altresì definito “sensitivo, sensibile, studioso di tutte le forme di scienza occulta, con una certa familiarità con la psicologia”. In ogni racconto Vyse continua a spiegare il funzionamento della sua scienza a un palcoscenico, sempre diverso, di clienti scettici e convinti di stare nel giusto (ogni volta si ricrederanno), eppure costretti a sentire una campana diversa dalla loro perché chiamati a tale evenienza dalle circostanze straordinarie. “Tutta la materia vibra, dall'elettrone in su... la differenziazione della materia – solido, liquido, gassoso – è solo una questione di ritmi di vibrazione variabili. I nostri cinque sensi sono sintonizzati per ricevere e rispondere entro un certo limite” oltre il quale si trova uno stato di materia più sottile che sfugge ai cinque sensi e che può essere percepita dai più sensibili (i medium). Tale percezione può essere interiore (manifestazione astrale), così che si possa vedere - non attraverso gli occhi fisici - con una sorta di sesto senso (riconducibile a una qualche vita precedente), oppure può essere esteriore e dunque fisica e vedibile da tutti (manifestazione fisica). In quest'ultimo caso è necessaria la presenza di un medium, cioè di una sorta di tramite tra i "due distinti stati della materia". Il medium sarebbe dotato di una sovrabbondanza di sostanza eterica da cui la materia più sottile rispetto alla fisica attingerebbe per potersi materializzare. Nel primo caso si parla di chiaroveggenza, mentre nel secondo caso di materializzazione.

Oltre i sensi fisici, abbiamo anche i sensi più sottili che sono latenti e che appartengono ai corpi interni.” Si tratta di una sensibilità che alcune persone hanno dalla nascita, ma che tutti, attraverso l'allenamento e lo studio, possono sviluppare.

Accanto a questa tematica, la De Crespigny si dedica allo spiritismo e, più in particolare, al mistero della morte. Nella sua visione, la morte sarebbe un semplice passaggio di materia, dalla fisica a una più “sottile”, cioè uno stato che vibra appena un po' più rapidamente del fisico sfuggendo dalla percezione dei cinque sensi. “I defunti sono solo un gradino più alto sul piano evolutivo”, non ascendono verso mondi superiori, ma restano in mezzo ai vivi consapevoli della presenza di questi ultimi tanto da poter interferire, indirettamente (ovvero operando sul convincimento dei singoli viventi), con le vicende umane al verificarsi di date condizioni. “Hanno una visione più ampia, perché più ampia è la loro prospettiva”. In assenza di tali condizioni (quali a esempio la presenza di un medium), tuttavia, tra vivi e morti non possono esserci contatti. “Non sono morti, né sono angeli o fantasmi, ma sono ancora vivi come lo siamo noi e concreti e attivi sul nostro stesso piano, divisi solo da un battito di ciglia dell'etere.

Si arriva per tali vie a concludere che “la comunicazione col piano superiore – quello sovrafisico – è un altro gradino sulla scala della scoperta scientifica”.

 

I RACCONTI (con spoiler)

Sei storie, di venticinque pagine ciascuna, meramente strumentali al messaggio che l'autrice intende lasciare. Veri e propri veicoli di trasmissione di un insegnamento esoterico. La De Crespigny crede in quello che scrive, non è una mera intrattenitrice e la cosa si riflette sulle storie.

The Moving Finger (Il Dito in Movimento) è il racconto introduttivo che presenta Norton Vyse e la sua particolare dote di risolvere enigmi e casi, utilizzando il tatto quale canale di accesso per le vibrazioni rimaste intrappolate in oggetti o in luoghi rappresentativi di eventi passati. Attraverso la decriptazione delle vibrazioni, Vyse vede cosa è accaduto.

In questo primo racconto, l'investigatore viene ingaggiato da una madre poco convinta della scelta operata dalla figlia intenzionata a sposare un ragazzo proveniente dall'Argentina. Della serie: questo matrimonio non sa da fare. E, in effetti, il giovane nasconde un oscuro delitto commesso anni prima, in Argentina, ai danni dell'allora fidanzata. Per Vyse sarà sufficiente tastare l'anello che l'uomo porta al dito per venire a capo della natura crudele dell'uomo.

The Shears of Atropos (Le Cesoie di Atropo) è il racconto più efficace sul piano narrativo. Il lettore resta nell'attesa di capire quale mistero si celi nella visione da cui è ossessionato il cliente di Vyse, qua in un ruolo di semplice consulente estraneo alla vicenda. Vyse resta ai margini della storia, offrendo spunti al cliente che poi gli rivelerà quanto esser successo. Ci si interroga sulla possibilità per i defunti di interloquire con i vivi, al fine di prevenire eventi futuri. L'apparizione di una strana donna dai capelli rossi e di un filo, invisibili agli altri, che lega il cliente di Vyse all'apparizione è il fulcro del racconto. Finale d'effetto, in cui ogni cosa diventerà chiara. È il racconto più sovrannaturale del libro, probabilmente il migliore.

Simile è The Case of Mr Fitzgordon (Il Caso del Signor Fitzgordon), forse il meno organico del testo. Vyse è oggetto di visite, disgiunte tra loro, di marito e moglie, dove si parla di scrittura automatica, possessioni e rivelazioni future per intercessione di uno spirito. La De Crespigny parte da un caso e poi passa a un altro, senza risolvere il primo. Interessante l'idea della possessione spiritica che parte da un evento traumatico (la perdita di coscienza di una vittima di un incidente o di una malattia) responsabile dell'apertura della via d'accesso per uno spirito vagante bramoso di riconquistare la fisicità perduta. Il tutto si conclude con l'affermazione secondo la quale gli ospedali psichiatrici sarebbero pieni di posseduti.

The Witness in the Wood (Il Testimone nel Bosco) promette molto bene, ma si rivela incapace di decollare. Una serie di morti improvvise e di delitti si registrano in pieno bosco, attorno a uno stagno. Le vittime sembrano esser state colpite da improvvisi arresti cardiaci dopo aver visto qualcosa di terrificante. Vyse torna all'azione in prima persona e sventerà, senza strafare, un omicidio non sorretto da quella che nel codice penale si chiama "coscienza e volontà".

Grandi attese, ma niente di mostruoso si materializzerà. Nell'area, infatti, è presente una pietra utilizzata ai tempi dei rituali pagani quale altare sacrificale. Da essa si libererebbero vibrazioni capaci di alterare le percezioni dei visitatori del bosco, facendone impazzire alcuni e suggerendo atti di annientazione ad altri. Molto buona la prima parte, tende a sgonfiarsi verso l'epilogo.

The Villa on the Borderive Road (La Villa sulla Strada per Borderive) sembra una storia uscita dalla serie Carnacki di William Hope Hodgson. Vyse, ancora una volta, lavora in veste di consulente, questa volta per corrispondenza dall'Inghilterra verso la Francia. È in gioco l'eredità condizionata di una villa all'interno della quale, onde evitare di perderla, l'erede designata dovrà vivere per almeno sei mesi. Una serie di contatti fisici, prima per mezzo di una mano fantasma, e poi l'apparizione di una mano sfregiata che minaccia la cliente di Vyse rischiano di mettere in fuga la giovane a vantaggio dell'altro erede potenziale. Racconto più horror del lotto, che gioca attorno al ruolo del medium (non sempre operatore conscio del proprio ruolo e dei propri poteri) quale portale d'accesso (o meglio di materializzazione) di spiriti maligni che albergano in un'abitazione. Sarà sufficiente allontanare la donna di compagnia, suggerita alla protagonista dall'altro erede e a sua insaputa medium, per risolvere le molestie sovrannaturali.

Spiriti inviperiti al centro anche di The Voice (La Voce), questa volta sotto forma di una voce intenzionata a chiedere chiarimenti. Uno dei due testimoni dell'evento, l'altro è senza saperlo il medium che permette allo spirito di manifestarsi, è colpevole di aver pubblicato a proprio nome un libro divenuto di successo sottraendo l'onore al vero autore (lo spirito del defunto). Quest'ultimo intende far porre rimedio all'altro, ristabilendo agli occhi di tuttu chi sia lo scrittore meritevole di lodi.


CONCLUSIONE

Volume imperdibile per gli amanti della narrativa legata alle scuole iniziatiche di matrice occulta o comunque per gli appassionati di spiritismo. Le storie di Norton Vyse hanno valenza di un unicum ben diverso dalle tradizionali ghost stories o dai racconti tipici degli investigatori dell'occulto. La De Crespigny guarda a Hesselius di Le Fanu, piuttosto che a Sherlock Holmes, John Silence o Thomas Carnacki, plasmando una sorta di professore universitario di materie occulte. Vyse non ha nulla dell'uomo d'azione tanto caro alla narrativa pulp. I contenuti dei vari racconti prevalgono sui soggetti e sulla narrativa. Manca forse il sense of wonder e le atmosfere, ma si recupera il tutto sulla sostanza che, senza ombra di dubbio, è nettamente superiore alla media di questa tipologia di storie. Bene hanno fatto Calvitti e Ortolani a recuperare il testo per il mercato italiano. La serie limitata a 80 copie è un fattore aggiunto che spinge all'acquisto. Felice di averlo comprato.

 
L'autrice Rose Champion de Crespigny
 
"Sei come chi è nato cieco per coloro che possono vedere. Se non sceglie di crederci, non potranno mai dimostrare che il cielo è blu o una rosa è rossa. Egli è completamente soddisfatto dei propri limiti. Ma loro lo sanno."

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