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venerdì 25 agosto 2023

Recensione Narrativa: UN ASSASSINO NELLE TENEBRE a cura di Alfred Hitchcock.

Autore: AA.VV. (a cura di Alfred Hitchcock) 
Serie: Alfred Hitchcock Presenta.
Titolo Originale: Grave Business. 
Anno: 1975. 
Genere:  Antologia Giallo / Poliziesco. 
Editore: Oscar Mondadori (1977). 
Pagine: 188. 
Prezzo: Fuori catalogo


Commento a cura di Matteo Mancini.

Volume dell'interminabile serie Alfred Hitchcock Presenta che si propone di fare il verso, pur se con racconti mediamente più brevi e firmati da autori di qualità inferiore e spesso poco noti, alla serie Ellery Queen Presenta (in Italia proposta con i titoli Estate o Inverno Giallo). Hitchcock si limita a scrivere una prefazione senza ulteriori contributi. Probabilmente non si deve a lui neppure la scelta dei racconti e degli autori, tutti facenti parte della scuderia della collana dove sono stati ripetutamente inseriti. Una serie andata avanti dall'inizio degli anni sessanta alla fine degli anni ottanta.

In questo Un Assassino nelle Tenebre, traduzione in italiano dell'antologia Alfred Hitchcock Grave Business (1975), troviamo quattordici racconti compresi tra le ventisette e le cinque pagine, molti dei quali inediti ad aggiungersi a ripescaggi dalla rivista periodica Alfred Hitchcock's Mystery Magazine.

Il livello, diciamocelo chiaramente, è equilibrato ma modesto, utile a intrattenere il lettore sotto l'ombrellone o un pendolare durante gli spostamenti da casa a lavoro e viceversa. Si tratta di gangster story, brevi legal thriller, qualche storia di tensione, alcuni gialli fulminei e un po' di poliziesco. Insomma, niente di impegnativo. Siamo dalla parti delle crime story in salsa pulp spesso dagli epiloghi beffardi intrisi di venature ironiche, dove figurano avvocati privi di scrupoli, sicari al soldo della mafia, illusionisti votati al crimine, goffi banditi non avvezzi all'arte del crimine (tematica che va per la maggiore), mariti stanchi della propria moglie e ovviamente poliziotti attenti a sfruttare a proprio vantaggio gli indizi lasciati dai delinquenti di turno. Quattordici storie che difficilmente riusciranno a farsi ricordare nel lungo termine. C'è qualcosa di interessante, tuttavia manca l'originalità e la capacità sorprendere il lettore. Anche quando gli epiloghi cercano di volgere verso la sorpresa questa di rado è gestita con maestria. Da questo punto di vista, costituisce un'eccezione il divertente Tra le quattro e mezzanotte (Between 4 and 12) firmato da Jack Ritchie. Ritchie conta qualcosa come 350 pubblicazioni in antologie, di cui 50 per la collana oggetto di esame. È dunque un ospite fisso della serie Alfred Hitchcock Presenta, pur vantando inserimenti anche nella più qualitativa serie Ellery Queen. Potremmo quasi dire che è lo scrittore più conosciuto tra i quattordici oggetto di esame. Premiato nel 1982 con il Premio Edgar, più volte trasposto nella serie tv dell'Alfred Hitchcock Presenta e soprattutto riscoperto negli ultimi venticinque anni dalla Marcos y Marcos che ha tradotto in italiano, a oltre dieci anni dalla sua dipartita, otto romanzi. Uno scrittore quindi che ha avuto un certo riscontro di vendite sul mercato italiano ma che resta lontano anni luce dai grandi maestri del genere.

Tra le Quattro e Mezzanotte, a ogni modo, propone una serie di valutazioni preventive di un assassino che ha già ucciso la moglie e, dopo averne occultato il cadavere, medita di denunciarne la fuga alla polizia prefigurandosi l'interrogatorio e preconfezionandosi le risposte. Ogni tentativo di crearsi un alibi, tuttavia, è destinato a fallire in quanto, senza che l'uomo ne sia a conoscenza, il killer è monitorato da un giornalista a caccia dell'automobilista più disciplinato della settimana. È infatti in programma un concorso a premi intitolato “La settimana del guidatore prudente”. Del tutto interessato a non dare nell'occhio, il killer finisce proprio per il suo modo perfetto di guidare per calamitare l'attenzione della stampa che, convinta di fargli piacere, si appresta a pubblicare sul giornale la targa dell'autovettura su cui l'uomo sta marciando, facendo decadere l'alibi che l'assassino si appresterà a dare alla polizia. Ritchie struttura così la storia con una scansione temporale atipica, ovvero pone in anticipo le premesse che consentiranno al lettore di capire come si concluderà la vicenda.


Un altro racconto che gestisce bene l'epilogo è il fulmineo legal thriller Quell'Unico Giurato (Jury of One) di Talmage Powell, bravo a ribaltare il clima di sospetto verso un potenziale giurato in un processo per volgere tutta l'impostazione in modo diametralmente opposto, così da spiazzare il lettore a fronte di un protagonista che sembrava temere (quando invece era l'inverso) la nomina del giurato sottoposto alla valutazione del giudice. Powell gioca tutto sull'ansia dell'imputato che vede con occhio assai critico una donna di mezza età che sta per essere ammessa come giurata. Attenzione, però, niente è come sembra. Carino l'epilogo.

Prova a lavorare sull'intreccio La Ragazza d'oro (The Girl in Gold), apparso sull'Alfred Hitchcock's Mystery Magazine del settembre del 1970, non a caso tra i racconti più elaborati e lunghi dell'antologia, prossimo alle trenta pagine. Niente di particolare, sia chiaro, tuttavia verosimile. Il mestierante Jonathan Craig elabora un omicidio mascherato da suicidio dietro al quale si cela il furto di una serie di diamanti. La vittima, un affarista nel mercato dei gioielli, potrebbe esser stata uccisa da più individui. Gli indagatori, infatti, devono districarsi tra una serie di sospettati, tra cui un'amante abbandonata, un galeotto a cui la vittima ha rubato la donna e un locandiere manigoldo che ha pensato bene di sfruttare la proverbiale occasione che fa l'uomo ladro, anticipando il piano dell'ex galeotto. La polizia, facendo riferimento a una serie di incongruenze, risolverà il caso grazie all'indagatore Pete Selby, personaggio ritornante di Craig. Carino il finale e piuttosto quadrato nell'intreccio.


Giostrato sulle indagini poliziesche è anche Il Decimo Orologio (The Extra Watch), una simpatica indagine cadenzata dalla penna di Frank Sisk. Una vecchia volpe della polizia fa da nave scuola a una recluta la cui onestà sarà destinata a essere messa alla prova alla fine della vicenda. Un furto di orologi all'interno di un negozio, assaltato nella notte, è il motivo dell'intreccio. Al centro della ricostruzione il modus operandi che permette alla polizia di ipotizzare, con successo, chi si nasconda dietro il colpo e, di conseguenza, muoversi per l'arresto dello stesso. Pubblicato nell'agosto del 1967 sull'Alfred Hitchcock's Mystery Magazine. Carino


Ultimo racconto meritevole di menzione è Un Incarico Importante (An Important Kill), a cui è riservato l'onere di chiudere l'antologia. L'autore è Robert Colby che ci propone un hardboiled dalla buona l'azione e dall'interessante sviluppo dei personaggi. Un sicario della mala si infiltra all'interno di una camera d'albergo per uccidere la vittima designata. Tutto sembra procedere per il meglio, quando il killer si accorge di avere davanti un soggetto diverso da quello che gli è stato mostrato in fotografia. Deve dunque tagliare la corda e abortire il piano. Il tentativo di darsi alla fuga però viene impedito dal soggetto stesso, che scorge l'intruso e chiede spiegazioni. Ha inizio una trattativa tra aggressore e potenziale vittima, una donna attraente, per scongiurare la morte della medesima. Il sicario, impietosito, offrirà una chance di salvezza alla donna, ma lo farà con la furbizia tipica del professionista che il lettore ha imparato a vedere al cinema. Soluzione finale da film western, con una pistola scaricata dai colpi che suonerà a vuoto e il killer che prenderà la sua definitiva decisione. Non certo originale, tuttavia solido e dall'epilogo crudele.


I cinque racconti di cui sopra sono quelli che, a mio avviso, si segnalano in un lotto comunque assai debole. Non che i restanti siano nettamente peggiori, tuttavia sembrano non possedere argomenti innovativi o sufficientemente curiosi per esser segnalati. Spesso le storie sono prevedibili oppure si chiudono in modo spento, per non dire banale, quando del tutto inverosimile. Sonnellino Traditore (A Turn to the Right) di James Holding, per esempio, gioca tutto sull'improvvisa catalessi di un rapitore in fuga nel corso dell'azione delituttosa (con buona pace dell'adrenalina e dalla tensione del caso). Holding parla del fatto durante lo svolgimento del processo a carico dell'imputato, attraverso l'artificio dell'escussione dei vari testimoni, col tentativo del difensore della difesa di far passare il cliente per incapace di intendere e di volere (perché chi altro potrebbe addormentarsi in un'azione del genere!?) salvo essere sconfessato da un medico che riesce a spiegare l'evento attraverso una curiosa quanto improbabile ricostruzione medica. Il bandito, durante la fuga in auto, girava continuamente la testa a destra per tenere d'occhio la rapita, un atteggiamento che lo avrebbe portato al sonno a seguito della pressione operata dal colletto della camicia sulla vena del collo (!?). Non sono un medico, ma mi sembra una boiata come spiegazione.


Altra storia inverosimile è Una vittoria familiare (A Familiar Victory) di Elijah Ellis. Più drammatico che giallo, è un racconto che vede la polizia risalire all'identità dell'assassino di una donna trovata strangolata all'interno della propria abitazione. I sospetti cadono sul marito, che non fa nulla per essere scagionato, anzi... l'uomo ha volontariamente cancellato le prove dell'omicidio, tentando di inscenare una morte accidentale per coprire una verità a lui più scomoda del rischio di finire condannato per omicidio... L'uomo ha infatti scoperto che la moglie lo tradiva e non vuole che la cosa emerga, preferendo apparire agli occhi della società come assassino piuttosto che cornuto (!?). Pubblicato nel marzo del 1968 sull'Alfred Hitchcock's Mystery Magazine.


Fa peggio Il Fattore Comune (The Common Factor) di Richard Deming dove è in azione il serial killer più idiota della storia della criminologia. Un killer del giovedì sera (resta un mistero la scelta del giorno) sceglie in modo decisamente prevedibile le proprie vittime dall'elenco telefonico, uccidendo ogni settimana una donna il cui cognome inizia con la lettera successiva rispetto alla precedente. La cosa potrebbe non sembrare così strana, se non fosse che il “nostro” killer parte sempre in ordine alfabetico e contatta mediante l'invio di un telegramma di auguri tutte le donne indicate fino a trovare quella che gli dichiara (al momento della consegna del telegramma) di abitare da sola in casa. Acquisita tale informazione, l'assassino irrompe di notte il giovedì sera e strangola la vittima con un filo di ferro. Dopo le prime tre vittime, la polizia avrà gioco facile e troverà il cosiddetto case linkage. Interessante la gestione del ritmo, il taglio poliziesco, ma totalmente rovinato da un plot idiota. Deming è conosciuto per essere un autore di novelization tratte da episodi televisivi (tra cui Starsky e Hutch) e alcuni adattamenti per la serie televisiva Alfred Hitchcock Presenta.


Un altro racconto che lascia basiti (in senso negativo) è Un Tipo Comune (Just Above Averange), modestissimo racconto di William Brittain, apparso per la prima volta su Alfred Hitchcock's Mystery Magazine nel giugno del 1970. Tutto giostra sulla descrizione di un ladro che appare, per motivi di raffronto e dunque opinioni soggettive, in modo diverso agli occhi di coloro che lo scrutano. L'isolamento dalla società e la particolare mole del testimone, portano la vittima del furto a descrivere nel fisico l'autore come persona comune (a suo dire) sebbene abbia un fisico piuttosto voluminoso. Tutto qua, con solite frecciate a danno dell'arroganza dei poliziotti di città che mal valutano gli sceriffi della campagna dando loro dei cialtroni salvo poi fare figure barbine.


Meno insulsi gli altri cinque, ma siamo comunque sotto la sufficienza. Piove sempre sul Bagnato, ovvero The Rich Get Richer di Douglas Farr, peraltro già pubblicato nel 1961 sul periodico Alfred Hitchcock's Mystery Magazine, propone il classico tentativo di omicidio, mascherato da evento fortuito, per incamerare l'eredità di un parente. Farr, per vivacizzare il tutto, prova a introdurre la variabile del crollo della borsa di Wall Street del '29 e di una morte che viene archiviata dagli inquirenti come suicidio. L'omicidio dell'uomo infatti non porta beneficio all'assassino per il contemporaneo crollo della borsa (e dunque del patrimonio milionario della vittima), evento non conosciuto né dalla vittima né dal suo assassino. Ecco che Farr si diverte a riscrivere, attraverso gli eventi, quanto pianificato dagli uomini.


Punta sulla tensione Robert Edmond Alter con Un Assassino nelle Tenebre (A Killer in the Dark), che di giallo o poliziesco non ha niente. Un padre di famiglia cerca di portare soccorso alla figlia e un'amichetta che, ignare, stanno giocando a nascondino in una baracca dove è penetrato un serpente a sonagli. Finale imbarazzante, col protagonista che tira martellate su un serpente a sonagli (anche se mi verrebbe da pensare che fosse una biscia) che gli si attorciglia senza morderlo al braccio. Racconto del terrore per bimbi delle elementari.


Pur se caratterizzato da elementi polizieschi, gioca sulla tensione anche Richard Hardwick con Pochi ma Preziosi Centimetri (To Gain an Inch). Un babysitter aggredisce l'uomo che lo tiene in ostaggio minacciando il bimbo affidato alle sue cure con una pistola. Tutto ha inizio con una rapina andata a finire male, col rapinatore, armato di pistola automatica, che dopo aver sparato sei colpi e ucciso due uomini irrompe nell'abitazione del protagonista per cercare di trattare una via di fuga con la polizia. Il babysitter, credendo che il manigoldo abbia sparato tutti i proiettili a disposizione ed essendo spettatore di un film western, si lancia in un azzardoso corpo a corpo. Tutto qua, senza colpi di scena o contenuti di fondo per quella che è la descrizione di una sequenza trita e ritrita, peraltro con un uomo che tiene in modo incomprensibile la porta della propria casa spalancata (ma chi è che tiene la porta di casa spalancata!?).


Il Tocco del Maestro (The Master's Touch) di Helen Nielsen è ben costruito e gestito, salvo prendere una via finale telefonata che fallisce pur volendo sorprendere il lettore. In ballo c'è la preparazione e la successiva esecuzione di una rapina gestita da un ipnotizzatore convinto di sfruttare la professionalità di uno scassinatore, facendo poi dimenticare allo stesso l'azione criminale, così da tagliarlo fuori dalla distribuzione degli utili. Gli andrà male e sarà giocato in astuzia. Vaghi omaggi a La Finestra sul Cortile.


Suo Fratello Baxter (His Broter Baxter) altro telefonato racconto che omaggia William Wilson di Edgar Allan Poe. Un uomo è intenzionato a uccidere il fratello che reputa responsabile di aver messo in fuga la potenziale moglie. C'è un particolare... non esiste alcun fratello, ma un personaggio alla Tyler Durden di Fight Club. Theodore Mathieson (altre sei partecipazioni nella serie) non inventa pertanto niente, dando la sensazione di aver proposto un riempitivo senza spunti personali.

In conclusione, non siamo certo alle prese con un libro da recuperare a ogni costo. Può regalare qualche ora di svago e nulla più. Un po' deludente la confezione, tra refusi e qualità sotto le aspettative. Sorvolabile.

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