Curatore: Alessandro Balestra.
Anno: 2023.
Genere: Horror.
Editore: Scheletri Ebook.
Pagine: 268.
Prezzo: 14,90 euro.
Da grande appassionato di cinema di genere e, più in particolare, di cinema horror, non potevo non recuperare questo volume, specie dopo aver apprezzato Notte Horror 80, edita da Acheron Books per la curatela di Christian Sartirana (qua la mia recensione https://giurista81.blogspot.com/2023/08/recensione-narrativa-notte-horror-80.html).
L'EDITORE
Al timone del progetto c'è Alessandro Balestra, ideatore e titolare del mitico scheletri.com, uno dei due siti “storici” meta immancabile per gli appassionati di scrittura creativa della prima decade del 2000. Balestra, come Alessio Valsecchi per il “concorrenziale” latelanera.com, ha alle spalle, da organizzatore, una sterminata trafila di concorsi narrativi tutti incentrati sull'horror. Il suo sito, insieme a Latelanera, è stato (lo è tuttora, attenzione a non fraintendere) un luogo virtuale di aggregazione, di perfezionamento narrativo (nel forum trovavano campo vere e proprie battaglie) e di divulgazione del genere, costituendo di fatto una pagina di “storia” del movimento underground (e non solo, viste le collaborazioni con scrittori come Danilo Arona, Alessandro Girola, Paolo Di Orazio e altri) meritevole di essere menzionata in un ipotetico volume che ripercorra l'evoluzione del dark narrativo italiano.
Dopo aver a lungo covato il proposito di “evolversi” in editore indipendente nell'ambito di un panorama (quello della narrativa del terrore) in costante espansione grazie al self publishing, Balestra ha “fondato” la Scheletri Ebook, proponendo un'offerta editoriale che si inserisce nell'alveo dell'intrattenimento dark, una sorta di pulp all'italiana in cui aspiranti scrittori ed “emergenti di un tempo” si uniscono guardando alla tradizione cinematografica e narrativa che è stata alla base della formazione degli appassionati cresciuti negli anni ottanta e novanta. Progetti semplici, ma proprio per questo accattivanti e invitanti per il loro tentativo di intercettare e riproporre la magia che contraddistingueva il cinema di genere degli anni '60, '70 e '80. Dunque un catalogo senza fronzoli o velleità artistiche che sposa la passione, il gusto a volte kitsch (non mancano mai i nudi femminili) e la capacità di generare divertimento dissacrante tipico della narrativa e della cinematografia di genere. Tra gli aspetti da sottolineare vi è inoltre il prezzo dei volumi, più che onesto, e la passione per l'illustrazione che accompagna tutti i cartacei, spesso e volentieri illustrati dallo stesso Alessandro Balestra.
Ecco che Scheletri Ebook acquista i connotati di una vera e propria factory narrativa sul modello della società cinematografica Filmirage del regista Joe D'Amato, non solo per lo spirito familiare che ne è alla base ma anche per il recente tentativo di fondere l'horror al porno (un connubio al centro dei tanti racconti della leggenda Ed Wood, di cui rinvio all'antologia Splatter, altro esempio in cui si respira l'aria della scheletri ebook, https://giurista81.blogspot.com/2022/05/autore-ed-wood.html). Non commettete però l'errore di confondere la narrativa col cinema. Il porno-horror narrativo non dimentica la trama, non a caso si tratta di volumi apprezzati da ragazze e scritti da autori/autrici insospettabili di cui è da lodare il coraggio e da plaudire la voglia di mettersi in gioco senza lasciarsi prendere dalla “scorciatoia” dell'hardcore horror. Non a caso, il primo esperimento di questo genere (Mia) è stato scritto dalla giovane Debora Parisi, una cacciatrice di leggende e di folklore agreste che è un piacere ascoltare nelle interviste (ne trovate diverse su youtube) per il piglio autoriale che la contraddistingue.
Il
catalogo (consultabile su
https://www.scheletri.com/scheletriebook/index-cartacei.php)
comprende sia cartacei che ebook ed è composto da venticinque
volumi, tra antologie, saggi, novelle e romanzi. Tra i nomi di spicco
troviamo firme di prestigio come Danilo Arona, Francesco Corigliano,
Miriam Palombi, Decimo Tagliapietra, Anna Silvia Armenise e altri, per volumi quali Il Canto di Vetro, Mia, Il Ritorno di Pazuzu e i saggi Commodore 64 Horror, Max Schreck - L'Attore Vampiro e Il Ritorno dei Morti Viventi, oltre all'unica presenza mainstream Se Tu Potessi Parlare dedicata da Balestra stesso all'amore per gli animali.
IL PROGETTO
Horror Movies '70-'80 si muove su uno spunto di partenza molto simile a quello scelto da Christian Sartirana per Notte Horror 80 ovvero quello di partire dai film horror simbolo di una data epoca per traslare le componenti sulla carta stampata. I due progetti vengono concepiti in una curiosa concomitanza temporale e sono stati entrambi strutturati su un invito del curatore rivolto agli scrittori di fiducia, con solo un piccolo spazio riservato a ospiti esterni.
Se nel progetto dell'Acheron Books abbiamo nomi di richiamo come Andrea Cavaletto e Claudio Vastano, supportati da validissime firme come quelle di Simone Corà e Marco Crescizz oltre ad altri scrittori interessanti accompagnati da qualche debuttante dalle belle speranze, nel progetto Horror Movies '70 - '80 si beneficia di un gruppo più omogeneo dove spicca un'inusuale predominanza femminile (sei racconti su dieci sono firmati da donne). Troviamo due “accademici” Independent Legions, ovvero Anna Silvia Armenise e Enrico Graglia, i “plutonici” Alberica Sveva Simeone (di recente sceneggiatrice di Dylan Dog) e Alessandro Girola (mattatori della scena self publishing e garanzia di divertimento), l'ottimo Decimo Tagliapietra, l'apprezzata Miriam Palombi e altre firme di livello tra cui l'amica “zia” Marica Petrolati. Nomi dunque in condizione di poter offrire un prodotto in grado di rivaleggiare ad armi pari con quello della Acheron.
Purtroppo la sensazione che ho avuto è che Sartirana, a differenza di Balestra, abbia saputo ottenere il massimo dai suoi scrittori, peraltro proponendo un'impostazione che ha stimolato la fantasia degli scrittori. Laddove in Notte Horror si chiedeva di prendere di riferimento i film scelti spostandone le ambientazioni in Italia e facendo menzione delle scenografie e del substrato culturale dell'epoca (arma vincente per un'antologia sottovalutata da critici snob come Flavio Troisi), in Horror Movies '70-'80 si lascia libertà totale agli scrittori o - peggio - si chiede agli stessi di inserirsi nel “mondo” proprio del film. Ne viene fuori un progetto più derivativo e, al tempo stesso, fedele di Notte Horror 80, con molti sequel, qualche prequel e alcune vere e proprie riduzioni narrative di film (è il caso della Simeone). Molti (non tutti) racconti, pur scritti e presentati in modo professionale, appaiono quali esercizi di stile, scritti su commissione e senza esser dotati di un'anima di fondo. Certo, sono storie che si leggono volentieri (anche per via dei film che ne fanno da traino), però un Balestra più pressante e più esigente avrebbe potuto contribuire alla realizzazione di un volume più qualitativo. Lieto comunque di averlo letto. Da cultore del cinema di genere e del pulp, infatti, adoro queste iniziative e, non per nulla, dopo aver terminato la lettura dell'antologia sull'intercity Pisa-Milano diretto a Marginalia, ho acquistato anche Alieni Cattivi, attirato dal tema molto anni '60 e dalla magnifica copertina ripresa da Plan 9 from Outer Space di Ed Wood (peccato non esserci finito dentro con un racconto, cercherò di rimediare in futuro!!!).
ANALISI NEL DETTAGLIO
Dieci racconti - quattro dei quali ispirati da film degli anni '70 (L'Esorcista, La Casa dalle Finestre che Ridono, Cannibal Holocaust e Carrie) e sei da film degli anni '80 (Shining, Demoni, Poltergeist, Nightmare, Blob e Fog) - ciascuno oggetto di una singola raffigurazione interna curata da Alessandro Balestra, formano Horror Movies '70 – '80.
Ottima idea, ai limiti dell'illecito giuridico (si cerca di ovviare spacciandola come fanfiction) per il suo fare ricorso a personaggi e situazioni di creazione altrui (aspetto questo estraneo al progetto Notte Horror 80), che prende le mosse con una novella che inizia laddove terminava il celebre film di William Friedkin ovvero L'Esorcista. La Promessa del Diavolo, infatti, inizia con col tenente Kinderman e Padre Dyer (personaggi ereditati dal film e, prima ancora, dal romanzo di Blatty) sopraggiunti presso l'abitazione di Regan MacNeil, dopo che Padre Karras si è lanciato nel vuoto dalla cameretta della ragazzina posseduta da Pazuzu. Sequel in piena regola, firmato da Decimo Tagliapietra, finalista Mystfest, menzione al Tohorror Film Festival e più volte pubblicato nelle antologie di Weird Book, che si snoda sulla distanza delle cento pagine. Ha nella scrittura il suo punto di forza. La novella è scritta estremamente bene, soprattutto nella delineazione dei personaggi e nella sicurezza espositiva, con rimandi medici presentati con dovizia. Il tenente Kinderman diviene protagonista assoluto, trasportato dai vezzi che ne contraddistinguevano la figura nel film di Blatty (tra cui il suo offrire biglietti per il cinema). Ahimé, tende a sfumare la componente demoniaca. Non ci sono esorcismi né manifestazioni spettacolari del demonio. Si delinea invece la trama di un thriller, impreziosito da momenti splatter con scene che mi hanno ricordato Cabal (parte in ospedale) e da contenuti paranoici agevolati dalle influenze del maligno. Tagliapietra si muove tra L'Esorcista, L'Esorcista III e Amityville Possession (film non dichiarato dall'autore), proponendo la corruzione mentale e spirituale di un sanitario (soccorritore di Padre Karras) che, consumato da un tumore cerebrale, si ritrova invasato dal demonio tramutandosi in un omicida che fa scempio dei propri familiari.
Testo quadrato, ben strutturato anche se meno “divertente” rispetto ad altri dell'antologia (Tagliapietra non sceglie la strada del B-Movie). Alla fine risulta essere, specie per l'agilità e la brillantezza di scrittura, il migliore racconto dell'antologia, apprezzato anche da critici/scrittori come Aldo Luigi Mancusi.
Un altro racconto che ho apprezzato è Nebbia dell'eccellente Enrico Graglia (che lo ha proposto anche nell'antologia personale Notturno Italico), qua in coppia con Alessandro Cellamare. Il punto di partenza è The Fog di John Carpenter, ma presto il racconto prende una via del tutto propria incontrandosi con soluzioni che rievocano – pur se rimodulate – Pet Semetary di Stephen King. Piace il tentativo di diversificare l'opera dalla storia raccontata da Carpenter. La nebbia di San Antonio Bay, infatti, diviene strumento di guarigione di animali feriti per mano di umani crudeli (teppisti, padroni violenti e cacciatori). Un veterinario infatti dispone di un contenitore che racchiude la nebbia al centro degli eventi del film di Carpenter. La sostanza ha la capacità di curare vittime di lesioni all'apparenza mortali e di ritabilirne in tempi rapidi la salute. Al tempo stesso, però, mette in correlazione tutti i soggetti curati dal veterinario (a sua volta contaminato) e diviene una sorta di richiamo per qualcosa di altro che vive nelle profondità dei mari. La vendetta al centro del romanzo di Carpenter è presente, ma l'epilogo, squisitamente lovecraftiano, sposta il tutto in una dimensione più ampia con una soluzione inflazionata (un finale più originale avrebbe aiutato) che conduce il tutto nelle maglie del racconto ecologista. Alla fine ne emerge un quadro di insieme reinterpretazione di The Terror di Arthur Machen (scrittore omaggiato dallo stesso Carpenter: il cantastorie che, sulla spiaggia, introduce l'orrore del film si chiama proprio Machen).
Buona prova anche per Anna Silvia Armenise, già letta e recensita all'interno delle prime due antologie della serie Horror Academy della Independent Legions (da cui arriva anche Graglia), che centra appieno le atmosfere e il taglio onirico della saga Nightmare (si muove molto bene tra incubo e realtà). Il suo Il Ragazzo degli Incubi è un prequel del tutto personale e diversificato rispetto ai flashback del film del celebre personaggio ideato da Wes Craven. Una storia empatica e sensibile che culmina in un finale cattivissimo in cui viene modificato il background del Freddy Krueger cinematografico. Brava.
Questi sono i tre racconti in grado di giocarsela ad armi pari col meglio di Notte Horror 80, non che gli altri sette siano ciofeche. Sto solo dicendo che non sono forti a sufficienza.
Piace per stile, gestione dei tempi e quadratura Presenze di Marica Petrolati, probabilmente il quarto migliore racconto dell'antologia. Sequel di Poltergeist, dove però Le Demoniache Presenze si tramutano in una fenomenologia parapsicologica che toglie di fascino a un racconto dalla sensibilità molto femminile e dai contenuti cari alla Petrolati (disagi familiari). Mi hanno convinto poco il finale, dove la madre compie ciò che compie senza tanti tentennamenti, e la scelta di inserire un colpo di scena piuttosto telefonato.
Ottimi momenti, seppure a stralci, in Rimorsi e Ritorni di Gloria Contini, che paga tuttavia un finale che, pur volendo essere a sorpresa, si rivela ultra prevedibile. Ben gestita, tuttavia, la componente folk con momenti davvero eccelsi (l'uccisione del pittore) e una velata stoccata sulla cattiveria legata alle dicerie popolari. Tra alti e bassi.
Mi è piaciuto meno Hallorann di Eleonora Della Gatta (disponibile a sua firma, per Scheletri Ebook, l'antologia Crepuscolaria) che, un po' come Tagliapietra, prosegue il film di riferimento partendo da dove era finito. Si torna così all'Overlock Hotel di Shining che, a differenza del romanzo, è ancora in piedi ed è oggetto di visite. Interessante l'accenno al turismo macabro, di cui anche nella nostra penisola abbiamo avuto triste testimonianza (si vedano i filmati dei turisti impegnati a farsi selfie con lo sfondo del traghetto Concordia all'Isola del Giglio), con spiccati rimandi ai personaggi del film. Sarebbe stata buona cosa insistere su tale aspetto piuttosto che sui personaggi del film.
Di livello inferiore, a mio modesto avviso, gli altri quattro racconti, specie se si considera che arrivano da autori di apprezzato valore. Buone premesse per La Morte Viscida di Roberto Ciardiello (plurivincitore di concorsi, tra cui il Terni Horror e Tohorror Fantastic Film Festival: scusate se è poco), che rimodula il fantastico di Blob Il Fluido che Uccide (con echi alla casa viaggiante di Bad Taste di Peter Jackson) in vista di un racconto tragico di presa realistica e dai risvolti thriller del tutto svincolati dal soprannaturali. L'autore scommette infatti nello spiazzare i lettori (e ci riesce con una sorta di black humor che li beffeggia sul concetto del blob, qua in salsa Robocop) mostrando sotto la lente deformante un soggetto fantastico in veste realistica. Non amo poi il taglio tipico dei teen movies americani (ma è un problema mio).
Scelgono la via dell'esercizio di stile gli altri tra autori. Evocativo, ma nulla più, Rossa di Sangue che Miriam Palombi scrive cercando di proporre una sorta di antefatto alla vicenda Carrie. Prequel meno derivativo di altri, resta comunque una storia che punta tutto sulle atmosfere suggerendo accoppiamenti diabolici che, forse, rimandano più a Rosemary's Baby che al film di Brian De Palma (omaggiato soprattutto dal prologo).
Puro esercizio di stile, sebbene gestito con maestria, per la neo sceneggiatrice di Dylan Dog Alberica Sveva Simeone che col suo Di Fame e di Sete ricalca freddamente i canovacci dei cannibal movies anni '70. Storia del tutto impersonale, che non aggiunge niente di nuovo o di originale e che si trasforma in una mera prova di tecnica narrativa senza comunicare alcunché di proprio. Della serie: prendi un film cannibalico, individua le situazioni tipiche e riproponile su carta. Soggetto dunque copiato senza fare alcuno sforzo. Buono il ritmo, taglio estremamente cinematografico ma nulla più. Struttura alla Cannibal Holocaust, ma contenuti che rimandano a Demoni e un po' a Doomsday, per il partner e socio del progetto indie Plutonia, Alessandro Girola, che con Città come Tombe (il più bel titolo del lotto) porta a termine un racconto gestito in modo svogliato cercando comunque di proporre un'innovazione (appiccicata all'epilogo) rispetto alla serie baviana. Un gruppo di ragazzotti social hanno la brutta idea di immettersi in una zona rossa (da trentasette anni!?), un po' come per il film Chernobyl Diaries, e di andare a indagare su cosa sia successo nel 1985 trasmettendo.il tutto in diretta sui social. Girola propone una realtà alternativa dove lo scempio raccontato da Lamberto Bava è davvero accaduto. Debolissimo nei tritatissimi inneschi (l'ennesima goccia di sangue che cade su una creatura mummificata) e incapace di sfruttare la buona idea di fare leva su un nuovo sistema di comunicazione: il cellulare (idea già utilizzata da Stepehn King). Peccato perché Girola aveva qualità tali da poter tirare fuori un racconto più personale e di qualità invece sembra scrivere più per fare un favore a Balestra che per una volontà personale di essere nel progetto. A ogni modo, piace pensare che.il racconto abbia spinto Lamberto Bava a dare seguito alla sua serie, visto che è prossimo all'uscita il romanzo Demoni 3 – La Rinascita per la Cut-Up Publishing.
CONCLUSIONE
Antologia consigliata ai cultori del cinema horror degli anni settanta e ottanta, soprattutto per la scelta di rispettare i contenuti dei film di riferimento e di inserirsi nel solco dagli stessi tracciato. Ciò premesso, piace molto meno rispetto alla concorrenziale e più innovativa Notte Horror 80 (Acheron Books), pur riuscendo a intrattenere i lettori per effetto del lavoro tecnico giostrato da firme che ben conoscono i segreti del mestiere. Arriveranno presto altre recinsioni dei volumi Scheletri Ebook.