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giovedì 22 dicembre 2022

Recensione Narrativa: UN'ALTRA REALTà - Racconti del Mistero di Arthur Machen

Curatore: Piero Guarriello.
Anno: 2022.
Genere:  Antologia Weird.
Editore: Dagon Press.
Pagine: 166.
Prezzo: 14.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Antologia per i completisti della narrativa dello scrittore gallese Arthur Machen. Dopo le antologie imprescindibili Il Gran Dio Pan e Altre Storie Soprannaturali (Mondadori, 1982), I Tre Impostori (Fanucci, 1977) e Le Creature della Terra (Fanucci, 1987) nonché le interessanti (ma meno importanti) Oltre la Soglia (Tranchida Editori Inchiostro, 1993) e Un Frammento di Vita (Hypnos, 2018) arriva questa nuova collezione, a cura di Pietro Guarriello, edita da Dagon Press sotto il titolo Un'Altra Realtà – Racconti del Mistero (2022).

Si tratta di un collage di racconti, poesie, pezzi “similar giornalistici” e saggi presi, in qua e in là, dalle varie pubblicazioni di Arthur Machen apparse in un arco temporale di oltre quaranta anni (1890-1937). È un Machen pressoché inedito in italiano, se si eccettua il racconto Un Duplice Ritorno, già apparso in un trittico edito dalla Hypnos. Il venir meno dei diritti di autore, stante il decorso di oltre settant'anni dal decesso del diretto interessato, ha favorito negli ultimi cinque anni la pubblicazione di una serie di racconti inediti che hanno visto Dagon Press e Providence Press molto attive. Svariati inediti (in italiano) sono stati infatti pubblicati sulle riviste Zothique (2020) e Providence Tales (2018). Un interesse forte che ha portato all'emersione della quasi totalità dei racconti non ancora conosciuti nella nostra penisola. Un'Altra Realtà contribuisce ad assolvere al compito di rendere più estesa la conoscenza italiana della produzione del gallese. Dodici racconti (undici dei quali inediti in italiano), una poesia e un saggio vengono per tale via presentati ai più fedeli appassionati dello scrittore.

Pietro Guarriello articola il volume con estrema cura, anticipando i vari elaborati con una breve sintesi introduttiva che aiuta a comprenderne i contenuti, ma soprattutto inserisce, in calce a ogni storia, una lunga serie di note che rendono più esaustiva la fruizione del tutto. Marco Maculotti inoltre, con la sua prefazione, conferisce valore accademico al progetto.


Purtroppo, nonostante le ottime premesse e il buon lavoro editoriale, l'antologia non può che rivelarsi un prodotto di estrema nicchia. Il meglio di Arthur Machen, romanzi compresi, è già stato pubblicato e quello che resta non è di prima scelta. La sensazione è che si sia raschiato il barile per provare a portare in superficie qualcosa di sufficientemente interessante per deliziare gli oltranzisti. Al di là dei soggetti assai poco commerciali, ne viene fuori una lettura che, ancora una volta, evidenzia la potenza evocativa dell'autore e la sua capacità di suggerire un qualcosa che sta oltre ma che, ben di rado, si palesa in modo definitivo e certo, lasciando adito a fraintendimenti, allusioni e sospetti. Sono infatti le impressioni, le intuizioni e le interpretazioni dei personaggi (e dei lettori) a suggerire un fantastico che, forse, neppure sussiste.

La qualità dei racconti, tutti assai brevi, è ben lontana dagli apici dello scrittore, sebbene ne sia evidente la mano. Tornano, quali leitmotiv, la trasmutazione ambientale e le peregrinazioni nelle vie di Londra, viaggi che portano i viandanti a perdersi in strade e vicoli in cui non si erano mai imbattuti e dove abbracciano il mistero. Ecco ne Il Rituale (1937) due cittadini, in marcia per Londra, trovarsi catapultati in una via dove un gruppo di ragazzini mette in scena un rituale che culmina con la morte simbolica di uno di loro. Il tutto viene interpretato dagli osservatori alla stregua di un gioco ispirato a un rito africano in onore di un piccolo popolo locale. Qualche giorno dopo, forse non a caso, dalla lettura del giornale emerge che in quel quartiere un giovane, dedito a uno strano gioco, è stato trovato inspiegabilmente morto colpito da un collasso. Che sia stato vittima della maledizione alla base di un rito che sarebbe stato bene non scimmiottare?


Similare, ma più sfumato e reso evanescente, è Il Circolo Scomparso (1890), un chiaro omaggio alla narrativa di Stevenson. Machen ripropone il retrogusto vittoriano che caratterizzava molti dei racconti londinesi de I Tre Impostori. Due amici, un po' alticci e sorpresi dalla pioggia torrenziale, riparano all'interno di un club di iniziati dove, periodicamente, gli associati vengono chiamati ad aprire una pagina di un libro (dei morti?). Chi troverà l'unica pagina nera presente all'interno sarà chiamato a scomparire. I due ospiti, stupiti dall'espressione di terrore scolpita nel volto del prescelto, si chiedono se l'uomo sarà assassinato o se tutto sia un rito simbolico avante un qualche significato misterico. Pur se ammoniti a non rivelare niente di quanto visto, cercheranno di indagare sul fatto, specie dopo che il giornale ha riportato la notizia della misteriosa scomparsa dell'individuo in questione. Ogni tentativo di venire a capo del mistero, tuttavia, viene reso vano dal fatto che niente sembra esser accaduto. Il luogo dell'incontro, infatti, è un edificio abbandonato non corrispondente all'eleganza di quello di alcuni giorni prima, mentre il conoscente che ha immesso i due nel club afferma di non averli visti quella sera e si dice all'oscuro dell'esistenza di una simile associazione. Che il vino abbia fatto brutti scherzi e che il tutto sia stato un bizzarro scherzo orchestrato dal fato? Al lettore il compito di trarre le dovute conclusioni.


Atmosfere evocative, pur se sfumate, con Notte di Mezza Estate (1924), che si colloca dalle parti de La Collina dei Sogni. L'autore contrappone al clima grigio e frenetico di Londra la magia della campagna inglese, per dare luogo a una sorta di viaggio di iniziazione nel mistero (secondo i curatori nel sesso). Dopo aver scritto le proprie impressioni, il protagonista viene attratto dalla campagna e, più precisamente, da un bosco su cui si affaccia la camera in cui dovrà pernottare. Uscito nell'oscurità rischiarata dagli astri, il giovane si addentra nella vegetazione fino a scoprire una processione di donzelle, verosimilmente nude, dedite a un rituale imprecisato che strizza l'occhiolino all'erotismo. Niente però è reso in modo univico e tutto è interpretabile.

Ottimo Un Duplice Ritorno, in cui un beffardo camuffamento porta un predatore sessuale a presentarsi sotto mentite spoglie, al fine di copulare con una donna convinta di essere in compagnia del marito. Già letto nell'edizione Hypnos, si tratta del racconto che portò Oscar Wilde a chiedere informazioni su Machen fino a invitarlo, ammirato, a un pranzo in ristorante. Sempre di doppio, questa volta effettivo e nella forma di una sorta di sdoppiamento astrale, si parla in Johnny e il Doppio.


Quanto sopra, oltre al saggio finale Un'Altra Realtà - in cui Machen si interroga sull'eventuale esistenza di un mondo altro o di un aldilà e di quanto questo quesito possa stimolare la narrativa - rappresenta il meglio del libro.

Sono portatori di spunti filosofici La Visione del Dottor Duthoit, dove una lotta tra formiche diviene metafora della prima guerra mondiale e, più in generale, di una battaglia perenne che investe tutte le creature della terra rispondendo a un possibile riflesso di una guerra celestiale, e Morduck la Strega che invece, rifacendosi a un caso di cronaca, evidenzia la presa di distanza di Machen dall'occultismo popolare fatto di stregonerie e attività medianiche gestite da cialtroni e truffatori.

Meno interessanti gli esercizi stilistici costituiti da L'Isola delle Ombre (sorta di fanta-geografia con annessa fanta-politica, sul modello de I Viaggi di Gulliver, che ha al centro un'isola immaginaria e i suoi costumi) e Psicologia (elucubrazioni di uno scrittore che, guardando fuori dalla propria finestra, si interroga sulla duplice natura dell'uomo, valutando quanto di marcio vi sia nella parte oscura che non emerge nei comportamenti esterni ma che incombe, pronta a esplodere, nell'animo di ogni persona). Chiude Il Fantasma della Pentecoste, inusuale ghost story utile a evidenziare quanto la guerra ancora in corso abbia modificato i passatempi e le abitudini dei cittadini, con un fantasma che tende a non riconoscere più gli ambienti a lui abituali.

Lo Strano Caso di Emily Weston e Il Mistero di Islington sono invece due pezzi giornalistici, pescati da casi di cronaca e mascherati da gialli, che propongono contenuti mystery che lasciano fino alla fine col sospetto circa la corretta ricostruzione del caso. Quale sia la verità e la realtà oggettiva resta pertanto una questione non facilmente decifrabile.


In conclusione, siamo alle prese con un'antologia unicamente per studiosi e completisti, tuttavia molto ben curata e presentata. La lettura è veloce e di non eccessivo impegno. La proposta abbraccia l'intera carriera narrativa dell'autore e questo determina la presenza di racconti in grado di rispecchiare la cifra stilistica dell'autore, sebbene i contenuti non siano all'altezza dei racconti più famosi. Evitabile nel caso di lettori generalisti, occasione ghiotta per gli altri.

ARTHUR MACHEN

Non ho nessun dubbio che una gran parte dei fenomeni spiritici siano prodotti da veri e propri ciarlatani. Ma sono incline a credere che esista un certo numero di manifestazioni che non hanno nulla a che vedere con la frode... Il cosmo umano è un mondo dove alcune regioni non sono ancora state scoperte, e nemmeno congetturate, come se fosse il centro di un potere del quale non sappiamo niente o quasi, di forze che si manifestano solo raramente, in un individuo su un centinaio di migliaia.”

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