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mercoledì 7 luglio 2010

Recensione narrativa: Terrore! (AA. VV.)




Autore: AA.VV. a cura di Stephen Jones


Anno di uscita: 1996


Casa editrice: Newton


Pagine: 510


Commento


Terrore!” è una delle varie antologie curate da Stephen Jones e date alle stampe, in Italia, dalla casa editrice Newton. Acquistai per caso questa antologia qualche anno fa interessato soprattutto da un racconto di Clive Barker che vi era inserito. Devo dire che, racconto dopo racconto, si è rivelata un autentico gioiellino della narrativa horror.Jones ha raccolto un lotto di ben 18 racconti di altrettanti autori (quasi tutti contemporanei) con grande competenza e gusto. Pochi sono i racconti che non riescono a colpire il lettore e molti invece sono gli scrittori che riusciranno a restare impressi nella mente dell’amante del genere.Variegati i temi trattati: si parla di vampiri, mostri lovecraftiani, zombi, fantasmi, demoni e chi più ne ha più ne metta, con atmosfere sia classiche che pulp. Parlare nel dettaglio di tutti i testi implicherebbe un impegno troppo dispendioso per una recensione, passo dunque a concentrarmi sui i testi che più hanno colpito l’interesse del sottoscritto.Tra i testi più impressionanti citerei “Pastone per maiali” di Graham Masterton. Si tratta di un racconto tra i più truculenti e fastidiosi che mi sia mai capitato di leggere. Siamo alle prese con un allevatore di maiali che mutila il fratello, azionando imprudentemente le pale della macchina trituratrice di cibo. Sentendo le grida dell’uomo, l’allevatore blocca il congengo, ma ormai per il fratello c’è poco da fare. Cerca di chiamare un’ambulanza, ma il ferito lo esorta a riazionare il macchinario, perché nulla può sottrarlo alla morte e niente gli ha mai fatto provare una sensazione di estasi come le lame della macchina. L’allevatore aziona di nuovo il macchinario e macella del tutto il fratello. Decide poi di dare in pasto la carne ai maiali, in modo da cancellare ogni traccia. Il particolare cibo però rende più aggressive le bestie che finiranno con l’azzannare l’uomo, provocandogli lesioni importanti. L’allevatore decide così di sperimentare i piaceri raccontatogli dal fratello, ma scoprirà che questo gli aveva mentito: oltre il dolore, c’è solo il dolore… In definitiva, è il caso di dire che ci troviamo al cospetto di un testo particolarmente indicato per il bollente clima estivo, in quanto saprà garantire brividi di gelo ai malcapitati lettori.

Di gran livello, soprattutto a livello contenutistico / metaforico, è il racconto “Secchielli” del prolifico F.Paul Wilson. Qua troviamo un ginecologo che, nel giorno di Halloween, viene molestato da un gruppo di bambini che se ne vanno in giro con dei secchielli di metallo con all’interno dei feti insanguinati. L’uomo scoprirà di essere vittima degli spiriti incarnati dei bambini che ha fatto abortire in tutta la sua carriera professionale. Wilson propone dunque un elaborato di critica a una certa prassi e, che si condivida o meno il messaggio, lo si deve comunque apprezzare per la volontà di esprimere un messaggio personale.

Passo adesso ad analizzare un quintetto di racconti che mi hanno intrattenuto, con il loro lato esoterico, come solo i grandi maestri dei primi del novecento riuscivano a fare. Primo dei cinque racconti è “Il Saltapicchio” di Ronald Chetwynd Hayes. Si tratta di un racconto gotico ambientato in un palazzo ottocentesco, in cui una famiglia di nobili è solita celebrare dei riti diabolici. Nel corso di uno di questi riti, la giovane moglie del padrone di casa finisce per fondersi con un essere scimmiesco evocato dall’inferno che si unisce fisicamente alla donna rendendola gobba. Il marito cerca così di liberare la sua dolce metà, invitando l’essere a fondersi con altre ragazze…

Si resta in clima satanico con “La testa del Satiro” di David A. Riley. Il soggetto propone un protagonista alle prese con una scultura di pietra raffigurante la testa di un Satiro. L’opera inizia progressivamente a crescere di volume, mentre il suo possessore diventa schiavo di sogni in cui viene stuprato dall’abominevole Pan. Gli incubi presto diventeranno reali e quando l’uomo cercherà di disfarsi della scultura finirà per esser vittima di una morte terribile. Il testo di Riley evoca atmosfere lovecraftiane che vengono esplicitate da “La casa del tempio” di Brian Lumley. Lumley offre al lettore una classica storia gotica con l’ennesimo giovane che riceve per testamento la proprietà di un’antica casa situata in una valle desolata della Scozia, con l’onere di demolirla. La struttura è attorniata da uno stagno ricoperto di alghe in cui si teme trovi dimora una creatura antichissima invocata, svariati secoli prima, da popolazioni nomadi dedite alla magia nera. L’essere si ciberebbe, nei periodi di siccità, delle anime degli uomini. Su atmosfere pressoché similari, seppur condite da un pizzico di erotismo, si mantiene anche Karl Edward Wagner con il suo “Il fiume dei sogni notturni”. Qui siamo al cospetto di una storia decisamente onirica in cui una schizofrenica, evasa da un manicomio di massima sicurezza, riceve asilo all’interno di una casa sperduta in un villaggio abbandonato. La poveretta è vittima di allucinazioni, in cui si vede coinvolta in sadiche pratiche lesbo-sessuali. Ossessionata dal delirio, uccide la padrona di casa e minaccia la cameriera, prima di lanciarsi in un precipizio, per sfuggire a una sorta di demone col pene eretto. Chiudo l’analisi del quintetto con “Il Primogenito” per la firma di David Campton. Campton, conosciuto anche per svariati romanzi sci-fi, presenta un testo dal gusto dei classici del cinema horror anni ‘50. Abbiamo una coppia fidanzati invitati, dietro retribuzione, nella villa dello zio del ragazzo. La magione è dispersa nella campagna ed è circondata da serre in cui vivono piante tropicali e alcuni esemplari di piante carnivore. Nello scantinato si trova una strana e gigantesca pianta, dall’odore nauseabondo e con una sorta di baccello che agita in aria, simile a un fallo. Nel frattempo, delle strane dicerie girano attorno alla casa: si giura che, in passato, un giovane ragazzo sia stato divorato da una pianta. Le leggende si tramuteranno in realtà…
Tra gli altri racconti presenti, meritano un attenzione particolare “L’ultima illusione” (racconto da cui sarà tratto il film “Il signore delle illusioni”) del maestro Clive Barker (una storia in cui un detective privato dovrà vedersela con illusionisti e demoni), il romanzo breve “Murgunstrumm” Di Hugh Cave (storia di vampiri nascosti in una locanda immersa nei boschi), “Gli jugoslavi” (altra storia di vampiri, questa volta orchestrata con simpatico colpo di scena finale) e “Il Dramma Nero” (testo classico sui patti diabolici) per la firma di due altri grandi maestri della narrativa del terrore come Robert Bloch e Manly W. Wellmann.Completano l’antologia discreti testi (nella fattispecie quasi tutti dal taglio commerciale) di autori quali David J. Schow, Ramsey Campbell, Dennis Etchison, Charles L. Grant tutti un po’ in appanno e superati da colleghi di minor blasone.Senz’altro un volume consigliato agli amanti del genere. Divertimento assicurato. voto: 8

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