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sabato 10 luglio 2010

Scrittura Creativa: un articolo al peperoncino

In una bollente serata estiva, mi metto a scrivere questo articolo, in attesa dell’ispirazione giusta per terminare il giallo che ho iniziato qualche giorno fa e per fare un po’ di pungenti provocazioni come piace fare a me.Voglio dedicare qualche riga a un aspetto che potrebbe sembrare banale, ma che invece non lo è affatto (come dimostrano le tante discussioni in cui ci si può imbattere nei laboratori di scrittura e nei forum dedicati alla scrittura creativa), cioè sul motivo che spinge un autore non professionista alla scrittura.È ovvio che quanto segue sono mere considerazioni personali e pertanto soggettive, peraltro esplicitate da chi ha all’attivo poco più di una settantina di racconti brevi.Ho specificato “autore non professionista”, perché per chi scrive per mestiere potrebbero emergere aspetti dettati da logiche prettamente alimentari (che si palesano, al lettore un minimo smaliziato, dalla lettura di testi spesso privi di un’anima) su cui non mi interessa soffermarmi.La domanda principale che un aspirante scrittore deve porsi è “perché scrivo?”, “qual è la ragione per cui voglio narrare storie?”Sono due domande banalissime, ma fondamentali affinché si possa sperare di comunicare un qualcosa che sappia rimanere impresso nella memoria di chi legge. Insomma, per fare un esempio spiccio, è un po’ come la differenza tra un bicchiere di Tavernello e un vino su cui sono state investite ore e ore di lavorazione alla ricerca del modo migliore in cui trasmettere quel gusto sopraffino che sappia distinguersi dalla media.Lo snodo fondamentale è conoscere sé stessi, perché solo così si riuscirà ad avere il pieno controllo di un testo in modo da caratterizzarlo con un tocco personale e un’idea solida su cui sviluppare la narrazione. Purtroppo le logiche commerciali che imperversano in questi ultimi decenni, a mio avviso, hanno portato a sottovalutare questo aspetto ponendo al centro del tutto la storia, piuttosto che l’idea (colpa anche di un cinema spesso superficiale che annichilisce l’arte a vantaggio del quattrino). Una storia senza un’idea base che funga da anima catalizzatrice è come un uomo (o donna) di bello aspetto, ma completamente vuoto al suo interno. Una persona che, appena la vedi, ti fa un’ottima impressione, ma che una volta che ha terminato il suo monologo non ha più nulla da dire e si confonde con la mediocrità (da intendere come normalità) che ci circonda.È chiaro che tentare di strutturare una storia attorno a quella che ci sembra essere un’idea buona (da leggere come significato intrinseco del testo e ragione giustificativa che ne sta alla base) non per forza di cose renderà quel testo un piccolo capolavoro, tuttavia è la strada giusta che deve percorrere uno “scrittore alle prime armi”. Infatti, non ho mai visto nessuno ottenere risultati ottimi senza osare e senza mettere in campo quel coraggio che contraddistingue le persone con una personalità da quelle anonime che colorano con le loro tonalità grigie il resto del gregge in cui si annullano. Pertanto non abbiate paura di ricevere critiche e percorrete le strade personali in cui avete deciso di immergervi senza farvi influenzare da logiche che non hanno nulla a che fare con l’arte (perché anche nel vostro piccolo, e con tutta l’umiltà da cui è giusto esser animati, siete pur sempre degli artisti e non dei venditori di brigidini: RICORDATELO).
Matteo Mancini

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