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martedì 13 febbraio 2024

Recensione Cinema: POVERE CREATURE! di Yorgos Lanthimos.

Regia: Yorgos Lanthimos.
Anno: 2023.
Genere: Grottesco / Fantastico / Erotico.
Attori Principali: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Defoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott.
Fotografia: Robbie Ryan.
Musiche: Jerskin Fendrix. 
Durata: 141 minuti.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Undici nomination agli oscar, due Golden Globe vinti (migliore attrice e miglior film), per un film piuttosto ardito e coraggioso (presenti anche diversi momenti splatter e gore), che affonda le sue radici nei classici della narrativa fantastica e li rimodula in un'ottica moderna e artistica. Frankenstein di Mary Shelley, palesemente citato dal trucco di Willem Defoe (un personaggio assurdo il suo) e dal rimando (questa volta all'adattamento cinmatografico di James Whale) delle scariche elettriche per riportare in vita un corpo morto, L'isola del Dottor Moreau di Herbert G. Wells e ancora Il Gran Dio Pan di Arthur Machen, La Mandragora di Hans Heinz Ewers e un romanzo semisconosciuto (Anima Nera) di uno psichiatra dedito al fantastico che i fan conoscono come Frank Graegorius per i suoi testi inseriti nella collana I Racconti di Dracula. Questi gli ingredienti, a cui si aggiunge un'intelaiatura da film di formazione incentrato sul tema dell'emancipazione della donna (dal controllo dell'uomo) sulla base del libero arbitrio. Diretto con piglio sperimentale da Yorgos Lanthinos (regia eccellente), che fa un uso massiccio del grandangolo anche in scene che si svolgono in interni, guardando un po' a Barbie (le scenografie artificiose quasi fiabesche e la fotografia con gialli-arancioni sparati sono un valore aggiunto non di poco conto) e, al tempo stesso, all'età vittoriana (carrozze trainate da cavalli, vaporetti, ma anche strane funivie urbane) in un mix da steampunk. Visivamente molto bello, con tanto, tanto, sesso (alla Ivo Torello) e una protagonista apatica e non “corrotta” da quel senso etico che in realtà fa comportare i presunti civilizzati come individui che pretendono di avere per sé chi apprezzano solo per motivi sessuali asservendosi a un'ipocrita falsità di fondo (come si deve rispondere a una cena di gala). Un aspetto da una parte positivo, ma dall'altro rappresentato da una ragazza egoista (perché priva di coinvolgimento cerebrale o, se preferite, emotivo) pur se nel suo altruismo umanitario (si dispera dopo aver visto i poveri morire, sentendosi in colpa per la sua estrazione sociale). Fortissimo il rimando a Machen ed Ewers (avrebbero amato il film e con loro ne avrebbe parlato bene anche il citato Oscar Wilde), con la follia che finisce per pervadere molti degli amanti della donna (notevole Mark Ruffalo che ritorna ai tempi di In The Cut), evidentemente settati in modo malato e possessivi, con continui ribaltamenti dei ruoli (questo si era percepito anche in Barbie). E' fortissima questa componente del film e su essa si poggia tutta la parte centrale del film. Mark Ruffalo, pur essendo uno sciupafemmine, fa di tutto per far stare bene la sua donna, le dice di volerla sposare e di voler farsi una famiglia con lei, ma la ragazzina (alquanto ninfomane e schiava del sesso) non può essere ingabbiata in uno schema che non ne caratterizza lo spirito. Bella Baxter (una magistrale Emma Stone) è tutto fuorché sensuale o bella alla Margot Robbie, eppure ammalia o meglio ipnotizza (come le dice il "cornutissimo" promesso sposo, disposto a passare sopra tutto pur di sposarla). La sua ingenuità è tale da farne una sorta di ragazza ritardata o, meglio ancora, fanciulla, nonostante le esperienze di vita la portino a svilupparsi sempre più sotto un profilo culturale (ma non emotivo o spirituale) fino a trasformarsi in un medico. Molti i contenuti intrinseci per un'opera che acquisisce valenze psicanalitiche, da ricercarsi persino nella notevole passione artistica che pervade la regia (si vedano gli originali titoli di coda o l'uso delle scenografie, molte delle quali ricreate utilizzando uno sfondo green screen).

Esilaranti i dialoghi di Tony McNamara (si ride persino) con Bella che parla di qualunque cosa, anche le più riservata, come se stesse parlando del più o del meno, senza alcuna malizia o scopi ulteriori. Non manca un messaggio finale di fondo che, pur muovendosi da uno spunto pessimista e nichilista ("l'uomo è fondamentalmente cattivo"), tende, attraverso l'infantile protagonista, ad abbandonarsi al sogno di un mondo migliore da realizzare attraverso lo sviluppo di ogni singolo uomo (senza religioni, etica o ipocrisie a influenzarne la condotta) così che dal miglioramento del singolo si arrivi a quello della collettività in una concezione decisamente libertina che riconduce l'atto sessuale (evidentemente trattato con rimandi freudiani quale forza motrice del tutto) a una pura esigenza fisiologica che genera felicità se non castrata o incanalata nella monogamia (questo dice il regista). Notevole da un punto di vista tecnico e artistico, sebbene non originale quanto potrebbe sembrare allo spettatore medio, Povere Creature! frulla horror, fantastico, erotico, filosofia, grottesco e fantascienza riuscendo a potare a termine un film solido. Sorprende che i bacchettoni di Hollywood non lo abbiano penalizzato, essendo un prodotto concettualmente molto più europeo che americano. Da non perdere per gli appassionati di contaminazioni tra fantastico ed erotico. 

  L'attrice Emma Stone,
candidata all'oscar e vincitrice del Golden Globe

 "E' l'obiettivo di tutti, fare progressi.

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