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venerdì 15 ottobre 2021

Recensione Narrativa: THE LANGOLIERS di Stephen King.

  
Autore: Stephen King.
Titolo Originale: The Langoliers.
Anno: 1990.
Genere:  Horror / Sci-fi.
Editore: Sperling & Kupfer.
Pagine: 320.
Prezzo: 11,00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

E non finisce mica il cielo (anche se manchi tu) cantava nel 1984 Mia Martini, un titolo che si adatta alla perfezione alla novella o, meglio ancora, al romanzo breve The Langoliers; opera pubblicata nel 1990 da Stephen King come prima dei quattro testi che formano l'antologia Four Past Midnight (“Quattro dopo Mezzanotte”).

Testo molto ampio, dal settembre 2018 dato alle stampe in via autonoma dalla Sperling & Kupfer (edizione da oltre trecento pagine, con una copertina che ricorda il finale de Alien 2 sulla Terra di Ciro Ippolito), in cui King piazza una storia degna erede degli episodi di Ai Confini della Realtà. Un soggetto che si inserisce in quello che potremmo definire l'orrore del volo. The Langoliers, pur se nella sua originalità, è figlio di racconti degli anni sessanta quali Nightmare at 20.000 Feet (“Incubo a 6.000 Metri”) di Richard Matheson e The Odyssey of Flight 33 (“L'Odissea del Volo 33”) di Rod Serling, per non parlare dei più vecchi The Horror of the Heights (“L'Orrore delle Altezze”, 1913) di Arthur C. Doyle e Gli Spettri dell'Aria di Leslie A. Lewis.

King, con la sua tradizionale cura per lo sviluppo dei personaggi e il conferire agli stessi una marcata caratterizzazione, delinea una struttura da point to point. Un gruppo ristretto di personaggi si ritrova superstite, di un maggior numero di passeggeri, del volo 29 che sorvola coast to coast gli Stati Uniti da Los Angeles a Boston. Durante l'attraversamento di quella che si pensa essere un'aurora boreale, i passeggeri ancora svegli scompaiono nel nulla, lasciando sull'aereo quanto di materiale abbiano con sé (portafogli, occhiali, gioielli, orologi, ma anche otturazioni, chiodi o placche ossee). Il mistero sembra non trovare soluzione, sebbene i superstiti, svegliati dalle grida di una ragazzina destatasi dal sonno, inizino a pensare di essere vittime di un esperimento militare condotto da un “ente governativo che opera dietro le quinte”. La realtà è ben più tragica. Nessuno risponde alla radio, inoltre la vista dai finestrini svela un mondo desolato in cui non si muove anima viva. Le scoperte portano a variare il luogo di sbarco. Viene scelta una destinazione più vicina così da poter agire con maggiore sicurezza. L'aereo atterra a Bangor, nel Maine, trovando una realtà totalmente cambiata. “Ci troviamo in un mondo che appare integro e ragionevolmente organizzato, ma anche quasi completamente esaurito. Non c'è più effervescenza nelle bibite... il cibo è insapore, l'aria inodore” dice un personaggio. Attorno all'aereo infatti regna la solitudine più estrema, una situazione che porta un finanziere, presente a bordo, a sbroccare e a trasformarsi in assassino, convinto che dietro a tutto vi siano i “langolieri”, ossia delle creature mitologiche, non troppo dissimili agli gnomi, di cui gli raccontava sempre il padre. Ha inizio un viaggio nel fantastico più puro, con delle creature che ricordando Pac-Man e che cancellano a colpi di morsi la realtà, trasformando la terra (ma non il cielo) in un buio cosmico in cui il tempo e persino l'alternanza tra il giorno e la notte sono stravolte. Il viaggio di ritorno, sulla medesima rotta tracciata all'andata, è l'unica via per tentare di ritornare nella dimensione che tutti noi conosciamo: quella della realtà.

 

E non finisce mica il cielo...
Dall'omonimo film tv tratto dal racconto.

Opera fortemente kinghiana. L'autore affronta la tematica dello spaziotempo, costituito da uno strappo aperto nel cielo all'interno del quale passa l'aereo, finendo in un mondo morto che rappresenta il passato e che per questo è in progressivo sgretolamento.

Non mancano alcuni dei personaggi più ricorrenti nella produzione dell'autore, ovvero un personaggio scrittore di gialli che si rivelerà fondamentale per il buon esito della vicenda e una piccola ragazzina dotata di poteri paranormali. Quest'ultima viene incarnata da un'adolescente dotata di una sensibilità tale da renderla detentrice di una seconda vista di valenza parapsicologica (sebbene indossi un paio di occhiali neri e sia cieca). È lei a intuire la presenza delle creature malefiche denominate “langolieri”, esseri simili a delle palle rotolanti divoratrici di materia che preannunciano la loro entrata in campo attraverso un progressivo rumore che ricorda l'alta tensione generata dal friggere elettrico dei pali che conducono l'elettricità. Non lesina poi la componente horror, con un uomo impazzito che si trasforma in serial killer e che subisce i peggiori pestaggi, tra ossa rotte e sangue che sprizza da naso e bocca. Il sense of wonder e il desiderio di sapere come andrà a finire accompagnano l'intero narrato, conferendo allo stesso un certo appeal. Non a caso The Langoliers è spesso ricordato tra le novelle più apprezzate di King.

Molte le citazioni contenute nel testo. Lo scrittore del Maine ricorda espressamente assi della sci-fi (catastrofica) quali Larry Niven, Robert Heinlein, John Christopher e John Wyndham; cita anche uno dei più celebri personaggi nati dalla penna di Sax Rohmer. Si legge infatti: “Ricordo ancora quando i lettori che si peritavano di considerarsi gente seria ridevano dei romanzi di Fu Manchu che scriveva Sax Rohmer. Li consideravano autentiche buffonate. Ora, grazie alla ricerca biologica e alla paranoia indotta da torbide sigle come CIA o DIA, vivono in un mondo che sembra uno degli incubi peggiori inventati da Sax Rohmer.

Al tempo stesso, però, sono numerose le ispirazioni che la novella ha saputo dare al decorrere degli anni. In una parte del testo si legge che i viaggi del tempo non sono idonei a impedire l'omicidio del presidente Kennedy. Nel 2011 King cambierà idea, sviluppando sulla questione il romanzo 22/11/'63. Sempre nel testo si fa riferimento all'eventualità che su un aereo siano caricati una serie di serpenti velenosi da liberare sui passeggeri durante il volo. L'idea confluirà nel 2006 nel film diretto da David R. Ellis intitolato Snakes on a Plane. Faranno peggio nel 2014 gli adattatori del romanzo scritto da Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins, autori negli anni novanta di Left Behind (“Gli Esclusi”) ossia una saga composta da sedici romanzi, che semplificheranno il testo riproponendo (nel film La Profezia interpretato da Nicholas Cage) l'idea di un aereo in cui, d'un tratto e durante il volo, scompaiono una serie di passeggeri lasciando dietro di sé quanto di materiale avevano al seguito.

Non manca infine l'adattamento per la televisione tratto direttamente dalla novella e affidato, nel 1995, alla regia di Tom Holland, regista a cui un anno dopo sarà conferita la regia anche de L'Occhio del Male (sempre da un romanzo di King).

The Langoliers è dunque un romanzo a tutti gli effetti, ben sviluppato e orchestrato in via corale da un complesso di personaggi tratteggiati con la consueta attenzione che svela la mano di Stephen King. Discreto anche l'epilogo, sebbene la parte migliore sia quella in cui vediamo l'aereo sorvolare un paese che viene cancellato alla maniera di un pennello che dipinge tutto di nero e asporta via la materia lasciando il mondo in balia del nulla.

 
Stephen King ai tempi della raccolta.
 
 "Mai mi sarei aspettato di finire coinvolto nel più grande mistero della stanza chiusa a chiave di tutti i tempi. Eppure è successo."
 

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