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lunedì 21 ottobre 2019

Recensione Narrativa: I VAMPIRI SONO FRA NOI di Frank Graegorius



Autore: Libero Samale (Sotto lo pseudonimo di Frank Graegorius).
Genere: Horror / Esoterico.
Anno: 1967.
Edizione: Editrice FARCA, collana I Racconti di Dracula, I Edizione, N. 96.
Pagine: 124.

TRAMA: Un noto psicanalista viennese, Graegorius von Hoellenstein, famoso per aver scritto un volume in cui teorizza l'esistenza degli “psiconi” - così da spiegare l'esistenza dell'anima - medita di vendicare la morte del figlio. Quest'ultimo, respinto in amore, ha infatti pensato di farsi saltare il cervello con un colpo di rivoltella per alleviare il dolore dovuto all'abbandono. Deciso a eseguire i suoi piani, Graegorius, armato di pistola e pronto a irrompere nell'abitazione della giovane, viene bloccato da un viandante che gli rivela di averne compreso i piani, sulla base della semplice osservazione delle sue condotte. Lo sconosciuto non ha tuttavia intenzione di denunciarlo, ma di proporgli un patto: uccidere la ragazza e con lei altre undici donne, ma in modo da aver garantita l'impunità. Come? Semplice, grazie a un grimorio e alla psicanalisi, utilizzando una cavia quale strumento di morte. I due stringono così un patto in odore di zolfo diabolico e, grazie a un mix di magia e ipnosi, riescono a uccidere persone agendo in una dimensione altrove, penetrando in una sorta di cimitero e al tempo stesso anagrafe ultraterrena da cui parte l'energia che tiene in vita tutte le persone del mondo. Un luogo cui accedere con la mente e agire inducendo la cavia ad abbeverarsi alla fonte della vita delle varie vittime designate. Spiegato il modus, i due entrano in relazione con un altro ragazzo vittima d'amore, salvato pochi attimi prima di impiccarsi. Convinto di esser vittima di un esaurimento nervoso, il giovane viene sottoposto alle ipnotiche sedute condotte da Graegorius von Hoellenstein dove si troverà, di volta in volta, al cospetto di una fontana collocata nei pressi di un albero e di una lapide, con inciso il nome della persona, che sormonta una fossa. Quando le varie persone muoiono lo zampillo si placa e l'albero secca, mentre una presenza ectoplasmatica scende sotto la fossa. L'ignaro paziente, chiamato a eseguire gli ordini impartitegli dallo psicanalista e assuefatto da un continuo tambureggiare, si accorgerà presto che le ragazze viste nel sogno moriranno nella vita di tutti i giorni di lì a poco dalle sue esperienze oniriche...

COMMENTO A CURA DI MATTEO MANCINI: 
Romanzo dalla grosse potenzialità, giustamente indicato con l'ideale titolo “La Fonte della Vita”, traduzione del tedesco Die Quelle vom Leben. Frank Graegorius modernizza la tematica legata al vampirismo, rendendola metaforica e incastonata in una moderna Vienna. Qua i vampiri non si muovono nella realtà, pur essendo tra noi, ma si dissetano in quella che potremmo definire la centrale elettrica da cui si diffonde la vita degli uomini.

Più che altrove, il bagaglio professionale dell'autore la fa da padrone, trattandosi di un'opera incentrata sulla psicanalisi e sull'ipnotismo, spesso presenti nelle opere del maestro ma mai centrali come in quest'opera. È curioso notare quanto Graegorius, che qua si autocita utilizzando un personaggio che si chiama come lo pseudonimo con cui è firmato il romanzo, sia avveniristico nella costruzione della base che funge da spunto iniziale. Tutto parte dall'idea di uno psicanalista, definito nel testo “il sacerdote di Freud”, che ha teorizzato una tesi secondo la quale “l'anima è formata di unità semplici e indivisibili di energia, veri quanta psichici da lui denominati psiconi ovvero atomi dell'anima, altrimenti detti unità di energia psichica.” L'anima altro non sarebbe che “l'insieme delle funzioni psichiche” e sarebbe formata da un insieme di psiconi. Questi ultimi “non avrebbero alcuna proprietà fisica nel senso della scienza contemporanea, ma sarebbero un ponte tra questo nostro mondo fisico e quello che gli occultisti chiamano mondo astrale.” Per mondo astrale si intende un luogo metafisico, legato agli studi teosofici, dove poi ascenderebbe, morto il fisico, l'anima delle persone. Secondo alcune religioni e alcuni esoterici, il mondo astrale potrebbe esser visitato coscientemente con il corpo astrale, attraverso pratiche esoteriche iniziatiche, durante il sogno e il sonno (cosa che succede nel romanzo). Ritorniamo però agli psiconi. Frank Graegorius attinge dagli studi del parapsicologo inglese Walter W. Carington, che definiva “psiconi” puri elementi psichici, contrapposti ai materiali, alla base delle sensazioni, delle immagini e delle idee. Molti anni dopo, nell'agosto del 1991, sul giornale La Repubblica uscirà un articolo, dedicato al premio Nobel per la medicina John Eccles, intitolato “LO SCIENZIATO CHE HA SCOPERTO L'ANIMA.” L'articolo parla espressamente del termine “psiconi”, assente sia sui dizionari che sulle enciclopedie dell'epoca, definendoli quali elementi costitutivi della mente in correlazione con gli elementi fisici facenti capo ai neuroni, così da formare i due mondi che costituiscono il cervello: quello fisico e quello mentale, in modo da sconfessare la tesi prioritaria secondo la quale “il mondo sarebbe totalmente riducibile a materia ed energia, a fenomeni fisici e chimici.” Secondo Eccles “il mondo mentale non solo sarebbe autonomo rispetto alla sua base materiale, ma la controllerebbe; inoltre il suo centro non sarebbe nei meccanismi fisici e chimici del cervello, ma nell'IO che non può che nascere in virtù di una creazione spirituale sovrannaturale. In altre parole la fonte della mente, dello spirito, dell'autocoscienza, dell'IO è una sola: Dio.” L'articolo viene firmato, curiosamente, da Franco Prattico, che i lettori de I Racconti di Dracula ricorderanno con lo pseudonimo di Morton Sidney, così da chiudere un curioso cerchio che dimostra quanto lo spunto di partenza del romanzo sia tutt'altro che abusato, oltre che a dare valore alla collana e ai suoi autori. Non solo Graegorius modernizza la tematica del vampiro, ma tenta di essere un antesignano confezionando quello che è, a tutti gli effetti, un vero e proprio romanzo esoterico (genere che in Italia in pochi sono stati capaci di confezionare). Purtroppo il notevole spunto di partenza cala alla distanza. Dopo i primi trequarti di narrato, il romanzo esaurisce la spinta innovativa, complice un schema di sviluppo un po' ripetitivo e una difficoltà a trovare una chiusura degna di nota. Così si fa riferimento alla LSD quale strumento alternativo alla magia; una sostanza che unita alla concentrazione, alla contemplazione e all'ipnotismo permette di accedere al mondo astrale allo scopo di ottenere “effetti sovrapponibili a quelli indicati dall'occultismo tradizionale.” La parte finale viene così a strutturarsi quale confronto tra parapsicologia e occultismo (e relativi rappresentanti), con una giustificazione di quanto andrà a verificarsi un po' becera (non ce ne voglia l'autore, ma attribuire doti trascendenti all'acido lisergico, piuttosto che allucinatorie e illusorie, ci pare troppo). Peccato, perché la costruzione del testo era molto ma molto buona. Così, pur se per vie diverse, avremo dei personaggi capaci di immergersi nel “mondo astrale”, una realtà ectoplasmatica ovvero “un mondo senza dimensioni e senza tempo. La desolata terra dei morti immersa in una luce crepuscolare”, che diventa teatro di incontro e di scontro tra uomini che, dal mondo materiale irrompono nello spirituale, vagano con l'intenzione di portare morte o protezione, a seconda degli obiettivi. L'interazione sul piano spirituale, ovvero inconscio, ha valenza su quello materiale e provoca incidenti, morti per malattie ed eventi all'apparenza dovuti al fato. Un'ipotesi alquanto sinistra e inquietante, ben sintetizzata dal quesito avanzato da uno dei protagonisti: “Credi che si possa uccidere a distanza, per maleficio, o stregoneria o che altro stramaledetto diavolo sia?” La risposta è si, ma attenzione al monito di Frank Graegorius, il dovuto ammonimento ai non iniziati che non tarda a manifestarsi: “Un cippo si drizzava al cospetto di quell'oceano desolato e recava un'iscrizione: Passeggero, davanti a te si stende il grande oceano Astrale, sulle cui onde galleggiò l'Arca della Salvezza, quando sulla terra fu sparsa la morte e la desolazione. Passeggero! Se non hai lo sguardo dei draghi, torna nel tuo mondo dei vivi, abbandona questo tenebroso universo privo di dimensioni.”

Penso che si possa dire che il romanzo abbia una chiave interpretativa che vada oltre la mera descrittiva, che si sostanzia nel superamento di una porta che immette in una sorta di aldilà (impropriamente definito nel testo l'Inferno) dove trovano sede le tombe dei morti e le fosse in attesa di ricevere gli spiriti di coloro che sono ancora vivi, in una sorta di cimitero allargato dai tratti fortemente onirici e intriso di nebbie e presenze sinistre (“Ombre e fantasmi passavano davanti a lui in lunghe file silenziose, si dissolvevano per poi ricomparire più vicino o più lontano”). L'autore, sul piano descrittivo, si conferma grande maestro. Da scrittore vicino a certi ambienti massonici, fa largo ricorso ai simboli (amuleti caratterizzati da stella a sei punte, clavicole di Salomone, simboli che rappresentano la c.d. anima inferiore, nomi che forniscono indizi sulla natura del personaggio, a esempio il nome Hoellenstein significa “pietra d'inferno”, dove la pietra è un simbolo per eccellenza in chiave simbolica per il contesto massonico), ma alla fine la sua è una lunga discesa nell'animo umano o, meglio ancora, nella mente umanaNon a caso, fin da subito, si scrive che “in fondo all'animo nostro, dove fermentano i semi della vita, si apre una portache conduce nel mondo dell'assurdità o della follia.” Più avanti la struttura su più livelli viene di nuovo a materializzarsi per mezzo di un palazzo, in cui ha sede l'ambulatorio dello psicanalista, strutturato su più piani. “Io la costringo a scendere nelle tenebre dell'inconscio e lei è salito più in alto di quanto avrebbe dovuto” protesta lo psicanalista nei confronti del suo paziente, quando questo sbaglia piano e finisce al piano superiore. Una parte altrimenti superflua, ma che viene ad acquisire valenza metaforica con la sua conformazione, alla stregua della mente, labirintica. “Ogni errore o dimenticanza, anche i più banali nella vita quotidiana, hanno un senso, un significato logico...Nulla, nell'anima dell'uomo, accade a vanvera.”
Romanzo da rivalutare nella produzione di Libero Samale.

2 commenti:

  1. Bellissimo, mi ha fatto riscoprire questo racconto

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    1. Ottimo... Le recensioni servono soprattutto a questo!!! Grazie per la lettura.

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