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sabato 20 settembre 2014

Recensione Saggi: LA MAGIA DELLA MENTE di Mariano Tomatis



Autore: Mariano Tomatis.
Genere: Saggio sulla storia del Mentalismo.
Anno: 2009. 
Editore: Sugarco Edizioni.
Pagine: 184.
Prezzo: 16,80 euro.

Commento di Matteo Mancini.
Volume molto divertente che traccia la storia evolutiva del mentalismo, e più in generale dell'illusionismo, dagli albori della nascita della civiltà umana fino ai giorni nostri. In altre parole siamo alle prese con una mini-enciclopedia, senza pretese di completezza, dedicata alle figure più importanti nel campo della magia da spettacolo. L'obietivo perseguito è quello di tracciare le tappe che hanno portato i prestigiatori e i mentalisti a perfezionare i loro trucchi, col fine di stupire e impressionare il pubblico ma anche di affascinarlo per condurlo in quella dimensione che si cela oltre la cortina della quotidianità.
L'autore del volume è un grande studioso della materia, già conosciuto per opere quali ROL Realtà o Leggenda (2003), nonché curatore di uno dei più interessanti blog italiani dedicati all'illusionismo (www.marianotomatis.it).

Mariano Tomatis.

Tomatis, dopo aver spiegato per sommi capi cosa si debba intendere per mentalismo (interessante la premessa di Raul Cremona), traccia un percorso che si dipana lungo le storie di dodici mentalisti, per un arco temporale che va dal XIII secolo A.C. ai giorni nostri. Si parte dall'egiziano Siosiri e dagli sciamani, per parlare del c.d. Book Test (ovvero l'arte di saper leggere all'interno di libri chiusi). Quindi si prosegue con i trucchi truffaldini messi in atto da Alessandro di Abonotico il quale, circa nel 200 D.C., praticava una sorta di book test evoluto, leggendo le domande che i clienti gli porgevano scritte in dei rotoli di pergamena chiusi e sigillati, scrivendo poi sotto di esse le risposte senza aprire (quanto meno apparentemente) la pergamena. Tomatis focalizza l'attenzione su questo personaggio per sottolineare l'importanza dell'ambiguità del linguaggio, vista come uno degli elementi chiave della comunicazione medianica, ma anche per snoccialare tutta una serie di trucchi che rendono "terrestri" certe gesta che potrebbero sembrare inspiegabili. 

Si salta poi nel 1500 con due autori, Luca Pacioli e Reginald Scot, ricordati per aver dato vita a dei saggi pionieristici che faranno scuola. Il primo (De Viribus Quantitatis) incentrato sui giochi matematici, con una serie di tecniche (aritmetiche) da utilizzare per indovinare il numero pensato da una persona; il secondo (The Discovery of Witchcraft) concentrato sulle carte da gioco da utilizzarsi quali strumenti per realizzare giochi di prestigio, ma soprattutto realizzato allo scopo di ammonire le potenziali prede di affabulatori e briganti fornendo dati e tecniche per smascherare i truffatori e anticiparne trucchi. "Se giochi contro dei forestieri, sta' in guardia da quelli che sembrano più ingenui o ubriachi; perché sotto quell'aspetto si nascondono i più abili ingannatori, e mentre ti può sembrare che la loro ingenuità o le loro condizioni rendano più semplice per te la sfida, il più delle volte verrai comunque sconfitto."

Un altro studioso interessato alla stesura di saggi, su cui Tomatis ritiene di doversi soffermare, è John Wilkins. Wilkins è il primo a scrivere un saggio (Mercury or the Secret and Swift Messenger) dove si parla della possibilità di dare vita a un linguaggio codificato sfruttando suoni, movimenti corporei e gesti comuni. Tecniche che saranno poi utilizzate dagli illusionisti per compiere giochi di lettura del pensiero altrui, usando complici celati in mezzo al pubblico e in comunicazione diretta con loro.

Je suis le cinq... Gustavo Rol.

Nella seconda parte del volume entrano in campo gli illusionisti veri e propri. Abbiamo il francese Jean Eugene Robert-Houdin, presentato da Tomatis quale fondatore del numero della c.d. seconda vista, giustificata come prova degli effetti del magnetismo e del mesmerismo; quindi Theodore Annemann, venditore e mentalista specializzato nelle frasi a doppio senso, convinto dell'importanza dell'atmosfera e del contorno generale all'interno del quale compiere i giochi di prestigio ("I medium professionisti sono dei veri e propri studiosi di psicologia ai massimi livelli; i prestigiatori sono abili con le mani, ma i medium lo sono con il cervello"); Joseph Dunninger da ricordare per aver sdoganato la magia mentale negli spettacoli radiofonici; il nostro Gustavo Rol, con la presunta legge che lega il colore verde, la quinta musicale e il calore; e poi ancora il polacco Chan Canasta, fondatore della c.d. psicomagia presentata direttamente in spettacoli televisivi dall'alto rischio oltre che autore de The Book of Oopses (libro sperimentale in grado di far la parte di chi legge nel pensiero del lettore), fino ai contemporani Uri Geller Max Maven. 

Siamo quindi alle prese con un volume utilissimo come "bussola orientativa" per chi intenda avvicinarsi alla storia dell'illusionismo. Tomatis infatti offre una discreta gamma di titoli da recuperare, in più rivela aneddoti e qualche trucchetto che rende assai piacevole la lettura. Lo stile è sobrio, asciutto e scorrevole. Presenti qualche raffigurazione e foto, così come citazioni proprie di illusionisti non trattati e spunti di riflessione di un certo interesse.

Chiudo con una frase di Raul Cremona riportata in prefazione: "Se il mago classico può mettere in una scatola un coniglio per poi farlo sparire, il lavoro del mentalista consiste nell'ottenere lo stesso effetto semplicemente evocandolo nell'immaginazione del pubblico, attraverso l'arte dell'affabulazione e della presentazione".

Raul Cremona.

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