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sabato 29 dicembre 2012

Recensione Saggistica: IL MIO NOME è CHE GUEVARA (Alejandro Torreguitart Ruiz)




Autore: Alejandro Torreguitart Ruiz
Anno: 2009
Edizioni: A. Car
Pagine: 252
Prezzo: 15,00 euro

Commento Matteo Mancini

Ottimo volume scritto dal cubano Alejandro Torreguitart Ruiz (scrittore in dissidio con il regime castrista e di solito impegnato in narrativa, di lui ricordo l'antologia fantastica "Mister Hyde all'Avana" edita da Il Foglio), presentato e tradotto da Gordiano Lupi per le Edizioni A.Car (il libro è disponibile per l'acquisto anche presso le Edizioni Il Foglio).
Si tratta di un volume storico/biografico che, per fortuna, abbandona le tentazioni politiche per tracciare un completo profilo del Comandante Ernesto Guevara, meglio conosciuto come il “Che” (nomignolo affibbiatogli dai cubani per un suo intercalare tipicamente argentino), ma anche della genesi e dell'evoluzione della rivoluzione cubana e dei vari focolai rivoluzionari dell'epoca sia in America latina che in Africa.

Torreguitart parla della giovinezza turbolenta di Guevara e del suo iniziale disinteresse per la politica fino ai viaggi in motocicletta che lo portarono a contatto con la povertà figlia dell'egemonia capitalistica.
A poco a poco si passa agli scontri in Guatemala fino all'esperienza in Messico e da questa ai preparativi per la rivoluzione a Cuba contro Batista, un tiranno corrotto piegato ai voleri della malavita statunitense, da cui partire in vista di una rivoluzione su larga scala che il "Che" non riuscirà mai a portare a termine. M
Molteplici i riferimenti alle varie dittature caraibiche e soprattutto all'influenza esercitata dalla CIA e dal KGB sui vari stati del terzo mondo.

Ne viene fuori un volume ben scritto, anche se ci sono alcuni refusi dovuti all'impaginazione (niente di che, sia chiaro). L'unico appunto può essere mosso su una certa ripetitività di alcuni concetti la quale, tuttavia, è senz'altro utile a fissare certi aspetti nella testa dei meno attenti.
Notevole il profilo che Torreguitart traccia, nel corso dell'opera, del “Che”, parlando sia della sua vita privata sia di quella pubblica. L'autore cerca di raccontare il tutto fedelmente senza farsi influenzare da idee politiche pro o contro la figura del rivoluzionario. Ne emerge il profilo di un uomo forte, coerente fino all'estremo per la difesa dei suoi ideali (riscatto dei più poveri, ridistribuzione equa delle risorse, alfabetizzazione dei ceti meno abbienti, accesso all'universita dei ragazzi di colore, lotta all'imperialismo e all'individualismo), ma anche duro e implacabile a danno dei traditori, dei disertori e degli stupratori, nonché dei collaboratori del governo di Batista (trucidati dopo processi sommari per crimini di guerra). Nulla sembrava in grado di fermare il “Che” neppure una terribile asma che lo rendeva schiavo delle medicine fin dall'infanzia. Lui andava avanti come un bulldozer, contro tutto e contro tutti (compresa l'Unione Sovietica che ebbe il coraggio di accusare di complicità con l'imperialismo a causa di una politica economica non adatta allo sviluppo delle nazioni povere, oltre che a evidenziarne la mediocrità dei prodotti e il lusso degli ufficiali del Cremlino che contrastava con le condizioni di vita di un sovietico medio). Aspetti che lo portarono a essere isolato dai moderati (che lui vedeva come un male perché propensi al tradimento in quanto sempre disposti a stringere compromessi), ma anche da chi era a caccia di risultati ben diversi dall'affermazione di un ideale. Per il "Che" tutto questo era assurdo, ciò che contava per lui era un qualcosa di ben più profondo di un ragionamento di carattertere materialistico, qualcosa da perseguire fino ad accettare rischi catastrofici come il possibile scoppio di una terza guerra mondiale che, a suo dire, avrebbe potuto sovvertire l'egemonia imperialista e riscattare i più poveri instaurando una società più giusta. Il “Che” finì con il condannare tutti i regimi comunisti presenti all'epoca, vedendo solo con una velata simpatia le influenze maoiste.

Torreguitart spiega bene le ragioni che stanno alla base delle crudeltà praticate dal "Che" e che trovano risposta nell'esperienza maturata dal Comandante in altre rivoluzioni.
Nonostante tutto non è sbagliato ritenere il “Che” un simbolo di giustizia e di riscatto, anche se perseguito a caro prezzo. "Solo la rivoluzione può condurre a un mondo dove non ci siano più sopraffazioni" era il suo pensiero più ricorrente. In altre parole, forse rischiando di scrivere un'eresia, si potrebbe individuare nel “Che” una matrice comune a quella di Gesù, ma sviluppata in modo diametralmente opposto. Laddove Gesù contava di operare una rivoluzione con un metodo pacifico e per questo spiazzante, il “Che” lo voleva fare a colpi di canna di fucile. Emblematiche, al riguardo, le foto che ritraggono il guerrigliero morto in Bolivia e sdraiato su una barella con barba e capelli folti. “Sembra Gesù” mormorarono in molti, suore comprese.

Ma chi era il “Che”? Era un giovane laureato in medicina, amante dei viaggi, del rugby, della letteratura e della poesia (era un lettore e studioso vorace). Scrisse persino testi di svariata natura, dalla filosofia alla poesia fino a volumi incentrati sulla guerriglia, per non parlare del taccuino che portava sempre con sé e in cui riportava idee, aforismi e appunti.
Era dotato di un carattere schivo, solitario, refrattario alle feste. Al tempo stesso era spavaldo, riluttante alla disciplina, non incline ai compromessi, con una caparbietà rara da riscontrare. Non aveva mai mezze parole, odiava il modo di fare diplomatico, per questo era diretto, sincero, per nulla interessato ai calcoli e alle convenienze personali. Durissimo con sé e con gli altri (è ricordato per il suo essere troppo moralista e per aver l'abitudine di sparare sentenze in modo eccessivo e maleducato), sospettoso verso chi gli facesse un favore e poco incline alle battute, pretendeva il massimo dai suoi uomini e come contropartita forgiava il carattere dei fedelissimi divenendo per gli stessi una guida quasi mistica. Il suo integralismo era talmente elevato da vivere con modeste somme di denaro e pretendere che i suoi cari facessero altrettanto, perché i soldi dovevano servire per la rivoluzione e loro dovevano dare l'esempio degli ottimi rivoluzionari, essere dei simboli da emulare per la gente comune. “Povero ma onesto” era ciò che era solito dire a chi gli chiedesse spiegazioni dei suoi comportamenti incomprensibili ed esagerati sotto il profilo materiale. Per il “Che” lo spirito di sacrificio per il perseguimento dell'obiettivo finale era massimo fino a ripudiare la vita civile (nonostante questo si sposò due volte ed ebbe cinque figli). Per tali motivi era lui stesso a scendere in prima linea nelle battaglie, ad avventurarsi in imprese suicidiarie (Congo e Bolivia dove si recò sotto falso nome e con travestimenti vari per non farsi riconoscere dal nemico) da compiere per meri fini idealisti e senza considerare le risorse a disposizione. Notorio anche il suo impegno con ritmi stakanovisti nell'assolvere gli incarichi burocratici che ricopriva sottraendo il tempo alla famiglia. Al “Che” non interessava il potere e neppure i soldi, voleva solo imporre un'idea per riscattare dall'oppressione il terzo mondo.

Torreguitart parla anche dei “difetti”. Della riottosità del “Che” nel lavarsi, tanto che la sua abitudine a girare con vestiti lerci, fuori moda e completamente disordinati portò alcuni amici a chiamarlo “El Chancho” cioè “Il Maiale”. Ampie parti sono poi dedicate alla violenza messa in atto dal Comandante per reprimere e scongiurare altra violenza. Questo non deve però far pensare a un "Che" sanguinario senza regole. Guevara era capace di apprezzare i nemici che si battevano in modo onesto al punto da soccorrerli a fine battaglia e a evitare che venissero uccisi dai compagni di lotta. Utilizzava i metodi brutali solo a danno di categorie di soggetti ben determinate, per le quali non nutriva nessuna pietà.

L'occasione di parlare di Che Guevara permette a Torreguitart di parlare a lungo anche di Batista e soprattutto di Fidel Castro, personaggio assai diverso dall'argentino. Il ritratto di Castro è quello di un abile opportunista che cavalca la situazione e utilizza personaggi di spicco per perseguire il meglio. Castro è però inizialmente una guida per il “Che”, utile a dosarne l'impeto e a trattenerlo entro certi binari, perché il “Che” era una vera e propria furia che si lanciava in pericoli senza battere ciglio con spirito fatalista e sempre disposto a esprimere le proprie idee anche quando ciò era inopportuno.

"Il mio nome è Che Guevara" è quindi un volume avvincente, un tuffo nella storia, che si dipana lungo le sue 252 pagine senza pause e senza foto e che vale sicuramente l'acquisto a prescindere dalle idee politiche perché con Che Guevara si sconfina in qualcosa che sta ben oltre alla politica.

Chiudo riportando le frasi con cui Torreguitart si congeda dai suoi lettori parlando del "Che":
"Che Guevara è stato un grande uomo, simbolo romantico di chi lotta per un ideale, un personaggio di statura mistica, spesso arrogante e ingenuo, forse sin troppo idealista. Non ha mai ricevuto dagli altri quello che si aspettava perché forse pretendeva l'impossibile, quello che soltanto lui era capace di tirare fuori da una grande forza di volontà. Naturale che sia diventata un'icona dei giovani che lottano per cambiare il mondo, meno naturale vedere il suo volto alle sfilate dei pacifisti.
Il Che ha sconfitto la morte e resta eterna immagine di lotta giovanile, sguardo risoluto e indignato di chi sente dentro di sé tutte le ingiustizie del mondo come fossero proprie.
"

41 commenti:

  1. Buongiorno.
    Ho letto la recensione di questo libro che ho da poco finito.
    Per quanto mi riguarda, ho l'impressione che l'autore abbia scritto più per i cubani, per i quali il Che è una figura quasi mistica, che per un lettore che già conosce le vicende.
    Basta leggere Taibo, Anderson o Castaneda per avere tratteggiata l'immagine di un uomo "completo", non di un astrattismo. Per esempio, anche Ruiz riconosce, pur nella durezza della situazione, che i giustiziati dal o per ordine del Che erano davvero spie o traditori: eppure questi fatti in particolare vengono descritti come se fossero una "scoperta". Forse, appunto, una scoperta per lettori del tutto digiuni della storia del Comandante.
    In più, certe informazioni buttate lì non hanno una base (almeno il testo che ho io manca del tutto di bibliografia: anche se è una sorta di "narrazione romanzata", rimane comunque un testo di base storica, quindi qualcosa in più dovrebbe esserci, in termini di fonti): il Che disprezzava donne ed omosessuali? Dalle molte letture sul e del Che al mio attivo, non mi risulta che il Che si sia mai posto il problema degli omosessuali e le citate UMAP furono attivate dal 1965 quando lui non era più a Cuba; lo stesso per quanto riguarda le donne, del cui ruolo nella rivoluzione il Che parla in modo lusinghiero (ad un'assemblea con gli operai cubani nella capitale: ne riporta il testo Tiziana Barillà in Don Quijote de la Realidad).
    Anche le parole pronunciate dal Che in occasione della Tricontinentale, per quanto durissime,vengono esasperate e decontestualizzate.
    D'altra parte, è innegabile che tutto sommato la descrizione del Che ne esce in modo positivo (sono divertenti le descrizioni del Che poeta e del Che "potenziale redattore"), però il libro è da leggere senza dargli troppe pretese storiche e soprattutto ricollocando almeno certi fatti in un contesto più documentato.
    saluti,
    ilaria

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  2. Beh, questi commenti li deve fare all'autore... se ha scritto certe cose dovrà darne di conto...

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  3. Signora ILARIA... a proposito degli omosessuali, legga questo articolo. http://www.gliscritti.it/blog/entry/3425

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  4. "Il Che disprezzava donne ed omosessuali? Dalle molte letture sul e del Che al mio attivo, non mi risulta che il Che si sia mai posto il problema degli omosessuali" COME VEDE la REALTà PROBABILMENTE è diversa da quella prefigurata da certi correnti politiche.

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  5. Be', ho ritenuto semplicemente di riportare il mio pensiero sul libro, non pensavo fosse un problema.
    Può darsi che la realtà sia diversa da certe correnti politiche, da tutte, immagino.
    La questione degli omosessuali si ricollega alla questione più ampia delle esecuzioni capitali, ma della discriminazione degli omosessuali non c'è traccia nè in Castaneda, nè in Taibo, nè in Anderson e nessuno di loro, sp Castaneda e Taibo, sono di parte, in quanto riportano aspetti positivi e negativi del Che, non ne fanno un santo, anzi.
    Può essere interessante anche l'articolo di Anderson, sp la prima parte, sulle presunte esecuzioni di "innocenti".
    Riporto:
    Mr. Jon Lee Anderson, author of “Che Guevara: A Revolutionary Life,” responds:

    In his characterization of Che Guevara, Mr. Ravelo makes a number of sweeping and emotional assertions which are historically unsound.

    For instance, he says that Che was “the executioner of innocents all the way from the Sierra Maestra to the Cabana prison.” To this I must point out that, while Che did indeed execute people [an episode I have gone into at length in my book] I have yet to find a single credible source pointing to a case where Che executed ‘an innocent’. Those persons executed by Guevara or on his orders were condemned for the usual crimes punishable by death at times of war or in its aftermath: desertion, treason or crimes such as rape, torture or murder. I should add that my research spanned five years, and included anti-Castro Cubans among the Cuban-American exile community in Miami and elsewhere.

    http://www.pbs.org/newshour/updates/latin_america-july-dec97-guevara_11-20/

    saluti

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  6. Scusi...volevo scrivere "nessuno di loro, sp Castaneda e Anderson, sono di parte"

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  7. Come vede però, se cerca specificatamente, trova anche altre notizie...

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  8. Signora ILARIA... legga qua http://www.qelsi.it/2014/che-guevara-organizzo-il-primo-campo-di-concentramento-per-gay/

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  9. Quando fa le ricerche, oltre a leggere i libri, si informi anche sul resto... così da avere una chiave di lettura a 360 gradi e poi intavolare discussioni... basta andare sui motori di ricerca.

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  10. questa la sua frase iniziale: ""Il Che disprezzava donne ed omosessuali? Dalle molte letture sul e del Che al mio attivo, non mi risulta che il Che si sia mai posto il problema degli omosessuali"

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  11. Altri link per mostrarle come quello che ha scritto l'autore sia tutt'altro che infondato.
    Questo reportage penso che lo conoscerà...
    http://lucascialo.altervista.org/quando-fidel-castro-e-che-guevara/

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  12. Buongiorno.
    Grazie per le segnalazioni. Le conoscevo già, per questo mi sono permessa di esprimere il mio parere.
    Rimango dell'idea che, per poter esprimere un'opinione, le fonti siano importanti.
    La prima testimonianza sul Che assassino a sangue freddo del ragazzino è la traduzione da un articolo scritto sul sito di un esule a Miami il cui nonno (abbia pazienza, vado a memoria) era un ufficiale batistiano. Va benissimo "essere contro", ma nell'articolo non si riportano informazioni fondamentali per capire la storia. Chi era tutta quella gente imprigionata? Tutti omosessuali? Lo si potrebbe supporre da quanto dice l'autrice dell'intervista, ma non è detto. Perchè il padre del ragazzino viene fucilato? Dove sono tutti?
    Non mi fraintenda, non voglio giustificare, ma quando leggo una notizia vorrei che si dessero le informazioni necessarie, altrimenti la può dire chiunque.
    Per quanto riguarda Massimo Caprara, come "teste" non mi pare troppo affidabile, avendo cambiato posizioni politiche un discreto numero di volte e , per quanto cambiare idea sia legittimo, farlo troppe volte non dà garanzie di credibilità.
    Comunque, sono tutti articoli che ben conoscevo e dei quali diffido non solo in base a ciò che ho letto, di storicamente fondato, ma anche per il modo stesso in cui sono scritti. Questi articoli che descrivono il Che come un "macellaio", un "assassino", un "abominevole figuro" suonano fasulli tanto quanto le descrizioni del Che che ne fanno un "eroe purissimo senza macchia".
    Le due facce della stessa medaglia, solo che coloro che credono nella seconda versione sono accusati di essere "accecati" dalla ideologia politica (ovviamente comunista).
    La stessa cosa, però, accade a quanti credono nella prima versione, soltanto che sono "accecati" dalla ideologia politica opposta.
    Per questo, continuo a pensare che sia necessario far riferimento a testi con fondamento storico che , tra l'altro, non si rifanno soltanto a documenti, ma hanno fonti umane, testimonianze e anni di ricerche alle spalle.
    saluti

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  13. Buon giorno a tutti. Il mio nome è Roberta, ho letto attentamente il topic e le varie risposte. Devo constatare nel leggere tutto quello che ha scritto la signora Ilaria che si tratta di una persona molto attenta, che va a fondo nella ricerca della realtà e della verità, prendendo la sua posizione dopo aver letto, e aver svolto una miriade di ricerche sul Che, leggendo naturalmente anche le varie calunnie su di lui che girano senza capo e nè coda, mi rivedo molto in lei.

    Mi trovo perciò in disaccordo con moltissime affermazioni di lei signor giurista81, mi fa anche sorridere il fatto che dopo aver postato certi link diffamatori sul Che, lei dichiara che la realtà è probabilmente diversa da quella prefigurata da certi correnti politiche. Si capisce benissimo lei a quali correnti politiche appartiene, lei ha un disprezzo del Che, a prescindere, lo si capisce dalle parole che usa, dai vari link negativi che posta reputandoli la realtà dei fatti perciò la verità.

    Anch' io potrei mettere milioni di link che smentiscono quelli che ha postato lei.

    Le persone o almeno la maggior parte delle persone che amano come me il Che hanno letto di tutto e di più su di lui, non si preoccupi lo conosciamo a 360°, e abbiamo letto anche gli articoli diffamatori, perchè di questo si tratta.

    Siamo anche degli attenti osservatori, non ci sfugge proprio niente, e se siamo portavoce di certi valori in teoria e in pratica non avremo mai preso ad esempio un uomo senza conoscerlo a 360° gradi e che fosse il contrario di quello per cui lo eleviamo, non siamo di certo stupidi.

    Dovrebbe leggere e informarsi meglio lei perchè si intuisce che ha una conoscenza sul Che molto superficiale anche su cose molto elementari, aggiungo inoltre che il suo pensiero a mio avviso e sò di non sbagliarmi è legata alla sua corrente politica, che disprezza e tenta di demonizzare chi la pensa diversamente da lei.

    Hasta la Victoria Siempre



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  14. Signora ROBERTA... se legge il testo della recensione non mi sembra che io utilizzi dei termini DISPREGIATIVI nei confronti del CHE... tutt'altro... LEGGA BENE... invece di fare manipolazione

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  15. Numero 2. Se cerca le miei idee politiche vedrà che io RIFIUTO GLI SCHIERAMENTI POLITICI... faccia un giro sul blog, signora ROBERTA, che come vedrà è piuttostoa articolato... e vedrà che io non mi esprimo mai per CORRENTE POLITICA... ma lavoro su CONCETTI.

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  16. Qui siamo partiti da una frase di ILARIA che ho evidenziato due volte e che a CUBA viene, da alcuni autori evidentemente, ribadita...

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  17. Io non sono uno studioso del CHE... mi interessano i profili psicologici, poco quelli politici... Il CHE mi piace per essere un estremo... uno che va in prima linea, che non si tira indietro né manda i rappresentanti. Inoltre sono abituato ad analizzare le persone e i fatti punto per punto, e a prendere quello di buono che c'è. Si trovano aspetti illuminanti anche nelle persone più tenebrose partorite dal genere umano, seppur in piccoli pertugi... Quindi quando viene a parlare qua, SIGNORA ROBERTA, lasci stare le correnti politiche che non sono ben accette... qualunque esse siano!

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  18. La POLITICA divide le persone spesso e volentieri anche quando queste hanno interessi comuni... sembra un paradosso ma è proprio così.

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  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  20. Come vede questo passaggio: moderati (che lui vedeva come un male perché propensi al tradimento in quanto sempre disposti a stringere compromessi)

    E' un elogio che il recensore, cioè il sottoscritto, fa al CHE... ma mi sembra che il politichese abbia fatto tappa qua sul blog. E mi riferisco all'intervento, in chiamata di rappresentanza, della signora ROBERTA...

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  21. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  22. E cmq SIGNORA ROBERTA... dato che si definisce un'ottima OSSERVATRICE e spara sentenze... vedrà che ho citato il CHE anche in uno dei miei ultimi racconti che è inserito nell'antologia I BASTARDI SENZA STORIA, da me curata, e il racconto si intitolata BASTARDI SENZA BANDIERA, proprio a sottolineare l'assenza di un credo codificato... veda di non offendere quindi, anche se non era sua intenzione.

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  23. La superficialità poi, in ogni caso non è mia, ma di chi mette in giro certe voci che, in quanto tali, fanno sorgere dubbi e mettono in discussione quella frase che, per ben due volte, ho riportato tra virgolette riprendendola dal primo internvento della signora ILARIA... Ma se vogliamo manipolare... prego... Per ogni vertenza relativa al testo, contattate l'autore, non chi lo commenta.

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  24. FRASE DI RIFERIMENTO su cui è nata tutta la discussione di cui sopra, la ripeto per la TERZA VOLTA

    "Il Che disprezzava donne ed omosessuali? Dalle molte letture sul e del Che al mio attivo, non mi risulta che il Che si sia mai posto il problema degli omosessuali"...

    Allora, io non faccio il procuratore che va a CUBA a fare indagini, ma ho letto svariati AUTORI sottolineare i fatti di cui ai LINK e di cui al volume in questione... Quindi se uno mi viene a dire, uno studioso del CHE, che non gli risulta che si interessasse a certi soggetti, mi viene a me da ridere... perché da l'impressione di ignorare tutta una certa critica, ivi compresa quella cubana (parte, ovviamente). A me della politica poco importa... ORA VE LO RIBADISCO.

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  25. Inoltre, SIGNORA ROBERTA che è un'attenta OSSERVATRICE, le faccio notare che la pagina in cui è intervenuta è relativa alla RECENSIONE DI UN LIBRO, non a mio articolo o un mio saggio sulla figura di CHE GUEVARA...

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  26. E infine, per chiudere tutta questa discussione, secondo voi se avessi voluto demonizzare la figura di CHE GUEVARA o se fossi stato di un'altra corrente politica, come dice la SIGNORA ROBERTA, mi sarei interessato a comprare un libro e a dedicare una recensione al personaggio CHE GUEVARA?
    Spero di esser stato chiaro.

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  27. SIGNORA ROBERTA... Se poi legge la mia recensione, che deduco non ha neppur letto giungendo in supporto di Ilaria, vedrà come io avessi omesso del tutto di parlare dei campi di concentramento nel mio commento... Ma dato che lei OSSERVA TUTTO... avrà sicuramente notato

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  28. Buona domenica a tutti. Signor giurista 81 anche se non c' è bisogno le giuro su ciò che ho più caro che io prima di scrivere sul suo blog ho letto ed attentamente la sua recensione sul libro Il mio nome è Che Guevara di Alejandro Torreguitart Ruiz.

    E sono intervenuta per difendere la figura del Che, e leggendo ciò che segue capirà il perchè. Premetto inoltre che io non faccio manipolazione, odio i manipolatori, non credo di averla offesa in alcun modo, se si è sentito offeso per qualcosa le chiedo scusa, inoltre non traggo sentenze, ma traggo le mie conclusioni su ciò che vedo e leggo e in questo caso su ciò che lei ha scritto, se poi lei pensa che faccio manipolazione e che sparo sentenze, si sbaglia ma è libero di pensarla così, più di dirle che non è così altro non credo che posso dirle. Aggiungo che è la prima persona in 33 anni della mia vita che mi definisce così.

    Leggendo la sua recensione sul libro arrivo alla conclusione che la sua visione sulla figura del Che non è negativa anzi, e questo non può che farmi piacere, ma tutto questo a mio avviso decade quando in risposta alla signora Ilaria posta certi link esempio riguardo agli omosessuali, e ciò che segue le riporto le sue parole : COME VEDE la REALTà PROBABILMENTE è diversa da quella prefigurata da certi correnti politiche.
    Con questa frase a mio avviso lei considera vero ed attendibile ciò che questo articolo pieno di menzogne e calunnie riporta, se poi ho capito male ciò che lei intendeva sarò felice di essermi sbagliata, ma io ho capito che approvava ciò che c' è scritto su questo articolo e anche gli altri dei vari link che ha postato.

    E' sempre lei che in quella frase parla di certe correnti politiche... come se chi amasse il Che si sia fatto influenzare da certe correnti politiche e per giusta che su di lui abbiano costruito una verità diversa dalla realtà. Per quanto mi riguarda personalmente le posso assicurare che io riguardo al Che non mi sono fatta influenzare da nessuna corrente politica, anche perchè essendo italiana e perciò per non andare altrove parlo dei politici italiani nessuno è degno neanche di pronunciare il suo nome.

    Il fatto che poi una persona acquisti un il libro su una data persona e scriva una recensione non vuol dire che ne ha stima, questo lo dico in senso generale, nella mia libreria ho libri di persone di cui non condivido il pensiero, e mi capita spesso di parlarne, li ho acquistati per averne una maggiore conoscenza.

    Per finire inoltre la politica deve interessare o dovrebbe interessare a tutti dal momento che viviamo in una società e molte scelte della nostra vita nel bene e nel male, direttamente o indirettamente, sono dettata da scelte di chi sta al potere.

    Ho dato uno sguardo veloce perchè ora devo staccare ma non ho trovato il suo racconto i Bastardi senza patria, in un altro momento cercherò meglio.

    Buona domenica a tutti.

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  29. Io non definisco lei così, ma il suo intervento di cui sopra... come al solito io non ho scritto "senza patria" ma "senza bandiera". Se va a cercare sui motori di ricerca troverà che I BASTARDI SENZA STORIA, da me curato e con all'interno un mio racconto, è un'antologia dedicata a una persona scomparsa.. e non faccia confusione con il testo del GENTILI. Ma lei che è un'osservatrice, certe cose non sfuggono.

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  30. LA REALTà è PROBABILMENTE DIVERSA DA QUELLA MANIFESTATA DA CERTE CORRENTI POLITICHE... certo, perché il CHE non è certo un rivoluzionario pacifista... E poi se girano certe voci è corretto andarle a verificare e non dire "non mi risulta che"... se girano le voci, che solitamente non sono mai del tutto false, probabilmente la realtà è diversa dalla leggenda che poi si crea attorno a certi personaggi.

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  31. Io non credo vero e attendibile... credo che sia possibile. Per abitudine, come facevano i sofisti, io posso ritenere possibile qualunque cosa... è un modo per non restare mai delusi nella vita... poi si va a verificare, se possibile.

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  32. Io non ho detto: IL CHE FACEVA QUESTO E QUELL'ALTRO... ma ho detto, dato che si citava l'assenza di fonti, che: TIZIO, CAIO, SEMPRONIO E GAIO GRACCO, che avranno fatto delle ricerche, DICONO...

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  33. "per non andare altrove parlo dei politici italiani nessuno è degno neanche di pronunciare il suo nome."

    Su questo siamo d'accordo.

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  34. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  35. "Per finire inoltre la politica deve interessare o dovrebbe interessare a tutti dal momento che viviamo in una società e molte scelte della nostra vita nel bene e nel male, direttamente o indirettamente, sono dettata da scelte di chi sta al potere."

    Su questo le rivelo un aneddoto personale. Quando andavo alle superiori, quindi quando avevo 15-16 anni, mi chiedevo, per le stesse ragioni che lei ha sottolineato nel virgolettato, perché ci fossero adulti che si disinteressavano completamente della politica. Crescendo, poi, ho capito...

    Nel film "Giù la Testa", c'è un bel passaggio relativo a questo punto, che raggiunge nel suo apice quando James Coburn, rivoluzionario dell'IRISH REPUBLIC ARMY, dopo aver sentito il monologo del semplicione messicano (che dice una grande verità) getta nel fango un volume... quel volume è di Bakunin (portatore di un'ideale cui tendere ma purtroppo utopico per svariati ragioni che vanno dalla natura dell'uomo, Hobbes insegna, a quella dei poteri forti sempre presenti e sempre orientati a tirare i fili delle marionette).

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  36. Buongiorno, giurista81.
    Vista tutta l'acrimonia che ho causato (le assicuro, senza volerlo) postando il mio commento, le garantisco che questo sarà il mio ultimo post sul suo blog.

    Quando dico "non mi risulta che", è certo una mia opinione personale, ma non è un'invenzione, è un'opinione derivata da quanto dicono i biografi del Che (li ricito, per esattezza: Taibo, Anderson, Castaneda, Cormier),altri autori non biografi ma che hanno scritto su di lui e dalle letture stesse degli scritti di Che Guevara.
    Anch'io ammetto che tutto sia possibile, poi vado a verificare e mi faccio una mia opinione, ma è chiaro che, relativamente alla questione che lei ha citato, quella delle persecuzioni degli omosessuali, degli assassinii a sangue freddo, la mia opinione diverge dalla sua.
    Lei ammette di nutrire per il Che una certa stima, ma questo mi stupisce. Mi chiedo come sia possibile avere una qualche ammirazione per un uomo che, in base agli articoli a cui ha fatto riferimento, è semplicemente un mostro. Lei dice che le piace "perchè è estremo". La storia è piena di personaggi estremi, ma l'essere estremisti non è di per sè una particolare qualità per cui essere ammirati, è un dato del carattere che si può applicare, con risultati ben diversi, a Hitler e a San Francesco.
    Ha ragione nel dire che intorno al Che si è creata una "leggenda", ma la visione che si ora di Che Guevara (a meno che davvero non si sia "accecati" in un senso o nell'altro) non mi sembra così edulcorata. Per questo motivo ho scritto che il libro di Ruiz mi pare più rivolto a un pubblico cubano (che ancora studia il Che come un "puro eroe senza macchia") che non a chi ha accesso ad altre fonti: tutti, che si interessano un pochino alla faccenda, conoscono (solo qualche esempio)la vicenda di Chico Osorio, di Eutimio Guerra, della Cabana.Per quanto mi riguarda, non metto in dubbio la durezza di Che Guevara nel perseguire i suoi ideali rivoluzionari, il fatto che avesse giustiziato e fatto giustiziare,che credesse (a torto o a ragione) che il fine giustifica i mezzi... ma un altro conto è credere al ritratto che ne viene fuori dagli articoli che lei ha citato: un assassino senza nessuna remora morale che staccava a pistolettate la testa ai ragazzini,un sadico, un criminale che poco aveva da inviare a Hitler, un terrorista...anche per lei, penso, c'è ben poco da ammirare se ritiene veritiero un simile ritratto.Non basta il fatto che fosse un estremista per averne almeno una certa stima. Se poi questo è il caso degli "aspetti illuminanti anche nelle persone più tenebrose", be', lascerei comunque perdere, perchè gli aspetti follemente negativi sarebbero talmente superiori a quelli positivi da non meritare neppure di essere presi in considerazione.
    Per questo un po' mi stupisce il fatto che lei dica di nutrire una certa ammirazione per questo personaggio ma poi considerare veritieri gli articoli che mi ha suggerito di leggere (non il libro di Ruiz, solo gli articoli di cui ha messo il link).
    Tutto qui.

    Con questo chiudo davvero i miei interventi, le chiedo ancora scusa di averla così chiaramente irritata sul suo blog e le auguro una buona continuazione.
    saluti,
    ilaria

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  37. Ma è semplice signora Ilaria... perché io vado a prendere i singoli punti che caratterizzano un individuo, non tutto il pacchetto... io analizzo le cose come se prendessi in riferimento un auto da corsa, parafrasando, e dicessi: "Bel motore, l'alettone posteriore è notevole... le gomme non mi piacciano, no è un problema, non lo consideriamo ci mettiamo sotto altro... etc etc... capito? Ripeto, si trova del buono anche nei soggetti più pessimi possibili (e il riferimento non va al che).

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  38. Allora... qua lei signora ILARIA vuol mettermi in bocca che io credo in ciò che è scritto in quegli articoli... io le ho detto TENGA IN CONSIDERAZIONE questi articoli... no, che quegli articoli siano depositari della realtà in cui io confido...

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  40. Se avesse fatto anche quelle cose non cambia la mia opinione sul personaggio... Un soggetto che potrebbe benissimo stara a gozzovigliare (perché il Che se la passava abbastanza bene), che agisce non per tornaconto personale e si rende promotore di un'attività a oltranza andando in prima linea a rischiare di morire ha sempre il mio massimo rispetto di qualunque ideologia sia!

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