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mercoledì 3 agosto 2011

Recensioni Narrativa: "365 racconti erotici per un anno" (AA.VV - Delos Book))



Autore: AA.VV.

Anno di uscita: 2010

Casa editrice: Delos Book

Pagine: 376

Prezzo: 14.90

Commento di Matteo Mancini

Inizio oggi a recensire questo splendido progetto curato dalla Delos Book, che ha pensato bene di realizzare un'antologia che riunisse tre tipologie di scrittori: i professionisti (circa una cinquantina con autori del calibro di Nerozzi, Altieri, Barbara Baraldi, Alda Teodorani, Arona coinvolti nel progetto), i giovani scrittori dilettanti con alle spalle svariate pubblicazioni e premi ricevuti in concorsi narrativi e un gruppo, molto meno corposo di quanto potrebbe sembrare al lettore poco esperto, di debuttanti allo sbaraglio.
Ne è uscita un'antologia unica nel suo genere che ha venduto, a oggi, migliaia di copie e ha dato seguito a un secondo volume dedicato all'horror (“365 racconti horror per un anno”).

I testi sono stilisticamente molto curati, grazie a un ottimo lavoro di editing e a una selezione che ha portato all'esclusione di centinaia di autori (compresi alcuni con una certa esperienza). Inevitabile una certa ripetitività di situazioni già lette nel corso dei mesi e la presenza di alcuni racconti - meramente descrittivi - in cui ci si limita a descrivere momenti di intimità, questo però non deve portare a pensare che non vi siano racconti interessanti.Curioso è stato anche il confronto tra i mostri sacri (soprattutto della narrativa gialla italiana) e gli scrittori meno noti, con questi ultimi spesso più convincenti dei professionisti.

Passiamo ora a recensire, mese per mese, l'opera e lo farò aggiornando di volta in volta questa recensione in modo da non rendere troppo pesante la lettura.Allacciate le cinture, si parte!

Gennaio

Nel lotto dei racconti del mese di gennaio troviamo trentuno racconti piuttosto omogenei in cui fantascienza, horror, genere rosa, ironia e testi dalle sfumature un po' troppo spinte (i peggiori del lotto) si alternano tra loro (manca forse il solo giallo, ma ci riscatteremo nei mesi successivi). Predominanza degli autori sconosciuti (qualcuno anche nascosto sotto pseudonimo), cospicuo numero di scrittori dilettanti (Cupersito, Andrea Franco, Vanni, Cristina Cardone, Maestrello, Negri e Sergio Donato) solo la giallista Cecilia Scerbanenco (pubblicata, tra gli altri, nelle collane Giallo Mondadori) a rappresentare i professionisti.

Il più convincente, come soggetto, è il racconto “Poco mi importa dell'anima” di Irene Vanni. Scrittrice toscana conosciuta nell'underground come collaboratrice in siti horror, propone una storia ai limiti dell'apocalittico con una donna che cura il suo zombi per soddisfare i propri bisogni carnali, senza preoccuparsi delle doti interiori dell'essere (evidentemente per lei non importanti). Dunque un testo che si presta a un'analisi che va oltre la semplice lettura dei fatti e che per questo attribuisce sostanza al testo e porta il lettore a una riflessione sull'importanza, in una relazione di coppia, di altri valori oltre a quelli meramente fisici o prestazionali.

Altro racconto interessante per l'atmosfera quasi asfissiante è “La chat” della giovane salernitana Mariarita Cupersito. Autrice (gotica/giallista) con all'attivo svariate pubblicazioni con editori indipendenti, la Cupersito porta in scena una giovane predatrice sessuale che di giorno studia in un campus universitario e di notte va a caccia di prede maschili nelle chat. Il racconto non svela niente, né sotto il profilo erotico né sotto quello orrorifico, ma si limita a suggerire, a fare occhiolini da un verso o dall'altro, a seconda dei gusti del lettore, fino al finale inatteso.

Mi è piaciuto per il gusto artistico, anche se viziato da una certa inverosimiglianza iniziale, il racconto “Tango sulla Rambla e vino francese” di Cristina Cardone (autrice del romanzo “Zucchero e Cannella, edizioni Liberodiscrivere”). La scrittrice, a suo perfetto agio col genere erotico, immagina un bizzarro incontro tra una turista di Barcellona e un'artista di strada che le propone un ritratto e le dice: “fai l'amore con me”. La donna non comprende le intenzioni dell'artista e crede di aver ricevuto un avance invece scoprirà che il desiderio dell'uomo era meramente artistico. Un racconto dunque molto delicato, scritto con gusto estetico. Molto carino, anche se viziato da un inizio un po' temerario (nella realtà sarebbe inimmaginabile uno dialogo del genere).

Profondo anche se per niente di intrattenimento il testo “Libertà” di Karim Mangino (autore solitamente impegnato nel noir) che propone le riflessioni di una ragazza lesbica rifiutata dal padre. La giovane, nonostante viva in condizioni tutt'altro che invidiabili, vede nella compagna che le sta accanto la chiave per aprire il portale della libertà.

Perverso, infine, “Marco Rossi” del giallista Marco Negri che immagina un gioco assurdo in cui una ragazza tormenta l'ex fidanzato, tale Marco Rossi, facendolo chiamare da tutti gli altri Marco Rossi inseriti nell'elenco telefonico mentre lei stessa intrattiene con loro un rapporto orale. Un racconto dunque non eccezionale contenutisticamente parlando, ma curioso per l'idea base (finale perversissimo).

Meno qualitativi gli altri racconti anche se quasi sempre scritti con un certo talento e, talvolta, con la ricerca di soluzioni a sorpresa o di trovate ironiche che smontino i preconcetti del lettore.Tra i più carini “Plug-In” di Riccardo Restelli (aspirante autore sci-fi) e “La lezione” dello sconosciuto Aldo Cirri i quali inducono il lettore a pensare a un rapporto sessuale descrivendo però tutt'altro (l'attracco di una nave spaziale a una stazione orbitale nel primo caso, un lezione di musica con strumento a fiato nel secondo).

Tra gli elaborati più vicini a un erotismo puro, privo di contaminazioni (quasi da genere rosa, mi verrebbe da dire), sono degni di nota i testi di Sergio Donato, Lina Anielli, Massimiliano Maestrello (autore con già esperienze con l'erotico), Matteo Ciccone, Carlo Battaglini tutti caratterizzati da una certa maestria nel tracciare atmosfere a luci rosse, ma viziati da soggetti deboli che farebbero le gioie dei lettori della sezione dedicata alle storie erotiche di “cronaca vera” ma che finiscono per farsi dimenticare in fretta perché impersonali.

Discreta presenza poi di contaminazioni sci-fi ed erotismo con racconti in cui si immagina due robot che per sentirsi umani cercano disperatamente di raggiungere l'orgasmo ovviamente non riuscendoci (testo carino firmato Diego Lama) o esperimenti con un uomo e una donna lanciati nello spazio per studiarne i comportamenti (testo fiacchino di Paolo Veroni), ovvero pedofili deportati su Titano per non aver considerato l'ora legale che non ha fatto scattare la maggiore età della compagna di giochi erotici (testo monocorde della coppia D'Emilio-Marcelli che si riscatta con un finale simpatico).

Deludono e molto due scrittori abbastanza esperti con trascorsi Mondadori quali Andrea Franco e la professionista Cecilia Scerbanenco, con due storie insipide la prima incentrata sulle fantasie orgiastiche di una moglie, la seconda sul sogno a luci rosse di una studiosa del medioevo che giunge a sognare di esser posseduta da una specie di Frankenstein.Tra il sufficiente e il mediocre gli altri quattordici testi, con qualcuno pessimo.

Febbraio

Si arriva a febbraio e subito si ha la sensazione che l'antologia entri nel vivo. Scorrendo l'indice, tra i ventotto autori del mese, si scorgono nomi sacri della narrativa gialla italiana; scrittori che hanno fatto la fortuna delle pagine del Giallo Mondadori e non solo. Così troviamo l'esperto De Pascalis, la conturbante Barbara Baraldi, il Premio Tedeschi 2008 (se non ricordo male) Enrico Luceri e ancora Claudia Salvatori e altri ancora per un totale di ben dieci professionisti. Nonostante questo però il livello medio dei racconti precipita rispetto al lotto del mese di gennaio.

Davvero pochissimi i racconti meritevoli tra i quali spiccano "La strategia dell'istrice" di Enrico Luceri e soprattutto "Il pianto degli angeli" di Claudia Salvatori. Luceri propone una revenge story molto particolare e ben caratterizzata che piacerebbe sicuramente a un regista come Quentin Tarantino. Abbiamo infatti una giovane donna che seduce un vecchio boss che le ha trucidato la famiglia quando lei era ancora bambina. La giovane porta l'uomo a letto e lo uccide, dopo aver intrattenuto un rapporto sessuale, infilzandolo con un lungo ago. Davvero una storia ben narrata con un finale disturbante che conferma Luceri come un grande maestro del brivido.

Più interessante e autoriale, sotto il profilo del soggetto, il racconto della Salvatori. La scrittrice genovese, anch'essa come Luceri vincitrice del Premio Tedeschi (nel '85) e scrittrice di punta della Mondadori (si ricorda il suo romanzo "Superman non muore mai" nonchè interessanti racconti pubblicati in svariate antologie) propone un testo che si lascia leggere più volte e che manifesta un certo disagio collettivo. L'autrice, difatti, immagina un appartamento in cui un uomo e una donna stanno avendo un rapporto sessuale e poi un palazzo, quindi un quartiere e poi una città e via dicendo dove tutti sono affetti da una certa insoddisfazione sessuale che li porta a generare fantasie e desideri repressi fino a formare una nube sessuale che trascende e va intaccare la tranquillità degli angeli (notoriamente asessuati) inducendoli a piangere. Testo dunque particolare, originale e intriso di simbolismi che merita attenzione.

Tra gli altri racconti se ne distinguono altri tre, tutti di autori più o meno sconosciuti. Il primo, in ordine di collocazione, è il cyber punk "Ninphomatic Horrorotic" di Domenico Nigro. Autore conosciuto nel circuito underground per la sua passione per l'horror e la fantascienza, Nigro confeziona un cocktail in cui miscela i generi a lui prediletti e lo fa portando in scena una escort robotica che si intrattiene con i clienti, riprendendo il tutto a beneficio di pochi paganti, e chiudendo la relazione sbranandoli con delle unghie retrattili. Dunque una ventata di brio tra un mare di semplici e mere descrizioni di rapporti sessuali classici.

Molto più interessante, per il ribaltamento dei ruoli, è "La sindrome di Stoccolma" di un'autrice che non ho mai sentito, e cioè tale Cristina Falzolgher. Qui si assiste all'evoluzione che porta una vittima di stalking a sentirsi eccitata dalle continue molestie del suo disturbatore, fino a trasformare in una sorta di droga perversa ciò che dovrebbe essere un fastidioso e antipatico atteggiamento.

A tratti poetico, anche se non chiarissimo, "In venti minuti" di tale Claudio Cassone (altro debuttante allo sbaraglio) il quale inserisce un diversivo alle solite descrizioni amorose di un uomo e una donna, suggerendo un rapporto che genera un qualcosa di unico (nel racconto rappresentato da un unico cuore creato dalla perdita di sangue dei due protagonisti) che solo l'amore può creare.

Tra gli altri meritano un cenno Barbara Baraldi (autrice che non necessità di presentazioni), non tanto per il soggetto del racconto (un thriller piuttosto violento, ma tutt'altro che originale), ma per l'insiscutibile talento descrittivo tanto da dare vita a uno dei racconti stilisticamente più belli (molto visionario e colorato) e Patriza Debicke van der Noot (altra autrice con curriculum spaventoso) con un testo fantascientifico non troppo chiaro (la sensazione è che sia stato tagliato per esigenze di spazio), ma almeno suggestivo.

Cala il sipario su tutto il resto con autori esperti e di talento come Luigi De Pascalis (classe '43) che cadono nel trucco scorretto e tipico dei neofiti del sogno come colpo di scena finale per scuotere un racconto che tale non è (nella fattispecie si assiste alle fantasie di un passeggero di un treno che sogna di fare l'amore con la ragazza che gli sta seduta davanti) oppure autori come l'autore Nicola Verde (classe '51) che non trova niente di meglio che confezionare una storia volgare in cui un vecchio di 70 anni intrattiene un rapporto sessuale con una sposa novella sostituendosi al marito grazie a un trasformatore che modella le persone in base alle coordinate che gli vengono impostate.

Scialbi e scritti senza cuore anche i racconti di altri autori di discreto successo come Marilù Oliva (testo da cronaca vera), Emiliano Maramonte (inquieta un pochino, ma si perde strada facendo), Elena e Michela Martignoni (testo volgare che non si riscatta col finale beffardo e ironico) e Valeria Montaldi (fiacchino, perchè di fatto è esclusivamente descrittivo).

Un'ultima considerazione per il testo dello scrittore underground horror Gianfranco Staltari. Staltari, come Irene Vanni per il mese di gennaio, propone un individuo (questa volta un uomo) che amoreggia con uno zombie (niente meno che Manuela Arcuri). La differenza tra i due racconti, però, è evidente, perché mentre la storia della Vanni aveva una ragione di fondo finalizzata a lanciare un messaggio ben preciso, quella di Staltari è totalmente gratuita e di cattivo gusto. Questo per evidenziare quel sottile quid che trasforma un testo in un'opera con un'anima piuttosto che una mera concatenazione di fatti non supportati da un'idea di fondo.

Marzo

Con Marzo cresce il valore medio dei racconti, in virtù di un lotto eterogeneo che nel complesso supera la qualità anche del mese di gennaio. Diminuiscono le contaminazioni con la fantascienza (due soli racconti, uno dei quali di Daniela Barisone - specialista underground di contaminazioni tra il cyber punk e l'erotico - fiacco e ancora incentrato sul rapporto sessuale, anche se omosessuale, tra un uomo e un Robot), così come i soliti racconti (sì, carini, ma una volta letto uno o due diventano stucchevoli) in cui si lascia immaginare al lettore un rapporto sessuale descrivendo tut'altro (nella fattispecie la salita di un turista sulla Tour Eiffel raccontata dalla debuttante Jundra Pinelli) o storie sviluppate con un lessico volgare che è cosa ben diversa dall'atmosfera erotica, tuttavia abbiamo anche delle perle, un trittico di storie folli (in senso positivo) e alcune storie da "Cronaca vera" che sapranno sicuramente conquistare il gusto dei lettori del genere rosa.
Veniamo però ai racconti più meritevoli.

Sui trentuno autori, di cui i soli Biancolino e Di Marino a rappresentare i professionisti, brilla la stella di Fabio Lastrucci. L'autore napoletano, scuola "Fantastico e altri orrori" collana fucina di talenti della casa editrice Edizioni Il Foglio di Gordiano Lupi, sforna uno dei migliori racconti dell'antologia. A metà strada tra l'erotismo e la narrativa fantastica, Lastrucci con "Clio" rispolvera e modernizza il mito delle sirene, portandole all'interno di una sorta di night dove cantano per ammaliare i clienti al punto da condurli, con la voce, all'orgasmo. Un bel testo, soprattutto per il controllo totale dimostrato dall'autore (si veda la cura del direttore d'orchestra che lavora con i tappini nelle orecchie per evitare di esser rapito dalla melodia della sirena) e uno stile che non cade mai nel volgare.

Delicato e scritto con inventiva è "Fiaba sexy" di Mauro Simeone, discreto autore con alle spalle numerose pubblicazioni. Simeone propone un tormentone tipico dell'infanzia (come nasce un bambino?) per svilupparlo in senso poetico, grazie alla descrizione elaborata fatta da un uomo a un bambino e filtrata dalla fantasia di quest'ultimo in un epilogo favoloso che solo i bambini possono immaginare.

Dai tormentoni infantili si passa a quelli adolescenziali con "Le tre domande" di Cristina A. Carisdeo, con la classica adolescente che si fa mille problemi su come si debba muovere la lingua durante un bacio, come incastrare i nasi e via dicendo, al punto da organizzare un appuntamento segreto con un ragazzetto che però è in cerca di un qualcosa di ben più sostanzioso di un bacio. Ovviamente, dall'incontro, nasceranno altre tre domande tipicamente adolescenziali. La Carisdeo, scrittrice che non conosco, dimostra così un buon senso di humor che le permette di gestire con simpatia una tematica abbastanza inflazionata.

Geniale l'idea di Simone Carabba, altro autore underground con all'attivo un paio di romanzi. Carabba immagina un servizio curato da un'azienda privata in cui un uomo e una donna vengono inseriti all'interno di una sfera dove, attraverso l'emissione di profumi particolari, mutano temporaneamente la loro concezione mentale al punto che un uomo si sente donna e la donna si sente uomo. Dunque un'idea brillante che però Carabba, nel suo "Lo scambio", non massimizza a dovere perdendosi in una descrizione centrale dove viene proposta la solita descrizione di un rapporto sessuale.

Come abbiamo anticipato fanno il loro ingresso nell'antologia anche i racconti "folli" e lo fanno in un numero piuttosto corposo. Il debuttante Valentino Peyrano in "Un breve diario" immagina un sicario decisamente bizzarro (e anche un po' kamikaze) che uccide la vittima designata grazie al veleno che gli è stato iniettato nel corpo e che ha infettato persino lo sperma (potete immaginare dove andrà a finire). Trovata davvero originale per un thrilling.

Ancor più folle e perverso "Il sale della vita" di Marzio Biancolino, autore che mi era già capitato di leggere in appendice di alcuni "Urania Epix". L'autore propone una storia che stilisticamente pare esser uscita dalla penna di Carlo Lucarelli, quando l'autore emiliano si diletta in storie grottesche narrate in dialetto bolognese. Nell'occasione abbiamo una vecchietta che ha inventato una ricetta contro la vecchiaia: tutto ruota attorno a dei cubetti opachi che miscela con sughi e cibi (potete immaginare di cosa si tratta).

Sulla falsa riga, anche se più diretto verso il comico, è "Parola d'ordine" di Nunzio Donato (scrittore della scuderia Delos Book). Donato immagina un ritardato mentale che è in cerca di latte e che viene giocato da un gruppo di amici che lo mandano da una prosperosa prostituta che ignara, alla richiesta "voglio del latte", gli mostra il seno.

Si passa al thrilling con "Quel che non è dato sapere" di Gianluca D'Aquino, autore del romanzo "Requiescant in pace" (edizioni Il Filo) che offre un assaggio del suo talento nel tracciare trame gotiche stile autori di fine '800. Il testo, di ambientazione ottocentesca, propone un gioco erotico che va a finire male e il tentativo di due uomini di far sparire il corpo della vittima in una palude. Tra le righe però serpeggia un'inquietudine tipicamente horror che viene corfermata dal titolo del racconto. Insomma, spira aria paranormale ed è proprio questa, piuttosto che l'erotismo, l'arma segreta del racconto.

Carine molte delle altre storie quasi tutte di autori sconosciuti, tra le quali si segnala il dramma (firmato Simone Valeri) di un uomo che scopre la propria omosessualità, la frustrazione di coniugi delusi che orchestrano vendette memorabili fingendosi l'amante della loro dolce metà (di Michela Arnese con un testo che avrebbe fatto faville sulle pagine di Cronaca Vera) o trovando appagamento in spettacoli organizzati da club privati o immaginando rapporti sessuali con spasimanti fantasma che si materializzano in ascensore (racconti meno brillanti del precedente, rispettivamente a opera di Fiorenza Flamigni e Valentina Tesio) e ancora amanti che amoreggiano cospargendosi di creme e verdure all'interno di un supermarket (Franco Pesce) e infine una guerra dove tutti vincono e nessuno muore della serie "fate l'amore e non la guerra" (Francesco Stefanacci).

Deludente il testo del grande appassionato di cinema di genere Stefano Di Marino, solitamente impegnato sulle pagine Supergiallo Mondadori in testi adrenalinici e qui alle prese con una chiamata telefonica tra due amanti che si chiude in modo piuttosto anonimo (in quanto incompleto).

APRILE

Lotto meno qualitativo quello di aprile (forse anche il più triste e malinconico) che si perde tra esercizi stilistici, riflessioni erotiche di desideri irrealizzabili (spesso di tendenza omosessuale) e vari testi meramente descrittivi di rapporti erotici. Alla fine di racconti veri e propri ce ne sono davvero pochi e neppure i vari professionisti del mese (Daniela Basilico, Lidia Parazzoli,Roberta Pelachin, Andrea Villani, Martina Crescenti e Annamaria Fassio) riescono a risollvare la media.

Il testo migliore è "Fidati di me" di Luigi Costa , autore underground con all'attivo il romanzo "Diario di un serial killer qualunque" . Costa propone, in modo scorrevole e brillante, un elaborato affascinante in cui due fidanzati, in cerca di emozioni forti, sperimentano un rapporto sessuale dove le emozioni che scoppiano all'interno dei cuori straripano e avvolgono l'esterno. I due infatti fanno l'amore immersi tra le fiamme che incendiano la loro camera. Una trovata niente male, anche dal punto di vista simbolico.

Simpatico e nulla più è "Un amore ortoressico" di Stefano Mascella , autore selezionato nell'importante concorso sci-fi Giulio Verne dell'edizione 2011. Il testo propone un rapporto sessuale molto particolare intriso di una spiccata ironia: abbiamo due amanti che si spalmano sul corpo degli alimenti che il compagno dovrà andare a leccare. La particolarità sta nel fatto che la donna, una top model, è a dieta e i cibi che andrà a proporre all'uomo sono così bizzarri che lo stesso si troverà costretto a dirle di non possederli mandando la donna su tutte le furie e finendo la serata in bianco. Dunque beffa e allegria le armi segrete scelte da Mascella per scardinare la serietà dei lettori.

La stretta relazione tra sesso-alimentazione torna in altri due racconti (uno della scrittrice scuola Mondadori Lidia Parazzoli - autrice capace di strappare una pubblicazione sul giallo Mondadori, nella fattispecie nell'antologia "Anime nere" poi bissata in "Eros & Thanatos" a soli diciannove anni - e qua deludente con un elaborato che è più un esercizio di stile che un racconto; l'altro del meno conosciuto Federico Guerrini comunque bravo a ricreare atmosfere erotiche utilizzando un asparago come elemento di eccitazione) senza tuttavia avvicinare la qualità del racconto di Mascella.

Meritevoli di segnalazione, per il loro taglio critico, sono i testi di due debuttanti assoluti (almeno credo siano tali) cioè Miriam Cervellin , che con il suo "Gente balorda" rappresenta bene la monotonia ipocrita di una vecchia coppia di sposi che criticano gli altri per vivere una sessualità fatta più di consuetudini che di emozioni, e Gabriele Stella , il quale propone in "Spes ultima dea" la caducità delle tecniche di seduzione a vantaggio della timida spontaneità. Due testi dunque che non mirano al mero intrattenimento, ma vogliono comunicare qualcosa di semplice e al tempo stesso non banale.

Qualitativo per lo stile e la capacità di creare eros (direi molto meno per il soggetto) è il sensuale "Così" di Monica Ferretti , brava a far crescere pathos nell'ottima gestione dei tempi (peccato per alcune sbavature nel volgare che avrebbe fatto meglio a evitare, a mio avviso).
Denso di tristezza, invece, è "Magnolia" di Scilla Bonfiglioli che cerca di parlare di prostituizione (forse infantile) con taglio poetico, riuscendo in parte nell'intento.

Deludenti un po' tutti gli altri elaborati, vuoi perché deboli come racconti, vuoi perché mere riflessioni (alcune profonde, altre malinconiche o addirittura tragiche per l'impossibilità di tramutare i sogni in realtà - tra questi il migliore, per la delicatezza e il tocco tipicamente femminile, è il testo di Alice S. Tramontano ). Tra i più bizzarri segnalerei l'unico testo sci-fi del mese, presentato da Roberto Fogliardi (ha per protagonista un'aliena travestita da donna che partecipa a sedute orgiastiche per ingoiare sperma da utilizzare per ricreare geneticamente schiavi nel suo pianeta di origine), quello della prolifica Maria Lidia Petrulli che ha il limite di sembrare uno stralcio ripreso da un racconto di più ampio raggio (qui abbiamo un rapporto sessuale tra un'elfa e un uomo), il visionario ed elegantissimo (seppur debole di soggetto) elaborato dell'insegnante di lettere nonché autrice Mondadori Roberta Pelachin e, infine, il racconto del Premio Tedeschi 1999 oltre che presenza costante dei "Gialli Mondadori" (qualità che non le giustificano il titolo pessimo, forse il peggiore dell'intera antologia, dato al suo racconto, cioè "The first fuck" ) Annamaria Fassio che ha il merito di ambientare la storia tra le popolazioni primitive anche se, dalla lettura, sorge una certa sensazione di lavoro incompiuto.

Tra i non racconti (perchè di fatto sono mere riflessioni) si segnalano per l'eleganza stilistica il testo di Margherita Lamatrice , in cui una moglie sfoga nella fantasia i desideri erotici più incoffessabili che hanno una matrice omosessuale, e quello di Alex Favaro che rappresenta invece la paura e le emozioni di un uomo che ha appena scoperto di essere gay.

Alcune parole in chiusura per analizzare i testi degli altri professionisti. Elegante sotto il profilo stilistico il racconto di Daniela Basilico che però, alla fine, non lascia niente, peggiori (perché non sono neppure eleganti) sono i racconti di Andrea Villani , il quale porta in scena uno spogliarellista che finisce preda di alcune ragazze clienti del locale in cui lavora, e il testo di Marina Crescenti che ha almeno la trovata simpatica (che poi non evolve in niente di nuovo) di avere come protagonisti Diabolik e la sua inseparabile Eva Kant.




PROSSIMAMENTE SARANNO AGGIUNTI I COMMENTI PER IL MESE DI MAGGIO

10 commenti:

  1. ciao,
    recensione molto dettagliata. Spiacente di non esserti piaciuto! ^_^ un saluto. Andrea www.andreafranco.net

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  2. Sei un critico severo e mi fai un po' tremare aspettando Dicembre :-((
    Mi resta un po' di tempo per riflettere sui miei errori e accogliere la tua critica implacabile come una opportunità per migliorarmi. :-)

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  3. ciao, qual'era il tuo racconto? Forse l'hai scritto sotto pseudonimo. Se vuoi ti dico qui nei commenti qualcosa in più nello specifico.
    Comunque tieni sempre conto che i commenti e le recensioni sono sempre giudizi personale (non già divini) e, se devono servire a qualcosa, devono esser "critiche" e non smielate, solo così si può essere d'aiuto e da sprono per gli altri. Certo, se i testi piacciono è giusto lodarne l'autore. Buona giornata ;)

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  4. sulle valutazioni critiche non discuto, ma per quanto riguarda marzo ti sei dimenticato di citare, tra i professionisti, Paolo Grugni, autore al 9 marzo del mio racconto preferito, Le cose vanno così (ho anche comprato un suo libro tanto mi è piaciuto il suo stile)
    cmq mi sembra un articolo ben fatto, aspetto con ansia giugno :)

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  5. Bravo, hai fatto bene a segnalarlo. Purtroppo non sono un'enciclopedia e se mi dimentico qualcuno lo faccio perché non conosco tutti. ;)
    Pian pianino ci arriverò a giugno, non temere!
    Ti ringrazio per la lettura e per il commento.

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  6. Finalmente posso ringraziarti 'inter blogspot' :)

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  7. Non posti più... Ero curiosa di vedere le recensioni per gli altri mesi...

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  8. guarda, stasera posto i commenti di aprile... Sto dietro a una serie di progetti, ma finirò e commenterò tutta l'antologia. Tra l'altro sono entrato in possesso anche di quella horror!!

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  9. Sono passati ben dieci anni e vedo ora la tua recensione sul mio piccolo racconto (Gente Balorda). Sono contenta che ti sia piaciuto! Grazie per averlo citato.

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