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lunedì 8 agosto 2011

Recensione Narrativa: "Delitto nella città Verticale" di M.De Franchi. Visioni apocalittiche di una Pisa del futuro (anno 2118)





Piazza dei Miracoli come la vediamo oggi. Piazza dei Miracoli come se la immagina nel 2118 Marco De Franchi:

"I Polverosi la chiamano la Città Vecchia. E in effetti lo è. E' talmente vecchia che dell'antico centro restano solo scarse rovine, case a pochi piani composte da mura di mattoni cadenti, frammenti di quella torre sbilenca che dicono racconti un passato glorioso, un incrocio di strade malmesse e puzzolenti, e il Battistero. Un tronco scoperchiato e annerito dove i Polverosi ancora si ritirano a celebrare i loro riti assurdi e le loro superstizioni folli...

Adesso i resti di quella che chiamavano la Torre Pendente sembrano lo scheletro di un gigantesco serpente caduto in pezzi, invaso di vegetazione selvaggia, e sovrastato dall'ombra imponente della Città Verticale. La Torre è caduta nel 2015, in occasione della Grande Crisi"


Apocalittica o meno, è pur sempre una visione affascinante e leggere un racconto di sci-fi ambientato nella propria città era un qualcosa che non mi era mai capitato, per cui ringrazio l'autore per la sua scelta geografica. Peraltro è un bel testo e l'idea della città verticale mi ricorda tanto uno scrittore fantastico per cui stravedo e cioè l'inglese William Hope Hodgson e il suo celebre romanzo "La terra dell'eterna notte". Chissà se De Franchi ha preso l'ispirazione anche da questo romanzo... magari vedo di chiederglielo.


Premessa

Dopo questa sorta di prologo, vengo ad anticipare - di qualche giorno - la mia recensione dell'antologia curata da Gianfranco de Turris "Sul filo del rasoio - 2015-2118: crimini dell'Italia futura" (Mondadori, 2010) e lo faccio presentando un racconto fantascientifico ambientato nella città in cui sono nato, in cui ho studiato e in cui lavoro: PISA (come avrete anche capito dal prologo).

Nato a Roma nel 1962, Marco De Franchi è un sostituto commissario della Polizia di Stato.
Piazzato in svariati concorsi fin dal 1984 (terzo per ben due volte al Premio Tolkien), De Franchi si fa notare soprattutto per i suoi racconti brevi - tanto da essersi guadagnato la pubblicazione persino in Francia - e per le sceneggiature di fumetti apparsi sulle riviste "Lanciostory" e "Skorpio". Nel 2007 ha pubblicato la sua opera più conosciuta ovvero il cupo "La carne e il sangue" per la casa editrice Barbera.
Purtroppo non sono frequentissime le occasioni in cui è possibile trovare un'opera di questo autore (alcuni suoi lavori possono esser recuperati su "M - Rivista del mistero") e questo è un peccato.

Veniamo ora al racconto in questione, inserito a chiusura dell'antologia sopra ricordata.
L'opera si intitola "Delitto nella città verticale".

Sinossi
Siamo nel 2118, a Pisa la torre pendente è caduta da anni e la vecchia città è un ammasso di rovine in cui vivono i “polverosi”. Si tratta di persone dedite alla religione cristiana, rifiutate ed evitate dai cittadini di Nova Pisa: un complesso di grattacieli alti più di 2,000 metri che scompaiono nelle nuvole e all'interno dei quali è strutturata una città aero condizionata, protetta dai raggi solari e formata da piani accomunati da un fulcro centrale che irradia calore in tutto il complesso.

Proprio in uno di questi piani, viene assassinato il vice-sindaco della città, un uomo grasso col vizio della pedofilia. Nel bagno dell'uomo, in una vasca, c'è anche il corpo privo di vita di un giovane polveroso. Le indagini portano alla città vecchia, laddove un tempo sorgeva la mitica piazza dei miracoli. Ai media serve un capro espiatorio per calmare la piazza e coprire le perversioni di un uomo tanto importante. La versione ufficiale, così. parla di una rapina finita male.

Il capo della polizia tuttavia teme che il vero responsabile sia qualcun altro, qualcuno mosso da ciò che lui ritiene un ingiustificabile sentimento: la coscienza etica. Prendono così piede due indagini: una ufficiale che indaga sui polverosi, l'altra segreta che indaga all'interno della stessa polizia.

Commento di Matteo Mancini

Non dico da “pisano” perché mi ritengo “tirreniese d'hoc”, comunque da nativo di Pisa, ritengo questo racconto un capolavoro. L'intreccio giallo regge ed è impreziosito dalle caratterizzazioni delle due anime della città. Da una parte i “polverosi” (gente con dei valori definiti, che organizza una società che premia il merito, l'individuo, ma che nonostante questo viene denigrata dai nuovi cittadini, al punto quasi da essere paragonata a degli animali; una visione poi non molto lontana da quella con cui vengono identificati gli odierni extracomunitari), dall'altra gli abitanti di Nova Pisa (gente atea, super tecnologica, con un'organizzazione sociale quasi totalitaria tesa a controllare persino i pensieri dei cittadini).

Se già l'intreccio e la caratterizzazione dei personaggi è buona, De Franchi offre il meglio di sé nella descrizione della nuova Pisa, dipinta con un talento da grande maestro della fantascienza. Gli scenari difatti sono mozzafiato (specie le vedute aeree a bordo di veivoli futuristici) e anche lo stile dell'autore evidenzia una grande facilità nel dipingere mondi immaginifici.

Ne esce fuori un gioiello che chiude degnamente un'antologia da conservare nella propria biblioteca. Un'antologia dove, come vedremo, si distingueranno vari autori tra i quali possiamo già citare Fabio Lombardi (il suo testo si basa su un'idea geniale), Giancarlo De Cataldo (quello del famoso "Romanzo criminale"), Andrea Carlo Cappi, Massimo Pietroselli (notevole il suo racconto) e Massimo Mongai. Ci tengo però a sottolineare che dei ventidue testi sono assai pochi quelli non convincenti.

Presto pubblicherò su questo blog la recensione dell'intera opera, questo è stato solo un assaggio che mi sono sentito di suggerire per la bontà del testo e perché ritengo giusto parlare di autori che raramente vengono presentati come si deve ai lettori.

Un grazie ancora a De Franchi per aver parlato di Pisa in una raccolta di genere,

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