Titolo Originale: The Regulators.
Anno: 1996.
Genere: Horror / Fantastico.
Editore: Sperling & Kupfer.
Pagine: 432.
Prezzo: 16.90 euro.
Commento a cura di Matteo Mancini.
Mi chiamo Matteo Mancini, sono nato a Pisa nel 1981 e abito nell'indipendentista Tirrenia. Sono un grande appassionato di B-Movie (dallo spaghetti western, passando per il "poliziottesco" e proseguendo con thriller e horror). Tra le mie tante passioni le più forti sono la narrativa specie del genere fantastico scuola weird tales e la scrittura. Nella foto mi vedete, al centro, con a dx Antonio Tentori e la "giallista" Cristiana Astori, e alla mia sx Mr.B-Movie Dainelli e Ivo Gazzarrini.
Commento Matteo Mancini.
Sotto lo pseudonimo Richard Bachman, nel 1982, Stephen King dava alle stampe il secondo dei suoi due romanzi distopici (l'altro è The Long Walk, 1979), immaginando un'America del futuro totalmente in balia di un sistema televisivo distorsivo incentrato su giochi crudeli che ingannano i disperati di turno promettendo soldi facili e, al tempo stesso, distraggono e intrattengono un pubblico di frustrati che gode nel vedere morire chi tenta di passare dal ceto meno abbiente a quello più facoltoso. Non c'è dunque spazio per gli eroi o, almeno, così sembrerebbe. Del resto, il successo del prossimo provoca sovente fastidio a chi sguazza nella melma e nella mediocrità, dunque perché non sfruttare questo vizio capitale per generare una follia colletiva in una sorta di caccia alla preda. King ambienta la storia proprio nel 2025, anno in cui il talentuoso regista inglese Edgar Wright decide, in simbiosi con lo stesso King (in veste di produttore esecutivo), di trasporre su pellicola il romanzo a suo tempo dato alle stampe sotto pseudonimo di copertura. Edgar Wright è un nome di culto, salito alla ribalta sul finire degli anni novanta col western dal titolo “leoniano” A Fistful of Finger (1994) e soprattutto con la cosiddetta “Trilogia del Cornetto” lanciata dal citazionista romeriano Shaun of the Dead (“L'Alba dei Morti Dementi”, 2004) divenuto fin dall'uscita un cult sponsorizzato nientemeno che da Quentin Tarantino. Un regista dunque capace di calamitare su di sé le attenzioni del pubblico di genere, interessato alle contaminazioni e connaturato da un'ironia sconfinante nel comico/grottesco, fatta di un mix tra comicità, satira, azione e horror grandguignolesco che ha in Hot Fuzz (2007) il suo fiore all'occhiello. Qua appare un Wright più maturo, meno giocoso e al tempo stesso più cattivo e incisivo. Il citazionismo è evoluto in una progressione intellettuale che porta Wright a seguire le orme, non più da un mero aspetto visivo ma anche filosofico, dei vari John Carpenter (Ben Richards è un outsider alla Plissken), George A. Romero (il sistema corrotto che sacrifica gli operai per il proprio benessere) e David Cronenberg (il potere della televisione). Il suo The Running Man, a differenza del valido ma “carnevalesco” L'Implacabile diretto nel 1987 da Paul Michael Glaser e fortemente derivativo, più che dell'opera di Stephen King (che fece togliere il proprio nome da credit), di I Guerrieri dell'Anno 2072 (1984) di Lucio Fulci e, in parte, di Endgame – Bronx Lotta Finale (1983) di Aristide Massaccesi, si allinea al testo originale, introducendo il protagonista Ben Richards (una sorta di Jena Plissken) nella città di New York e non più in un'arena artificiale ricostruita nel perimetro dell'area televisiva. Ne viene fuori una struttura simile al point to point che ricorda il canovaccio di film quali Falling Down ("Un Giorno di Ordinaria Follia", 1993) con Richards che incontra, spostandosi da una parte all'altra della città, personaggi fuori di testa che lo aiutano in virtù di proprie convinizoni oppure tentano di ucciderlo per ragioni prettamente economiche o per avere un passaggio televisivo. Si torna dunque sulle coordinate di King e si carica la visione di un sottotesto anarchico/rivoluzionario (si vedano i teli di sfondo che vengono proposti a Richards per registrare i suoi messaggi) che conduce il film nel solco di prodotti quali Escape from New York (“1997 Fuga da New York”, 1981) e Videodrome (1983), in un clima, sia per il montaggio che per i dialoghi, che rimanda ai perduti anni '80, con i suoi antieroi destinati a fallire (qua, purtroppo, si rabbercia il finale) eppure capaci di lasciare un'impronta più profonda rspetto a gli eroi vincenti. Un'impostazione melodrammatica, che mira a riaccendere la capacità di critica e l'intelligenza dello spettatore medio, ormai sempre più assuefatto dalle comodità proposte dal sistema.
The Running Man, che pure omaggia a più riprese l'omonimo film interpretato da Arnold Schwarzenegger (vediamo la sua faccia sui nuovi dollari o sequenze come il finale col presentatore che abbandona il palco lasciando campo aperto al titolare della trasmissione), è un film cupo dove l'ironia, sebbene presente (si veda la sequenza nell'abitazione del nerd che ha trasformato in un Vietnam la sua casa), viene surclassata da una tragicità grottesca in cui tutto è modificato e tutto è sacrificabile in virtù delle esigenze televisive, tra sponsor, proclami esasperati e luci colorate. Il testo di King, del resto, era era già fortemente debitore di opere letterarie filo-anarchiche e complottiste quali il romanzo 1984 (1949) di George Orwell e soprattutto il racconto The Most Dangerous Game ("La Preda più Pericolosa", 1924) di Richard Connell - più volte adattato al cinema con film quali Sopravvivere al Gioco (1994) e The Hunt (2020) - e la narrativa dello scrittore Robert Sheckley, in particolare il racconto Seventh Victim (“La Settima Vittima”, 19530), poi trasposto nei cinema dalla pellicola La Decima Vittima (1965) girata a Tirrenia (Italia) dal vincitore del Premio Oscar Elio Petri, fino al successivo romanzo Victim Prime (“Vittime a Premio”, 1987). Uno zoccolo duro di opere che ha generato un vero e proprio sottogenere, quello dei cosiddetti Hunger Games, con film simbolo del calibro di Rollerball (1975) e Battle Royale (2000).
Solo in Civil
War (2024)
di Alex Garland, tra le recenti produzioni hollywoodiane, si era visto un sottotesto esplosivo e corrosivo come quello proposto da Wright, così da confezionare un film che
recepisce davvero la lezione dei grandi maestri degli anni '80,
penso anche a The
Crazies (“La
Città Verrà Distrutta all'Alba”, 1973) di George A. Romero. Una pellicola dunque che sa unire la spettacolarità ai contenuti di critica
sociale, riproponendo (c'era anche nel film di Glaser) l'idea di un
sistema massmediatico che trucca tutto, effettua montaggi ad arte e
manda in onda immagini ed esternazioni modificate dall'intelligenza
artificiale. Tutte cose che sono di moda ai giorni nostri, così come sono oggetto di indagini da parte della procura di Milano le battute di caccia all'uomo andate in scena a metà anni novanta in Bosnia da parte dei turisti italiani paganti.
La morte diviene spettacolo da mandare in onda, motivo di un dibattito filtrato da una lente manipolatoria e ipocrita in cui si cerca di ribaltare la verità a beneficio dell'audience. Non sono i fuggitivi i cattivi, bensì i predatori e, ancor di più, lo è lo Stato che agevola la deriva violenta e stimola i reietti a generare caos per ripristinare così un ordine che fagocita sempre più libertà che altrimenti concedibile nel silenzio. Il gioco è un anestetico per coprire politiche che sacrificano la vita dei cittadini a beneficio dei più ricchi. La felicità di pochi è pagata dai più deboli. In città ci si ammala, ma viene accettato dai cittadini come fatto inevitabile. I sindacati vengono sciolti, chi lotta per fare valere i diritti diviene un insubordinato, stigmatizzato e indicato quale corruttore di valori e per questo bannato dal sistema. Ecco che un reietto come Ben Richards diviene il detonatore di un sistema destinato a esplodere.
Un flm da andare a vedere al cinema (purtroppo nello spettacolo pomeridiano di venerdì 14 novembre in sala eravamo solo in due), pressoché perfetto per trequarti (notevole tutta la prima parte, anche per lo sforzo di una scenografia che mischia futurismo e passato, tra droni volanti e vhs e audiocassette). Non eccelso il finale confusionario, che pare essere stato modificato per volere della produzione in vista di un eventuale sequel. Brutto e inutile lo spiegone in cui si cerca di convincere sulla verosimiglianza di quanto si andrà di li a poco a vedere. Nel cast artistico brillano i gigioni Josh Brolin e Colman Domingo. Convincono anche i cammei di Emilia Jones e Michael Cera. A Glen Powell va il ruolo di Richards, personaggio che riesce a interpretare in modo forse non memorabile, ma comunque efficace. Richards diventa, suo malgrado, un eroe del popolo (chiari omaggi finali anche a The Long Walk, sia per i militari che per il pubblico ammassato a bordo strada), action man a cui poco interessano gli aspetti sociali che pure tenta di denunciare. Richards cerca soprattutto di racimolare i soldi per la propria famiglia e di sopravvivere per i trenta giorni del gioco. La fotografia eccellente del coreano Chung Chung-Hoon (direttore della fotografia di fiducia di Park Chan-Wook) costituisce un elemento aggiuntivo. Non credo di azzardare nel definirlo uno i dieci migliori adattamenti di sempre dei romanzi di Stephen King nonché uno dei pochi action di denuncia del nuovo secolo. Superiore al precedente Running Man - L'Implacabile di Arnold Schwarzenegger. Va visto al cinema!
"Non guardate la tv, guardate chi la finanzia. SPEGNETELA."
Curatore: Alessandro Balestra.
Anno: 2024.
Genere: Antologia di AA.VV. Horror / Fantascienza.
Editore: Scheletri Ebook.
Pagine: 272.
Prezzo: 9,90 euro.
Nel 1960, mentre nei cinema erano ancora forti gli echi dei film fantascientifici quali The Thing from Another World (“La Cosa da un Altro Mondo”, 1951), The Day the Earth Stood Still (“Ultimatum alla Terra”, 1951), The War of the Worlds (“La Guerra dei Mondi”, 1953), Invaders from Mars (“Gli Invasori Spaziali”, 1953), The Invasion of the Body Snatcher (“L'Invasione degli Ultracorpi”, 1956), The Blob (“Fluido Mortale”, 1958), Plan 9 From Outer Space (1957) di Ed Wood, a cui si deve anche la (magnifica) copertina della qui presente antologia, e Village of the Damned (“Il Villaggio dei Dannati”, 1960), in Italia usciva l'antologia I Vampiri tra Noi. A distanza di oltre sessant'anni, Alessandro Balestra e la sua Scheletri Ebook lanciano un progetto molto accattivante che traduce su carta stampata lo spirito degli anni cinquanta: Alieni Cattivi. Venti racconti, pescati nella XII edizione del Premio Scheletri, per un'antologia che allude ai primordi della fantascienza cinematografica per tentare di terrorizzare i lettori suggerendo che, nel nuovo secolo, a essere davvero tra noi sono gli alieni. Dunque una proposta sfiziosa per gli appassionati di B-Movie che sposa appieno l'iconografia cinematografica, raccogliendo gli insegnamenti degli anni cinquanta poi tornati in auge e sviluppati negli anni ottanta, quando vi fu un vero e proprio ritorno di fiamma per gli extraterrestri cattivi (e non), grazie ad Alien (1979), al serial tv Visitors (1984) nonché alle pellicole Lifeforce (“Space Vampires”, 1985), The Hidden (“L'Alieno”, 1987), Predator (1987), il capolavoro low budget di John Carpenter They Live (“Essi Vivono”, 1988), Leviathan (1989), per non parlare dei remake The Thing (“La Cosa”, 1982) ed Invaders (1986), oltre che i romanzi Strangers (1986) di Dean Koontz, Communion (1987) di Whitley Strieber e Tommyknockers (“Le Creature del Buio”, 1987) di Stephen King, fino a tornare sul piccolo schermo col fil rouge di una serie di clamoroso successo commerciale: X-Files (1993), che aprirà poi la via alle tematiche debunking, cover up e misteri dell'Area 51 che confluiranno nel blockbuster Independence Day (1996). Queste le coordinate su cui si muovono i venti autori, in una proposta decisamente più vicina all'horror che alla fantascienza o alle teorie del complotto e del governo ombra (clamorosamente omesse), con una fortissima influenza cinematografica piuttosto che narrativa o ufologica.
Tra i selezionati figurano diversi nomi noti nel circuito underground italiano, quale il pluri-vincitore di concorsi Roberto Risso, il finalista Urania Short Giuliano Cannoletta, la menzionata al Tohorror Fantastic Film Fest Sara Ronco, Filippo Santaniello, Demis Zampelli, Ramsis Bentivoglio e altri. Il livello tecnico è sorprendentemente alto. L'antologia è ben editata e, come tradizione della casa editrice, per ogni racconto si avvale di un'illustrazione (di Alessandro Balestra) che riassume il contenuto dello stesso. Squisitamente pulp la copertina e la quarta di copertina, non a caso dotate di scritte che scimmiottano la locandina di un ipotetico film. Se il punto di forza del progetto è lo stile di narrazione (diretta, senza fronzoli e lirismi), il punto debole lo si riscontra nella natura della selezione. Alessandro Balestra pesca i migliori venti racconti da un totale di sessantasei analizati (tra gli esclusi nomi quali Raffaele Serafini, Simone Pancotti e Diego Cocco) senza effettuare un controllo e una direzione sui soggetti. Ne deriva la presenza di molti racconti estremamente simili, con un'inflazione smodata della figura dell'alieno impostore che, alla Ultracorpi, si mischia nella popolazione spacciandosi per umano. Al contempo, mancano degli sviluppi di trama che sarebbe stato lecito attendersi da un progetto del genere. In prima battuta non è stato dato alcuno spazio alle space opera né ai racconti ambientati su pianeti alieni (tipo alla Pitch Black o alla Ghosts of Mars). Latitano (pur essendoci) le storie di invasione stile Independence Day o Dreamcatcher (2003), non vi è poi traccia di avventure alla Predator. Che dire infine delle tematiche assurte al classico sul tema alieni, specie dopo X-Files, quali abduction (si veda il film The Fourth Kind, 2009, da noi “Il Quarto Tipo”), cattle mutilations, crop circles (al centro, a esempio, del film Signs del 2002), criptozoologia (penso al Chupacabras), architetture aliene, impianti alieni nel corpo umano, sedute ipnotiche regressive, avvistamenti UFO (si pensi alla pellicola del 1978 Occhi alle Stelle diretta da Mario Gariazzo o al recente Ufo Sweden) e altro. Tutte cose che si sarebbero dovute affrontare e che qua invece sono state quasi del tutto eluse. Cosa abbiamo allora? Vediamolo nel dettaglio.
RENCENSIONE NEL DETTAGLIO
Abbiamo tantissime storie in cui il protagonista si trova alle prese con vicini o passanti che, in realtà, sono alieni sotto mentite spoglie. Tra tutti fa eccezione il racconto, giustamente risultato vincitore del contest, Silenzio Cosmico di Riccardo Rossi (già menzione speciale della critica al Terni Horror Fest 2018). Rossi omaggia la tradizione classica del cosmic horror ed è pressoché l'unico in tutta l'antologia. Immagina una laureata in fisica impegnata in un esperimento teso a svelare i misteri della materia oscura. Dallo studio emergeranno scoperte (o supposizioni alimentate da strani incontri) che sveleranno i misteri della creazione dell'universo in un'ottica che rimanda a The God of Pegana (1905) di Lord Dunsany e che considera l'umanità una nullità al cospetto di un creatore non a nostra immagine e somiglianza. Storia profondamente diversa dal resto dell'antologia.
Un altro racconto che fa eccezione è quello che chiude l'antologia ovvero La Casa sull'Argine della cinquantaquattrenne Rossella Romano, scrittrice che sfoggia nel suo curriculum una pubblicazione nientemeno che con la leggendaria Editrice Nord (con cui ha pubblicato il romanzo Il Segno dei Ribelli). La Romano fonde Slime (“Viscidume”, 1953) di Joseph Payne Brennan – divenuto famoso per avere ispirato la pellicola Blob (1958) – alla tematica delle case infestate e maledette. Il racconto ha il pregio di anticipare fin da subito l'elemento fantastico con tanto di prologo nel mesozoico, per proseguire portando in scena al giorno di oggi una creatura protoplasmatica di origine extraterrestre che assorbe piccoli mammiferi fino ad arrivare a cibarsi di un gruppo di ragazzini entrati impavidamente nella “casa della strega”. Pulp puro quindi per quello che, a mio avviso, è tra i tre migliori racconti del lotto.
Notevole, tanto da essere il mio secondo racconto preferito, Quello che Bisogna Fare. Qui la firma è di Tommaso Colussi, una delle rivelazioni dell'antologia. Il dramma della quotidianità, rappresentato dai femminicidi in età senile, si mischia al poliziesco. Brillano le caratterizzazioni dei personaggi (punto di forza della storia) e una struttura funzionale a delineare un finale a sorpresa che ribalta tutte le impressioni fin lì maturate. The Astronaut's Wife (1999) incontra X-Files (l'idea dei vermicelli alieni che si intravedono nella sclera) in quello che è un po' il leitmotiv dell'antologia ovvero la capacità degli alieni di impossessarsi dei corpi umani e muoverli a proprio piacere nell'indifferenza collettiva. Attenzione allo spiazzante finale, in puro spirito Venom (2018), che ribalta tutto.
Un altro elaborato che lavora assai bene sulle caratterizzazioni e sulla psicologia dei personaggi è Buoni Affari di Andrea Dado (scrittore di lungo corso dall'alto dei suoi cinquant'anni). Horror dalla struttura thriller ispirato alle tante truffe in appartamento di cui cadono vittima le persone anziane. Accattivante dall'inizio alla fine, per effetto di un stile leggero e incisivo capace di tenere costantemente viva l'attenzione del lettore. La storia ricorda molto da vicino racconti come Hoarder (“Accumulatore”) di Kealan P. Burke, che potete leggere nell'antologia della Cut Up Edizioni intitolata Shivers (2019), e propone un ribaltamento finale dove il truffatore finisce preda di quella che sarebbe dovuta essere la sua vittima. Della serie “chi la fa, l'aspetti”.
Contenuto intrinseco interessante anche per Maledetta Felicità (di Alessandro Marinelli) che sfrutta uno stile maturo, sebbene con piglio pulp, proponendo una riflessione sul rapporto tra felicità e libertà. L'idea base è quella su cui poggiano capolavori cinematografici quali Dark City (1998) e Matrix (1999) ovvero una situazione di cattività dell'uomo, gestito e sfruttato dagli alieni (qua alla caccia delle endorfine, sostanza fondamentale per il nutrimento dei piccoli), che baratta la libertà a favore del piacere e degli agi senza riuscire a rendersi conto del proprio status di schiavo/marionetta. Tutto quanto l'uomo ha intorno è fittizio, persino il cielo non è reale. Cosa succederà, allora, quando il protagonista inizierà a rendersi conto che qualcosa non è come dovrebbe essere? Carino e con l'elemento dell'alieno impostore che non si spiega la ribellione dell'uomo, coccolato e tenuto nella bambagia.
Sul tema invasione lavora invece Roberto Risso (vincitore praticamente di quasi tutti i concorsi dedicati al dark) col suo 21/05/2024 Invasione? Si parte dalla tematica pulp per suggerire altro (la manipolazione mentale della popolazione tanto da scatenare episodi di psicosi collettiva) salvo poi tornare sul versante pulp validando la componente fantascientifica supposta a inizio racconto, con una struttura da diario/cronistoria che regala gustosi echi del folle Mars Attacks (1996) di Tim Burton.
Queste sono le sei perle dell'antologia, ovviamente a mio modo di vedere, a cui fa seguito un'altra mezza dozzina di racconti a cui manca qualcosa per trasformarsi in qualcosa di eccellente.
Giuliano Cannoletta (uno dei più titolati dell'antologia, finalista di premi quali Urania Short, Kipple, Premio Robot e Terni Horror) va sul sicuro con Tesi di Laurea, fornendo un efficace esercizio di stile che non propone, tuttavia, novità. Stile professionale, bel ritmo e capacità di intrattenere nonostante un soggetto debolissimo. Lo spunto viene dal celebre video (probabilmente fake) trasmesso dalla Rai nel 1995 relativo a un'autopsia eseguita a Roswell a carico di un alieno. Cannoletta propone la novità dell'alieno vivo e sezionato senza essere narcotizzato, agevolando per tale via la reazione empatica di uno degli studenti impegnati nell'autopsia che penserà bene di liberare la cavia. I buoni propositi, tuttavia, si ritorceranno contro il protagonista in un'inversione della situazione iniziale che non promette niente di buono. Il tema dunque si trasformerà, seppur marginalmente, dall'autopsia aliena all'abduction.
Altro racconto scritto molto bene, ma poco dotato di soggetto, è Nel Profondo dell'ottimo Andy Dei Fiori (già apprezzato nelle antologie Esecranda). Latita del tutto l'originalità, per una storia che guarda ad Alien e ai successivi cloni come Leviathan (1989) diretto da George Pan Cosmatos e Dreamcatcher (“L'Acchiappasogni”, 2002) dalla penna di Stephen King. Il tema è quello del parassita che si insinua nel corpo umano e vi cresce all'interno per liberarsi, famelico e aggressivo, dopo averne sfondato lo sterno.
Più interessante, ma meno quadrato, il visionario Gli Anticorpi del Cosmo (titolo bellissimo e allusivo) di Demis Zampelli (letto su Acheron Books), che propone una storia, a mio modo di vedere, un po' confusa, tra il dono di precognizione del protagonista (che secondo me penalizza la storia) e una vera e propria invasione di extraterrestri sul modello di Herbert G. Wells in cui compaiono, sul cielo di Roma, astronavi da cui fuoriescono esseri assai inquietanti calati sul suolo da fasci luminosi: “Le teste erano allungate e finivano con un rigonfiamento dal quale usciva un filamento color porpora. I volti non avevano naso, bocca e orecchie, ma un solo unico grande occhio centrale e un'infinità di rughe grinzose, come quelle che compaiono sulle dita dopo essere stati per troppo tempo in acqua. I corpi, quasi informi, materia grezza ancora da modellare, erano interamente solcati da un intrico di capillari violacei e fosforescenti, ramificazioni in cui probabilmente scorreva la linfa energetica capace di rendere vive quelle colate di magma”. Bella la parte con gli extraterrestri che guerrigliano con i militari, per un racconto che, a mio modo di vedere, pecca nella sua prima parte.
Manca un finale innovativo a Lui di Michele Nanni che volge al fantascientifico un soggetto alla Bonnie & Clyde, sfruttando in pieno uno stile e una gestione dei personaggi che prevalgono di gran lunga sul soggetto. La storia, peraltro ben cadenzata dai flashback e dal background familiare della protagonista (echi da Carrie di Stephen King), non riesce a trovare un epilogo all'altezza delle premesse. Il riferimento all'amore quale punto debole della razza umana appare un po' posticcio e viene inserito per dare senso a un finale altrimenti scialbo.
Promette molto bene Sicut in Caelo di Cassandra Usher, grazie a una costruzione in crescendo che mischia la religione cattolica (spodestata) a un nuovo e subentrante credo connesso alla caduta di una particolare reliquia piovuta dallo spazio. Niente di originale, eppur ben trattato. Peccato che manchi un finale d'effetto, nonostante l'idea dell'infezione aliena quale metafora dell'invasione extraterrestre.
Manca una quadratura che giustifichi l'atteggiamento degli extraterrestri all'affascinante Io sono in me, La Paura è fuori di me di Adelaide Rossi. Al centro della narrazione vi è un'indagine presso una clinica psichiatrica sulle colline bolognesi dove opera uno psichiatra dai modi anticonvenzionali. L'indagine viene motivata dalla lunga sequela di suicidi che vedono i pazienti provocarsi ferite e mutilazioni alquanto strane. Freud e la psicanalisi si mischiano così alla narrativa di genere per una storia efficace dal punto di vista narrativo (il tema è l'ipnotismo), ma meno solida sul versante delle giustificazioni alla base del soggetto. Gli alieni, ovviamente sotto mentite spoglie umane, paiono divertirsi nel materializzare le paure degli umani, un po' come avviene nel film Sfera (1998), senza avere null'altro scopo. Ottimi i dialoghi e l'ambientazione, ma manca il vero movente.
I restanti otto racconti, a mio modo di vedere, sono inferiori, vuoi perché si rivelano meri esercizi di stile, vuoi perché tendono a riproporre quanto già letto nei precedenti racconti vuoi, infine, perché non mi sono piaciuti.
Una variante depotenziata di They Live (“Essi Vivono”, 1988) di John Carpenter la propone Ramsis Bentivoglio col suo allucinato I Sostituti, un racconto che si sviluppa per tutto il corso della vita del protagonista e che porta sempre alla medesima conclusione: la presenza degli alieni dietro ogni fallimento personale. La tematica della paranoia e dell'alienazione, pressoché costanti in tutta la storia, si destruttura in un epilogo davvero horror e ben confezionato, dove Bentivoglio vira verso un fantascientifico di estrazione aliena, tipico di certi racconti di impronta lovecraftiana, che culmina con un disturbante momento cannibalico (intravedo un omaggio alla serie Visitors e, più specificatamente, alla scena in cui gli alieni ingoiano topi). Peccato, perché la storia ha diverse frecce da scoccare, ma mischia i deliri psicotici del protagonista al fantastico.
Bel ritmo, ma totale mancanza di originalità per I Nuovi Vicini che si qualifica quale esercizio di stile firmato dall'esperto Filippo Santaniello. La richiesta di soccorso di una babysitter si trasforma in una trappola.
Tripudio splatter per Un Posto Sbagliato di Max Cromaz che tenta la strada dell'action horror, ambientando tutta la storia all'interno di un'abitazione infestata da una razza di marziani (!!) carnivori e (udite, udite) dotati della capacità di emulare i corpi umani. Soggetto modesto, funzionale a un esercizio di stile grandguignolesco. Sulla stessa lunghezza d'onda Vestiti Nuovi di Davide Camparsi, che torna sul tema degli impostori alieni, qua nella forma di vermoni, che squarciano i corpi umani e penetrano all'interno per assumerne il controllo. Finale che strizza l'occhio a The Hidden (“L'Alieno”, 1987) di Jack Sholder, con un accenno a una caccia aliena che passa dallo spazio alla terra tra alieni buoni e alieni cattivi.
Lentissimo nello sviluppo, ma superiore ai precedenti tre racconti, Desideri Sbagliati di Luca Girolfi che ha il merito di introdurre una malinconia di fondo orientata verso un passato che non tornerà più (il ricordo della madre defunta, l'immagine della cagna fedele che muore). Il limite è rappresentato dall'essere l'ennesimo racconto su alieni impostori che assumono le sembianze delle persone conosciute (qua sembrano simili a zombie), oltre a innescarsi col “solito” gruppo di ragazzi cannaioli che cazzeggiano proprio mentre sta per prendere piede una subdola invasione extraterrestre.
Ragazzi cannaioli al centro anche del racconto di Sara Ronco, altra firma in ascesa nel panorama underground (qua un po' sottotono) che ricalca la struttura de La Casa sull'Argine con La Forma della Nebbia. Qui l'ispirazione sembra arrivare dalla villa di Cefalù appartenuta ad Aleister Crowley. Un gruppo di ragazzi, alla ricerca di un luogo appartato per bere birre e fumare canne, irrompe in una villa abbandonata le cui mura interne sono affrescate da scenari di orge di ninfe e satiri. Una volta all'interno, qualcosa di maligno si materializza nella forma di una nebbia (rimandi a Clive Barker e ad Hellraiser?) al cui interno si muovono le strane creature immortalate negli affreschi. Gli alieni/demoni riveleranno all'unico superstite il loro ruolo nelle vicende del mondo. Il testo, a mio modesto modo di vedere, non massimizza il soggetto (bruttina la prima parte). Viene concesso troppo spazio a dialoghi stereotipati, inoltre convince poco la rivelazione degli alieni e l'inserimento di un gore un po' posticcio. Perde il confronto con il racconto della Romano.
Un ulteriore racconto che perde il confronto con un altro inserito nell'antologia è Uncanny Valley di Giacomo Mininni, praticamente costruito sul medesimo soggetto di Maledetta Felicità. Entrambi i racconti partono dal solito spunto (la cattività dell'uomo attorniato da familiari che in realtà sono alieni sotto mentite spoglie) e si sviluppano senza distinzioni, proponendo lo stesso finale. Marinelli riesce tuttavia a inserire un ragionamento legato al rapporto tra la felicità e la libertà che è invece estraneo alla storia di Mininni. Di converso, piace più il contesto scenografico finale di Mininni che guarda a pellicole quali Vivarium (2022) di Lorcan Finnegan, con una cittadina fittizia popolata da cittadini svuotati di anima. Tra i due, a ogni modo, è da premiare Maledetta Felicità.
Non mi è infine piaciuto Catìvo di Daniele Treu, che prova la via del fantascientifico di ambientazione veneta (con tanto di dialoghi in dialetto) lavorando su un soggetto originale (stile Garganelli al Ragù della Linina di Carlo Lucarelli) incentrato sulla culinaria e sugli ingredienti segreti utilizzati da una cuoca ormai defunta. Finale confusionario e poco chiaro che necessiterebbe di riscrittura.
CONCLUSIONI
Forse non troppo originale e tendente a essere monotematica per effetto dell'inflazione degli alieni impostori, Alieni Cattivi è un'antologia che riesce a intrattenere, grazie a un approccio cinematografico che sposa appieno lo spirito pulp senza propositi letterari o filosofie intellettuali. Ancora una volta l'underground italiano dimostra di essere tutt'altro che approssimativo, garantendo un divertimento che spesso non viene offerto da progetti più ambiziosi e autoriali. L'antologia, da leggere in modo centellinato per contenere l'effetto deja vù, è consigliatissima agli appassionati di cinema bis e ai cultori dell'horror cinematografico anni ottanta. Non attendetevi fantascienza o metafore sociali. Alieni Cattivi è puro intrattenimento, in un'ottica di croce e delizia, piaccia o non piaccia. Per quel che mi riguarda, prenderò altri volumi della Scheletri Ebook, perché i volumi del suo catalogo mi regalano ore spassose giocando su tematiche e immagini legate al cinema degli anni ottanta.
“Le armonie del caos composte dai flautisti che
danzano nel vuoto non sono fatte per essere udite dalle vostre
miserabili orecchie. Esistono per quietare colui che non deve essere
risvegliato. Poiché la sua veglia significherebbe la fine del sogno
che chiamiamo realtà.” (Estratto da Silenzio Cosmico).
A
due mesi dal termine di questo 2025, mi anticipo per fare il punto
sulla mia stagione narrativa e saggistica. Ancora libero dai
saggi (per il prossimo 2026 è in produzione un terzo volume per
Profondo
Rosso dedicato
agli scrittori Franco Prattico e Sveno Tozzi), ho proseguito sulla
via spianata nel 2024, chiusa con la produzione di ventiquattro
racconti, perseverando nell'ottenere riconoscimenti, pubblicazoni e qualche invito
da conferenziere (a Bologna). Andiamo a vedere, punto per punto, come è andata e scopriamo insieme come finirà, visto che a inizio dicembre sarò al Teatro Vittoria di Roma come finalista al Premio Torre Crawford mentre a fine dicembre avrò l'onore e l'onere di tenere una conferenza alla Mostra Vampiri presso Palazzo Pallavicini di Bologna. Partiamo dalla parte più divertente: i racconti. Ometto di indicare i titoli dei racconti inediti.
0 MOENCHENGLADBACH LACRIMA SANGUE
Scritto: Settembre 2024.
Battute: 30.000
Genere: Poliziesco
Pubblicazione: Inedito (in valutazione di pubblicazione presso settimanale Giallo – Cairo Editore).
Descrizione. Punto di congiunzione tra la stagione 2024 e la stagione 2025. Già tra gli otto finalisti al blasonato NeRoma Noir Festival sezione True Crime 2024, ha ultimato la selezione (ufficializzata a inizio luglio 2025, dopo la rivelazione dei tre finalisti comunicata da Fabio Mundadori in occasione della Fiera del Salone Internazionale del Libro di Torino) giungendo al secondo posto alle spalle dell'amico Jacopo Casula - vincitore e pubblicato a puntate, nel luglio 2025, sul settimanale Giallo (Cairo Editore) con Gisella Orrù. Il Giallo del Pozzo - e davanti a Chi non Paga Muore dello specialista di noir Roberto Frazzetta (terzo classificato).
Nell'attesa dell'esito finale della selezione, il racconto ha altresì preso parte alla III Edizione del TrueCrimePremio (febbraio 2025), indetta da latelanera.com, finendo al terzo posto alle spalle di L'Ultima Notte a Oslo (di Giovanni Di Rosa) e Dalla Milano da Bere alla Milano dei Vizi (di Marco Notari).
Pur avendo figurato in modo eccellente ed essere finito in valutazione per la pubblicazione sul settimanale Giallo (Cairo Editore), persiste a essere inedito. Dovrebbe comunque uscire nel 2026 su un'antologia dedicata al True Crime a cura di Alessio Valsecchi (latelanera.com). Al momento, però non c'è ancora nulla di scritto, posto che avevo inizialmente rifiutato la proposta contrattuale giunta da Valsecchi sperando di uscire su Giallo.
Il racconto si ispira abbastanza fedelmente a un caso di cronaca nera tedesca degli anni 80, peraltro poco noto in Italia. Avevo il soggetto in un cassetto da anni, anche perché mi sono creato un database di cronaca nera (realizzato nella prima decade di secolo) di milioni di battute relativo a omicidi seriali e delitti aberranti dove posso pescare per storie del genere. Nel caso in questione colpiscono gli inusuali rimandi alla Genesi (i rapporti tra Adamo ed Eva e la tentazione del serpente) pressoché ricorrenti in tutta la storia.
1 LIBERACI DAL MALE
Scritto: Agosto 2024 / Gennaio 2025.
Battute: 10.200
Genere: Horror / Satirico.
Pubblicazione: No alla Violenza Contro le Donne 2025 (Historica Edizioni)
Descrizione. Evoluzione di un racconto presentato a La Paura fa 90 Righe del FIPILI Horror Festival Edizione 2024. Ampliato di oltre tremila battute e passato dalle iniziali 7.000 alle definitive 10.200 battute, è un testo satirico che ribalta il canovaccio della possessione diabolica resa iconica da film come L'Esorcista. Respinto al FIPILI, è un racconto che a me piaceva molto e, per come era stato scritto, ben si adeguava alla selezione proposta dall'Historica, motivo per cui l'ho sviluppato e riproposto. La storia è strutturata attorno ad alcune mie perplessità in ordine all'atteggiamento controproducente adottato dal demonio durante una possessione, così da proporre un soggetto altamente blasfemo ma, al tempo stesso, privo di volgarità o sconcezze. Se ci pensate, negli esorcismi convenzionali, Satana finisce sempre per fare un involontario (quanto idiota) spot elettorale a Dio senza sfruttare a proprio favore i poteri di cui è dotato. Perché non fare stare bene gli indemoniati, così da conquistarne la fiducia e allontanarli con convinzione (piuttosto che di prepotenza) da Dio? Da qui parte la storia. Ho infine aggiunto una stilettata all'atteggiamento punitivo dei ministri di fede verso chi intende avere condotte libertine. Ne è venuto fuori un racconto convenzionale nella sua struttura, ma del tutto rivoluzionario dal punto di vista della narrazione. Un piccolo elaborato che è stato, forse, sottovalutato da chi si è trovato a giudicarlo.
2 S.
Scritto: Febbraio 2025.
Battute: 40.000
Genere: Sci-fi / Satirico.
Pubblicazione: Inedito.
Descrizione. Primo vero racconto scritto nel 2025, in vista di un target proibitivo: l'Urania Short 2025. Lo reputo uno dei miei migliori racconti della stagione, nonostante non abbia avuto fortuna. È un racconto di genere fantastico, sebbene mascherato da fantascienza sociale con qualche prospettiva distopica. Forse penalizzato da un'irriverenza pulp che lo rende intriso di una macabra ironia giostrata sui rapporti sociali tra uomini e donne. La tematica, ancora di nuovo, è quella del “no alla violenza contro le donne”, ma qua l'idea arriva da lontano, ovvero da uno spunto rimasto per almeno quattro anni nel proverbiale cassetto. Durante un servizio sulla volante di pronto intervento, mi venne il flash di un auto che, procedendo in senso opposto al mio, sbandava pian piano sul guardrail delimitativo della carreggiata fino ad arrestarsi. Una volta ferma, dal lato guida fuoriusciva un bambino di dieci anni con i vestiti enormi, un po' come nel film Da Grande (1987) con Renato Pozzetto. Da qui prende piede una lotta contro il tempo per arginare un processo degenerativo che colpisce tutti i maschi del paese. Ecco che The Curious Case of Benjamin Button (2008), Sleeping Beauties (2017) di King e The Incredibile Shrinking Man (“Tre Millimetri al Giorno”, 1956) di Richard Matheson si incontrano in un'ottica scanzonata e fortemente tamarra. A me è piaciuto molto, alla Mondadori meno. È in attesa di una nuova chance.
3 A.D.P.
Scritto: Marzo 2025.
Battute: 30.000
Genere: Horror / Satirico.
Pubblicazione: Inedito.
Descrizione. Altro racconto sfortunato che, tuttavia, ha ottenuto valutazioni positive. Presentato alla selezione Notte Horror '90 indetta dalla Acheron Books, è stato apprezzato dallo scrittore e critico di narrativa del terrore Christian Sartirana (responsabile della selezione), tanto da essere stato in ballottaggio fino all'ultimo col racconto, poi selezionato (sul medesimo soggetto d'ispirazione ovvero The Night Flier di Stephen King poi trasposto sul grande schermo da Mark Pavia), di Demis Zampelli. Si tratta di un horror di indagine, effettivamente molto fedele alla struttura del racconto di King (quello di Zampelli lo è di più), che prende le mosse dalla critica a un certo sensazionalismo della carta stampata (aspetto già presente in King e rimosso del tutto da Zampelli), con omaggi ai crimini del Mostro di Firenze, ai delitti della “Uno Bianca” e allo scandalo “mani pulite”, per finire con l'evidenziare una visione pessimista e tecnologica di un futuro sempre più “americo-centrico”. Il fatto di essere stato rigettato suona più come un'opportunità, posto che il limite di 30.000 battute, a mio avviso, sacrifica il risultato finale. Avrebbe infatti bisogno di più azione e grandguignol. Conto di espanderlo nel 2026.
4 L'ISOLA DELLE LUCERTOLE
Scritto: Marzo 2025.
Battute: 27.600
Genere: Weird / Avventura.
Pubblicazione: Primordia (Colomò Editore).
Descrizione. Racconto scritto nella mia prima parte di carriera, quella pre-Spaghetti Western, già a suo tempo apprezzato. Ricordo che un'aspirante scrittrice di Viareggio, che non conoscevo, dopo averlo letto mi contattò e mi scrisse: “Ma te sei uno scrittore vero!”. Confinato in volumi sepolti nell'anonimato più assoluto, ha beneficiato di una delle iniziative più fighe della stagione (lanciata dal gruppo Telegram Lovecraft Italia ovvero da Strani Aeoni): la realizzazione di un'antologia interamente dedicata a racconti sui Dinosauri. Da grande appassionato del genere (ho praticamente tutto sui racconti a tema dinosauri), ho fatto carte false per esserci e ho così concesso una "vera" visibilità a un racconto che commistiona il weird di inizio novecento a una visione adventure dell'aldilà, dove sono confinate tutte le creature che hanno calcato la Terra, dinosauri compresi. Credo sia una lettura divertente. L'antologia, uscita in anteprima a Milano, in occasione di Stranimondi 2025, ha fatto sold out. Come tutti i successi che si rispettino, è già in programma la realizzazione di un nuovo racconto a tema dinosauri.
5 LA CATENA SPEZZATA
Scritto: marzo 2025.
Battute: 23.000
Genere: Horror
Pubblicazione: Contratto sottoscritto con la casa editrice spagnola Horti di Giano, è in attesa di pubblicazione.
Descrizione. Terzo racconto scritto da zero nella stagione, preparato per il concorso Terrorea 2025. Il bando chiedeva storie horror di ambientazione italiana ottocentesca. Quale migliore ambientazione della Milano in via di industrializzazione, tra medium fanfaroni, grandi ville, sedute spiritiche che finiscono fuori dal controllo del medium e un fantasma a caccia della vendetta? Detto fatto. Mi sono divertito a descrivere le guardie milanesi dell'epoca, inoltre il finale mi è stato ispirato da una foto di scena dell'attrice Sissy Spacek completamente ricoperta di sangue nel film Carrie.
Non è stato selezionato nel primo gruppo di racconti, ma è stato comunque richiesto dalla casa editrice che mi ha sottoposto un contratto editoriale in duplice copia (italiano e spagnolo) con tanto di concessione di royalty. Spero esca nel 2026.
6 GUANTO D'ORO
Scritto: Agosto 2024 / Marzo 2025.
Battute: 10.000
Genere: Sci-Fi / Satirico.
Pubblicazione: Racconti Sportivi 2025 (Historica Edizioni)
Descrizione. Scritto in origine per la selezione 2024 organizzata dalla Rivista “Il Mulo”, che chiedeva racconti fantascientifici a tema “La Sconfitta”. Lo scrissi di getto, in meno di una settimana. Centrale la componente satirica, marcatissima. E' uno di quei racconti che sarebbero piaciuti, penso di poter dire, ad Antonio Bellomi o a Fabio Calabrese (che può ancora esprimersi). E' infatti figlio della lettura dei racconti di Bellomi e dell'episodio più discusso delle Olimpiadi andate in scena a Parigi lo scorso anno, ovvero la rinuncia della boxeur italiana di incrociare i guantoni con un'avversaria troppo più forte di lei. Il racconto ruota attorno a un evento sportivo intergalattico in cui le varie razze dell'universo si sfidano, con coraggio e ardore, a prescindere dalle varie categorie di appartenenza. La vittoria non è l'unico parametro di giudizio. La forte componente onirico-visionaria, con soluzioni che penso anche di poter definire originali, ne rafforzano l'impatto. Lo reputo uno dei migliori racconti in assoluto che ho pubblicato con Historica (dove avrà una visibilità pressoché nulla). Per contenuti e messaggio finale di fratellanza interspecie (e dunque interplanetaria) e di superamento dei conflitti bellici, era perfetto per il bando a cui poi è stato diretto. A me piace molto, contento di averlo prestato alla causa.
7 R M.
Scritto: Marzo 2025.
Battute: 38.000
Genere: Sci-fi / Horror.
Pubblicazione: Inedito.
Descrizione. Il mese di marzo 2025, evidentemente, non è stato favorevole al mio estro. Scritto appositamente per la selezione Darkest Matter della Nero Press Edizioni, ha fallito il target, forse per una complessità onirico visionaria che non sono riuscito a rendere sufficientemente digeribile. Si tratta infatti di una storia sul multiverso e sul tema, molto alla From Beyond di H.P. Lovecraft, delle creature che passano da una dimensione aliena alla nostra realtà (qui il portale, però, sono le creature organiche). Sicuramente è tra i più visionari di tutta la stagione, con un contenuto body horror e il beffardo finale quali punti di forza. Beneficerebbe di un potenziamento nella parte centrale, dove il flashback sulla guerra dei Balcani non è adeguatamente caratterizzato. Francamente ero convinto di centrare la pubblicazione, ma forse è andata meglio così. Ha tutto per diventare un ottimo racconto e, statene certi, riuscirò a valorizzarlo, magari proprio nel 2026. Non sarebbe la prima volta.
8 S D S
Scritto: Novembre 2024 / Marzo 2025 / Agosto 2025.
Battute: 20.000
Genere: Fantastico / Satirico / Fantascienza.
Pubblicazione: Attualmente in valutazione presso un concorso di cui ometto il nome.
Descrizione. Un racconto folle, con un innesco originale alimentato dall'inizio de Il Pendolo di Focault di Umberto Eco. Ricorda un po' quelle storie strane e sballate alla Howard Fast o alla Bob Shaw. Secondo me, è tra i miei migliori racconti del biennio 2024/25, eppure è reduce da due fallimenti. Respinto al concorso Ali Blu 2024 (dove ero convinto di entrare), è stato oggetto di revisione e ripresentato – udite, udite – al Premio Rill 2025, dove ho persino pagato l'iscrizione pur di mandarlo in corsa contro una rosa di avversari agguerriti. È evidente che io abbia puntato molto su questa storia, perfettamente a tema con gli sviluppi politici contemporanei, così come è evidente che ne sia rimasto deluso. Riproposto per la terza volta in un bando che sembra calibrato alla perfezione sui contenuti del racconto, confido di vederlo uscire su antologia a fine 2025 anche perchè non penso di essere stato vittima di un siffatto abbaglio.
9 PROIETTILE INESPLOSO
Scritto: Aprile 2025.
Battute: 12.000
Genere: Drammatico / Avventura.
Pubblicazione: Amore per gli Animali 2025 (Historica Edizioni).
Descrizione. Racconto scritto su misura per il concorso Amore per gli Animali 2025 indetto dall'Historica Edizioni. Ho cercato di lavorare sulla caratterizzazione del protagonista, una guardia del Parco Nazionale d'Abruzzo stufato della vita urbana, e sui preconcetti sull'inutilità di certi animali (le volpi) per stendere una storia ambientalista. La presenza di un veterinario che si chiama Ammazzalorso (come uno storico allenatore della squadra di calcio de L'Aquila) Rosa è una piccola e unica concessione all'ironia all'interno di un racconto che definirei drammatico e realistico.
10 IL RESPIRO DI FUOCO
Scritto: Aprile 2025.
Battute: 12.000
Genere: Giallo / Storico.
Pubblicazione: Racconti Storici 2025 (Historica Edizioni).
Descrizione. Altro racconto scritto su misura per i concorsi Historica Edizioni, nella fattispecie quello storico. È un piccolo giallo calato nella Firenze dei tempi di Leonardo da Vinci. Tutto ruota su una misteriosa arma segreta ideata dal maestro fiorentino e su cui vorrebbero mettere le mani gli appartenenti di una potente Loggia locale. Un interesse che provoca omicidi e rapimenti. Assistiamo così a delitti irrisolti e colluttazioni, con un Leonardo da Vinci che si scoprirà essere un uomo d'azione nonché ideatore di congegni diabolici. Un raccontino iniziato senza pretese e cresciuto alla distanza tanto da superare le mie attese. Per racconti come questo ringrazio l'Historica Edizione e le sue selezioni, poiché senza di esse non avrei mai scritto questa avventura che rimpingua il mio scarno gruppo di gialli. Una piccola curiosità è costituita dal fatto che mi ha aiutato la lettura dell'antologia Tempo di Delitti (Newton e Compton, 1993) e più in particolare il racconto Leonardo da Vinci, Detective di Theodore Mathieson.
11 C'ERA UNA VOLTA A... TIRRENIA
Scritto: aprile 2025.
Battute: 49.200
Genere: Horror
Pubblicazione: Ciak si Muore (Delos Digital).
Descrizione. Se fosse una canzone sarebbe la title track dell'album della mia stagione, tra La Nona Porta di Roman Polanski e la serie di Susanna Marino di Cristiana Astori avviata da Tutto quel Nero. È senza dubbio il racconto, tra i miei, che ha riscosso maggiori apprezzamenti nel 2025 ed è, probabilmente, da annoverarsi nella mia top ten di sempre. Il giallista scuola Mondadori Lucio Nocentini, che è anche il curatore dell'antologia in cui è stato incluso, ne è rimasto entusiasta fin da subito: “Hai centrato da dio il bando” mi scrisse in risposta all'invio. Luigi Pachì, nome apicale nella struttura Mondadori per la sezione gialli, ha scritto: “Matteo Mancini lo definirei geniale, leggere per credere”.
Insomma, una bella soddisfazione anche per la particolare ambientazione (a me ovviamente cara) e per essere stato l'ultimo racconto che ha fatto sorridere mio zio, venuto a mancare due settimane dopo la premiazione. Rientrato a casa, circa alle ore 03,00 di notte, dalla serata di consegna premi del 30 luglio, lo trovai ad attendermi in salotto. “Che ci fai ancora alzato?” gli chiesi. “Ti aspettavo per vedere i premi...”.
Scritto nell'arco di un paio di settimane, partendo dalle ceneri di un inedito che avevo nel cassetto, C'era una Volta a... Tirrenia è cresciuto nel corso della scrittura, in una sorta di racconto metaletterario in cui confluiscono alcune idee che erano alla base della mia sceneggiatura intitolata Z3D e il mio amore per i film di genere italiano degli anni sessanta e settanta. Il racconto, come si intuisce dal titolo dell'antologia in cui è stato incluso, omaggia Tirrenia ovvero la cittadina in cui sono cresciuto e che nel 1932, anno di sua fondazione, sarebbe dovuta essere la Hollywood d'Italia. Il racconto è infarcito di omaggi cinematografici dedicati al thriller, all'horror, al western e alla fantascienza, incentrati su tutti quei film, spesso di serie B, girati negli studios dagli anni trenta al 1969 tanto cari a Quentin Tarantino, ma è anche un omaggio alla località in una sorta di distorsione meta-temporale che arriverà a piegare il tempo e a produrre una sorta di rinascita degli studios fino all'uscita di una nuova forma cinematografica che ribalterà il concetto della visione 3D. L'epilogo, non a caso, capovolge l'idea alla base di Demoni di Lamberto Bava e, al tempo stesso, strizza l'occhiolino ad Alfred Hitchcock e al suo Nodo alla Gola, oltre che al Dracula di Jess Franco al centro dell'intreccio.
Felice che sia stato apprezzato, al punto da essere proposto per una pubblicazione in appendice ai Gialli Mondadori, ha ottenuto il terzo premio come “Migliore Trama” al Premio Toscana in Giallo e ha vinto il premio speciale Les Fleurs du Mal concesso dalla blogger Barbara Anderson con questa motivazione: “Gli autori sono stati tutti molto bravi, ma la mia preferenza è stata: C'era una Volta a... Tirrenia, di Matteo Mancini. Mi è piaciuta molto la sua scrittura brillante e raffinata, mi ha trasmesso nostalgia con quell'aria di decadenze, quelle atmosfere immersive in un mondo fatto di passioni, di fallimenti e memorie. La sua trama solida, lo stile evocativo e quella tensione emotiva ha fatto sì che questa storia mi toccasse più delle altre”. Che altro dire, se non grazie a Nocentini e al Comune di Castiglion Fiorentino?
12 DAMNATIO DAMNATORUM
Scritto: Luglio 2024 / Aprile 2025.
Battute: 26.500
Genere: Horror.
Pubblicazione: Diavolerie (Colomò Editore).
Descrizione. Originariamente concepito nel 2024 per essere sottoposto ai curatori della rivista Racconti dal Profondo, è stato asciugato di 5.000 battute nella sua parte iniziale dopo essere stato rigettato. Ha trovato residenza nell'antologia Diavolerie, del Gruppo Telegram Lovecraft Italia, dove credo faccia buona figura. È un horror di formazione che ha per protagonista una giovane ragazza, delusa per non essere riuscita a far valere nella vita le competenze artistiche acquisite negli studi e, al tempo stesso, incapace di relazionarsi con l'altro sesso. Affranta e stanca di condurre una vita che non la soddisfa, intraprende un viaggio in solitaria verso il Museo del Prado di Madrid, perché è ossessionata da Hyronimus Bosch e, più in particolare, dal Giardino delle Delizie con i suoi richiami erotici e libertini. Varcato l'ingresso della sala in cui sono esposti i capolavori dell'artista fiammingo, un maestro molto particolare la indurrà a conoscere la vera essenza del mondo. Siamo davvero sicuri che l'inferno, qualora effettivamente esistente, sia davvero una condizione umana post-mortem oppure è vero il contrario?
L'ispirazione
arriva da alcune sequenze del film La
Sindrome di Stendhal
(1996)
di Dario Argento oltre, come ovvio, dallo studio dei trittici del
pittore fiammingo, da me analizzato nel 2023 per la realizzazione di
un saggio sulla pittura macabra. Non aggiungo altro, se non che,
evidentemente, nella rivista Racconti
dal Profondo
hanno di meglio per le mani. L'importante è essere convinti delle
proprie idee. Lieto di averlo messo a disposizione per Diavolerie.
13 I D D A.
Scritto: Maggio 2025.
Battute: 30.000
Genere: Sci-fi / Horror.
Pubblicazione: Inedito.
Descrizione. Da uno scarto di Racconti dal Profondo a un altro scarto dei curatori della rivista, questa volta targato 2025. È un post-atomico piuttosto violento, a mio modo di vedere, con enormi aspettative di crescita e diverse “sequenze” (per utilizzare una terminologia cinematografico) potenti e originali. È anche una storia che ha un contenuto di fondo ironico e satirico, tra critiche a pratiche musicali come l'auto-tune e omaggi alquanto atipici ai Righeira e a Giuni Russo, che certo non ti aspetteresti in un racconto del genere. E' un po' un mio omaggio alla musica dance taliana degli anni '80. La struttura è point to point con qualche flashback che cerca di mostrare cosa ha portato al disastro ecologico e sociale che ha stravolto la costa Adriatica. Sarà sicuramente potenziato su una maggiore distanza e non credo che avrà difficoltà a trovare una collocazione. Quanto a Racconti dal Profondo, evidentemente, come direbbe Riccardo Cocciante tra noi manca la questione di feeling.
13 bis A.P
Scritto: Agosto 2024 / Maggio 2025.
Battute: 10.000
Genere: Fan fiction - Super Eroi.
Pubblicazione: Inedito.
Descrizione. In una scuderia di cavalli da corsa, se può capitare di essere felici per l'eventuale presenza di un campione, ciò che non mancano mai sono i brocchi. A.P. rientra in questa seconda categoria. Già rimandato indietro da Historica Edizioni nell'estate del 2024 (l'avevo iscritto a Storie d'Amore), ha tentato una proibitiva e poco convinta collocazione, a quota astronomica al betting, alla selezione Nerdworks dove, ovviamente, non si è piazzato. Il soggetto nasce dalla volontà di omaggiare il personaggio della DC Harley Quinn e il mondo legato a Batman.
Dopo aver comprato il magnifico volume cartonato Il Grande Libro di Harley Quinn della Panini, ho steso questo breve racconto cercando di immaginare un amore proibito tra la folle e funambolica Harley e il freddo e impostato Batman, un amore impossibile che per sbocciare dovrà andare oltre le barriere determinate dai percorsi contrapposti che i due soggetti hanno scelto di intraprendere: il disprezzo delle regole da una parte, il formalismo quasi militare dall'altra. Niente però nella vita è netto e i punti di incontro, a volte, si raggiungono proprio laddove tutto potrebbe lasciar protendere per l'incompatibilità. Azione, noir, combattimenti e sentimentalismi sono al servizio di un racconto che soffre della scelta di non volere mascherare i personaggi ricalcandoli invece sugli schemi di riferimento iniziale. Persiste a essere inedito. A me, tutto sommato piace, ma sarà difficile da collocare in qualche antologia.
14 HABEMUS TENEBRAE
Scritto: Maggio 2025.
Battute: 12.700
Genere: Horror.
Pubblicazione: Racconti Horror 2025 (Historica Edizioni).
Descrizione. Racconto scritto per la selezione Historica Edizioni, in meno di una settimana, ispirato dal conclave che ha poi portato all'elezione di Papa Leone. È stato un racconto sviluppato all'insegna dell'avventura, senza punti fermi o idee iniziali ripescate dal proverbiale cassetto. Alla fine è uscito un pezzo tutt'altro che disprezzabile, capace di stupirmi vista la poca convinzione che ne aveva accompagnato la genesi. L'epilogo è tra i più onirici e credo efficaci della mia produzione e va a ribaltare le previsioni che il lettore dovrebbe essersi fatto durante la lettura e su cui io stesso mi ero mosso, salvo ribaltare il tutto per conferire imprevidibilità a una storia altrimenti piatta.
La domanda che innesca il racconto è questa: chi è quel cardinale all'interno del conclave che nessuno conosce, ma che tutti votano, e che si ritrova a essere eletto papa con l'arroganza di scegliere il nome Petrus Secundus? Scritto senza grandi aspettative in due paia di giorni, è cresciuto alla distanza probabilmente molto meglio di altri su cui avevo scommesso. Ringrazio sempre l'Historica per aiutarmi indirettamente a scrivere questa tipologia di racconti che altrimenti non concepirei.
15 L U S
Scritto: Giugno 2025.
Battute: 25.000
Genere: Horror.
Pubblicazione: Inedito.
Descrizione. Ecco l'applicazione pratica di quanto ho appena detto in conclusione dell'analisi di Habemus Tenebrae. Originariamente scritto sulla distanza di 20.000 battute per essere destinato al Torre Crawford, questo racconto ha visto modificare in corsa la sua destinazione. Ampliato di cinquemila battute (passato da 20.000 a 25.000 battute), è stato destinato quale sostituito al blasonato Terni Horror, perché l'altro racconto designato, scritto in contemporanea a questo, avendo elementi fantascientifici e distopici, mi sembrava più adatto al Crawford, dove peraltro si è fatto valere confluendo nell'antologia del premio. Ecco così che questo secondo racconto è stato limato di 5.000 battute (guadagnando in qualità), mentre quello qui oggetto di esame non ha beneficiato del processo inverso, venendo comunque iscritto a pagamento al Terni Horror, dove ha mancato la selezione.
È un racconto visionario, non troppo quadrato ed equilibrato. Ho cercato di fare qualcosa di originale, ma ho plasmato una roba in stile La Tana del Serpente Bianco diretto da Ken Russell. È un racconto che deve maturare e che cerca di proporre, in un'ottica inedita, la figura maligna dello squalo che qua appare in modo a dir poco delirante. C'è del buono. Tornerò a lavorarci sopra. Purtroppo quando si scrivono e si concepiscono racconti in venti giorni non sempre tutte le ciambelle escono col buco e non sempre si riesce a rimediare in fase di lavorazione.
15 bis LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI JONATHAN SWAMPS
Scritto: 2011 / Giugno 2025.
Battute: 18.000
Genere: Horror.
Pubblicazione: Le Tenebre Lovecraft (Esescifi).
Descrizione. Racconto pressoché inedito che pubblicai, nel 2011, in un quadernetto stampato dalla GDS Edizioni poi finito presto fuori catalogo. Si intitolava, in origine, Il Terzo Occhio. L'ho appena rinfrescato con modifiche minime e riproposto alla selezione Esescifi dedicata a H.P. Lovecraft, giusto per dargli un minimo di visibilità che di fatto non ha mai avuto. È scritto in prima persona e vede come protagonista un occultista, un po' costruito sulla biografia di Gustav Meyrink, che ha scoperto il mistero del vita e dei cicli rigenerativi che la caratterizzano, provocando l'ira di creature ultraterrene che fungono da guardie a questo ciclo di morte e rinascita. Il soggetto del racconto è abbastanza standardizzato e gioca su atmosfere classiche. L'obiettivo era entrare nell'antologia senza alcuna ulteriore velleità di successo. Contento che, come si dice in ippica, sia andato al palo.
PROSEGUE PROSSIMAMENTE