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mercoledì 3 settembre 2025

Recensione Narrativa: RIMORSO di Davide Rosso.

Autore: Davide Rosso.
Anno: 2025.
Genere: Giallo gotico.
Editore: Conte Orlok Edizioni (self publishing).
Pagine: 70.
Prezzo: 7.50 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini

Festeggiamo il traguardo delle quattrocento recensioni di narrativa del blog col ritorno di un amico: il vercellese Davide Rosso, di cui ricordiamo le precedenti recensioni dei vari Ritualis – Le Cerimonie del Mostro di Firenze (https://giurista81.blogspot.com/2021/11/recensione-narrativa-ritualis-le.html) e del saggio La Corta Notte delle Bambole di Carta (https://giurista81.blogspot.com/2023/11/recensione-saggi-la-corta-notte-delle.html), oltre che di Oro Sommerso di cui curai la prefazione.

Collaboratore dei siti Mattatoio n.5 e La Zona Morta nonché della rivista culto Notturno, Davide Rosso è conosciuto, oltre quale esperto di cinema di genere estrazione dark ed erotico degli anni settanta e sessanta, quale studioso di narrativa italiana popolare del circuito che invadeva le edicole a cavallo tra gli anni sessanta e settata, in particolare quelle serie intrise di elementi perturbanti, gotici e sovente contaminati da un erotismo perverso. Pur se legato alla saggistica, Rosso si è interessato con minore regolarità alla narrativa denotando sempre uno spiccato talento nel delineare i contorni della provincia italiana degli anni che furono. Rimorso segna il suo ritorno alla narrativa dopo due anni di assenza, un peccato questo, viste le indubbie qualità tecniche dell'autore nell'evocare il terrore. Rimorso è una breve novella metaletteraria nel solco della tradizione giallo/gotica che ha in pellicole quali La Casa dalle Finestre che Ridono di Pupi Avati il riferimento più evidente. Meno sperimentale di altri testi dell'autore, che riprende tuttavia l'idea dei collage di foto estratte dai giornali e da riviste erotiche al centro di Oro Sommerso e oggetto di uno studio dettagliato nel saggio La Corta Notte delle Bambole di Carta, Rimorso è storia che, anche per effetto di un discreto ritmo, definirei di presa popolare. Punto di forza sono le atmosfere da folk horror, tra cimiteri, paesi di campagna fantasmi, bambole, diluvi torrenziali e presunte maledizioni contadine che ruotano attorno a un vecchio crimine a sfondo sessuale mai dimenticato e ancora vivo nel ricordo tanto da essere diventato un'inguaribile e malata ossessione dei pochi superstiti del villaggio. Fantasia e cronaca nera (tema caro all'autore) si compenetrano tendendo a fondersi in un progetto metaletterario in cui l'autore si sovrappone al protagonista, scoprendosi vittima di un'indagine che finisce per crollargli addosso. Forse debole nell'innesco (non vado nel dettaglio per evitare di spoilerare), beneficia di atmosfere claustrofobiche e marce, dove la tensione supera i limiti del giallo per assurgere all'orrore più tradizionale della scuola italica degli anni sessanta/settanta.

Bella la copertina che, per trovata, ricorda le collane narrative dei gialli Alfred Hitchcock presenta.

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