Elenco

  • Cinema
  • Ippica
  • Narrativa
  • Pubblicazioni Personali

domenica 23 febbraio 2025

Recensione Narrativa: LA SETTIMANA DI PASSIONE di Luca Ghimenti.

Autore: Luca Ghimenti.
Anno: 2021.
Genere:  Poliziesco / Drammatico.
Editore: Dream Book Edizioni.
Pagine: 304.
Prezzo: 15.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Prosegue la presentazione e l'analisi di opere del circuito editoriale indipendente italiano con La Settimana di Passione, ultimo romanzo del recentemente scomparso Luca Ghimenti.

Acquistai il libro, uscito nel 2021 per la casa editrice di San Giuliano Terme (Pi) Dream Book Edizioni, al Pisa Book Festival del 2023, unitamente a L'Anello Avanti e i Serpenti alle Spalle di Daniele Scasseddu, colpito da due aspetti: la prematura morte dell'autore (avvenuta nello stesso periodo di Daniele, precisamente a novembre 2022), tra l'altro mio concittadino (abitava Tirrenia), e l'idea di ambientare un romanzo nella settimana del Palio di Fucecchio. Quest'ultimo aspetto, da appassionato di pali, non poteva non indurmi all'acquisto.

Ho cercato di acquisire informazioni sull'autore, trovato morto nella propria abitazione (ricordo molto bene, dato anche il mio lavoro, quel giorno), ma purtroppo non sono riuscito a trovato recensioni né interviste, sebbene si tratti di uno scrittore con all'attivo quattro romanzi (presentati come gialli) pubblicati in cinque anni.

Classe 1966, originario di Fucecchio (che nei suoi romanzi diventa Fucenza), Ghimenti dimostra un'indubbia maturità stilistica e una passione che si alterna tra il mystery, la commedia e la musica rock. Penna leggera, propensa più alla commedia che alle atmosfere dark pur non rinunciando a momenti (pochi per la verità) di truculenta tensione (il ritrovamento di un cadavere). Il romanzo è intriso di omaggi piuttosto espliciti, che evidenziano gli amori dell'autore e la sua voglia di coinvolgerli nella sua opera narrativa, talvolta anche forzandone l'innesto. Così abbiamo un simpatico (quanto inutile ai fini della trama) cammeo di Monica Bellucci, passando per i continui richiami a suonerie e musiche riconducibili ai Pink Floyd, AC/DC e Led Zeppelin, con un'impostazione televisiva che rimanda agli sceneggiati Rai del Commissario Montalbano (di cui penso che Ghimenti fosse cultore) piuttosto che agli antesignani narrativi del genere. Particolarità del testo, infatti, è quella di scegliere un taglio estremamente realistico (la vita reale, del resto, non è “montata” in funzione delle esigenze narrative e lo stesso avviene per questo romanzo), spalmato su sette giorni (la settimana del Palio di Fucecchio) con continui cali di ritmo dovuti alle quotidiane vicende delle vita comune che interagiscono con la sottotrama “crime (non certo “gialla”). Il leit motiv della storia è doppio: da una parte abbiamo i preparativi che condurranno alla corsa del Palio, con spiegazione delle caratteristiche e delle peculiarità della manifestazione e, dall'altra, abbiamo un'indagine su un giro di prostituzione gestito dalla mala africana. La struttura del romanzo è corale. I personaggi utilizzati da Ghimenti sono vividi, non a caso arrivano dalla vita reale - come spiega nei ringraziamenti l'autore - tutti ampiamente caratterizzati, e lo sono così tanto da fagocitare la storia. In altri termini, l'avventura proposta non interessa ai lettori che – nelle intenzioni dell'autore – dovrebbero invece affezionarsi ai personaggi. Ghimenti si concentra sulle vicende private, sentimentali e introspettive dei suoi protagonisti, lasciando di sfondo la trama che addirittura resta incompiuta e sprovvista di un epilogo.

Non è corretto definire La Settimana di Passione un giallo o un thriller, si tratta, piuttosto, di un romanzo di impostazione realistica dove confluiscono la comicità toscana (e siciliana, in omaggio, immaginiamo, a Camilleri), il dramma della cronaca nera ma anche delle malattie che colpiscono giovani persone e, di sfondo, il risvolto sociologico e culturale (questo molto ben reso e vero pezzo forte del testo) delle vicende paliesche con i sogni dei contradaioli, il dietro alle quinte della corsa e la pura passione dei cittadini svincolata da logiche opportunistiche. Non siamo dunque dalle parti di un romanzo stile Il Palio delle Contrade Morte di Fruttero e Lucentini (in cui il Palio è il protagonista della storia, mentre qua la corsa viene chiusa frettolosamente) o di un thriller che attraversa le vicende del palio per andare a parare su una trama incentrata sulla tensione e il mistero (tipo Piazza delle Cinque Lune). Niente di tutto questo. La trama crime pur se bene introdotta, con accenni alle modalità estorsive su cui si basa la mafia africana (si parla di voodoo, anche se forse sarebbe stato più corretto menzionare la macumba), è un mero pretesto per muovere i personaggi, al punto da restare sospesa in attesa di un sequel (che purtroppo non ci sarà). Siamo quindi alle prese con un libro che propone uno spaccato di vita comune (la settimana del palio), presentato attraverso le vicende di più personaggi, tra cene, dialoghi al bar e viaggi nella campagna toscana in compagnia di fidanzate e amici. Dunque un buon inizio connaturato dall'aspettativa di una trama crime che però non decolla, plasmando un romanzo che - nel suo brio e nel suo essere in buona parte scanzonato (con comunque momenti di drammaticità) - tende ad appesantirsi al procedere delle pagine con interi capitoli sorvolabili ai fini delle esigenze narrative.

Tra le particolarità destinate a essere notate solo da un certo pubblico di lettori, segnalo – con piacere - la menzione di nomi di cavalli davvero esistenti, con qualche giudizio non proprio corretto (Farfadet du Pecos è definito un brocco quando in realtà in ippodromo era discreto soggetto, mentre Unico de Aighenta – che nella realtà diventerà uno stallone con tanto di gran premi vinti in giro per l'Italia – non riuscirà a conquistare la finale).

Da un punto di vista formale, il testo è fluido, ben presentato dalla Dream Book Edizioni (l'editing è valido) con cui Ghimenti è alla prima e unica collaborazione (pare che avesse più di un progetto in cantiere), dopo esser passato da editori sempre diversi tra cui Porto Seguro.

Definirei La Settimana di Passione un romanzo poco “commerciale” per la scelta di rinunciare agli stilemi classici della narrazione crime. Ghimenti sembra ispirarsi, piuttosto, agli sceneggiati tv. Lavora molto sui personaggi, forse troppo. Probabilmente (ma, attenzione, è un mero giudizio personale) sarebbe stato più efficace predisporre una trama crime – alla Dick Francis - incentrata sul mondo del palio, aspetto che avrebbe reso sicuramente più avvincente la narrazione portando il giallo nel dietro le quinte delle vicende paliesche (piuttosto che su aspetti estranei). Il lettore medio, infatti, potrebbe avere l'impressione di essere alle prese con una trama annacquata, fatta di tanti momenti morti e di troppo lavoro sui protagonisti visti quale escamotage per allungare la sostanza. Alla fine l'intera storia resta di sfondo, mentre spiccano le vicende private dei personaggi. Un caro saluto all'autore laddove ognuno di noi è destinato a fare tappa, con il rammarico di non averlo conosciuto nonostante la comune passione per la lettura e il fatto che fossimo concittadini (io storico e lui acquisito).

Ps: Il Palio di Fucecchio lo rammento sempre con piacere dal momento che da bimbo (anni ottanta), quando andavo con mio zio a scuderia (a Pisa) a vedere i cavalli di famiglia che correvano in ippodromo, i preparatori dei nostri cavalli erano i fratelli Brotini che l'autore del testo, pur essendo un cultore del viola, di certo conosceva.

 

L'autore
LUCA GHIMENTI

Il Palio genera inimicizie tra le Contrade ma allo stesso tempo unisce tutto il paese in nome di questa festa che strazia il cuore ma sazia l'anima, riempie di emozioni che portano lontano qualsiasi problema... Al Palio non esistono persone diverse: ci sono i colori delle Contrade diversi, ma le persone sono tutte uguali.”

Nessun commento:

Posta un commento