Elenco

  • Cinema
  • Ippica
  • Narrativa
  • Pubblicazioni Personali

mercoledì 19 giugno 2019

Recensione Narrativa - RIVISTA ZOTIQUE - Gennaio 2019.



Direttore e Curatore: Pietro Guarriello.
Genere: Rivista del Fantastico con saggi, interviste, recensioni e racconti originali di scrittori affermati.
Editore: Dagon Press.
Indirizzo di Redazione: Viale delle Orchidee, 6, Pineto (Te).
Numero: Anno II, N.2.
Testi in ordine di presentazione: Christian Lamberti, Pietro Guarriello, Ambrose Bierce, Donald Burleson, Cesare Buttaboni, Thomas Owen, Francesco Brandoli, Mariano D'Anza e Gertrude Atherton.
Pagine: 194.
Prezzo: 15,90 euro.

Commento di Matteo Mancini.
Secondo numero dell'attesissima Zotique che conferma la buona resa già riscontrata dalla prima uscita della rivista. Pietro Guarriello, studioso di lungo corso del weird e deus ex machina della Dagon Press, non cambia l'impostazione del debutto e prosegue nel suo cammino di divulgazione, affiancando nomi sacri del fantastico che fu a quelli di autori autoctoni emergenti, con un occhio di riguardo agli scrittori sottovalutati dalla nostra editoria ma reputati maestri altrove e alle fin troppo bistrattate "quote rosa" del weird. Ne viene fuori un'eccelsa amalgama tra saggistica, biografie e racconti inediti in italiano fregiati da firma d'autore.
Ospite d'eccezione del numero è il dissacrante Ambrose Bierce, scrittore americano ottocentesco celebre per l'aforismario satirico Il Dizionario del Diavolo (1906) e per la produzione incentrata su un orrore spesso connesso alle scene di battaglia vissute in prima persona ai tempi della guerra di secessione. "La realtà è il sogno di un filosofo impazzito" soleva dire, mantenendo per tutto il corso della sua carriera una spiccata abilità per il racconto breve spesso intriso di un affilatissimo sarcasmo.
Pietro Guarriello gli dedica cinquanta pagine, offrendo un'utilissima guida all'intera bibliografia dell'autore in Italia (fondamentale per capire cosa comprare in una rosa di proposte talvolta ripetitive) in cui sottolinea pregi e difetti dei vari volumi editi. La panoramica è preceduta dalla biografia piuttosto dettagliata dello scrittore, a sua volta anticipata da un coltissimo saggio teorico sulla narrativa dell'orrore (in gnerale) firmata da Christian Lamberti. A rendere più appetitoso l'omaggio alla sarcastica penna californiama contribuisce un quintetto di racconti tradotti per la prima volta in italiano e tutti legati dal trait d'union offerto dalla morte. Una Notte Gelida Un Sonno Leggero, assai simili, giocano sulla paura che l'uomo può provare nei confronti dei cadaveri dei propri simili. Assai intriso di black humor il primo, in cui un freddo pungente induce persino un cadavere a cercare il calore di una coperta; più cupo il secondo, che vede sempre un cadavere spostarsi da un fianco all'altro in cerca della posa più comoda in cui riposare.
Da personaggi attivi i cadaveri diventano passivi ne Il Demone Sconfitto, in cui un disseppellimento diventa motivo di fraintendimento tra due individui, uno dei quali terrorizzato dalla convinzione di aver a che fare col diavolo dopo aver cercato lui stesso di spaventare l'altro spacciandosi per un demone.
Atmosfere fiabesche ne Lo Scherzetto del Mago, mentre ne Il Lago di Jim Beckwourth gli spruzzi d'acqua generati dall'affiorare sulla superficie di un lago di enormi bolle genera il terrore in un gruppo di cowboy dopo che uno di questi, per impressionare i compagni, leva al cielo una supplica prontamente recepita da un'entità ignota che amplifica il fenomeno sollevando lo specchio d'acqua per cento metri. Della serie scherza con i fanti, ma lascia stare i santi... .

La rivista prosegue con un secondo omaggio, un po' più contenuto, dedicato allo scrittore belga Thomas Owen, al secolo Gérald Bertot. Il testo è scritto dal bravo Cesare Buttaboni che lo ripropone pur avendo già pubblicato il contributo sulla rivista Hypnos. Scrittore novecentesco poco noto in Italia, si tratta, dopo Jeran Ray, del maggior autore di narrativa horror in Belgio. Più interessato a un fantastico realista, a differenza di  Bierce, Owen non ha goduto di adeguata attenzione in Italia da parte dell'editoria. Lo sforzo di Pietro Guarriello, che propone quattro racconti mai tradotti nella nostra penisola, rende così imperdibile il numero della rivista e aumenta l'esiguo numero di storie a disposizione di coloro che non sono abili nella lettura dai testi stranieri.
In Kavar Il Ratto il sortilegio della vecchiaia morde le articolazioni, rende oziosi e consente solo di volare in un sogno che poi si scontra con la cruda realtà, quella di un figlio bandito che ruba quanto il padre ha conservato in casa, fino a distruggere la sola cosa a cui il vecchio abbia ancorato il più misero sogno di una vita, unico possibile in base alle limitate possibilità di un'esistenza di povertà: ascoltare la melodia di una bambola/salvadanaio dallo stesso costruita innescata dalla centesima moneta inserita.
Ne Ali di Farfalla Morta l'ossessione per il peso porta un anziano individuo a pesarsi su tre bilance disseminate in un parco e tutte indicanti il medesimo peso: 2,9 kg ovvero il peso dei vestiti che l'uomo ha indosso!!! Indovinate un po' perchè...?
Sogno premonitore e realtà si mischiano ne La Fine di Alexis Balakine, breve elaborato costruito sulla base di un impianto narrativo piuttosto classico e collaudato. Pastiche lovecraftiano il brevissimo Il Giorno che Incontrai Randolph Carter.
Dunque un autore lontano sia dall'ironia del connazionale Ray, sia dall'orrore cosmico della tradizione lovecraftiana, oltre che più spiccio per effetto di uno stile finalizzato all'efficacia anziché all'eleganza. Buttaboni scrive correttamente che "la poetica della corruzione del quotidiano nell'insolito è alla base di molti dei suoi racconti, che vengono classificati dalla critica nella categoria del realismo magico... Owen si sentiva vicino ai surrealisti nella misura in cui rimanevano vicini alla realtà."

Dai mostri sacri della narrativa mondiale si passa a un racconto dell'emergente Francesco Brandoli che, in chiave moderna, sia per stile narrativo che per contenuto, mischia col suo La Madre Oscura De Quincey alla tematica del baubau (o meglio del boogeyman) kinghiano, traslando la figura dall'uomo nero su quella della strega che attende la notte per emergere da sotto il letto e funestare la quiete notturna di una bimba. Brandoli confeziona un fantastico mascherato, simbolico, caratterizzato da una veste sotto la quale si nascondono i traumi psicologici subiti dai bimbi per effetto della separazione dei genitori. Un testo dunque non troppo weird e più votato a un orrore sociale assai contemporaneo.

Dalla narrativa si torna alla saggistica grazie a Mariano D'Anza e al suo Il Cantore delle Nebbie. D'Anza ci introduce, con grande padronanza e piglio da critico provetto, alla poesia di Robert Ervin Howard, attento a compararne la produzione con quella degli altri due moschettieri di weird tales ovvero C.A.Smith e H.P.Lovecraft. Pregi e difetti, in un'ottica che cerca di decriptare le problematiche della vita sociale dell'autore per riscoprirle nell'opera.

La rivista si chiude nel segno di Pietro Guarriello e dell'interessante sezione Le Donne del Weird, in cui facciamo conoscenza della ribelle e battagliera Gertrude Atherton. Si tratta di una chiusura non casuale, fornendo l'occasione di un ideale testacoda con Ambrose Bierce di cui la donna era stata una fiamma. Il curatore della rivista offre ai lettori una calibrata biografia di colei che ispirò il capolavoro Vertigo (La Donna che Visse Due Volte) di Hitchcock, una galoppata che ripercorre la vita e i principali racconti soprannaturali (quasi tutti afferenti al sottogenere delle ghost story, in particolare influenzate dalla penna di Henry James). Un saggio funzionale a introdurre per la prima volta in italiano il racconto, valutato dalla stessa autrice quale la sua migliore storia weird, Lo Strid, Il Luogo che Cammina.

Questo il contenuto rapidamente delineato del secondo numero di Zotique, una rivista che non delude il suo zoccolo duro di lettori, grazie a un lotto di saggi calibrati, tre biografie impreziosite dalle analisi, seppur brevi, dei testi e, ghiottoneria delle ghiottonerie, da undici racconti di cui dieci pubblicati per la prima volta in lingua italiana. Cosa volete più dalla vita...? Dato il personaggio centrale del numero non rispondetemi "un amaro lucano..." ma ricordando il suo soprannome cosa mai potreste volere di più....? un AMARO BIERCE, al tavolo d'angolo!

AMBROSE BIERCE
Zotique gli dedica un ampio dossier.

"Il suo humor nero e il suo piglio ferocemente anticlericale e provocatoriamente anticonformista, diventano nel giro di poco tempo proverbiali, e fanno di lui una delle firme più quotate e temute in città"


Nessun commento:

Posta un commento