Elenco

  • Cinema
  • Ippica
  • Narrativa
  • Pubblicazioni Personali

venerdì 20 settembre 2013

Recensione cinematografica: RUSH (Regia Ron Howard)

Regia: Ron Howard.
Anno: 2013.
Sceneggiatura: Peter Morgan
Interpreti principali: Chris Hemsworth, Daniel Burhl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino, Christian McKay.
Colonna Sonora: Hans Zimmer.
Durata: 123 min.
Giudizio Mancini: *****

Commento di Matteo Mancini
Dopo film di notevole successo come Apollo 13 (1995), A Beautiful Mind (2001), Angeli e Demoni (2009) e Il Codice da Vinci (2006), il premio oscar Ron Howard tenta un'impresa che solo pochi colleghi negli anni '70 avevano azzardato compiere: fare un film sulla formula 1 e con un budget non troppo alto (38 milioni di dollari).

Howard si affida, per la sceneggiatura, all'inglese Peter Morgan con cui aveva già collaborato nella stesura dello script di un altro storico e leggendario duello: Frost/Nixon (2008).
I due decidono così di raccontare l'incredibile campionato del mondo di Formula 1 dell'anno 1976 che vide contrapposti due piloti in quello che potrebbe sembrare una sfida western trasposta su una serie di piste per mezzo di bolidi lanciati a 270 km/h: il confronto tra il "professore" austriaco Niki Lauda e il cavallo pazzo inglese James Hunt.

Morgan, aiutato anche dalla collaborazione dello stesso Niki Lauda e dal personale della scuderia Ferrari, realizza un copione eccezionale impreziosito da monologhi e dialoghi che non possono che esaltare l'appassionato della formula 1 dei tempi che furono, anni in cui correre significava sfidare la morte a ogni gran premio (infatti la morte è spesso presente nel film dall'incidente letale del grande François Cevert allo schianto di Lauda).

Il ruolo dei due eroi, paragonabili per ardore e grinta a Ettore e Achille, viene affidato a Daniel Bruhl, il cecchino nazista di Bastardi Senza Gloria (2009) di Quentin Tarantino, e a Chris Hemsworth già protagonista in Thor (2011) agli ordini del nord irlandese Branagh, The Avengers (2012) e Red Dawn (2012) entrambi pettinati e presentati in modo da essere delle vere e proprie gocce d'acqua rispettivamente di Niki Lauda e di James Hunt.

La ricostruzione del periodo storico è eccellente, sia in pista che fuori. La troupe ha usato vere e proprie macchine da corsa convincendo i collezionisti a metterle a disposizione per le riprese. Belle sono anche le sequenze fuori dagli autodromi, come quella in cui vediamo due meridionali offrire un passaggio a Lauda rimasto a piedi nella campagna tirolese.
Per fortuna, una volta ogni tanto, non si ricorre (salvo qualche ritocchino) alla computer grafica, e ciò è un grande bene poichè sembra di assistere a vere gare.

Oltre ai due protagonisti, viene riservato qualche scampolo, seppur poco sviluppato, a Clay Regazzoni (interpretato dal nostro Favino, purtroppo non sfruttato a dovere a causa della marginalità del personaggio) compagno di squadra di Lauda. Gli altri fanno comparse perfino inferiori (Mario Andretti, Vittorio Brambilla, Arturo Merzario, John Watson, Carlos Reutemann), a eccezione di Lord Hesketh (colui che portò Hunt in formula 1 mettendolo su un auto che rifiutava qualunque tipologia di sponsor, perché ritenuto troppo volgare) che ha un certo ruolo nella vicenda e cui da corpo il bravo Christian McKay). Fa una fugace apparizione anche Enzo Ferrari (definito il commendatore o il grande vecchio).

Il soggetto si concentra sulla stagione 1976, più in particolare sul duello tra Hunt su McLaren e Lauda su Ferrari, avendo particolare riguardo ai gp di Germania, Italia e Giappone. Prima di giungere però a tal punto, vengono subito tratteggiate le psicologie dei due rivali mostrandoli in azione, già da avversari, nelle categorie minori.
Da una parte il facoltoso e riservato Lauda che, pur osteggiato dalla famiglia di banchieri, fa di tutto per correre in pista pagando di tasca propria i costruttori; dall'altra il grintoso e squattrinato Hunt. Lo sceneggiatore caratterizza in modo perfetto i due personaggi. Lauda è un calcolatore metodico, piuttosto antipatico all'ambiente in cui lavora perché dice tutto quello che pensa attaccando ferocemente anche la Ferrari (non a caso il grande Enzo non lo amava e lo farà fuori nel 1977 preferendogli Gilles Villeneuve). Geniale nella messa a punto dell'auto (si veda la sequenza in cui prevede i problemi di un auto privata sostenendo di sentire tutto quello che non va grazie a una sensibilità particolare concentrata nel suo sedere) e nella continua ricerca nella cura del dettaglio. Un vero e proprio maestro nella messa a punto e nello sviluppo del mezzo.
Hunt invece è il classico genio & sregolatezza (definito Super Star dal suo primo tifoso, cioè il facoltoso Lord Hesketh). Anche lui poco amato dai colleghi, per via del temperamento smargiasso, mette in mostra una grande intelligenza (nel film non viene mostrato ma era un grande letterato). Lo vediamo puntare tutto sul coraggio e sul suo talento estremo spinto fino ai confini della follia, tanto da valergli il soprannome di Hunt the Shunt (Hunt lo Schianto) per i suoi frequenti incidenti.

Così viene sviluppata l'accesa ma corretta rivalità tra i due, che alla fine giungono con lo stimarsi vicendevolmente (notevole lo scambio di battute finali in cui si respira la vera filosofia dello sport) il tutto in una cornice spettacolare che inchioda senza respiro lo spettatore alla poltroncina.

Non manca qualche stoccata ai danni del business (si fanno correre i piloti in condizioni estreme) e soprattutto su un certo giornalismo privo di etica (bella la scena in cui Hunt pesta un giornalista colpevole di aver offeso in modo indegno Lauda).

Howard mostra incidenti, toccate, passaggi indiavolati su chicane con la mdp collocata a una spanna dalle ruote che rasentono i cordoli, ma anche tutti gli eccessi di Hunt che fa all'amore in ogni posto e si sgola di continuo birre pensando a divertirsi sempre e comunque.

Favoloso il make up, con Bruhl sfigurato proprio come lo era Lauda, così come è magistrale la ricostruzione dell'incidente in cui il pilota austriaco rischiò di perdere la vita ma che non lo frenò dal ritornare coraggiosamente in pista.

L'ultimo Gran Premio in Giappone, ai piedi del Monte Fuji, è un concentrato di adrenalina pura. "Accendi la bastarda" dice il meccanico al pilota inglese poco prima del semaforo verde del gran premio in cui Hunt e Lauda si contentono il titolo in una tempesta di vento, acqua e nebbia, tra sorpassi pazzeschi e derapate controllate su una pista allagata. Lauda, menomato anche dai dolori delle ustioni e dal terrore del Ring, decide di ritirarsi perché reputa da pazzi proseguire (grandissimo coraggio nell'ammettere candidamente la propria scelta invece di nascondersi in una cortina di ipocrisia adducendo falsi guasti meccanici), il suo rivale invece va avanti nonostante le gomme deteriorate e la leva del cambio rotta con conseguete ferita al palmo della mano. La caparbietà dell'inglese verrà premiata con una vittoria mondiale dal sapore dell'impossibile, visto il vantaggio che Lauda aveva in precedenza accumulato e vista la rimonta finale dovuta alla necessità di un improvviso cambio gomme.

Erano anni che non mi capitava di vedere un film scatenato e coinvolgente come questo che incarna la vera filosofia dello sport. Howard opta per un taglio registico dinamico con camera car perfetti, soggettive e movimenti di macchina studiati per creare spettacolo. Grande attenzione anche nel mostrare i dettagli (piedi sui pedali, mani sui cambi, occhi che scrutano il cielo, pistoni che si muovono all'interno dell'auto), sfoggiando un piglio fumettistico e al contempo pulp. Non manca infatti una certa spruzzatina in tal senso, garantita soprattutto dall'atteggiamento ribelle e canzonatorio di Hunt, con le sue scappatelle e le spacconate sia in pista sia a parole. Discreta pure la colonna sonora, patinata la fotografia.

A mio avviso, come minimo, otterrà più candidature all'Oscar. DA VEDERE AL CINEMA! Grande Ron Howard, ma questa non è una novità.
Tra i migliori film del 2013.

Ps: qua vi segnalo l'eccellente speciale curato dalla RAI sul film e sui due veri contendenti:
http://www.youtube.com/watch?v=a-w9bgqB2hs

Nessun commento:

Posta un commento