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lunedì 28 novembre 2011

Recensioni narrative: IL RITORNO DI CARMILLA (J.S. Le Fanu jr)


IL RITORNO DI CARMILLA - LA VAMPIRA INNAMORATA

Autore: J.S. Le Fanu jr. (Nipote)
Anno di uscita: 2011
Casa editrice: Edizioni Il Foglio
Pagine: 164
Prezzo: 12.00

Commento di Matteo Mancini


Volumetto edito dalle Edizioni Il Foglio Letterario che, non me ne voglia l'amico Gordiano Lupi (autore della traduzione dallo spagnolo nonché responsabile della casa editrice), ha come unico fine quello di offrire a un pubblico a digiuno di "narrativa fantastica classica" uno dei capisaldi del genere fantastico (antesignano del Dracula di Bram Stoker) ovvero il racconto lungo "Carmilla" dell'irlandese J.S.Le Fanu. L'affermazione viene rafforzata da un testo che ricalca pari pari il soggetto originale, limitandosi ad attualizzare la storia (è ambientata a Firenze in età contemporanea, con autobus che prendono il posto delle carrozze a cavallo) e a spingere sul pedale dell'erotismo (peraltro con descrizioni tendenti a ripetersi e a non differenziarsi dalle canoniche rappresentazioni narrative di rapporti sessuali).

L'autore, che si presenta come nipote del più famoso Le Fanu (Lupi assicura che non si tratta di una trovata commerciale), modifica in piccola ma determinante misura la caratterizzazione del rapporto tra Carmilla e la giovane protagonista della storia. L'amore saffico tra le due infatti, oltre a essere esplicitato (e dunque non più suggerito), si manifesta con ruoli quasi paritetici. Carmilla vede così ridimensionarsi quella veste seduttiva e irresistibile che invece brillava nel testo originario rapendo l'attenzione del lettore. Tutto questo, a mio avviso, si ripercuote negativamente sul fascino della storia perché si va sottrarre dalla mente di chi legge il piacere di immaginare e di leggere tra le righe ciò che lo scrittore non aveva voluto raccontare.

Tra i possibili punti a favore del remake, invece, potremmo menzionare lo stile che diviene più accessibile e meno virtuoso rispetto al racconto datato 1872. Ne deriva così una lettura meno poetica, ma più scorrevole e di pronta soluzione. Per il sottoscritto questo non è un bene, ma se si considera il pubblico a cui è destinato il libro penso che si debba concludere diversamente perché un'opera del genere può avere la sola funzione di avvicinare "lettori timidi" e impauriti da certi stili narrativi ai modelli originari (tecnicamente più complessi e lirici).

Il libro viene poi completato da tre contributi anch'essi tutt'altro che originali e già letti decine di volte. Abbiamo infatti un'introduzione sufficientemente completa sulla letteratura vampirica, ma contenutisticamente già apparsa decine di volte in antologie collettive incentrate sulla figura del vampiro. Completano infine il volume una sorta di racconto breve che ripercorre, in sintesi, le vicende della contessa Bathory e un diario brevissimo in cui si riportano le follie e le perversioni di Vlad Tepes (meglio conosciuto come il vero Conte Dracula).

Un'ultima considerazione per le raffigurazioni interne curate da Rosita Amici che appaiono, forse, un po' troppo fumettistiche (forse un taglio più artistico le avrebbe rese più personali e particolari) e per il disegno in copertina dove appaiono una donna e un uomo vampiro (a mio avviso sarebbe stato preferibile, visto il soggetto del racconto che da il titolo al libro, inserire due donne).

Alla luce di quanto esposto, quindi, "Il ritorno di Carmilla" si presta per essere una lettura indirizzata solo a un pubblico poco ferrato sul tema (chi è ferrato, invece, si troverà a leggere cose che già conosce). A mio avviso, sarebbe stato preferibile prendere spunto dalla storia originale per poi modificarla e dar vita a un qualcosa di nuovo, un po' come ha fatto Ruiz Torreguitart con "Mister Hyde all'Avana" sempre edito da Edizioni Il Foglio.

Ps: Voglio inserire la parte finale del racconto, riproposta con parole diverse dal testo originario, perché sintetizza meravigliosamente la malinconica drammaticità del soggetto (e, metaforicamente parlando, degli amori perduti con lo strascico di tristezza che si portano dietro e che rimane sepolto nel cuore di chi li ha vissuti):
"Adesso che Carmilla non c'è più spesso la sua immagine mi torna alla memoria. A volte è la gioiosa e bella ragazza che mi aveva affascinato, altre il terribile demonio che si cibava del mio sangue e che ho visto nella cappella in rovina. E spesso mi sveglio di soprassalto da questi ricordi e immagino di sentire il passo leggero di Carmilla davanti alla porta della mia camera"

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