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domenica 10 luglio 2011

Recensione Narrativa "Creature della Luce e delle Tenebre" (R.Zelazny)"



Autore: Roger Zelazny

Editore: Newton

Anno: 1994

Pagine: 100

Commento di Matteo Mancini

Romanzo datato 1969 pubblicato da uno dei nomi più importanti della narrativa fantastica americana e da noi, sebbene pubblicato soprattutto sulla collana Urania della Mondadori, non tributato quanto meriterebbe. Parliamo dello scrittore di origini polacche Roger Zelazny, nato nel 1937 e pluripremiato con tanto di tre premi Nebula e sei premi Hugo ottenuti fin dalla prima metà degli anni '60.

Abile autore di fantascienza (collaborerà con P.K Dick nel romanzo "Deus Irae" , ma anche con mostri sacri come Robert Sheckley), Zelazny dimostra fin da subito un grande interesse per la mitologia e il gusto del macabro (due dei suoi romanzi più famosi sono gli orrorifici "La pista dell'orrore" e "Terra di Mutazioni" ). Scrive testi come "Io, l'immortale" (1965) e "Il Signore della Luce" (1967) rispettivamente sulla mitologia greca e indù (entrambi gli valgono il premio Hugo, il primo addirittura a pari merito con un classico da milioni di copie vendute come "Dune" di Frank Herbert). L'interesse di Zelazny per la mitologia prosegue con il romanzo qui oggetto di esame, dove Zelazny sposta l'attenzione sulle divinità egizie che colloca però al di fuori da qualunque canone realistico disseminandole in giro per il cosmo.

L'autore estrae così dal cilindro un romanzo di difficile decifrazione a causa di una frammentazione esasperata in decine di capitoli (c'è spazio anche per delle poesie) dove ogni volta viene modificato il punto di vista e ci si sposta da un contesto a un altro. Moltissimi i personaggi che si susseguono (dalle divinità quali Osiride e Anubis per passare a mostri come Cerbero e il Minotauro o altri di pura invenzione zelaznyana), spesso contrapposti in duelli fatali su mondi diversi dove si spostano in virtù di una sorta di teletrasporto. Il soggetto è intricatissimo, tra magie, menzogne, guanti che amplificano la forza di chi li indossa e colpi di spada vengono proposti una serie di complotti ordini da divinità dislocate su mondi diversi. In palio c'è il controllo dell'universo, la posta fa così sorgere una guerra che causa terremoti, maremoti ed esplosione di mondi interi.

Ne viene fuori un trip visionario, esaltato da uno stile ricercato che regala vari passaggi onirici, ma che apparentemente potrebbe sembrare un calderone pretestuoso e presuntuoso. Dietro a tutto però si cela un'anima di fondo che acquisisce valenza metaforica. Sarà compito del lettore decriptare gli sviluppi di questo fantasy dagli spiccati elementi fantascientifici (come dimostra subito il primo capitolo in cui Anubi trasforma un morto in una specie di androide che sarà il protagonista del libro). Eccezionale la caratterizzazione dei personaggi, dai protagonisti fino a quelli di contorno (penso alle guardie drogate che sorvegliano alcuni mondi), ma anche dei mondi (ci sono realtà dove alieni pullullano nelle vie, altre in cui gli esseri viventi vivono nei cunicoli sotterranei di pianeti contaminati, altri ancora dove le tenebre e la nebbia sono le uniche costanti di un ambiente inospitale per la vita). Non sono da meno alcuni passaggi con capitoli dall'immenso impatto visivo (nonché cruentissimi) che potrebbero essere dei veri e propri racconti autonomi (penso agli oracoli che prevedono il futuro leggendo le budella di uomini appena eviscerati oppure agli operai alieni ciechi che, pur di vedere i loro strumenti di lavoro, eseguono le opere commissionate in cambio del trapianto di un paio d'occhi che saranno insesorabilmente rigettati dai loro organismi o ancora alla scena - che preannuncia i moderni reality show - di uno spettacolo dove gli spettatori vogliono vedere morire in diretta sul palco i partecipanti).

Purtroppo, come già anticipato, lo stile è - a mio avviso - troppo pesante per un romanzo e alla fine la maggior parte dei lettori finirà con l'alzare bandiera bianca prima dell'epilogo. Ciò è un vero peccato, poiché l'opera vale e regala molte occasioni sia di riflessione che di evasione mentale.

Siamo dunque alle prese con un'opera dall'enorme potenziale visivo e contenutistico, ma destinata solo ai palati fini e a chi non vuole una lettura da sotto l'ombrellone.

Per specialisti del genere.

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