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venerdì 11 giugno 2010

Recensione narrativa: L'INFERNO NELLE PALUDI (P.A.Chapdelaine)



Romanzo scritto da un autore, classe 1925, semisconosciuto in Italia, dato alle stampe nel 1974 e pubblicato per la collana Urania in data 31.07.1977 (num.728). Perry A. Chapedelaine, nella nostra penisola, vanta altre due pubblicazioni (una sempre per la collana Urania e un’altra per un’antologia curata dal quotato duo Asimov-Greenberg), ma nessun altro romanzo. Mi viene di dire , al termine della lettura de "L’Inferno delle paludi", che non c’è da rammaricarsi per questa scarsa considerazione. L’opera infatti, pur vantando descrizioni scenografiche di sicuro impatto, è caratterizzata da una lentezza sconcertante e dalla mancanza di un soggetto che sia veramente forte. Siamo alle prese con il solito romanzo dove lo scrittore scrive "senza bussola", ricamando attorno a una flebile idea iniziale.La storia è ambientata in un mondo alieno, dove troviamo una colonia di umani (emigrati dalla Terra per il problema del sovraffollamento) che vivono arroccati nelle poche isole che sfuggono alle paludi (e a quelle due-tre specie di animali che vi vivono) che avvolgono l’intero pianeta. Al centro della vicenda, c’è una bizzarra malattia che colpisce gli splurg (razza dominante del pianeta, a metà strada tra i rettili e gli umani, costretta a vivere ghettizzata dagli invasori) inducendoli a distruggere e uccidersi tra loro. Chapdelaine snocciola possibili soluzioni al problema, fino a giungere a risolverlo, e lo fa sciorinando capitoli che sembrano usciti da un libro di fanta-biologia, senza intessere un’intelaiatura che sappia coinvolgere a sufficienza il lettore.Dal punto di vista contenutistico, traspare una velata critica al colonialismo e alla soppressione delle popolazioni indigene per logiche prettamente egoistiche. Si respira anche un po’ d’aria da western, visto che i protagonisti, armati di pistole laser, si spostano in un ambiente selvaggio e pieno di pericoli (animali che sputano acido, creature che somigliano ai bufali, e indigeni che potrebbero ricoprire il ruolo degli indiani), sperando di raggiungere la sede finale del loro peregrinare. Al di là di tutto, però, si fa una grossa fatica a continuare la lettura, perché questa a tratti si rivela pesante e ridondante, ma soprattutto non offre snodi che incuriosiscano la prosecuzione del libro. Voto: 4

2 commenti:

  1. Il blog è un po' spoglio (come il mio del resto) questa recensione però non è niente male. Ho letto in un post precedente che avevi intenzione di partecipare alla gara 14. Per caso sei iscritto al forum di braviautori con il nick Matteo? Sei si, ben ritrovato. In caso contrario, piacere, Giacomo. :)

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  2. Ciao, Giacomo! Si, sono proprio io. Per un mio errore, quando mi iscrissi al forum di Braviautori, misi come nickname il mio nome anzichè il nick di battaglia che è, appunto, Giurista81.
    Si, il blog è ancora molto spoglio. E' nato ora sulla scia della piccola antologia che mi è stata pubblicata e della seconda che dovrebbe essere in rampa di lancio.
    Ho colto anche l'occasione di postare qua le innumerevoli recensioni di narrativa (e di cinematografia) che, prima d'ora, pubblicavo in "casa di altri" (filmtv.it, scheletri.com, sognihorror.com, il forum dell'amico Fosco Del Nero, e altri che adesso mi sfuggono).
    Lieto di averti tra i miei lettori e grazie per il commento :)

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