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sabato 11 maggio 2024

Recensione Narrativa: IL RE GIALLO di Robert W. Chambers.

Autore: Robert William Chambers.
Titolo Originale: The King in Yellow.
Anno: 1895.
Genere:  Horror / Romance.
Editore: Antonio Vallardi Editore (2014).
Pagine: 252.
Prezzo: 12.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Reputata un classico della narrativa weird delle origini, l'antologia The King in Yellow (1895) di Robert W. Chambers, distribuita in Italia a partire dal 1975 (Fanucci Editore) a seconda delle edizioni come Il Re in Giallo o Il Re Giallo, deve la sua fortuna soprattutto a un racconto: The Yellow Sign. Si tratta di una storia del terrore di circa venti pagine che è stata elogiata da Howard P. Lovecraft nel suo saggio Supernatural Horror in Literature (1927). Una menzione che ne ha fatto un mito, alimentato dall'idea geniale di concepire uno pseudodramma teatrale in due atti, censurato e sequestrato in mezzo mondo, capace di portare alla pazzia o comunque di generare sventura in chi lo legge, a partire dal suo autore che si sarebbe sparato un colpo di pistola. Opera sublime, apparentemente non offensiva o contenente descrizioni compromettenti, in grado tuttavia di penetrare nell'animo e di smuovere un qualcosa di cosmico riconnesso a un altrove che Chambers è bene attento a mantenere celato. Lo scrittore newyorkese, a differenza di quanto farà Lovecraft col Necronomicon, sceglie la via dell'allusione, fornisce qualche dettaglio ma non completa il quadro. Sarà dunque onere del lettore far correre la propria fantasia e completare le caselle lasciate in sospeso.

"Prego che Dio maledica l'autore, così come quest'ultimo ha gettato la sua maledizione sul mondo con tale magnifica, stupenda creazione, terribile nella sua semplicità, irresistibile nella sua verità, un mondo che ora trema davanti al Re Giallo” così si parla del testo nel primo racconto della raccolta, The Repairer of Reputations. Chambers, nelle prime quattro delle dieci storie, utilizza il dramma quale collante,  salvo poi proseguire seguendo altre vie e allontanandosi sempre più dal fantastico e dal macabro, fino a proporre storie (veramente pallose) appartenenti al genere rosa.

La composizione della raccolta, pertanto, appare divisa in due anime ben distinte: da una parte abbiamo i quattro racconti macabri del ciclo “Re in Giallo” e dall'altra quattro racconti sentimentali di quello che potremmo definire il ciclo “Quartiere latino di Parigi, il tutto completato da due avventure extra di presa romantico/decadente. È dunque un Chambers, alla sua seconda pubblicazione dopo un passato da pittore e illustratore forgiato da sette anni di studi a Parigi, ancora indeciso sulla strada da prendere. Da sempre interessato al fantastico decadente rappresentato da scrittori quali Ambrose Bierce ed Edgar Allan Poe, avrà fortuna soprattutto nei romance e nei romanzi storici, dimostrando fin da questa antologia tutte le sue inclinazioni per simili sfumature. La cifra stilistica di Chambers, tutt'altro che moderna, è legata a un romanticismo sdolcinato e smielato, di spirito cavalleresco, dove la donna è la damigella da redimere e conquistare con la poetica e la purezza d'animo. In questo, Chambers ricorda molto Abraham “Bram” Stoker, sebbene non vi sia traccia della cosiddetta new woman. Se in Stoker le donne divengono elementi trainanti di gruppi maschili (si vedano Dracula o The Mistery of the Sea), qua sono il motivo di vita dei protagonisti e l'oggetto dei loro desideri spesso e volentieri osteggiati dal fato, da precedenti amori o da promesse fatte ad altri. I problemi d'amore sono una costante, anche nelle storie più cupe e maledette. Da evidenziare è la fortissima presa autobiografica dei racconti. Chambers sembra usare quali protagonisti delle proiezioni di sé stesso. I suoi personaggi non brillano certo per una varietà di caratteri. Sono tutti aspiranti pittori o scultori, sovente americani ospiti di quartieri parigini dove Chambers ha vissuto davvero. Questa particolarità, tra l'altro, determina un'eccessiva tendenza alle descrizioni minuziose delle strade e delle caratteristiche ambientali, aspetto percepibile anche nei racconti macabri, con intralcio del ritmo. The King in Yellow rappresenta bene tutto questo. Parte all'insegna del dark per sgonfiarsi alla distanza tanto da sconfinare in un genere che non ha più nulla né del macabro né del fantastico. Solo i primi quattro racconti sono intrecciati dal dramma intitolato “Re Giallo”, in particolare sono interconnessi In The Court of Dragon e Yellow Sign, aventi in comune alcuni personaggi e l'ambientazione (americana). Le due storie parlano di una Chiesa servita da soggetti (un organista, un prete e un guardiano di cimitero) diabolici (o percepiti come tali dai protagonisti). Chambers sovrappone a poco a poco il sogno/incubo/allucinazione alla realtà. Quanto temuto o profetizzato si concretizza. Chambers da sfoggio di indiscusse capacità, mostrando un talento che, in seguito, solo saltuariamente avrebbe coltivato nel prosieguo carriera. Il primo racconto, il più breve eppure più dispersivo, propone le sensazioni di un lettore del Re Giallo finito vittima della paranoia, al punto da convincersi di essere inseguito per tutta la città da un emissario di una divinità diabolica a caccia dell'anima di chi ne ha riconosciuto l'essenza. Molto più gotico e classico Yellow Sign, di gran lunga il racconto più famoso di Chambers. L'ispirazione arriva da Ambrose Bierce, per i rimandi ad An Inhabitant of Carcosa (1891), la città continuamente citata nel testo, e soprattutto da Edgar Allan Poe con alcune soluzioni in anticipo su Stoker (con tanto di rimando al sogno generato da un'indigestione di insalata d'aragosta che, secondo la leggenda, avrebbe indotto Stoker a concepire in sogno il romanzo Dracula). Il protagonista infatti sogna di trovarsi all'interno di una bara coperta da una lastra di vetro (un po' come The Lady of the Shroud che Stoker scriverà nel 1909), con le mani incrociate sul petto mentre viene condotto, da un uomo viscido che ricorda la consistenza di un verme (la protagonista di The Lair of the White Worm, sempre di Stoker, sarà una donna serpe), verso la sua ultima destinazione. Epilogo in crescendo, con un essere che oggi definiremmo un morto vivente chiamato a eseguire gli ordini di una divinità superiore di matrice cosmica.

Su quest'ultimo spunto si muove anche The Repairer of Reputations, un interessante distopico non privo di risvolti satirici e ironici che ha, rispetto alla data di uscita dell'antologia, un'ambientazione futura. Ci troviamo a New York, nel 1920, in un'America "malata" (forse per gli effetti dello stesso Re in Giallo) decisamente conservatrice (formazione di un governo dai poteri accentrati), in cui viene incentivato il suicidio attraverso l'inaugurazione di camere di eutanasia (“la comunità non potrà che trarre beneficio dall'estirpazione di simili persone dal proprio seno”) e in cui si è riusciti a cacciare ebrei (“esclusione degli ebrei come misura di conservazione”) e colored (“nascita del nuovo stato indipendente negro di Suanee”), mentre in Europa la Russia ha ormai privato di autonomia Francia e Italia. Su tale intelaiatura, Chambers propone un racconto intriso di una follia che sembra rimandare a Un Diario di un Pazzo di Nikolaj Gogol. Protagonista è un giovane cultore del Re Giallo, macchiato da un recente ricovero in manicomio a seguito di una caduta da cavallo e convinto di essere il secondo erede al trono della “dinastia imperiale d'America” al punto da cercare di eliminare il cugino (un ufficiale dell'esercito) o indurlo ad abdicare al trono a esso destinato dopo l'imminente ascesa del Re Giallo. L'uomo viene aiutato da un deforme individuo, che sembra saperne una più del diavolo e che si diletta nel farsi massacrare il volto da una gatta, contornato da soggetti vittime di ricatti e costrette a compiere favori in cambio del ripristino di una reputazione macchiata. I due assolderanno un pazzo per uccidere la promessa sposa del militare. Storia folle, con un finale tra i più deliranti di sempre, tra omicidi, suicidi e irruzione della pazzia.

Echi fantascientifici trapelano da The Mask, dove Chambers varia il tema dell'alchimia sostituendo alla trasmutazione dei metalli quella dei corpi. Tutto ruota attorno all'ideazione di un fluido che permette a uno scultore di trasformare vegetali, animali e uomini in statue di marmo dalle venature pulsanti. Chambers sembra fare il verso alla favola della “Bella Addormentata” posto che i soggetti trasformati non perdono la vita, ma vengono congelati in vista di un risveglio (sebbene questa caratteristica si scoprirà solo in seguito). La trasmutazione, tuttavia, comporta la trasmigrazione dell'anima (“Da dove proveniva quel raggio di sole? Forse è la scintilla vitale della creatura, che fugge verso la sorgente da cui è venuta”), o almeno così si potrebbe dedurre, visto che alla fine tutto resterà in sospeso e rimesso alla libera interpretazione dei lettori. Un racconto dunque che si muove su coordinate, sebbene più criptiche, prossime al coevo The Inmost Light ("La Luce Interiore") di Arthur Machen. Non manca, di nuovo, il tema della ragazza contesa da due amanti, aspetto che impedisce un adeguato sviluppo alla traccia fantastica, perdendosi in descrizioni di depressioni amorose e perdita della voglia di vivere.

The Demoiselle d'Ys è l'ultima storia fantastica dell'antologia, sebbene disancorata dal Re Giallo. È una storia d'amore, in verità assai sdolcinata e banale, in cui un viandante americano si perde nella brughiera francese ritrovandosi proiettato in un lontano passato, tra vegetazione, animali, falconieri e una seducente damigella di cui finisce per innamorarsi. Il morso di una vipera sarà l'accidente che, stordendolo, lo proietterà di nuovo nel presente al cospetto di un monumento che suggerirà al lettore che quanto avvenuto nel passato non è stato frutto di un delirio del protagonista.

Di scarso interesse sono le restanti cinque storie, tutte aliene al fantastico. Si salvano, forse, le sole The Street of the Four Winds e The Street of the First Shell. Nella prima, una gatta “ambasciatrice” riconnette presente e passato di un pittore ossessionato da un amore perduto che non potrà più rivivere. Nell'altra, invece, si miscela la storia d'amore al racconto bellico, con momenti grandguignol che rimandano a Bierce, pur spostando i teatri di battaglia dalla guerra d'indipendenza americana agli scontri in terra parigina durante i conflitti della seconda metà dell'ottocento tra Francia e Prussia.

Le altre storie vedono pittori e artisti fare smielate conquiste amorose di donne che finiscono per rinunciare alla loro natura libertina, plagiate dalla poetica di spasimanti rapiti dal più classico dei colpi di fulmine. Saranno proprio queste storie che caratterizzeranno la narrativa di Chambers, lasciando al fantastico e al macabro uno svago saltuario e occasionale. Chambers pubblicherà altre antologie fantastiche, del tutto o quasi, inedite in italiano, quali The Mistery of Choice (tradotta dalla Hypnos), In Search of the Unknown (1904) e Police!!! (1915), oltre vari racconti sparsi in antologie varie. Un po' poco per reputarlo un maestro del genere, tanto da non essere incluso nel saggio I Maestri della Letteratura Fantastica della Edipem, ma a sufficienza per essere rivalutato grazie a Lovecraft e alle citazioni dirette al “Re Giallo” inserite nella fortunata serie tv True Detective.

Lettura consigliata "solo" agli oltranzisti del weird. Tenete presente, infatti, che solo i primi quattro racconti sono storie fantastiche, con una quinta sentimentale mascherata da fantastica e le restanti, di presa realistica, indirizzate ai sorpassati cliché del romance di inizio novecento. Pensateci bene.


L'autore Robert W. Chambers.

"Tutti sanno come il libro si sia diffuso quale una pestilenza di città in città, da un continente all'altro, proibito qui, sequestrato là, denuciato dalla stampa e dalla Chiesa, censurato persino dai più estremisti dei letterati anarchici. Eppure quelle pagine stregate non violavano alcun principio del vivere civile, nessuna dottrina conosciuta; nessuna idologia vi veniva offesa. Semplicemente non poteva essere giudicato secondo i modelli abituali. Nonostante fosse chiaro che il Re Giallo aveva raggiunto le vette più eccelse dell'arte, la natura umana non poteva sopportare quella tensione e accogliere parole tra le quali era in agguato l'essenza del più puro veleno."

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