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martedì 16 luglio 2013

Recensione Saggi: PILOTI, CHE GENTE (Enzo Ferrari)


Autore: Enzo Ferrari.
Editore: Conti Editore.
Anno: 1985.
Pagine: 130.

Commento Matteo Mancini
Classico da collezione e fuori catalogo della saggistica dedicata ai piloti della formula 1. Il volume è scritto dal leggendario Enzo Ferrari e le sue parti vengono sovente citate da trasmissioni e volumi a tema.

Si tratta di una divertentissima carellata di ricordi filtrati dalla lucida e ironica memoria dell'autore, il quale con passione e con una punta di commozione rievoca tutti i piloti (comprese le meteore) che hanno corso per la sua scuderia (e non solo) regalando per molti di essi curiosi aneddoti e il giudizio personale sulla loro persona e sul loro talento sportivo.

Traspare anche una vena comica che Ferrari non perde l'occasione di far emergere, talvolta con proporzioni ai limiti del grottesco. Non si risparmia neppure qualche polemica a distanza, soprattutto parlando di Fangio, Regazzoni e Lauda.

La parte dedicata ai piloti ante-guerra è molto più curata rispetto ai successivi, forse perché Ferrari si sentiva più legato a quella epoca che lo aveva visto lui stesso pilota. Così parla spesso di Targa Florio, GP di Montenero, Mille Miglia e 24 ore di Le Mans.

Oltre agli episodi, l'autore cerca anche di tracciare un rapido profilo della personalità di un pilota, sottolineandone i distinti prototipi e le diverse motivazioni che possono spingere a indossare casco e guanti e salire sui siluri su quattro ruote. Interessante anche la teoria sulla parabola discendente cui tende ad andare incontro un pilota appagato dai successi e sempre meno disposto a rischiare.
"Il campione nasce, si forma, cresce fino a quando l'ansia di superamento umano gli vieta di valutare compiutamente i rischi e i vantaggi economici connessi alla professione scelta. E' concentrato, determinato a vincere, fino a supplire con il suo apporto totale a eventuali deficenze meccaniche e a possibili contrarietà contingenti. Solo la vittoria vale per lui. L'applauso della folla è il più bel premio. Raggiunto l'apice, il campione incontra nuove necessità: prende corpo l'uomo di relazioni pubbliche, il titolare di imprese non sportive, l'ospite d'onore di tanti impegni mondani. Il campione non riesce più a vincere in pista e tende a riversarne il motivo su persone e situazioni diverse. E' cessato il combattente, il campione è ormai un comprimario, sempre più sofferto, e soltanto la sua intelligenza può risparmiargli code patetiche".

Risponde poi alla fatidica domanda "Quale è stato il pilota più forte di tutti i tempi" in modo estremamente intelligente dicendo che "le graduatorie si possono fare solo in base ai confronti diretti" e che pertanto non è possibile rispondere a una simile domanda.

Il volume ha come limite la sua estrema sinteticità tanto da rivelarsi una sorta di flash sui singoli piloti. Ha inoltre il vizio di dare per scontati una serie di aspetti con la certezza, forse giusta, di esser destinato e letto solo dagli estremi appassionati di formula 1.

A ogni buon conto si rivela scritto in modo scorrevolissimo e piacevole. Molto divertente. Immancabile nella biblioteca di un fanatico di F1.

Il libro è uscito in più versioni, una delle quale infarcita di foto tanto da essere composta da quasi 500 pagine.

Chiudo con le parole di Enzo Ferrari: "Piloti, che gente... Maestri del calcolo, campioni di cinismo, primatisti della sconsideratezza o soltanto uomini, che cercano nell'esaltante fremito della vittoria il senso della loro vita?"

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