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martedì 19 marzo 2013

Recensione Saggi: EVOLA MAGICO (di Maurizio Maggioni)


Autore: Maurizio Maggioni.
Anno: 2010.
Edizioni: Il Foglio Letterario.
Genere: Saggio filosofico/esoterico.
Pagine: 138.
Prezzo: 15 euro.

Commento Matteo Mancini
Ho recuperato questo libro (un vero e proprio distillato di esoterismo) un anno e mezzo fa, senza conoscere Evola né, a maggior ragione, il suo pensiero, in occasione di una presentazione collettiva organizzata da Il Foglio Letterario a cui ero invitato in veste di “scrittore”. Fui attirato dalla passione dimostrata dall'autore sia durante la presentazione del libro sul palco, sia e soprattutto in occasione della chiacchierata successiva tra il sottoscritto e lo stesso durata quasi un'oretta.

Studioso eclettico e assai prolifico (specie nel campo esoterico/religioso/spiritualistico), Maurizio Maggioni offre con il suo saggio Evola Magico, edito da Il Foglio Letterario di Piombino, una visione dettagliata e ricca di riferimenti bibliografici dell'opera esoterica data alle stampe da Julius Evola nel 1932 intitolata Maschera e Volto dello Spiritualismo Contemporaneo. In altre parole siamo alle prese con un saggio che si propone di spiegare un altro saggio.
Il volume non è di facilissima lettura, poiché Maggioni tende a dare per scontate una serie di conoscenze sia culturali che terminologiche che un lettore medio di certo non possiede. Ne deriva un testo di nicchia, sia soprattutto per l'argomento trattato ma anche per il lessico scelto. Nonostante il limite appena accennato, con un po' di attenzione e dedicando più di una lettura è possibile comprendere la ragione dell'opera e scendere con curiosità e interesse in uno studio della stessa.

Artista a tutto tondo (è stato poeta, alpinista nonché pittore ricordato come il maggior rappresentante del Dadaismo italiano, definito altresì il più potente dialettico d'Europa con la passione per le frecciate umoristiche) e grande esperto della produzione narrativa di Gustav Meyrink (ha curato le traduzioni italiane di vari romanzi importandoli così per la prima volta nella nostra penisola, un titolo su tutti: Il Golem), Evola viene oggi ricordato per le sue estreme visioni politiche (era un filofascista anche se ebbe non pochi scontri col regime, come rammenta lo studioso Massimo Scaligero che lo ricorda come il più audace contestatore dell'ideale di cultura del regime che continuava imperterrito ad attaccare nonostante intorno a lui si fosse creato il vuoto) che ne hanno comportato l'esilio dal panorama culturale nostrano riducendo la sua opera in un alveo dove solo i seguaci ovvero i ricercatori di pensieri difformi dai canoni precostituiti imposti dalla società contemporanea potrebbero trovarla.
Se è vero quanto detto, Evola è stato soprattutto un filosofo multidisciplinare, capace di estrarre principi dal buddhismo e dall'induismo per miscelarli con altri propri della tradizione pagana occidentale e dar vita a una visione propria (talvolta illuminante, talaltra pericolosa per le sue derive razziali sebbene di matrice spirituale piuttosto che biologica) trasposta in una serie di saggi. È stato altresì un grosso esperto e praticante di esoterismo, lontano dal fini tipici del mondo commerciale e alla perenne ricerca della via per agevolare l'uomo nella lotta contro il Kali Yuga ovvero la fagocitante epoca oscura dominata dal materialismo che castra i valori delle antiche civiltà tradizionali e in cui l'ordine cede il passo al caos, il sacro al materialismo, l'uomo all'animale e in cui dilaga senza freno la demonia delle masse e del sesso in un'età senza luce, senza pietà e senza amore e benedetta da un falso misticismo (frutto del vuoto spirituale provocato dal razionalismo e dalla squallida visione materialistico-positivista dell'uomo) che mescola confusioni spiritualistiche con sensualità materialistiche con la conseguenza di rendere irriconoscibile in maggior misura il vero sovrannaturale.

Maggioni addentra così il lettore nella fatica di Evola andando a spiegare il senso dell'opera. Proprio per effetto della confusione sopraccennata, Evola si propone di dare al lettore una guida critica al mondo esoterico per metterlo in guardia da falsi cammini iniziatici ovvero da erronei riti ascetici (definiti appunto la maschera dello spiritualismo contrapposti al vero volto dello stesso).

Nucleo centrale dell'opera evoliana è il concetto della Tradizione Solare Primordiale e dei culti stellari. In altri termini, Evola sostiene che oltre ogni tradizione o religione giunta a noi ci sarebbe un antichissimo nucleo comune di sapere metafisico di carattere esoterico, elitario, pagano, eroico e olimpico di origine ario-noridca, risalente ai tempi del Diluvio Universale, fonte di verità per ogni religione, cultura e filosofia. Tutto ciò che è venuto dopo, nel migliore dei casi, sarebbe un'involuzione della Tradizione di partenza. Solo questa tradizione (e non, a esempio, la cattolica, in quanto derivativa e contaminata verso il basso, ovvero le correnti neo-spirituali) sarebbe in grado di consentire un autotrascendimento ascendente verso la supercoscienza che permetta di dar vita a uomini capaci di affermarsi gerarchicamente sugli uomini bestiali (ovvero i materialisti).
Evola specifica che sia il Cristianesimo (criticato per il suo messaggio di una salvezza remissiva, disperata e tragica in perfetta antitesi con l'atteggiamento guerriero ed eroico dell'uomo stellare di evoliana memoria) che la dottrina degli esoteristi ed ermetisti cristiani sarebbero in errore nel non attribuire alla Tradizione Solare (ma rispettivamente a quella Cattolica consegnata da Dio ad Adamo e a quella esoterica giudaico-cristiana di marca cabalistica) il ruolo di Tradizione Perenne Generale.
Evola sottolinea inoltre che esisterebbero due forme di cattolicesimo: quello esoterico (visto con simpatia dal filosofo in quanto caratterizzato da elementi metafisici e simboli di carattere intertradizionale mutuati dalla Tradizione Solare e idonei a indicare la via verso la trascendenza all'eletto anche se per poterla percorrere lo stesso dovrà andare oltre il cattolicesimo per imboccare la tradizione universale per permettere alla fede di integrarsi in una realizzazione metafisica) e quello “volgare pratico” penalizzato da un approccio profano ed essoterico depauperato da ogni sacralità.

A cadere sotto la mannaia del filosofo sono in molti a partire dal falso spiritualismo, dal teosofismo di madame Blavatsky e dall'antroposofismo di Rudolf Steiner(comunque aventi il merito di cercare di andare oltre al materialismo), accusati di avere addirittura un carattere regressivo in quanto strutturati attorno a illusioni discendenti (frutto degli stati di trance o ipnosi dei medium, che pertanto si rivelano organi passivi per la manifestazione di influenze di varia natura ovvero si rivelano il risultato di deliri frutto di stati psichici alterati). Il vero spiritualismo luminoso, spiega Evola, è una via aperta a esperienze che trasformano la coscienza ordinaria in supercoscienza, in modo da integrare (e non alterare) i principi che costituiscono l'essenza della personalità, e che presuppongono un comportamento attivo ed eroico nonché una volontà di ascesi.

Condanna analoga viene riservata al Satanismo moderno, anche qua di natura discendente in quanto spesso associato a pratiche di invasamento collettivo, a cui si aggiunge poi il rimprovero di essere una sorta di paganesimo desacralizzato e profano orientato a volgari e perversi piaceri materiali piuttosto che a finalità spirituali di tipo tradizionale e occulto. Evola inoltre stigmatizza e condanna tali pratiche vedendo in esse un pericolo per l'ordine delle forme tradizionali (nonché per l'ordine pubblico) minacciate dalla natura informe che potrebbe essere liberata dalle evocazioni demoniache.
Infine, prendendo spunto dalla religione indù, il filosofo esprime un'opinione di superamento del concetto dualistico di un essere malvagio (Satana) contrapposto a un Dio benevolo, proponendo un supremo principio in cui abbiamo un Dio Supremo che incarna le due polarità finendo il medesimo Satana per divenire una diversa faccia di Dio.
Un discorso a parte viene riservato al mago Aleister Crowley (e alla religione libertina Thelma dallo stesso fondata), il quale riceve un giudizio meno duro da parte di Evola che gli riconosce il merito di discostarsi nettamente dal satanismo (Crowley accusa il cristianesimo di essere una dottrina sessuofobica che condanna il piacere dei sensi e l'affermazione completa dell'essere umano, per tale ragione e per sottolineare il proprio disprezzo verso la religione in questione adottò provocatoriamente il soprannome di Grande Bestia) e di aver dato vita a una serie di studi iniziatici che prendevano in riferimento tradizioni esoteriche come la Kabbalah e substrati di stampo ermetico/pagano.
Evola apprezza alcuni passaggi della dottrina di Crowley, come l'importanza della ricerca disciplinata ed eticamente rigorosa della coscienza insita nell'individuo, ma avverte che essa proprio perché è qualcosa di più serio del satanismo moderno è un qualcosa di molto più pericoloso (alcuni seguaci di Crowley finirono suicidi o ricoverati in manicomio a causa delle esperienze estreme cui andarono incontro).
Il thelma è così una dottrina (basata sull'amore sacro sessuale, finalizzato non alla lussuria ma a condurre faccia a faccia con gli Dei, costituito da speciali esperienze erotiche da estendere fino a un estremo compatibile col potere di continuare a vivere) che impone una rigorosa condotta di autodisciplina e di autocontrollo per restringere la libertà allo scopo di adempiere alla propria vera volontà. Crowley sosteneva che solo chi giunge a scoprire la sua vera Volontà e a realizzarla nei fatti da solo deve essere considerato uomo, mentre chi non mira a tanto si deve considerare un uomo volgare nonché uno schiavo in senso interiore.

In ultima analisi, Evola affronta il tema della magia in un capitolo dove parla di vari occultisti: Gurdjieff, Kremmerz, Lèvi e Meyrink.

Gurdjieff
insegnò un possibile sviluppo interiore dell'essere umano basato su tecniche psicofisiche aventi lo scopo di permettere all'adepto di superare gli automatismi psicologici ed esistenziali propri della vita ordinaria e permettergli così di fare emergere le potenzialità latenti e destarsi dallo stato di “sonno da sveglio”. “L'uomo è solo una macchina mossa da automatismi. Il primo passo verso il risveglio è quello di rendersi conto di questo stato psichico passivo”.
La dottrina di Gurdjieff considera l'essere umano composto da una dualità costituita da persona (cioè il corpo e la mente) ed essenza (di provenienza stellare ed eterna, molto vicina al concetto cristiano di anima). Tali caratteri possono essere più o meno sviluppati da soggetto a soggetto, al punto che vi potrebbero anche essere uomini vivi ma già morti nell'essenza. Orbene la chiave per raggiungere il risveglio interiore starebbe nel trasferire il centro del proprio essere dalla persona all'essenza. Proprio lo sviluppo dell'essenza sarebbe così la condizione per vincere la morte.
Ecco che si arriva al concetto di corpo astrale, cioè un corpo da creare attraverso un'opera di cristallizzazione degli elementi del proprio essere, necessario per dare un'effettiva immortalità all'anima dell'essere umano risvegliatosi e permettergli di non morire morendo (Lèvi invece sosteneva che solo l'uomo sveglio, cioè il mago, può porre fine alla ciclica serie di vite cui vanno incontro le anime dei trapassati che non si sono svegliati costringendoli a incarnarsi ogni volta in una nuova vita).

Meyrink, dal canto suo, affermava che chi non impara a vedere già in vita, non imparerà nell'aldilà e diverrà una sorte di fantasma. L'immortalità della personalità si raggiunge solo con il risveglio come crescenza interiore oltre la soglia della morte.

Kremmerz specifica quindi che, quando muore, l'iniziato (cioè l'uomo completamente sveglio, colui che sa trasportare tutta la sua personalità negli elementi superiori, ovvero nel corpo solare) emette non più uno spirito informe bensì uno spirito modellato su un alter-ego eterno e indistruttibile, dotato di determinate potenze che costituiscono l'integrazione di quelle che fanno apparizione germinale nell'uomo mortale.
Chi, invece, tutto riporta alla vita materiale si dissolverà completamente con il suo cadavere, colui che invece adotterà un atteggiamento medio si reincarnerà di nuovo.

Lèvi invece sottolineava l'importanza della liberazione interiore dai bisogni e dell'esercitarsi a saper usare ogni cosa e ad astenersi da tutto secondo la propria volontà, perché il compito e la chiave di ogni potere si trovano nella formazione di un agente extra-naturale.

Da tali impostazioni deriva la massima secondo cui al di sopra dell'uomo risvegliato non vi è nessun Dio (il Dio di natura cristiana, a detta di questi esoteristi, sarebbe solo uno stato a cui evolvere e non una divinità superiore e ben distinta) e la consequenziale critica alla cecità dell'uomo religioso il quale, sempre a detta di tali studiosi, si para davanti una barriera che non osa scavalcare e finisce per creare un'immagine per adorarla anziché trasformarsi in essa, finendo così per non svilupparsi.

Evola chiude così augurandosi un recupero di quella Tradizione Solare Primordiale a suo avviso fonte di ogni cosa e da preservare al cospetto dell'azione nefasta delle nuove conoscenze, giudicate quali trappole idonee a sviare i pochi risvegliati dal percorso necessario per andare oltre la condizione normale della personalità umana.

Dunque l'opera di Maurizio Maggioni si segnala come un saggio interessante, ricco di spunti capaci di far riflettere il lettore non avvezzo a certe materie e di indurre invece allo studio gli appassionati, con il merito di destare una certa curiosità attorno a un personaggio osteggiato per i suoi trascorsi politici e relegato in una dimensione marginale sebbene fosse stimato da filosofi del calibro di Croce e annoverato, da molti, tra i tre migliori filosofi italiani del secolo scorso. Una lettura sicuramente consigliata anche se non di facile approccio sia per il contenuto dissacrante, sia per le tematiche non certo agevoli per chi è sprovvisto di certe basi.

Citando un passaggio del libro chiudo con una frase di Evola quanto mai appropriata in tale ambito:
Ps: "Il segreto sugli insegnamenti magico-iniziatici è necessario a causa della pericolosità di certi insegnamenti esoterici, anche se in questi casi scatta un'autoprotezione da intendersi nel senso che chiunque sia privo della dovuta qualificazione iniziatica non avrà alcun successo con simili tecniche magiche, mentre chi è stato qualificato e addestrato alla bisogna riesce ad affrontare i possibili pericoli rappresentati da invasamenti, possessioni demoniache o sbarramenti da parte dei guardiani delle soglie."

2 commenti:

  1. Una recensione molto ben scritta. Lascia trasparire il fascino oscuro del testo in esame in modo completo.

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  2. Grazie per la lettura e il commento!

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