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martedì 5 dicembre 2023

Recensione Narrativa: GESTAPO MARS di Victor Gischler

Autore: Victor Gischler.
Titolo Originale: Gestapo Mars.
Anno: 2015.
Genere:  Fantascienza / Pulp.
Editore: Independent Legions (2021).
Pagine: 234.
Prezzo: 17.70 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Curiosa incursione della Independent Legions Publishing, casa editrice specializzata nell'horror, nella fantascienza pulp. Gestapo Mars, romanzo edito negli Stati Uniti nel 2015 e giunto in Italia sei anni dopo, è un libro contenitore che guarda soprattutto al cinema e al mondo del fumetto. Il suo autore Victor Gischler, americano classe 1969, mostra in modo marcato l'esperienza maturata alla corte della Marvel quale sceneggiatore, tra gli altri di celebri fumetti quali Wolverine, Deadpool, X-Men e Punisher, per intessere una trama scatenata in cui, tra continui capovolgimenti, succede tutto e il contrario di tutto. Avvincente autore di evasione, prevalentemente interessato al mystery e all'hard boiled, Gischler ha rapito l'attenzione dei critici fin dal suo debutto avvenuto nel 2001 con la crime story Gun Monkeys (“La Gabbia delle Scimmie”, edito in Italia nel 2004 da Meridiano Zero) strappando una nomination al blasonato Edgar Award, dando seguito con la conquista nel 2006 della finale all'Anthony Award ottenuta col romanzo Shotgun Opera (“Sinfonia di Piombo”, Edizioni BD). Pluri pubblicato in Italia da editori quali Meridiano Zero, Newton Compton ed Edizioni Bd, Gischler approda in edizione collection (tiratura limitata di 499 copie) all'Independent Legions con quello che, forse, è il suo romanzo più scatenato e divertito.

Gestapo Mars è una classica operazione commerciale. Prende le mosse da Philip K. Dick e dalla pellicola Demolition Man per estendersi in tutte le direzioni del pulp fantascientifico. Da Dick, più precisamente da The Man in the High Castle (“La Svastica sul Sole”, 1962), arriva l'idea dei nazisti che hanno preso il controllo, non solo del mondo, ma dell'universo. Gischler non va per il sottile e utilizza l'escamotage per rendere più accattivante la storia piuttosto che per un dato motivo di fondo. Se Dick delinea una vera e propria ucronia, Gischler propone il successo dei nazisti quale dato di fatto senza spiegare gli antefatti e gli sviluppi successivi. Si fa solo un cenno alla comunicazione politica incentrata sulla paura del diverso. Gli ebrei d'allora, gli alieni attuali, da utilizzare quale spauracchio per cementificare la popolazione e legittimare lo stato a operare restrizioni sulla libertà promettendo in cambio sicurezza e ricchezza. “Non Importa chi: un'altra razza, sessualità, religione, filosofia. Ciò che conta è che loro stanno arrivando. E chi ci proteggerà? La stragrande maggioranza delle persone si accontenta di essere lasciata in pace e di portare avanti i propri affari. Ma se sussurrerai loro che qualcun altro vuole che vivano in modo diverso, di colpo la tigre addormentata si sveglierà. ”

Il romanzo parte con i nazisti che imperano ovunque, addirittura al di là della via lattea. Su tale base subentra lo spunto da Demolition Man dell'idea del super soldato che viene risvegliato da un sonno criogenico per compiere una missione improba. Gli viene chiesto dagli ufficiali della Gestapo di intromettersi tra le linee dei rivoluzionari (che in realtà sono dei partigiani più nazisti e nostalgici dei nazisti) per uccidere una giovane ragazza erede diretta di un importante gerarca nazista morto anni prima. Da qui si dipana un'avventura rocambolesca, che vede il super soldato Carter Sloan passare di pianeta in pianeta, tra sparatorie, combattimenti marziali che rimandano a Kenshiro (“Avevo affrontato programmazioni condizionate di karate, kung fu e dita della morte marziane. Potevo uccidere un uomo in undici modi diversi solo usando la mano sinistra”), alieni gelatinosi (i Coriandon) che intendono strappare all'uomo l'egemonia nell'universo assoggettando lo stesso a un totalitarismo extraterrestre, clonazioni umane, animali robotici, droni spia, sexy androidi femminili che rivendicano pagamenti profumati per intrattenere rapporti sessuali, droghe allucinogene, uomini dotati di innesti meccanici che incrementano l'intelligenza, amplificano la resistenza e/o consentano al cervello di assorbire programmi formativi (“L' umanità sta diventando una sorta di enorme macchina interconnessa, collegata a un singolo computer centrale”), non mancano infine gli stargate (nel romanzo si chiamano wormhole) attraverso quali teletrasportarsi da un punto all'altro dell'universo fino a trovare persino l'impiego di T-REX, ricreati in laboratorio sulla scia di Jurassic Park, quali mezzi di trasporto (!?) che rimandano al cartoon fine anni '80 Dino-Riders.

Tra le varie citazioni ve ne è una anche per il cartoon Dino-Riders.

Gischler scommette sull'ironia, sul sesso e sull'azione, sacrificando la verosimiglianza (fanta)scientifica. Gestapo Mars non è un romanzo per puristi della fantascienza alla Asimov. Si spara con pistole laser o proiettili esplosivi che deflagrano corpi, si lotta contro rivoluzionari cannibali, si duella nello spazio tra astronavi aliene da abbattere e astronavi madre (alla Independence Day) da neutralizzare, senza tralasciare le scappatelle amorose con donne diverse pronte a cadere tra le braccia del protagonista. Le caratterizzazioni, sia ambientali che psicologiche, sono abbozzate. I pianeti non presentano grandi differenze tra loro, non ci sono problematiche legate alle distinte composizioni dell'atmosfera, agli elementi climatici o faunistici o, ancora, alle diverse leggi di gravitazione. Tutto è concentrato sull'azione, sui blitz e sulle peripezie del protagonista che litiga con computer di bordo che lo offendono per aver provocato la caduta dell'astronave. Il registro narrativo, sempre estremamente semplificato e sopra le righe, è al servizio di un contenuto molto variegato che propone molta space opera, tra Star Wars e Starship Troopers (con tanto di ufficiali pomposi che danno di inetti alla fanteria), alternata a post-atomico e a noir spionistico fantascientifico alla Blade Runner. Molto più interessante risulta essere la prima parte (dove si percepisce Philip K. Dick), ambientata su una civilta' marziana sviluppata in una struttura sotterranea dalla forma di alveare rovesciato, in cui tra cunicoli urbani e bar squallidi si muovono punkettoni, cospiratori, strani alieni dotati di antenne e soldati muniti di innesti cibernetici alla Johnny Mnemonic.

È dunque l'intrattenimento il fine ricercato da Gischler, sebbene vi siano alcuni cenni alla tematica della manipolazione mentale e al condizionamento che rende, di fatto, schiavo l'uomo annullandone il libero arbitrio a favore di governi che fanno della menzogna il loro mantra. “L'unica grande causa dell'infelicità è il libero arbitrio. Non vedi quanto è facile e soddisfacente, se ci consegniamo alle autorità? Genitori, Dio, il Reich. Quanto è grande il sollievo dalla responsabilità, quando si sa che il responsabile è qualcun altro, più in alto di te nella catena alimentare. Quando non sai che sei tu a decidere, e quindi la colpa non potrà mai essere tua.”

Lettura piacevole, mero intrattenimento, da godersi staccando il cervello per lasciarsi trasportare dal forte impatto visivo della narrazione. Pulp allo stato puro, che si chiude con un notevole epilogo a sorpresa. Alla larga gli estimatori della fantascienza legata ai propositi intellettuali.

 
L'autore Victor Gischler.
 
"Il drago spalancò le ali e spiccò il volo, sollevandosi sopra le nuvole e nello spazio. Schizzò tra le stelle e divenne enorme, una belva mai vista prima. E poi soffiò un fuoco che consumò la galassia."

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