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sabato 13 marzo 2021

Recensione Narrativa: LA RAGAZZA DEL PAESE STREGATO di Sergio Bissoli.

Autore: Sergio Bissoli.
Anno: 1975.
Genere:  Fantastico/Drammatico.
Editore: vari (da Hypnos a Lulu.com).
Pagine: 40.
Prezzo: 7.58 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Eccoci finalmente a parlare di un racconto lungo di Sergio Bissoli. Scrittore e studioso di narrativa fantastica, Bissoli è soprattutto conosciuto per il suo impegno di promozione dei romanzi facenti parte della collana degli anni sessanta e settanta I Racconti di Dracula. Originario di Cerea, è anche un prolifico narratore specializzato in esoterismo, erotismo e occultismo, pubblicato da case editrici come Profondo Rosso e le Edizioni Hypnos. Andrea Vaccaro gli ha dedicato una corposa scheda all'interno della Guida ai Narratori Italiani del Fantastico (2018) edito da Odoya, reputandolo uno degli ottanta “autori imprescindibili” del fantastico italiano.

La Ragazza del Paese Stregato è la seconda opera di una certa importanza nata dalla fantasia di Bissoli. Completata nell'arco di nove mesi nel 1975 e divenuta oggetto di svariate revisioni nel corso degli anni sfociate in variegate edizioni, può essere recuperata all'interno del volume Il Paese Stregato (2012) delle edizioni Hypnos oppure acquistata, a prezzo decisamente più modico, nella versione autopubblicata, a fine ottobre 2020, per lulu.com.

È un racconto autoriale decisamente personale che presenta caratteristiche tipiche della produzione dell'autore. Al centro della narrazione ci sono la figura femminile e l'ambientazione contadina che fa del racconto un antesignano di quel “gotico rurale” portato ai massimi livelli da autori quali Eraldo Baldini e, prima ancora in ambito cinematografico, Pupi Avati (si veda La Casa dalle Finestre che Ridono).

Più che a badare all'intreccio (decisamente onirico e sfilacciato), Bissoli mira a suscitare emozioni, a tratteggiare scenari claustrofobici e opprimenti che soffocano la vita, trasformandola in una parabola che dal sogno scivola in un'illusione che presto mostra la propria veste di rassegnazione e inerzia. L'uomo è impotente, pedina di variabili fuori controllo che sembrano tramare contro alla maniera di una fattura che doma il destino e lo piega al proprio volere. La felicità è solo un momento, un'aspettativa futura che non è destinata a realizzarsi. L'amore è bramato, desiderato, ricercato, persino prossimo a essere conquistato eppur ogni volta sfuggevole. Il testo procede reggendosi su una struttura minimalista, utile a tratteggiare una prosa che intende fare poesia.

Bissoli narra al presente, plasmando una sorta di diario che vede il protagonista narrare le sue giornate e le sue peregrinazioni in un villaggio che non è il suo. Un microcosmo avvolto dalla nebbia, con case e chiese decadenti che sfilano a bordo strada e una popolazione che ricorda quella di alcuni racconti di Lovecraft per la sua natura degenerata con sospetti di incesti e una complessiva adesione a un credo blasfemo. Ne farà le spese il protagonista che, in compagnia del cugino, raggiunge un vecchio zio rimasto da poco vedovo, così da sostenerlo nella perdita affettiva. Giunto nell'immaginifica Vielle, viene presto stordito da un'atmosfera magica, verrebbe da dire stregonesca, scandita da una popolazione ottusa, chiusa, che guarda con sospetto il forestiero e fa banda per manifestare il proprio scetticismo, tra calunnie e maldicenze. L'amore improvviso per un giovane quindicenne, l'incerta Mirta, è una fiamma destinata a soffocare in un clima sfavorevole, tutt'altro che fertile a favorire la nascita di qualcosa di positivo. A nulla servono i tentativi di approccio, con una giovane che pare giocare col nuovo venuto, confusa dai propri sentimenti e prossima a macchiarsi di un delitto ai danni di un misterioso uomo, forse il geloso amante non confessato di cui è tutt'altro che innamorata.

Bissoli condisce il tutto con oscuri personaggi, tra uomini che leggono tarocchi, altri che parlano di fatture o di procedimenti alchemici, fino a descrivere una vera e propria processione sabbatica che funge da contrappeso a un'improbabile ricerca di un tesoro nascosto sotto la fitta rete di gallerie che si diramano nel sottosuolo del villaggio.

Dunque un racconto che non ricerca l'intrattenimento puro, né si inserisce in un alveo precedentemente scavato da altri scrittori. Bissoli lancia un disperato grido d'amore nei confronti della vita, manifestato in un'ottica pessimista che sembra non fornire speranza di luce. Ne emerge una feroce critica al bigottismo e alla chiusura mentale di un mondo non aperto alle novità, forgiato da consuetudini e da una restrizione mentale che conduce presto alla condanna del diverso. Una condanna che si estrinseca in un destino votato alla delinquenza o comunque all'assunzione di condotte devianti (si veda il destino di Mirta e di suo fratello). Chi riuscirà a non farsi sopraffare acquisirà la ricchezza spirituale, ma il prezzo da pagare sarà la rinuncia della felicità.

Questa pigrizia, questo trascinarsi nella vita da parte degli abitanti, la loro mancanza di rinnovamento, il peso incombente di una morale rigida e di principi oscurantisti ha finito per immergere il paese in un clima di suggestioni.”

Da un punto di vista tecnico si registra uno stile elegante, nonostante l'autore opti per frasi brevi e immediate. Abbastanza ricercato nel lessico, paga qualcosa nella costruzione dei periodi che si alternano in rapide pennellate atte a realizzare una costruzione generale che sfuma nell'inconsistenza tipica del sogno.

Testo non per tutti (ne hanno parlato in termini lusinghieri Giuseppe Lippi e Andrea Vaccaro), dedicato da Bissoli allo scrittore Libero Samale, meglio noto come Frank Greagorius. Ogni capitolo, infatti, è preceduto da una citazione dello scrittore.

L'autore SERGIO BISSOLI

 "Avrebbe saputo resistere contro il giudizio di tutti? Con me, era un'altra faccenda. Io non ero uno di loro, ero un forestiero e potevo combatterli con l'indifferenza e il disprezzo."

2 commenti:

  1. Grazie, grazie caro amico. Sei entrato nell'anima del recconto ( e del suo autore).

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