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lunedì 15 marzo 2021

Recensione Narrativa: i CASI SOPRANNATURALI DEL DR. MUNCING di Gordon MacCreagh



Autore: Gordon MacCreagh.
Titolo Originale: Dr. Muncing, Exorcist.
Anno: 1931-32.
Genere: Ghost Stories.
Editore: Providence Press, 2019.    
Collana: Gli Indagatori del Soprannaturale.
Pagine: 180.
Prezzo: 16,90 euro.


A cura di Matteo Mancini.

Primo numero della neonata collana “Gli Indagatori del Soprannaturale”, a cura delle Edizioni Providence Press. Uscito nel novembre del 2019, il volume che tiene a battesimo questa interessante iniziativa è un ibrido che si colloca a metà strada tra una classica antologia e una rivista specializzata.

Il duo Giacomo Ortolani e Gianfranco Calvitti, avvalendosi delle traduzioni di Andrea Sottana, punta su nomi “nuovi” per l'editoria italiana. Si pescano infatti due racconti degli anni trenta, apparsi sulla rivista pulp Strange Tales, di quaranta pagine circa ciascuno, facenti parte di un breve ciclo di racconti (i due proposti) aventi per protagonista un Dottore dell'occulto (il Muncing di cui al titolo). Autore dei testi è un avventuriero globe trotter prima di oggi mai pubblicato in Italia (il giramondo di origini scozzesi, ma di nascita americana, Gordon MacCreagh), conosciuto soprattutto per libri di viaggi e romanzi alla Edgar R. Burroughs. Il volume viene poi impolpato da un lungo articolo di Tim Prasil finalizzato a definire il detective dell'occulto di matrice letteraria e a fornire una lunga catalogazione, su base cronologica, dal 1800 al 1938, di tutti i detective dell'occulto apparsi nell'ambito della letteratura anglofona. Si completa il volume con un racconto all'apparenza parodistico, intitolato The Last Case of Jules de Granjerque (pubblicato su Fantastic Adventures, nell'aprile del 1943), che ricorda alcuni elaborati di Algernon Blackwood (tra i quali Pistol Against a Ghost) salvo riabilitarsi in un finale che rimanda agli sketch di Franco Franchi quando era solito sfidare il pericolo accorgendosi solo in un secondo momento di aver sfidato la morte (con relativo "terrore a freddo"). Protagonista della storia è un detective “smascheratore di imbrogli su base occulta”, tale Jules de Granjerque (probabile omaggio al ben più famoso Jules de Grandin, personaggio di un  famoso ciclo di Seabury Quinn, da cui riprende il vezzo di esprimersi con esclamazioni francesi), impegnato a dimostrare al suo assistente l'infondatezza del paranormale: “Gli esseri umani non potranno mai esser testimoni oculari delle manifestazioni del paranormale.” Il racconto viene firmato da un'altra novità per l'editoria italiana, ovvero quel David Wright O'Brien, eroe di guerra (perito nella seconda guerra mondiale durante un bombardamento di Berlino), nipote del direttore di Weird Tales. Gli estimatori dell'autore potranno leggerlo di nuovo in un altro volume edito dalla Providence Press ovvero Weird War Tales (lo recensiremo presto).

Di ben altra fattura sono i due racconti che danno il titolo al volume. Pubblicati rispettivamente nel settembre del 1931 (Dr. Muncing. Exorcist) e nel marzo del 1932 (The Case of Sinister Shape) sono due racconti fortemente legati tra loro. L'avventuriero MacCreagh sembra guardare a racconti quali The Nemesis of Fire, appartenente al ciclo John Silence dell'autore Algernon Blackwood, e incentra i due testi sulla figura dell'elementale (“forze primitive senza forma, senza occhi, senza volto; esistono insieme ad altre svariate forme di spiriti dall'altra parte del velo che divide lo spirito dall'uomo”) di cui già Blackwood aveva fatto menzione nei suoi testi. Muncing si definisce “esorcista... un detective di fantasmi” e, come i più illustri predecessori, è titolare di un vero e proprio studio in un'imprecisata città statunitense. A lui si rivolgono cittadini disperati, alle prese con eventi soprannaturali, inviati nel suo ambulatorio dal reverendo del posto. Nel primo episodio il Dr. Muncing è accompagnato da un assistente energumeno, in verità un po' impacciato e pauroso (il Dr, James Terry), e dovrà vedersela con un elementale che si è preso possesso di un'abitazione. Muncing offre, nel corso del testo, delle brevi lezioni sullo spiritismo, qualificandosi quale dotto operatore d'occultismo. Gli spiriti esistono, non ne ha dubbi. Sono sempre esistiti e vivono oltre un velo, non a misura d'uomo, che separa i viventi dall'altro mondo. “È un fatto evidente, risaputo per tutti i secoli dell'esistenza dell'uomo e rincofermato dalla ricerca moderna, che esistano alcune umane forze disincarnate al nostro fianco e attorno a noi. Queste forze funzionano secondo alcune leggi di controllo... Talvolta noi umani creiamo una condizione che ci sintonizza con le vibrazioni di un certo gruppo di forze disincarnate” e queste, assumendo energia da individui predisposti (di solito cagionevoli di salute), entrano nel nostro mondo e manifestano la propria forza distruttiva, assumendo parvenze umane di natura ectoplasmatica.

Lo stile di narrazione è veloce, la costruzione della storia popolare. MacCreagh non segue cliché propri degli scrittori iniziatici, ma guarda al soldo. Il lettore non deve interpretare o ricercare messaggi nascosti. Niente di tutto questo. Siamo alle prese con una narrativa popolare che evoca brividi, distilla momenti di quel terrore tipico della ghost story in un crescente narrativo in cui non sempre arriva l'happy end catartica. Il detective di MacCreagh è un misto tra l'uomo d'azione e quello di intelletto, protendendo più verso quest'ultima figura. Non ricorre ad armi o paccottiglie varie. Non necessita di acqua santa o paramenti religiosi né, tanto meno, dell'interferenza di forze dell'aldilà. Il suo approcciarsi all'occulto è laico, quasi come se l'occultismo fosse un qualcosa di naturale, un fenomeno fisico non ancora decriptato dalla scienza. La sua esperienza è tale da comprendere subito il male contro cui deve opporsi e questo lo porta ad adottare gli accorgimenti del caso. Banali oggetti di ferro (materiale che gli elementali non possono oltrepassare) e la luce (sia solare che artificale) diventano le soluzioni naturali per indurre l'elementale da fronteggiare a contenere le proprie aggressioni e persino a intrappolarlo, così da fargli perdere tutta l'energia necessaria per muoversi nel nostro mondo. Questo perché i fantasmi di MacCreagh sono aggressivi. Odiano e attaccano l'uomo e, se non gestiti, lo uccidono spappolandogli le ossa dall'interno. 

Molto meglio il primo dei due racconti, se non altro per la novità del personaggio e per dei momenti che ricordano The Damned Thing di Ambrose Bierce (bella l'aggressione ai danni di un passante, con lo spirito che salta una siepe). Il fantasma che, a poco a poco acquisisce sembianze che rimandano a una parodia umana, ha una caratterizzazione da predatore animale. Utilizza accorgimenti tattici per indurre in errore i suoi cacciatori e ipnotizza persino le vittime, avvalendosi dell'uomo da cui attinge energia (appunto un ipnotista). Azione e terrore dunque sono le costanti delle due storie, con la seconda che tende a ripetersi sul leit motiv della prima. MacCreagh, questa volta, identifica la città teatro dell'evento paranormale (Ocean City, nel Maryland) e sposta l'ambientazione da una villa di campagna a un hotel, sulla mansarda dello stesso e prima ancora in una serie di stanze noleggiate dai clienti. Muncing, che si troverà a indagare su un omicidio al fianco di un poliziotto, riuscirà a dominare l'elementale causa della morte, probabilmente lo stesso che gli era sfuggito nel primo episodio. Purtroppo il racconto si rivela ripetitivo in più punti, con Muncing che ripete le sue lezioni sugli elementali al compagno d'avventura di turno.

Attraverso il Dr. Muncing, MacCreagh muove una spiccata critica ai fenomeni delle sedute spiritiche e ipnotiche (viste quali veri e propri portali d'accesso al nostro mondo di forze di natura spiritica ostili all'uomo confinati in un altrove non meglio specificato), definendo "idioti" gli operatori improvvisati, e, al tempo stesso, al materialismo del novecento. Chi non conosce il paranormale non deve scherzare con esso. “Siamo diventati meno sensibili dei nostri antenati... non ci sintonizziamo spontaneamente su un certo insieme di vibrazioni; e dunque proclamiamo con veemenza che queste cose non esistono... I nostri avi avevano una diffusa conoscenza della vita spirituale che noi abbiamo affogato nel materialismo moderno”

È curioso verificare quanto i due racconti anticipino, di circa quaranta anni, le idee centrali attorno alle quali William Blatty stenderà il romanzo The Exorcist (1971) poi portato al successo dalla trasposizione di Hollywood. Nel primo dei due racconti di MacCreagh, infatti, lo spirito viene involontariamente evocato attraverso una tavola ouija che permette inconsapevolmente all'operatrice di stendere intere pagine di numeri che, tradotti nelle loro rispettive lettere, sono “l'inizio di un antico incantesimo Indù Yogi per invocare un demonio.” Nel secondo racconto, poi, il Dr. Muncing presagisce l'incontro con lo spirito con cui ha già incrociato le armi, intuendo di esser stato attratto dallo spirito stesso per lo scontro finale, proprio come avvertirà padre Merrin con Pazuzu.La terza e ultima curiosità viene dalla fonte dichiarata da Blatty che fu ispirato da un caso di possessione avvenuto negli anni quaranta a Cottage City, nel Maryland, ovvero il medesimo stato in cui è ambientato il secondo episodio del Dr. Muncing. 

Stranamente, MacCreagh non ha utilizzato il suo personaggio per ulteriori racconti, preferendo interessarsi a un'altro tipo di narrativa. E' conosciuto per il racconto avventuroso The Last of Free Africa, pubblicato a puntate su Adventures nel 1928, e per il resoconto di una spedizione in Sud America intitolato White Waters and Black (1926). Vanta inoltre 147 pubblicazioni su riviste pulp quali Strange Tales, Adventure, Argosy e Short Stories. C'è persino chi abbia scritto che MacCreagh sia stato l'ispirazione per l'ideazione del personaggio cinematografico Indiana Jones. Non a caso, infatti, la sua biografia è costellata da episodi che ben potrebbero sintetizzare le sorti di un personaggio da feuilleton. Attivo in quattro continenti, secondo alcune fonti nato negli Stati Uniti, secondo altre in Scozia. Studia a Parigi salvo poi fuggire a seguito di un duello in cui ferisce uno studente. Convinto di averlo ucciso, si rifugia in India e poi in Africa dove si ricicla, da aspirante antropologo, a cacciatore di animali selvatici da rivendere agli zoo e ai circhi. Abile nell'uso delle armi e nella scrittura, viene arruolato dai servizi segreti britannici. Fallisce il tentativo di darsi al teatro, trovandosi costretto a ripiegare sulla meno allettante carriera di scrittore pulp. Inizia la nuova carriera nel 1913, dopo esser sbarcato a New York. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola in marina (o aviazione, secondo altre fonti). Negli anni venti torna al gradito ruolo di esploratore. Visita l'Amazzonia, poi torna in Africa, in Abissinia, ponendosi alla ricerca dell'Arca dell'Alleanza e di una tribù perduta di origine ebraica (i Falasha). Di ritorno in patria, passa gli anni che gli restano nel ruolo di conferenziere in giro per gli Stati Uniti.

Se la produzione fantastica di MacCregh resta ancora misteriosa per i lettori italiani, concludiamo segnalando l'uscita di altri due numeri della collana Gli Indagatori del Soprannaturale: Flaxman Low, Detective dell'Occulto e Aylmer Vance. Cacciatore di Fantasmi.


L'avventuriero GORDON MacCREAGH
 
 
"Ci sono cose più orribili in cielo e in terra di quante non ne vengano sognate dalle fedine penali."
 

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