Autore: Stephen King & Owen King.
Titolo Originale: Sleeping Beauties.
Anno: 2017.
Genere: Fanta/Horror.
Editore: Sperling & Kupfer.
Pagine: 651.
Prezzo: 12.90 euro.
Commento a cura di Matteo Mancini.
Quale miglior giorno dei trecentosessantacinque che compongono un anno solare per scrivere questa recensione? Oggi, 8 marzo, ho terminato la lettura del mio ventiquattresimo libro del più famoso scrittore del Maine. Già annunciata da settimane, eccomi a presentare la recensione di Sleeping Beauties, un vero e proprio tributo alla donna donato ai lettori da Stephen King imbeccato dal figlio Owen, autore, a quanto sembra, dell'idea iniziale.
Che cosa succederebbe se un giorno, per un misterioso morbo, tutte le donne si addormentassero e non si risvegliassero più, sommerse da dei bozzoli alla maniera di crisalidi in procinto di trasformarsi in qualcos'altro?
Questa la domanda da cui si innesca un romanzo, forse un po' troppo prolisso, che si nutre di un curioso controsenso: da una parte sviluppa troppo velocemente aspetti che nella realtà avrebbero una scansione temporale più blanda, ma fa tutto questo in modo lento soffermandosi sui personaggi e le loro vicende. Sebbene abbia letto da più di una parte che Sleeping Beauties, cinquantesimo romanzo dello scrittore (senza contare la serie La Torre Nera), non avrebbe le caratteristiche tipiche di un romanzo di Stephen King, la storia ha una costruzione che rientra in modo evidente in una di quelle categorie tipiche dei romanzi di King. Siamo infatti alle prese con un romanzo corale, dove il paranormale giunge, in modo più o meno eccezionale, a scombussolare la tranquillità della banale cittadina di provincia (nella fattispecie Dooling) in cui si svolgono i fatti. Insomma, una struttura già ammirata in occasione di romanzi fiume quali It, L'Ombra dello Scorpione, The Dome, Le Creature del Buio, Cose Preziose, Buick 8 e Desperation. Proprio come in questi romanzi, King inserisce un grande numero di personaggi tutti ampiamente caratterizzati. L'evento eccezionale, il morbo Aurora, diviene occasione per parlare dei loro problemi, aspetti del comune vivere tanto da collocare sovente in secondo piano l'aspetto centrale della vicenda. Ecco che Sleeping Beauties va oltre il mero intratteniemnto e diviene momento di riflessione, forse un po' retorica, come ha scritto qualche critico, ma piuttosto calzante alla realtà. La tesi dei due King è che il mondo va a rotoli per via dell'uomo, inteso il maschio, vero e proprio artefice di ogni male. “Cosa ti viene in mente, se ti dico la parola uomo” viene chiesto a Evie (l'entità soprannaturale che cadenza il morbo). La risposta è semplice: “Guerra.” In un clima del genere, la donna è vittima. Un'entità truffata dall'uomo, un'amica, compagna o madre che si lascia condurre nelle sabbie mobili della perdizione per amore di chi dovrebbe considerarla “eroica” e che invece non perde tempo per prenderla a calci e deriderla. Lo spirito del testo è in linea con il testo della canzone Gli Uomini non Cambiano, seconda classificata al Festival di Sanremo nel lontano 1992 e riportata in auge nella competizione canora da un Achille Lauro versione androgino (in coppia con Annalisa) nel 2020 e inserita nell'album di Mia Martini Lacrime. E sono proprio le lacrime ad avere valenza significativa, le versa all'epilogo la “strega buona” Evie quando, ancora una volta, si assiste all'ennesimo sacrificio delle donne per l'uomo. Gli sforzi della maga che tutto sa e tutto anticipa sono vani; il senso protettivo, tipico di chi ricopre il difficile ruolo di madre, è troppo forte per spingere verso scelte egoistiche. Ormai prossime a costruire un mondo nuovo, a base matriarcale, così da plasmare la vera e propria città delle donne (giusto per citare il titolo di un film del più visionario regista dell'intera storia della cinematografia italiana), decidono di tornare indietro, alle loro scialbe vite e questo perché...? perché la donna è fin dall'alba della storia la compagna dell'uomo, è stata creata per questo. Eppure un mondo senza uomini sopravviverebbe e troverebbe la via per rigenerarsi, ma un mondo senza donne sarebbe destinato al collasso. Non a caso i King ricorrono alla simbologia del paradiso perduto (quello a cui rinunciano le donne del romanzo), alla cacciata dell'eden. A fungere da portale è, ancora una volta, l'albero (della conoscenza, perché è solo attraverso questo che si può comprendere il mistero dei fatti) e, attorno a esso, si muove un serpente che induce a un tremendo errore la donna più carismatica del gruppo. Ruolo centrale è affidato anche a una volpe, animale che in simbologia è spesso associato al diavolo. È la volpe a fare da emissaria tra i due mondi paralleli. King va per tale via oltre le sue cadute di stile, con momenti inverosimili più in linea a gusti cinematografici, sconfinando nell'autoriale.
King ha inoltre la fortuna (che di certo non avrebbe desiderato di avere) di anticipare le reazioni mondiali al cospetto di una pandemia mondiale. Il romanzo esce in America il 26 settembre 2017 e arriva in Italia il 21 novembre 2017, due anni prima del Covid. Tra i vari aspetti sociali, si assiste all'assalto ai pronto soccorso, ai supermercati, alle lotte per accaparrarsi un vaccino che non esiste, alle fake news che portano a scempi e delitti oltre che a sciacallaggi e un improvviso aumento del crimine. Per fortuna il mondo ha dimostrato di essere lievemente migliore rispetto a quello immaginato dall'autore, anche se le capacità precognitive di King, ancora una volta, sono state decisamente indovinate. Aspetto, questo, che attribuisce un ulteriore valore aggiunto e fa di Sleeping Beauties un romanzo discreto, purtroppo sottovalutato, dai contorni fiabeschi e tuttavia capace di far riflettere per la sua forte aderenza alla realtà. Molte le autocitazioni, si va dai catastrofici (Cell, The Stand, Desperation) ai romanzi più legati alle sofferenze patite dal gentil sesso per mano dell'uomo (Rose Madder, Il Gioco di Gerald, Dolores Clairborne) fino a personaggi che ricordano quelli di altri romanzi (la donna sceriffo rimanda a quella de Le Creature del Buio) o a scenari già portati al successo da altri romanzi (l'ambientazione carceraria di Rita Hayworth e La Redenzione di Shawshank o i baci guaritivi di Evie che rimandano al gigante Koffee de Il Miglio Verde).
Che cosa succederebbe se un giorno, per un misterioso morbo, tutte le donne si addormentassero e non si risvegliassero più, sommerse da dei bozzoli alla maniera di crisalidi in procinto di trasformarsi in qualcos'altro?
Questa la domanda da cui si innesca un romanzo, forse un po' troppo prolisso, che si nutre di un curioso controsenso: da una parte sviluppa troppo velocemente aspetti che nella realtà avrebbero una scansione temporale più blanda, ma fa tutto questo in modo lento soffermandosi sui personaggi e le loro vicende. Sebbene abbia letto da più di una parte che Sleeping Beauties, cinquantesimo romanzo dello scrittore (senza contare la serie La Torre Nera), non avrebbe le caratteristiche tipiche di un romanzo di Stephen King, la storia ha una costruzione che rientra in modo evidente in una di quelle categorie tipiche dei romanzi di King. Siamo infatti alle prese con un romanzo corale, dove il paranormale giunge, in modo più o meno eccezionale, a scombussolare la tranquillità della banale cittadina di provincia (nella fattispecie Dooling) in cui si svolgono i fatti. Insomma, una struttura già ammirata in occasione di romanzi fiume quali It, L'Ombra dello Scorpione, The Dome, Le Creature del Buio, Cose Preziose, Buick 8 e Desperation. Proprio come in questi romanzi, King inserisce un grande numero di personaggi tutti ampiamente caratterizzati. L'evento eccezionale, il morbo Aurora, diviene occasione per parlare dei loro problemi, aspetti del comune vivere tanto da collocare sovente in secondo piano l'aspetto centrale della vicenda. Ecco che Sleeping Beauties va oltre il mero intratteniemnto e diviene momento di riflessione, forse un po' retorica, come ha scritto qualche critico, ma piuttosto calzante alla realtà. La tesi dei due King è che il mondo va a rotoli per via dell'uomo, inteso il maschio, vero e proprio artefice di ogni male. “Cosa ti viene in mente, se ti dico la parola uomo” viene chiesto a Evie (l'entità soprannaturale che cadenza il morbo). La risposta è semplice: “Guerra.” In un clima del genere, la donna è vittima. Un'entità truffata dall'uomo, un'amica, compagna o madre che si lascia condurre nelle sabbie mobili della perdizione per amore di chi dovrebbe considerarla “eroica” e che invece non perde tempo per prenderla a calci e deriderla. Lo spirito del testo è in linea con il testo della canzone Gli Uomini non Cambiano, seconda classificata al Festival di Sanremo nel lontano 1992 e riportata in auge nella competizione canora da un Achille Lauro versione androgino (in coppia con Annalisa) nel 2020 e inserita nell'album di Mia Martini Lacrime. E sono proprio le lacrime ad avere valenza significativa, le versa all'epilogo la “strega buona” Evie quando, ancora una volta, si assiste all'ennesimo sacrificio delle donne per l'uomo. Gli sforzi della maga che tutto sa e tutto anticipa sono vani; il senso protettivo, tipico di chi ricopre il difficile ruolo di madre, è troppo forte per spingere verso scelte egoistiche. Ormai prossime a costruire un mondo nuovo, a base matriarcale, così da plasmare la vera e propria città delle donne (giusto per citare il titolo di un film del più visionario regista dell'intera storia della cinematografia italiana), decidono di tornare indietro, alle loro scialbe vite e questo perché...? perché la donna è fin dall'alba della storia la compagna dell'uomo, è stata creata per questo. Eppure un mondo senza uomini sopravviverebbe e troverebbe la via per rigenerarsi, ma un mondo senza donne sarebbe destinato al collasso. Non a caso i King ricorrono alla simbologia del paradiso perduto (quello a cui rinunciano le donne del romanzo), alla cacciata dell'eden. A fungere da portale è, ancora una volta, l'albero (della conoscenza, perché è solo attraverso questo che si può comprendere il mistero dei fatti) e, attorno a esso, si muove un serpente che induce a un tremendo errore la donna più carismatica del gruppo. Ruolo centrale è affidato anche a una volpe, animale che in simbologia è spesso associato al diavolo. È la volpe a fare da emissaria tra i due mondi paralleli. King va per tale via oltre le sue cadute di stile, con momenti inverosimili più in linea a gusti cinematografici, sconfinando nell'autoriale.
King ha inoltre la fortuna (che di certo non avrebbe desiderato di avere) di anticipare le reazioni mondiali al cospetto di una pandemia mondiale. Il romanzo esce in America il 26 settembre 2017 e arriva in Italia il 21 novembre 2017, due anni prima del Covid. Tra i vari aspetti sociali, si assiste all'assalto ai pronto soccorso, ai supermercati, alle lotte per accaparrarsi un vaccino che non esiste, alle fake news che portano a scempi e delitti oltre che a sciacallaggi e un improvviso aumento del crimine. Per fortuna il mondo ha dimostrato di essere lievemente migliore rispetto a quello immaginato dall'autore, anche se le capacità precognitive di King, ancora una volta, sono state decisamente indovinate. Aspetto, questo, che attribuisce un ulteriore valore aggiunto e fa di Sleeping Beauties un romanzo discreto, purtroppo sottovalutato, dai contorni fiabeschi e tuttavia capace di far riflettere per la sua forte aderenza alla realtà. Molte le autocitazioni, si va dai catastrofici (Cell, The Stand, Desperation) ai romanzi più legati alle sofferenze patite dal gentil sesso per mano dell'uomo (Rose Madder, Il Gioco di Gerald, Dolores Clairborne) fino a personaggi che ricordano quelli di altri romanzi (la donna sceriffo rimanda a quella de Le Creature del Buio) o a scenari già portati al successo da altri romanzi (l'ambientazione carceraria di Rita Hayworth e La Redenzione di Shawshank o i baci guaritivi di Evie che rimandano al gigante Koffee de Il Miglio Verde).
Ribadiamo dunque il nostro giudizio sul romanzo, reputandolo un vero inno alla donna così che, quando vi chiederanno “Portami a Ballare” voi possiate ricordarvelo per dimostrare, almeno una volta, che “Gli Uomini Cambiano” (i due King, nel testo, sembrerebbero non concordare) e comprendere quale sia davvero “La Forza della Vita.”
Da segnalare, nel testo, il triplice omaggio dei due King agli amici Peter Straub, Clive Barker e al parente Joe Hill, tutti e tre citati con sarcastica stima.
IL COAUTORE
Se Stephen King non necessita presentazioni, la cosa è ben diversa per il figlio socio nell'operazione Sleeping Beauties. Owen King, classe 1977, è il più piccolo della famiglia King, fratello del più famoso Joe Hill e della meno nota Naomi King (anch'essa scrittrice).
Ha debuttato nel 2005 con una raccolta di quattro racconti, intitolata We're All in this Together, distribuita in Italia con poco successo commerciale da Frassinelli nel 2006 col titolo Siamo Tutti nella Stessa Barca.
Assai meno prolifico del padre, è passato al romanzo, otto anni dopo, con Double Feature, giunto nel 2014 e passato inosservato col titolo Doppio Spettacolo (Barney Editore).
Sua l'idea iniziale di Sleeping Beauties, originariamente sorta nel 2013 con l'intento di dar avvio a una serie televisiva poi ridimensionata in un romanzo che coinvolgesse in stesura il padre Stephen King.
Da segnalare, nel testo, il triplice omaggio dei due King agli amici Peter Straub, Clive Barker e al parente Joe Hill, tutti e tre citati con sarcastica stima.
IL COAUTORE
Se Stephen King non necessita presentazioni, la cosa è ben diversa per il figlio socio nell'operazione Sleeping Beauties. Owen King, classe 1977, è il più piccolo della famiglia King, fratello del più famoso Joe Hill e della meno nota Naomi King (anch'essa scrittrice).
Ha debuttato nel 2005 con una raccolta di quattro racconti, intitolata We're All in this Together, distribuita in Italia con poco successo commerciale da Frassinelli nel 2006 col titolo Siamo Tutti nella Stessa Barca.
Assai meno prolifico del padre, è passato al romanzo, otto anni dopo, con Double Feature, giunto nel 2014 e passato inosservato col titolo Doppio Spettacolo (Barney Editore).
Sua l'idea iniziale di Sleeping Beauties, originariamente sorta nel 2013 con l'intento di dar avvio a una serie televisiva poi ridimensionata in un romanzo che coinvolgesse in stesura il padre Stephen King.
"Quand'è che gli uomini non erano stati disorientati dalle donne? Erano la magia che gli uomini sognavano, e a volte i loro sogni erano incubi."
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