Autore: Robert Ervin Howard.
Titolo Originale: Selezione non originale.
Anno: 1935-1936.
Genere: Antologia di Avventura / Spicy.
Editore: Elara, 2023.
Pagine: 248.
Prezzo: 19.50 euro.
Commento a cura di Matteo Mancini.
Come correttamente dichiarano gli stessi curatori in
prefazione, Il Diavolo è Femmina è una selezione non
originale diretta ai completisti dell'opera di Robert Ervin Howard. Scrive il curatore: "I racconti di Wild Bill Clanton sono oggettivamente frettolosi, violenti e senza umanità... Clanton è un farabutto, ritiene legittimo prendersi ogni cosa voglia sulla base esclusiva del proprio desiderare".
Personalmente, ho recuperato il volume incuriosito dallo scoprire la portata
dei racconti spicy che Howard ha scelto di scrivere, negli
ultimi due anni della propria esistenza, per ragioni economiche ovvero per recuperare fondi
necessari a far fronte alle problematiche di salute della madre.
A partire dal 1935 e sotto lo pseudonimo Sam Walser,
Howard prese a collaborare con Spicy Adventure Stories che, a
differenza di Weird Tales (in ritardo cronico nel pagare i diritti dei racconti), garantiva soldi immediati (un
centesimo di dollaro a parola), rendendo dunque appetibile il coinvolgimento di scrittori amatori o comunque in difficoltà economiche. Howard non scrisse molte di queste storie e quando lo fece non si impegnò più di tanto, snobbando il genere o comunque ritenendo sufficiente fare il minimo sindacabile per poi andare a battere cassa, quasi schifandosi di scrivere contenuti a suo dire scabrosi. La Elara ha recuperato otto di queste avventure, sei delle quali
del “ciclo Wild Bill Clanton”. Solo quattro
furono a suo tempo pubblicate sulla rivista, a sufficienza da spingere Howard a parlarne a Lovecraft incoraggiandolo a seguirne l'esempio.
L'operazione dell'Elara non è pionieristica. I racconti infatti erano già
usciti in Italia, un paio di anni prima, con “Il Ciclo di Wild
Bill Clanton” a cura di Claudio Foti in modalità self publishing. L'Elara Edizioni tuttavia aggiunge, rispetto ai già pubblicati,
due racconti, oltre un lotto di juvenilia composto da elaborati ironici/grotteschi (abbastanza modesti) di un Howard non ancora maggiorenne.
Ne viene fuori un'antologia non memorabile, eppure idonea a offrire un'idea dell'erotismo degli anni '30 alquanto softcore e ingenuo. È di fatti
sbagliato e fuorviante parlare di racconti erotici, in quanto
l'erotismo è marginale, sovente inserito forzatamente in contesti votati all'avventuroso (sono del tutto assenti il fantastico e il sovrannaturale). Ci troviamo infatti in un
mix di racconti che pescano dal ciclo di Steve Costigan, da quello di Steve
Harrison e da El Borak. Le ambientazioni sono sempre
esotiche. Si passa da un paio di racconti ambientati nei mari del sud
(per atmosfere e contenuti simili ai racconti del ciclo Costigan), ad altri di ambientazione
orientale incentrati su furti di gioielli ai danni di diabolici cinesi (atmosfere alla
Harrison) e infine storie desertiche, tra Afghanistan e nord Algeria,
che richiamano le avventure di El Borak e propongono sceicchi o governatori locali alquanto allupati contro i quali si andrà a muovere il protagonista (in un'ottica un po' razzista, in verità, dove fa scandalo vedere una bianca fornicare con gialli, arabi o neri).
Pur scrivendo sotto pseudonimo, la cifra stilistica di
Howard emerge in modo evidente. Lo scrittore texano, nelle sue lettere, affermava
che i suoi racconti spicy erano lontani dal suo modo di
narrare, eppure la mano del bardo di Cross Plains è riconoscibilissima. I protagonisti sono muscolari
e spacconi, le scazzottate e gli scontri corpo a corpo sono caratteristica immancabile di tutte le storie e non mancano sviluppi e trovate
tipiche delle narrazioni dello scrittore. È dunque un Howard che
procede di talento puro, ma che poco si concentra sui soggetti. La sua facilità di scrittura è tale da indurlo a preparare un racconto in un paio di giorni. L'obiettivo non è scrivere opere di qualità, bensì racconti da vendere sul mercato. Ciò nonostante, la lettura
rimane godibile e ci sono almeno un paio di buoni racconti. The
Girl on the Hell Ship, primo racconto pubblicato da Howard su
Spicy Adventure Stories (col titolo She Devil), è una storia piratesca che anticipa,
per certi versi, il film Chi Trova un Amico Trova un Tesoro pur
se sprovvisto di componenti ironiche. Gli ingredienti sono quelli del film con Bud Spencer e Terence Hill: un naufrago recuperato su
una nave di manigoldi, una mappa di un tesoro tracciata sui resoconti
di un uomo seminfermo di mente che finisce in mare in seguito al litigio tra due occupanti dell'imbarcazione, l'imbarcazione che va alla deriva dopo che è stata volontariamente dirottata dal protagonista, presenza di un'isola sconosciuta su cui vivono strani indigeni. Simpatico il finale,
col protagonista abile ad adattarsi a quanto gli
capita attorno, così da sfruttare a proprio favore tutte le situazioni
avverse. Dominano le scazzottate violente (caratteristica di tutto il
ciclo), con pestaggi e mascelle che si fratturano sotto le nocche, mentre la
componente spicy è meno marcata rispetto ad altri racconti
della serie. Qui facciamo la conoscenza di Wild Bill Clanton, una
sorta di pirata-contrabbandiere che conquista donne per via della sua
forza bruta o, quando non ci riesce, col ricorso allo stupro. Howard inserisce donne che si ritrovano
svestite, palpeggiate e penetrate, ma lo fa in modo forzato in veri e propri intervalli tra un azione e l'altra. La
brutalità tipica delle storie del texano non gli consente di
ricorrere a quella sensualità tipica di altri scrittori dell'epoca,
penso ad Abraham Merritt. L'erotismo, inteso come sensualità e fascino femminile, è latente, potendosi
rintracciare solo in Daughters of Feud, racconto respinto da
Spicy Adventure Stories perché “troppo scottante per
essere maneggiato”. Howard, nell'occasione, accantona il suo
personaggio e sposta l'ambientazione sulle montagne del Kentucky,
proponendo una storia in salsa western che, seppur violenta, anticipa i
plot tipici della commedia scollacciata italiana. Abbiamo un professore che
interviene per sedare una contesa tra due sue studentesse e, per farlo,
ricorre a sculacciate e frusta, salvo poi innamorarsi di una di loro.
Un contenuto pulp che diverrà piuttosto tipico per il genere
(ho letto gialli di tale portata nella serie I Gialli dell'FBI
ovvero collane pulp italiane che uscivano nelle edicole negli anni
'60), sebbene qua "inquinato" da scazzottate, pistolettate e regolamenti di conti. Epilogo banale e semplicistico: chi ha
disonorato una vergine dovrà poi sposarla.
Il terzo racconto degno di menzione è The Dragon of
Kao-Tsu, la storia più brutale dell'antologia. Qui Howard parte
lanciato, col furto di un soprammobile già andato in atto ai danni di una banda di cinesi. Qualcosa però sembra essere andato storto.
Clanton viene convinto dalla mandante, un'attraente ragazza europea insensibile alle sue avances,
che l'oggetto in questione è un falso. Non sarà così... Duelli corpo a
corpo, pestaggi, sotto-trama con intrigo spionistico e infine stupro perpetrato dallo
stesso protagonista ai danni della cliente, con tanto di cesellatura
finale alquanto scorretta: “questo è ciò che si ottiene
associandosi a gente come me!”. Da notare che l'idea attorno alla
quale si muove il racconto, ovvero la presenza di una pergamena
particolare conservata all'interno del soprammobile, arriva dal ciclo
Harrison (si veda The Tomb's Secret).
Dietro questi tre racconti, per motivi diversi da
reputare i più riusciti, completano la selezione cinque godibili
storie che, tuttavia, poco aggiungono alla narrativa del texano. Guns of Khartoum diverge
dalle altre avventure, perché sceglie la piega romantica (non a caso non fa
parte del ciclo Clanton e forse anche per questo non venne
selezionato dalla rivista). Qui abbiamo l'eroe classico della narrativa cavalleresca che si spende per liberare una donna europea caduta nelle
mani di una tribù africana che ha conquistato la città di Khartoum.
Happy end finale all'insegna dell'amore.
Meno interessanti le altre avvenure. Ship in Mutiny
(scartato dalla rivista) è il sequel di The Girl on the
Hell Ship da cui riprende personaggi e struttura, in un'ottica da
remake. Aumenta la componente spicy, ma allo stesso tempo la
storia diviene prevedibile e insiste su sviluppi pressoché replicati. Qui Clanton se la passa addirittura con
due donne, che rimangono estasiate dalle sue prestazioni sessuali.
Buttato letteralmente a mare da un gruppo di rivoltosi ed entrato in
contrasto col re di un gruppo di isolani che brama di rubargli la
donna, riesce a recuperare l'imbarcazione, nel frattempo andata alla
deriva, grazie alla collaborazione della regina deposta (ovviamente deflorata) e della
fidanzata.
Contenuti più ironici e continui stravolgimenti in
Desert Blood. Ci spostiamo dall'oceano al deserto, in contesto algerino. Wild Bill Clanton è questa
volta chiamato a compiere una prova di coraggio che gli viene
richiesta da una ragazza locale particolarmente avvenente. Non sa di
essere vittima di un inganno finalizzato a sottrargli un carico di armi
che ha celato sulla nave da lui comandata. A differenza di Ship in
Mutiny, il racconto non è prevedibile e cambia continuamente di
prospettiva fino al sarcastico finale dove il "nostro" viene salvato da una ragazza locale innamorata dei servizi sessuali dell'uomo, sebbene il “nostro”, in barba a ogni sentimentalismo, cerchi di finire a letto addirittura con altre due donne.
The Purple Heart of Erlik torna sulle tematiche
del “pericolo giallo” affrontato nella saga Steve
Harrison e già presente in The Dragon of Kao-Tsu. Ci troviamo a Shangai. Howard segue il dramma di una giovane vittima di
un'estorsione che la costringe, per poter evitare un'ingiusta accusa di omicidio, a tentare di rubare un gioiello dal
negozio di antiquariato di un boss cinese. Clanton è ai margini
della vicenda, intervenendo solo in seconda battuta per salvare la ragazza ricattata (che in precedenza lo aveva rifiutato). Quando è il caso di dire: "cadere dalla padella nella brace".
Sostituzioni di persona e furberie simili a quelle alla base degli
altri episodi accompagnano quello che è a tutti gli effetti un
racconto d'azione. Indovinate un po' quale sarà il premio finale per il nostro? La
capitolazione della donna, in ossequio a un maschilismo e machismo imperante.
Ci spostiamo in Afghanistan con il meno riuscito
Murder's Grog, in cui Clanton, di nuovo in vena di
stupri, viene a capo di un raggiro ordito per sottrargli un lotto di
fucili russi. Qui Howard ricorre a una sorta droga dello stupro, caratterizzata da un eccitante disciolto nell'alcool e fatto bere a Clanton allo scopo di indurlo a compiere un dato omicidio. Il nostro però ha altro a cui pensare... indovinate un po' cosa?
Poco da dire sugli altri nove racconti, inseriti per
fare massa e rappresentativi di un'epoca giovanile dell'autore
in cui la comicità grottesca era fedele compagna dei suoi sperimentalismi narrativi. Simpatici i tre racconti della serie
Hawkshaw, una sorta di parodia dei gialli deduttivi alla Sherlock Holmes, e The
Reformation: A Dream, un racconto satirico/comico che prende in
giro il proibizionismo, immaginando un futuro in cui a essere vietati
saranno tutti i passatempo e i piaceri offerti dai dolci e dalle
bevande gassate.
Per quel che riguarda la realizzazione del lirbo, si segnala un numero di refusi più alto del solito, ma la cosa non inficia la lettura. Breve, eppure ottima l'introduzione, con stralci di lettere di Howard (a Lovecraft e alla ragazza amata) e spiegazione che argomenta l'avvicinamento di Howard al genere. Ripeto: è un libro solo per i completisti della collezione di Robert Ervin Howard.
"Occorre attenersi a una certa misura... deve essere roba abbastanza scottante da far strabuzzare gli occhi dei lettori, ma non abbastanza da scatenare i censori. Ci sono dei tabù ben definiti. Niente degenerazione, per esempio. Niente sadismo o masochismo. Anche se sono estremamente appassionati di donne quasi nude, preferiscono che l'eroina si tenga addosso qualche capo di abbigliamento ordinario... L'azione deve aver luogo in qualche clima esotico..."