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sabato 11 ottobre 2025

Recensione Narrativa: IL LIBRO BLASFEMO DI CTHULHU a cura di Pietro Guerriello e Roberto Del Piano.

Autore: AA.VV.
Curatori: Roberto Del Piano e Pietro Guarriello.
Anno: 2025.
Genere: Porno Horror.
Editore: Dagon Press.
Pagine: 260.
Prezzo: 18,00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Tentativo coraggioso di Roberto Del Piano e Pietro Guarriello che fiutano il periodo propizio per fondere il fantastico classico con un erotismo che sconfina nella pornografia. Film come Povere Creature! (2023) e The Ugly Stepsister (2025) dimostrano che il tempo per supportare l'operazione è maturo. Prova allora a battere il ferro, probabilmente non con troppa convinzione, la Dagon Press, casa editrice fino a oggi assai poco interessata all'erotismo (siamo, si badi bene, lontani dal sottogenere Hardcore Horror). Sicuramente molto più ortodosso di Roberto Del Piano, Guarriello si lascia convincere a intraprendere la deriva verso la blasfemia lovecraftiana per effetto dei buoni risultati conseguiti dall'inusuale Gli Appetiti di Trnt-Asy'Hh e Altre Strane Vicende Lodigiane (qua la recensione http://giurista81.blogspot.com/2025/04/recensione-narrativa-gli-appetiti-di.html) e, prima ancora, dai Culti Svedesi di Anders Fager (qua le recensioni: https://giurista81.blogspot.com/2020/03/recensione-narrativa-culti-svedesi-di.html e https://giurista81.blogspot.com/2021/08/recensioni-narrativa-relazioni.html). Sono queste antologie, oltre al crescente interesse verso una certa narrativa imparentanta con la pornografia (si veda la febbre Edward Lee o anche, nel nostro piccolo, le scelte editoriali intraprese negli ultimi due anni da Alessandro Balestra del sito Scheletri con l'uscita di novelle quali Mia, Lovecantropia e La scolopendra d'Oro), ad aprire le porte a Il Libro Blasfemo di Cthulhu. I buoni propositi e le grandi aspettative della vigilia, tuttavia, sforiscono presto. Da una parte un bacino di potenziali acquirenti (quelli della Dagon) poco avvezzi alle novità e troppo legati alla tradizione, e dall'altra una curatela permissiva nel lasciare libero campo agli autori selezionati finiscono col trasformare il progetto in un inatteso flop. Il principale limite del complesso dei racconti sta in una perseverante ripetitività delle situazioni rappresentate. L'erotismo viene percepito da quasi tutti gli autori quale sinonimo di amplessi, più o meno consenzienti, e sempre tutt'altro che romantici, con divinità femminili che finiscono col ridurre in schiavitù gli uomini o, ancora, divinità mostruose tipiche del ciclo lovecraftiano bisognose di trovare donne attraverso le quali rinnovare la propria vigoria. Sviluppi dunque costanti che si associano a tematiche anch'ese ripetitive (il grimorio che svela la via per accrescere il potere, le divinità che risalgono dai pozzi o dal mare, l'ineluttabità del destino). Se Roberto Del Piano era stato bravo, nel suo racconto di punta (Trnt-Asy'-hh) contenuto nell'antologia pilota del progetto, a distaccarsi da Lovecraft per proporre qualcosa di originale, satirico e irriverente, i quindici autori qua selezionati faticano a emularne le gesta. Interpretano l'ingaggio cercando di virare al porno (più che all'erotico) i contenuti della storie lovecraftiane e cedendo troppo spesso alla tentazione del linguaggio esplicito e volgare ereditato dai film pornografici. Tutto questo, oltre a una serie di prime recensioni non certo incoraggianti all'acquisto, ha contribuito a decretare l'insuccesso commerciale de Il Libro Blasfemo di Cthulhu (titolo che fa il verso a The Big Book of Blasphemy - Il Grande Libro Blasfemo: qua la mia recensione http://giurista81.blogspot.com/2022/09/recensioni-narrativa-il-grande-libro.html) con appena venticinque copie vendute in quattro mesi. Un'inezia che lo ha trasformato nel titolo meno venduto dalla casa editrice. Un insuccesso che ha indotto Pietro Guarriello a dichiarare di essere intenzionato a ritirare l'antologia dal mercato (per cui chi ne è interessato si affretti ad acquistarla).

Eppure, nonostante lo scarso interesse mostrato dagli acquirenti, l'idea alla base del progetto non è deprecabile. C'è davvero qualcosa di inedito da raccontare nel mondo lovecraftiano, inoltre il fortunato accostamento tra horror ed erotismo risale a oltre cento anni fa, basti ricordare Dracula e certe rappresentazioni cinemtografiche del mito del vampiro (basti vedere i film di Jess Franco o Jean Rollin). “Il Sesso è il motore di molte storie di H.P. Lovecraft, anche se non viene mai rappresentato esplicitamente” scrive nell'introduzione Bobby Derie. Ecco quindi l'idea di squarciare il velo della pudicizia e di sbirciare oltre, dimenticando tuttavia l'insegnamento per il quale è erotico ciò che si intravede tra le righe (o meglio tra le vesti) e che, proprio per questo, attiva la fantasia del voyeur. Non eccita per lungo tempo ciò che viene sbattuto in bella mostra, poiché l'attesa e la brama di vedere sono presto soddisfatte. Poco calibrata è infine la disposizione dei racconti. Si sparano subito le opere più riuscite a inizio antologia, provocando un effetto che porta, al procedere della lettura, l'antologia a spegnersi. Per fortuna ho letto il libro secondo un ordine inverso rispetto a quello proposto trovandomi così in un crescendo che ha smorzato la delusione iniziale.


RECENSIONE NEL DETTAGLIO


Tra tutti i racconti brilla Finirà Male, Mia Dolce Signora, un racconto erotico dai contenuti revenge e da un'originalità di fondo che lo porta a essere di gran lunga il miglior della selezione. Lo presenta il bravo Emiliano Federico Caruso, già recensito su queste pagine (si veda l'eccellente Il Guardiano dell'Abisso: http://giurista81.blogspot.com/2025/07/recensione-narrativa-il-guardiano.html), che qua si abbandona a una storia da rivista spicy (tanto sesso) senza tuttavia dimenticare la struttura e la quadratura del cerchio. Non è certamente uno dei racconti migliori dell'autore, per il suo virare decisamente al piccante, a ogni modo sorprende come Caruso passi con uguale efficacia da un'impostazione da vero e proprio evocatore di sense of wonder a un'impostazione da specialista di storie in odore di love story o di vecchi romanzi da edicole degli anni sessanta e settanta con alcuni cliché quali, a esempio, lo chalet isolato tra i boschi in cui trascorrere, alle spalle del marito cornuto, un'infuocata settimana. Il racconto beneficia di una struttura da giallo, con strani avvistamenti che verranno giustificati e chiariti al procedere dei fatti, tra piste false che portano il lettore a dedurre successivi sviluppi che poi (per fortuna) verranno disattesi e un epilogo in odore di David Cronenberg (si veda a esempio The Brood o Rabid) piuttosto che di Howard P. Lovecraft. L'omaggio al Solitario arriva infatti solo all'epilogo con l'introduzione di un “nuovo” grimorio (il Carmina Necroforum) la cui comprensione e lettura consente di instillare negli esseri umani un desiderio sessuale senza limiti. Curiosa la modalità attraverso la quale il villain maledice la moglie traditrice e il suo amante, rendendosi protagonista di un vero e proprio delitto perfetto. Dimenticate gli studi e le sperimentazioni di Aleister Crowley e dei cultori della magia rossa, qua si piega sul versante del pulp ironico esaltato da un finale che richiama la controindicazione del restare incastrati durante un amplesso. Vaghi echi a Gerald's Game (“Il Gioco di Gerald”, 1993) di Stephen King, per uno dei pochi racconti del lotto (non l'unico) a essere originale.


Un altro testo capace di distinguersi è Oldann, Ulthar e le Vacanze dei Mi-Go firmato da tale Kaman-Thah (probabile, per stile e irriverenza satirica, pseudonimo di Roberto Del Piano). Pur non beneficiando di una struttura particolarmente elaborata (il testo è breve), ruota attorno all"idea più originale e onirica dell'antologia. Viene immaginata una dimensione sospesa tra la realtà e l'aldilà, cui si accede attraverso il sogno, in cui i Grandi Antichi assumono sembianze umane per poter beneficiare dei piaceri della carne a scapito, ovviamente, degli uomini. Finale disgustoso dal retrogusto matrixiano con accenno a una pornografia dissacrante ampiamente ironica e di matrice omosessuale.


Gli ortodossi apprezzeranno L'Erezione di Juan Romero, forse il racconto più capace di suscitare tensione, con una marcatissima impronta lovecraftiana. Porta la firma di uno scrittore stilisticamente molto dotato sebbene trincerato dietro lo pseudonimo Wilbur Whateley. Caratterizzato da espliciti inserti di erotismo omosessuale (qui non volgari), rappresentati da un azteco a cui piace ostentare l'erezione del proprio membro e da un protagonista eterossessuale che tuttavia subisce il fascino maschile, mantiene l'intelaiatura classica dei racconti del Maestro e si chiude in ossequio a uno stile che sarebbe piaciuto ai lettori di Weird Tales. Il soggetto, a ogni modo, è ultra collaudato: un'esplosione apre una falla in una miniera e da essa risale uno strano richiamo riconducibile a una creatura innominabile. L'anello che il protagonista (legato al divinità Shub-Nggurath) calza al dito pare assumere una certa incidenza sui fatti. 

 

Letture vietate ai minori di anni 18.

Un altro racconto valido e rispettoso dei canoni lovecraftiani è L'Altra Vita (Madre Oscura) di Mariano D'Anza, a cui va l'onore e l'onere di aprire l'antologia. Scrittore elegante, con trascorsi alla corte delle Edizioni Hypnos, D'Anza mischia la crisi di mezz'età di un'ultra quarantenne al rituale di rinnovazione della vigoria del Guardiano della Soglia. D'Anza utilizza archetipi di sicura presa, quale il Baphomet, la stregoneria medievale e i rimandi al Dictionnaire Infernal di Collin De Plancy. Tutti ingredienti funzionali a creare un pastone in grado di suscitare l'apprezzamento dei lettori classici. Il lessico è curato e ben cadenzato. Convincono assai meno certi passaggi obbligati intrapresi per connettere la prima parte all'ultima (il rituale nella chiesa sconsacrata), con l'amico del protagonista che capisce quanto sta per avvenire senza che le premesse vengano adeguatamente introdotte (punto debole della storia). Finale telefonato, ma di buona presa visiva.


Più quadrato Yola di Taylor Blackfire (nome collettivo dietro al quale si nascondono due varesini) che compensa l'assenza del blackground occulto (forte nel testo di D'Anza) con una struttura solida, tra pagine di diari e flashback che, a poco a poco, risolvono il mistero della morte di un uomo solitario e soprattutto dell'identità della compagna che ne ha allietato l'ultimo periodo di vita. Aumenta la componente sessuale, piuttosto spinta, così come le torture e gli assassini a sfondo rituale. Finale di nuovo abbastanza prevedibile.


Pietro Guarriello resta ancorato a Lovecraft (anche per il lessico antiquato) trasformando Dagon in un racconto erotico (non volgare) dal titolo Nel Ventre del Mare Oscuro. Elegantissimo (forse anche troppo) nella resa stilistica, con un lirismo che tende a prevalere sui contenuti estremamente onirici, plasma un incubo che si sovrappone a poco a poco alla realtà fino alla metamorfosi del protagonista in una “regressione” (o “ascesi”, a seconda dei punti di vista) da umano a ibridazione ittica. Spiccati rimandi al mondo delle sirene e soprattutto alle evoluzioni corporee tanto da trasfomare  il testo in un potente body horror. La natura derivativa del soggetto penalizza il risultato finale, ma resta una valida prova. Da segnalare un omaggio, non so quanto voluto, a Calcutta Lord of Nerves (da noi conosciuto come “Calcutta Horror”) di Poppy Z. Brite per la parte in cui il protagonista precipita nel buco rappresentato dal sesso della divinità antica che lo ha stregato.

 

La raffigurazione più bella tra le oltre quaranta che llustrano l'antologia.

Questo, a mio avviso, lo zoccolo duro dell'antologia che tende a spegnersi a mano a mano che si procede nella lettura. Quattro dei sei racconti citati sono infatti stati proposti tra i primi sei elaborati dell'indice. Tra gli altri nove racconti è da segnalare La Violenza di Cthulhu attribuito a un tale Tzimon Yliaster e addirittura ripescato dal dark web (!?). L'autore sarebbe stato un vero occultista sparito nel nulla a metà anni '90 e conosciuto negli Stati Uniti con il soprannome Dracthyus. Autore di saggi sull'occulto e frequentatore di ordini esoterici. Insomma un bel biglietto da visita che, purtroppo, non trapela dalla lettura del racconto privo di riferimenti iniziatici. Pur partendo bene, grazie ai rimandi a uno sconosciuto libello definito “completamento del Necronomicon” (il Deus ex Lexicon) contenente le “procedure per diventare un essere di grande potere”, la storia si perde presto in una serie di abusati cliché, quali il pericolo rappresentato dagli appuntamenti al buio, l'inopportunità di accettare passaggi automobilistici dagli sconosciuti, fino al telefonatissimo stupro (accompagnato dal linguaggio sporco e gretto) in riva al mare in attesa dell'emersione del Grande Antico di turno. Yliaster aggiunge l'elemento della traslazione nel corpo umano dell'essenza del dio antico che, sotto altre spoglie, si muove sulla Terra a caccia di vittime. Abbastanza ridicoli i dialoghi e il comportamento dei personaggi durante la fase che introduce la violenza fisica. Bella invece la parte della deflagrazione fisica del villain in vista della sua rinascita. Pressoché identico, seppure molto meno sviluppato nella trama, Bella Figura di Michele Borgogni. Due giovani (questa volta a essere adescato è il maschio) copulano sulla spiaggia in attesa dell'emersione di Cthulhu (il perché si cerchi l'evocazione, a differenza di Yliaster e di D'Anza, non viene specificato). Efficace nello stile e capace di toccare le giuste corde emotive, Borgogni paga dazio sul versante del soggetto. L'elemento fantastico fa capolino giusto giusto nella parte terminale e appare quale diversivo per caratterizzare una narrazione da rivista pornografica/scandalistica. Buono comunque il ritmo e la salsa spicy, anche se alla fine si ha l'impressione di leggere un capitolo di un qualcosa di più ampio, così da qualificare il lavoro quale mero ed esclusivo esercizio di stile.


Ho trovato molto meno interessanti gli altri sei racconti. Sviluppato nelle premesse ma non nelle conclusioni (alquanto frettolose) Aldilà della Soglia di Enrico Del Piano (fratello del curatore Roberto) che confina forzatamente la parte erotica sul finire della storia, preferendo dilungarsi nelle descrizioni di una casa dall'architettura che sfugge a ogni logica e che custodisce al suo interno una torre in apparenza inaccessibile per non avere un'entrata visibile a colpo d'occhio. Cosa si nasconderà all'interno della torre? Questo il motivo di attrazione del racconto. Buona la scrittura, buona la capacità di evocare mystery con sicura presa dell'interesse del lettore salvo poi scoprire una rivelazione finale non certo incisiva. Anche qua (come in Yola), al centro di tutto, c'è una divinità antica che si presenta nelle forme di una seducente giovane che promette una vita di piacere. Omaggio evidente a The Dreams in the Witch House (“La Casa Stregata”, 1932) con una casa dagli angoli e dalle proporzioni non euclidee che sfidano le leggi della geometria tradizionale e che permettono il passaggio tra mondi e tempi diversi (bella la visione offerta da Del Piano su una città aliena).


A tratti interessante (l'inizio) e particolare (la visione dei morti ritornanti) Il Kamasutra dei Morti di Daniele Corradi che, tuttavia, sceglie un lezioso e verbosissimo (a mio modo di vedere, sia chiaro) stile che uccide il piacere della lettura a favore di elucubrazioni che soffocano la dinamicità della storia. Poco visivo e molto più intellettuale.


Creature innominate che risalgono dagli abissi le ritroviamo in Il Richiamo di Zangal di Enrico Teodorani. Storia dall'inizio interessante che si perde strada facendo in una trama priva di spunti fino al telefonatissimo epilogo che vorrebbe fungere da sorpresa. Abbastanza mediocre. Deludente anche Il Culto degli Adoratori del Seme dei Coniugi Mezzanotte. Qui si torna sul pornografico, accompagnato dal lessico esplicito e volgare, con un amplesso di gruppo al servizo di un racconto privo di sfondo weird e solo “prestato” alla causa lovecraftiana.


La Vita Sessuale di Lovecraft di Francesco Zanolla è in odore di oltraggio, portando in scena Lovecraft e le sue avventure sessuali spalmate nel corso della vita. Tra queste scene si ricorda Lovecraft adulto che si accoppia con la moglie mentre legge un libro (stile Verdone con la Pivetti in Viaggi di Nozze).


Risibile il brevissimo fumetto, ben raffigurato da Bruno Farinelli, basato su una microstoria di Enrico Teodorani.


Oltre i quindici racconti, quale valore aggiunto del libro, sono da segnalare le numerose raffigurazioni interne, la maggior parte delle quali realizzate (credo di poter dire) con intelligenza artificiale. Anche per queste raffigurazioni si sceglie la via dell'erotismo pornografico di grana grossa. Dimenticate la muscolosità e il senso di avventura tipico delle muse o dei modelli raffigurati da Boris Vallejo. Qua si protende per la componente sessuale esplicita, con pubi e tette in bella mostra e persino falli tentacolari che confluiscono in bocca o in altri buchi. La mia raffigurazione preferita è quella inserita a pagina 170 per la firma di Stephen Fabian. Divertenti le copertine finali alternative, tra cui una volontariamente colma di refusi e un'altra in cui compare la scritta "V.M. 18".


CONCLUSIONI

Occasione in buona parte persa, probabilmente per effetto di una selezione non bilanciata tra una storia e l'altra. Troppi racconti simili e non sviluppati, gli autori appaiono più interessati a soffermarsi sulle descrizioni dei rapporti sessuali – sovente con la scorciatoia del linguaggio volgare e gretto – che nello sviluppare i soggetti. Ravviabile un'evidente carenza generalizzata di originalità nei soggetti. Non mancano tuttavia, come abbiamo illustrato, alcuni racconti riusciti. Dunque una lettura lovecraftiana diversa che, con una maggiore severità e un'attenzione più scrupolosa nella scelta dei racconti, avrebbe potuto ambire a maggiori consensi. Lodevole il tentativo di impreziosire il testo con una massivo impiego di disegni. Più che valido l'editing. Acquisto consigliato ai lovecraftiani inappagabili e agli appassionati di spicy stories. Attenzione: non è una lettura hardcore horror.

 Copertina abortita.

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