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domenica 15 ottobre 2023

Recensione Narrativa: L'ANELLO AVANTI E I SERPENTI ALLE SPALLE

Autore: Daniele Scasseddu.
Anno: 2021.
Genere:  Azione / Poliziesco / Horror / Giallo.
Editore: Dream Book Edizioni.
Pagine: 240.
Prezzo: 15.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Secondo capitolo di un'ideale trilogia, che ruota attorno alle avventure del Vice Questore aggiunto Hima Terra, pubblicato dalla pisana Dream Book Edizioni. A presentarlo è l'amico (non solo di penna) Daniele Scasseddu, scrittore classe 1976 originario di Taranto, ma trapiantato in pianta stabile a Pisa dove svolgeva, prima della prematura scomparsa avvenuta nel novembre del 2022, l'attività di poliziotto presso la Questura di Pisa prima e successivamente presso la Polaria. Cultore di horror e di narrativa thriller, con particolare predilezione per Jeffrey Deaver (se non ricordo male), ho avuto il piacere di conoscerlo di persona parlando inizialmente di Cowens e Rideout (giocatori del Bari calcio degli anni '80) e poi di narrativa (fui io, indirettamente, a portarlo presso l'editore che poi lo avrebbe lanciato). Persona entusiasta, mossa da una sfrenata energia che gli conferiva linfa per presentarsi davanti a chiunque potesse aiutarlo a compiere il grande salto. Super promotore di sé stesso, arrivò a consegnare il suo primo romanzo a Matteo Salvini a termine di un comizio, oltre che a cercare di convincere (su mio assist) Lamberto Bava a ritornare a mettere mano alla macchina da presa prendendo di base un suo romanzo. Grande cultore del fascino femminile e di indole spiccatamente romantica, era mosso da un atteggiamento che lo portava a sognare a occhi aperti programmando in grande, senza valutare le difficoltà che, sovente, caratterizzano l'ambiente artistico. Giunto a scrivere in eta' già matura, ha potuto offrire ai suoi lettori solo due romanzi, sebbene ne avesse altri due in cantiere, uno dei quali molto articolato e di matrice fantastica legato a un aereo in volo con a bordo un numero di passeggeri destinati a fare i conti con un angelo/demone per decretare l'unico destinato a salvarsi dalla morte.

Preceduto da Hima (Dream Book, 2020), L'Anello Avanti e i Serpenti alle Spalle amplia una delle tematiche più care all'autore ovvero il mondo del dark web. Scasseddu si muove soprattutto dal film Hostel Parte 2 (2007) di Eli Roth, contaminandolo con elementi ripresi da Il Cartaio (2004) di Dario Argento, dal romanzo di Giorgio Faletti Io Uccido (2002) e dalla pellicola The Torturer (2005) di Lamberto Bava, ma anche da Resident Evil (2002) di Paul W. Anderson e dal film I Mercenari. Un mix che, al di là della traccia principale, offre spunti di riflessione ulteriori che sembrano sottendere un movente ben più ampio rispetto a quello sadico/lucrativo. Si fa infatti riferimento al finanziamento di un progetto (complottista) sanitario di controllo sociale che ruota attorno a una formula chimica in grado di influenzare l'RNA prodotto dalle cellule umane per installare, attraverso di somministrazione medica (vaccini?), una sorta di comando suicida da attivarsi a comando in caso di disottemperanza alle istruzioni dell'Organizzazione. Una tematica questa su cui, probabilmente, avrebbe dovuto giocare il terzo capitolo.

Come già si può intuire, i gialli di Scasseddu non sono “gialli” mainstream tradizionali e non sono neppure opere che mutuano il medesimo schema narrativo restando fedeli a una data formula collaudata. Si tratta invece di testi diversi tra loro che sposano meccanismi e sviluppi tipici del cinema hollywoodiano di genere. Non è un mistero, del resto, che l'autore - nella sua fiducia incondizionata - li abbia concepiti proprio in prospettiva di uno sbocco cinematografico/televisivo. Se Hima è un romanzo più incline a rispettare i canovacci del genere, con i suoi colpi di scena e un'indagine che segue i delitti di un serial killer, pur cercando di esaltare con descrizioni calibrate le vie e i luoghi più importanti della città di Pisa (in questo è un vero e proprio spot pubblicitario di promozione turistica), il secondo capitolo internazionalizza il contesto scenico e allarga il contenitore fino ad abbracciare generi molto lontani tra loro.

Tutto ha inizio con la scomparsa della figlia di un rinomato imprenditore di Taranto, una ragazza sparita nel nulla dopo una serata passata in un pub di Sofia. Da qui prende le mosse un intrigo internazionale, innescato da strani indizi rilevati sul web, che da Taranto e Pisa (le due città più care all'autore) si sposta fino in Bulgaria, arrivando a interessare la CIA. Un'associazione a delinquere di stampo internazionale con base a Veliko Tarnovo, la Cruciatus (dal latino “tortura”), organizza rapimenti e assassinii vendendo le esecuzioni a clienti, sparsi nel mondo, impegnati in aste dove si confrontano a suon di centinaia di migliaia di euro. “E' l'organizzazione criminale più ricercata a livello mondiale che vendeva filmati live di gore estremo accessibili solo a una ristretta cerchia di facoltosi.” Chi si aggiudica le sfide (anche a base di partite di poker) decide, interagendo con i boia, le modalità di tortura e le condotte che gli esecutori devono tenere al cospetto delle vittime designate.

Scasseddu gestisce il plot attraverso due filoni di indagini, apparentemente slegati, che vedono i vari protagonisti sovrapporre i propri ruoli per mettere le mani su Cruciatus. Si delinea per tale via una sorta di guerriglia che scopriremo essere intestina. Da una parte abbiamo un'indagine prettamente poliziesca, con contenuti canonici legati a truffe, furti ed estorsioni tipiche della vita comune, tanto da vedere coinvolti le figure istituzionali (questore, procuratore, poliziotti) e i riferimenti normativi (codice penale, codice di procedura penale, TULPS); dall'altra invece prende campo un vero e proprio blitz condotto da mercenari al soldo di diversi mandanti, con tanto di ex miliziani della Wagner Group, droni militari, daini spia robotizzati, elicotteri, sieri che amplificano il dolore e persino caccia di appoggio.

A muoversi sono svariati gruppi che, per ragioni diverse, si attivano per porre fine all'egemonia dell'organizzazione che domina il circuito del dark web. Polizia, investigatori privati, parenti delle vittime e concorrenti criminali si lanciano tutti, ognuno per conto proprio, nella crociata contro il male, ma attenzione... nei romanzi di Scasseddu non vi sono personaggi stereotipati tanto che la forza corruttrice del male arriva ovunque. Potremmo definire L'Anello Avanti e I Serpenti alle Spalle (citazione dal film Il Camorrista) un romanzo politicamente "scorretto", dove non vi sono né eroi integerrimi né antieroi che seguono ideali contro il sistema. Ognuno ha ragioni prettamente egoistiche, talvolta giustificabili talaltra non migliori dei criminali cui si da la caccia. I protagonisti di Scasseddu sono, a loro modo, viziati da mali oscuri, sia che siano affetti da disturbi nella sfera sessuale, sia che siano inficiti da turbe mentali oppure attratti dalla bramosia di potere. Le figure che dovrebbero ispirare la fiducia del cittadino vengono in ogni caso travolte, instillando un clima di incertezza che alla fine lascia smarriti i lettori. Dimenticatevi i vari Coliandro, Montalbano e altre figure centrali del giallo all'italiana di impronta letteraria. Nelle opere di Scasseddu, psichiatri, poliziotti, procuratori, questori e persino bambini sono portatori di un gene malato che conduce alla perversione e porta alla morte. Un'impostazione, questa, piuttosto atipica che personalizza il testo e gli conferisce un quid. Non siamo infatti alle prese con delinquenti comuni, piuttosto con soggetti che dovrebbero rappresentare la faccia del bene salvo sposare altri ideali.

In questo secondo capitolo, che può esser letto anche tralasciando la lettura del primo (di cui però vi sono chiari rimandi), si assiste a una vera e propria commistione di generi. Ne viene fuori un romanzo "multi-genere" a prevalenza action in cui convergono giallo, horror splatter, fantascienza, bellico, poliziesco, adventure, sentimentale e persino la poesia. Un coacervo di situazioni e di sviluppi che rendono il progetto non semplice da gestire, sebbene Scasseddu riesca a cadenzare e chiudere il lavoro in modo piuttosto egregio. Ne vien da sé la costruzione corale. I personaggi sono tanti, ma nonostante questo si opera un lodevole tentativo di caratterizzazione che, probabilmente (ad avviso di questo recensore), va oltre il necessario. Il romanzo, infatti, soffre di un'eccessiva caratterizzazione espressa per vie didascaliche. Anziché spalmare nella narrazione gli aspetti funzionali a delineare le psicologie, si sceglie la scorciatoia della descrizione introduttiva. Ecco che i momenti d'azione vengono interrotti da lunghe parantesi che sospendono la storia per rivelare al lettore il passato del personaggio che entra in gioco. Una scelta studiata a tavolino che, tuttavia, spezza il ritmo e fa pensare a quegli appunti che vengono richiesti, fuori testo, agli sceneggiatori per delineare il background dei personaggi così da agevolare gli attori a calarsi meglio nelle parti.

Altre parentesi, tra un capitolo e l'altro, sono rappresentate da una manciata di “frammenti dal dark web” ovvero inserti extreme horror messi in scena con piglio visivo e concessioni truculente. L'autore è molto bravo in queste descrizioni, soprattutto per come gestisce e cadenza le scene, mostrando i clienti di Cruciatus nell'atto di sublimare e contrastare le scene di violenza filtrate dai monitor con le loro tranquille attività giornaliere.

Tra le parti migliori del libro vi è anche la mattanza nel fiume infestato dai coccodrilli e il lungo assedio (vero cuore del romanzo) nei sotterranei del quartier generale della Cruciatus, un fortino protetto da un sistema di controllo computerizzato gestito da un'intelligenza artificiale che ricorda “La Regina Rossa” di Resident Evil.

La passione di Scasseddu si muove a trecentosessanta gradi, libera di regalare citazioni ai generi che più preferisce, quasi a voler dimostrare di essere un autore completo in grado di destreggiarsi in ogni contesto. Rispetto a Hima, quantomeno l'edizione da me letta (quella prima dell'arrivo presso la Dream Book), aumentano esponenzialmente la cura nei dettagli e il lavoro di ricerca. Scasseddu snocciola nomi e caratteristiche delle tante armi utilizzate, menziona nel dettaglio l'oggettistica militare, le tecnologie hardware e software, corredando il tutto con quaranta note a piè di pagina. Migliorano anche lo stile e la tecnica narrativa. Un po' come avvenuto per Hima, la costruzione delle frasi è più elaborata rispetto alla media dei gialli italiani contemporanei. Qui però, grazie al lavoro di revisione e consulenza offerto da Dream Book, i periodi non sono più ridondanti, diventano asciutti ed efficaci. Spariscono le ripetizioni, cala l'aggettivazione e soprattutto l'abuso negli avverbi. La pulizia lessicale ha fatto notevoli passi avanti, a dimostrazione di un processo di maturazione dell'autore ancora in evoluzione (purtroppo stroncato definitivamente nel suo sviluppo), soprattutto in fase di costruzione del soggetto (come spiegherò meglio in conclusione). All'autore piace colorare le frasi e regalare aforismi, impreziosendo il tutto con spruzzate di romanticismo (tipico di Daniele), talvolta smielato, che sembra quasi voler combattere contro la componente maligna che ammorba la narrazione. Momenti dolcissimi da romanzo rosa si alternano ad altri da extreme horror, con eviscerazioni, amputazioni di arti e persino abbozzi di stupri che vengono sospesi da promesse d'amore, baci e frasi poetiche. Non a caso molti personaggi sono interessati da storie sentimentali (aspetto questo che potrebbe far storcere il naso ai puristi del genere). Ciò che convince meno, ad avviso di questo recensore, è la volontà di ricercare a ogni costo l'epilogo a sorpresa. Se in Hima tale soluzione appare più giustificabile, qua sembra avere una matrice forzata soprattutto perché i colpi di scena diventano multipli. Ancora più inverosimile è la scelta di far confluire tutti i personaggi a Veliko Tarnovo, alcuni dei quali in modo ingiustificato (penso a Monica Kai e ai conviventi di Hima, sua figlia in prima battuta) tanto che, sebbene i fatti siano ambientati in Bulgaria, quasi tutti i protagonisti sono i poliziotti o professionisti di Pisa. Una limitazione e una coincidenza, quest'ultima, strumentale all'impianto giallo ma del tutto inverosimile.

L'Anello Avanti e i Serpenti alle Spalle è a ogni modo un romanzo d'intrattenimento ad ampio spettro di generi che, pur apparendo sovraffollato e con un concentramento di personaggi poco verosimile, riesce a tenere viva l'attenzione del lettore. Ideale per i cultori del sottogenere horror torture porn, ma anche per i cultori della narrativa d'azione. Più che un giallo stile "Gialli Mondadori" è un romanzo da "Segretissimo". 

 
L'autore Daniele Scasseddu, in compagnia (non visibile)
di un ispiratore del romanzo ovvero il regista di
THE TORTURER.
 
"A volte capitano cose che neppure il diavolo mette in conto, forse perché il male è talmente beffardo da essere l'unico a poter scherzare con sé stesso."

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