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venerdì 27 ottobre 2023

Recensione Narrativa: I PRINCIPI DEL MARE di Andrea Gualchierotti.

Autore: Andrea Gualchierotti.
Anno: 2022.
Genere:  Fantastico sottogenere Sword and Sorcery.
Editore: Edizioni Il Ciliegio.
Pagine: 256.
Prezzo: 15.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Nemo propheta in patria ricorda una vecchia locuzione latina, eppure in Italia, a dispetto di quanto si voglia far credere con costanti critiche e atteggiamenti provinciali talvolta sorretti da invidie e cattiverie gratuite, vi è una vasta pletora di abili intessitori di trame oscure. Senza stare a chiamare in causa i numi tutelari che hanno portato in alto il tricolore fin dagli anni ottanta e novanta, penso ai vari Valerio Evangelisti, Gianfranco De Turris, Danilo Arona, Eraldo Baldini fino allo splatter di Paolo Di Orazio, è sotto gli occhi di tutti che nell'ultimo ventennio, probabilmente grazie allo sviluppo di internet e alla possibilità di intessere più agevolmente relazioni tra appassionati e addirittura tra aspiranti scrittori, vi sia stata un'importante proliferazione del fantastico italiano. Accanto a nomi riconosciuti anche a livello internazionale, quali Lucio Besana, Alessandro Manzetti (idolo, come ci ricorda un famoso ghost writer, non solo ai Bram Stoker Awards ma anche alla sagra del cicatiello) e Luigi Musolino (fresco finalista al World Fantasy Awards), ve ne sono altri pronti a varcare i confini nazionali (Ivo Torello, Cristiano Demicheli, Francesco Corigliano e persino Cristiano Saccoccia) con alle spalle una lunga sequela di potenziali crack, giusto per ricorrere al nostro tanto caro gergo ippico che, Massimiliano Allegri a parte, viene costantemente incompreso. Il romano classe 1978 Andrea Gualchierotti, di cui oggi facciamo conoscenza, appartiene a questo terzo gruppo di autori, avendo tutte le caratteristiche per potersi confrontare ad armi pari con i veri maestri del genere e quando dico “maestri” intendo quelli a caratura internazionale.

Legato a una narrativa che affonda le proprie tradizioni nel mito, Gualchierotti è un vero e proprio classicista, che guarda alla mitologia delle origini e, al tempo stesso, cerca di fondervi atmosfere ed elementi provenienti dal weird utilizzando ambientazioni mediterranee (da qui la definizione di “fantastico mediterraneo”). Evidenti sono i temi trattati dai suoi romanzi, con titoli quali Gli Eredi di Atlantide (2015), Le Guerre delle Piramidi (2017) e La Stirpe di Herakles (2019). Se già questo non bastasse a dimostrare la caratura, possiamo aggiungere il ruolo di vice direttore della rivista Hyperborea, quello di collaboratore della rivista trimestrale Dimensione Cosmica e di altri periodici, oltre a una serie di racconti “prestati” per antologie curate dal Maestro Gianfranco De Turris.

 
Il numero di Weird Tales, uscito nel novembre del 1932,
che ha ispirato la copertina del romanzo.
 

I Principi del Mare, edito nel 2022 dalla comasca Edizioni Il Ciliegio, è un tipico esempio della narrativa dell'autore.

Il romanzo prende le mosse laddove si chiudeva l'Odissea di Omero e lo fa con uno stile e una padronanza degna non solo di un cultore, ma di un professore. Gualchierotti attinge dal celebre poema alcuni personaggi secondari e ne introduce altri di totale invenzione. Plasma per tali vie una sorta di seguito dove, al posto di Ulisse (comunque presente), sale in cattedra un nuovo personaggio,  Alkas, in apparente contrapposizione al personaggio della tradizione. Eppure, tra i due, verra' a crearsi una sorta di sovrapposizione. Pur volendolo combattere e procedendo per un percorso inverso, Alkas matura la medesima esperienza del piu' famoso rivale vivendo sulla propria pelle un destino assimilabile.

La struttura segue uno sviluppo “episodico”, proponendo una serie di avventure aventi valenza di prove da superare per poter procedere oltre. Allontanato dal padre dalla terra di origine - così da proteggerlo da un pericolo imminente - Alkas peregrina nei territori ellenici seguito dall'ombra di Ulisse (personaggio di cui si percepisce la presenza e che si paleserà solo alla fine). L'eroe di Itaca è infatti tornato presso il suo regno, facendo scempio di coloro che, in qualche modo, hanno cercato di approfittare della sua assenza per conseguire vantaggi personali e prendere la mano dell'amata Penelope. Tra i caduti vi è il fratello di Alkas, erede al trono del regno di Dulichia. Proprio questo fatto (narrato dallo stesso Omero) è lo spunto da cui prende le mosse l'autore per costruire il suo “fantastico mediterraneo”. I Principi del Mare, sebbene nessun critico lo abbia scritto, è un romanzo di formazione a contenuto avventuroso e magico (“Poco era rimasto del giovane fuggiasco partito da Dulichia”). Attraverso un lessico estremamente curato e aulico (forse non adatto ai lettori che amano leggere le storie volgarizzate da dialoghi da bettole tipici di certi sottogeneri in voga ai tempi odierni), Gualchierotti riproduce il mondo omerico e lo miscela agli stilemi e agli archetipi di quel ramo del fantasy che il critico e scrittore Lyon Sprague de Camp ha ribattezzato sword & sorcery. La spada e la magia, infatti, sono al centro di questa opera, in cui fa la sua comparsa anche l'orrore. La violenza e le brutalità barbariche fanno spesso capolino, ma vengono sempre trattate senza compiacenza del macabro. Spedito nel regno dell'immaginaria Thyrreion (il cui nome, forse, arriva da Thyreon), Alkas dovrà fare i conti con dimostrazioni di forza muscolare, tradimenti, streghe, viaggi infernali in una dimensione ctonia, mostri marini riemersi dagli abissi (da qui la copertina, a sua volta ripresa e rielaborata da un numero di Weird Tales), indovini, sacrifici rituali umani, spiriti diabolici (Ecate e Tifone) e battaglie all'arma bianca, il tutto in vista di una vera e propria evoluzione spirituale che culminerà in un epilogo metaforico che allude a una vera e propria trasfigurazione eroica/trascendentale. Un finale degno di un vero eroe che, tuttavia, è pregno di tristezza e malinconia, poiché il prezzo da pagare ha comportato la perdita di coloro che si è amato e onorato e, al tempo stesso, ha consumato i sogni, le speranze e l'umanità dei superstiti che non hanno piu' motivo per calpestare le polveri del mondo terrestre.

Molti i momenti intrisi di quel sense of wonder che non dovrebbe mai mancare in certe narrazioni. Si va dallo scontro marino tra Alkas e un essere rettiliforme acquatico, passando per la lenta discesa in un Ade popolato da mostri vampirici fino alla sala degli specchi dell'indovino Golgos, dove è possibile vedere passato, presente e futuro.


I Principi del Mare è dunque un romanzo indicato a chi ama i classici, il mito greco (Gualchierotti dispensa citazioni) e la narrativa fantastica di inizio novecento, con qualche reminiscenza di autori quali Abraham Merrit e Roger Zelazny. Più che il pulp alla Robert E. Howard, infatti, è l'eleganza stilistica a spiccare e una malinconia tragica di fondo che non offre un ristoro eroico quanto, piuttosto, una sublimazione su una scala che sta al di sopra dei piaceri terrestri e che pretende il dolore, la sofferenza e l'oltranzismo bellico quali condizioni propedeutiche per l'elevazione. Un'ottica dunque che vede nell'ultimo viaggio verso la morte l'occasione per la conquista del nuovo mondo.

 
L'autore Andrea Gualchierotti.
 
"Una volta bevuto al calice dell'avventura e della morte, non si torna più indietro. "
 

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