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domenica 5 marzo 2023

TRILOGIA DELL'INCUBO II - IL RITORNO di Maurizio Bianciotto.

Autore: Maurizio Bianciotto.
Edizione: e-book kindle.
Anno: 2019.
Genere:  Antologia Horror.
Editore: Santi Editore.
Pagine: 128.
Prezzo: 2.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

La difficoltà nella scrittura, così come in qualunque aspetto della vita comune, non sta nel creare qualcosa di buono, ma nel riconfermarsi dopo aver lasciato intravedere delle qualità che possano offrire la sensazione di essere al cospetto di un potenziale crack. Dopo aver pubblicato l'interessante Trilogia dell'Incubo (2018), a meno di un anno di distanza, Maurizio Bianciotto torna alla carica con un nuovo progetto che segue, in tutto e per tutto, il primo trittico di storie dedicate alla narrativa del terrore.

Trilogia dell'Incubo II, infatti, è l'ideale sequel, una sorta di remake, se vogliamo, dell'opera attraverso la quale, dopo una serie di storie western, lo scrittore torinese si era approcciato all'horror. Il rischio di ripetersi, l'eventualità di non essere capace di superare quanto già proposto e la paura di aver sparato i colpi migliori viene sorprendentemente spazzata via da un lotto di storie che, se vogliamo, supera in qualità la prima antologia ed evidenzia il profilo di un grande intrattenitore dotato di uno stile maturo che ben figurerebbe in contesti di maggior prestigio.

Bianciotto ha ben poco da invidiare ai professionisti. Gli manca forse il coraggio per sganciarsi dai collaudati schemi del genere ma, quanto ad abilità narrative, è indubbiamente un narratore di razza.

Si conferma la cifra stilistica funzionale a commistionare la storia contemporanea a quell'orrore germinale legato alla tradizione e al folklore degli albori del genere. Vampiri, zombie, licantropi e streghe sono i protagonisti delle storie e vengono proposti in ossequio al gusto classico, figlio degli insegnamenti dei grandi autori di fine ottocento e dei primi del novecento.

Abile nello scandire i tempi narrativi, Bianciotto ricorre a una prosa estremamente scorrevole, depurata da leziosismi o da fronzoli estetici finalizzati a imbellettare i contenuti. Lo stile è essenziale, eppure perfetto a generare le giuste atmosfere. Notevoli e curati i dialoghi, così come le caratterizzazioni. I racconti sono perfette macchine per intrattenere un pubblico di massa, così da fare di Bianciotto un degno erede dei narratori italiani che negli anni sessanta e settanta furoreggiavano nelle edicole. Non sorprende che i testi, secondo quanto ci ha riferito l'autore stesso, siano stati apprezzati dallo sceneggiatore (tra gli altri del regista Lucio Fulci) Dardano Sacchetti. Fa dunque specie vedere uno scrittore di tale caratura sepolto in un underground che difficilmente potrà offrirgli la visibilità che meriterebbe. Dal mio punto di vista, non posso pertanto che invitare i miei pochi lettori ad acquistare gli ebook di Bianciotto, peraltro facilmente acquistabili anche su Amazon a un prezzo pressoché nullo.

I RACCONTI NEL DETTAGLIO



I Vampiri di Cerna Gora. Weird War story degna erede dei racconti alimentati da The Bowmen di Arthur Machen e, prima ancora, dalle storie belliche intrise di contenuti soprannaturali pubblicate nell'ottocento da Ambrose Bierce, attraverso la quale Maurizio Bianciotto si dimostra un narratore poliedrico a suo agio in ogni componente e sfaccettatura della narrativa di genere.

Siamo nel corso della seconda guerra mondiale, in Jugoslavia, con i nazisti alle prese con i partigiani agli ordini di Tito. Ancora una volta troviamo impiegati in cammei personaggi realmente esistiti (nella prima antologia avevamo avuto, tra gli altri, Himmler), quali il leader dei fascisti croati Ante Pavelic. Alla stessa maniera si conferma la cura del contesto storico in cui si muovono i personaggi dell'immaginazione. Bianciotto cita i nomi dei gruppi in azione (gli Ustascia croati) denotando una vera e propria passione per la storia contemporanea e un interesse sugli atteggiamenti psicologici tenuti dai membri dei distinti eserciti orientati al reciproco disprezzo.

Ammoniti circa la maledizione gravante su un promontorio costantemente avvolto dalle nebbie, gli uomini agli ordini dell'arrogante tenente Manfred Bolke, ufficiale SS, intendono sconfessare le superstizioni e conquistare la vetta del monte Cerna Gora, letteralmente la “Montagna Nera”. Dovranno vedersela contro un nemico ultraterreno rappresentato da un'orda di soldati caduti in precedenti battaglie che si muovono, all'incombere delle tenebre, sotto le vestigi di passati eserciti, vuoi che siano turchi o austro-ungarici. Una caratterizzazione, questa, che ricorda il romanzo da edicole degli anni sessanta Il Destino e la Strage pubblicato a firma Max Dave (in realtà di Carlo Belli) all'interno della serie I Racconti di Dracula.

Ne esce fuori una storia costruita su un doppio binario costituito, da una parte, dall'indagine della Gestapo finalizzata a comprendere lo stato mentale del Tenente Bolke - unico superstite di un manipolo di uomini trucidati in battaglia - e, dall'altro lato, dal diario dello stesso militare che racconta di un conflitto intrapreso contro esseri a metà strada tra i vampiri e gli zombi.

Le doti dello scrittore sono di nuovo il piatto forte dell'elaborato. Bianciotto è un abile intrattenitore, in grado di miscelare immagini cinematografiche alla tradizione letteraria di inizio novecento. Nella fattispecie si affida a un immaginario che rimanda alla serie cinematografica dei “Resuscitati Ciechi” di Amando De Ossorio e, al tempo stesso, ripropone l'idea del male ultraterreno di estrazione stokeriana ovvero una pestilenza potenzialmente in grado di diffondersi dalla periferia dell'Europa per sconvolgere gli equilibri e la pace del cuore della civiltà. Probabilmente il miglior racconto del lotto.

L'Eccentrico Sir Williams. Storia classica alla weird tales, in cui torna in gioco la figura del licantropo seppure in una chiave di condanna (nella prima antologia si parlava di una setta di licantropi divenuti tali per rivoluzionare l'ordine costituito). Scandito con classe e capacità linguistiche invidiabili, sconta un soggetto che non è né vuole essere originale. L'autore pesca a piene mani dai film dell'Hammer e, soprattutto, dai racconti pulp di Robert Ervin Howard (anche se non ammesso).

Sul versante della struttura, L'Eccentrico Sir Williams è un elaborato condotto su un doppio binario temporale. Da una parte le rivelazioni in esclusiva di un ex ufficiale dell'esercito inglese che ha invitato - presso la sua villa ai margine del bosco - un vecchio commilitone per svelare il proprio segreto, dall'altro il flashback sugli scontri del 1898 avvenuti nel cuore del Sudan ai tempi in cui i due erano impegnati sul campo di battaglia. È infatti proprio dal passato che giunge la soluzione del mistero che avvolge la vita del maggiore Williams, un uomo che si è isolato da tutto e da tutti e che è stanco della vita. Ecco che, a differenza di Lycanthropus (racconto presente nella prima antologia), le capacità soprannaturali sono il prodotto di una maledizione che squalifica dalla vita comune, assumendo la valenza di un'infezione potenzialmente epidemica orchestrata da un nemico maligno quale via attraverso la quale condurre a morte l'avversario nella sua lontana madre patria. Imprigionato dai sudanesi, l'ex ufficiale viene costretto a combattere corpo a corpo in un'arena di fortuna contro un mostro dai tratti licantropici. Vincente nello scontro, il giovane inglese non avrà tempo per gioire. La morte, infatti, avrebbe reso ben più gaudio lo spirito, poiché il morso subito sarà il motivo per il quale i dervisci provvederanno alla liberazione del poveretto con la speranza maligna che possa essere ricondotto nella lontana Inghilterra. Evidentemente, non sempre vincere un confronto è la soluzione migliore per l'anima di un uomo.

Racconto privo di sottotracce di valenza critica, eppure molto maturo da un punto di vista tecnico tanto da fare di Bianciotto un nome da appuntare sul taccuino dei nomi da ricordare.

La Diva dell'Hard. Racconto che evoca le spicy story di Ed Wood contenute nell'antologia Splatter, con Bianciotto che riprende l'argomento dal precedente Il Ritratto della Contessa (inserito nella prima trilogia) per proporlo sotto un'ottica più moderna e meno legata al gotico.

Penalizzato da un'eccessiva dilatazione nella prima parte di elaborato, dove l'autore trova il modo di omaggiare titoli western tra cui l'italiano La Preda e L'Avvoltoio, la storia entra in lenta carburazione con gli artifici tipici del genere, quali il sogno premonitore. Centrale l'elemento del sesso che viene trattato con una certa intelligenza e un alone prettamente malinconico. Bianciotto non è un aderente alla “moderna” corrente dell'hardcore horror. Il lessico non è mai volgare, salvo un paio di espressioni. I momenti piccanti, pur se presenti, non scadono in sproloqui da bettola. Emerge, di converso, una sottotraccia molto interessante che conferisce valore alla storia. L'attrazione fisica da una parte e la voglia di corrompere i valori della morale dall'altra. La prima è personalizzata da un giovane italiano che scopre che vicino alla sua abitazione è giunta in vacanza una famosa attrice hard. Comunista convinto e un po' bigotto, il giovane, pur manifestando lo sdegno per il mondo peccaminoso del sesso promiscuo, non riesce a resistere al richiamo della carne e viene attirato dalla bella strega che vuole solo divertirsi e rubargli la vita (nel testo si parla di sangue, ma si farebbe meglio a parlare di cervello). Il giovane incarna i valori del ragazzo modello (“educato, gentile e timido, non avrei potuto fare una scelta migliore”) ed è questo a stimolare il desiderio predatorio della donna. L'attrice ama il controllo, una sensazione di sfrenata emozione che la rende simile a una divinità che modera piacere e dolore. ”Plasmare gli altri, farne degli oggetti nelle tue mani, è una cosa a dir poco inebriante. Soprattutto quando sono gli altri che si illudono di dominarti e di possederti.” È un personaggio, un po' come la protagonista del film Ecstasy interpretato da Moana Pozzi, che ha tutti gli uomini ai suoi piedi e che, tuttavia, non riesce a sentirsi completa poiché i partners sono fusti che non le scuotono la mente essendo presi dalle sue forme tanto da farne un oggetto di piacere. Ecco delinearsi un dramma che vedrà soccombere entrambi i personaggi, vittime di una tragedia in cui neppure la dimensione del sogno illusorio potrà conferire ristoro. Quando, dopo l'amplesso, la donna chiede al giovane se è felice lui risponde: “se l’appagamento fisico può dare la felicità, allora sono felice”. Il condizionale è d'obbligo, perché l'appagamento fisico è solo una parte della problematica legata al rapporto amoroso. A spiccare infatti sono i contenuti intrinseci di cui si fa portatore il testo, in particolare l'idea della vacuità dell'amore, quando lo stesso viene ricercato nei corpi e nella soddisfazione fisica piuttosto che nella complicità mentale e nell'unione spirituale cui devono tendere due anime veramente gemelle chiamate a intraprendere quel percorso di felicità che conduce all'ideale ermafrodita simbolo della perfetta unione alchemica.

Bianciotto usa il classico della pronuncia del vero nome della strega per portare alla morte dell'attrice che, in realtà, è già stata arsa sul fuoco, ma il sogno menzognero di un amore impossibile persiste anche oltre la morte: “Nei suoi amplessi onirici con Vanessa Scott e poi in quelli reali aveva realizzato i propri desideri ed appagato ogni sua fantasia ma ora si rendeva pienamente conto che quello non significava essere felici. La felicità era passeggiare per Praga con una splendida ragazza che lo amava per ciò che lui era, sinceramente, senza calcoli o secondi fini. E poiché questa condizione perfetta si realizzava soltanto in sogno, cominciò a desiderare la notte, il magico momento in cui sarebbe potuto fuggire da una realtà che non gli apparteneva per vivere, sia pure solo in modo onirico, attimi bellissimi ed appaganti.” Questo per dire che la bellezza del corpo è una chimera cui un comune mortale non può ambire, se non per un'esclusiva seduta di sesso estremo dietro cui si nasconde la vuotezza dei contenuti.

CONCLUSIONI

Maurizio Bianciotto è uno scrittore da recuperare, caldamente consigliato a chi sia appassionato del fantastico delle origini - quello figlio di Bram Stoker, dei prodotti della Hammer, dell'erotismo dei romanzi italiani del terrore delle edicole (Racconti di Dracula e KKK) - e a chi ama leggere storie che mischiano i grandi protagonisti della storia contemporanea (vuoi che siano nazisti, soldati austro-ungarici o militari inglesi dell'epoca vittoriana) ai grandi archetipi dell'orrore quali licantropi, vampiri, streghe e zombi. Dotato di uno stile leggero e mai pesante, le sue storie sono perfette per la massa essendo strutturate su un grande senso di intrattenimento. Trovate su amazon i suoi ebook a 2,00 euro. Qua per l'acquisto: https://www.amazon.it/Trilogia-dellincubo-ritorno-Maurizio-Bianciotto-ebook/dp/B07PW493Y4

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