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sabato 18 marzo 2023

Recensione Narrativa: 5 BIGLIETTI PER UN DRIVE-IN di Mattia De Pascali.

Autore: Mattia De Pascali.
Anno: 2022.
Genere:  Antologia Horror / Grottesco / Satirico.
Editore: Cut-Up.
Pagine: 130.
Prezzo: 16.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.
Sfolgorante debutto in narrativa del regista/sceneggiatore indipendente Mattia De Pascali, dottore magistrale in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale e attualmente docente. Sebbene De Pascali sia conosciuto soprattutto nel circuito underground del direct to video (mondo dei dvd), grazie alla regia di film quali McBetter e Il Tuo Sepolcro... La Mia Alcova, la sua parentesi narrativa rischia di offuscare quella che dovrebbe essere la sua dimensione prediletta. De Pascali arriva alla narrativa per il tramite del cinema, più per necessità che per una scelta autoriale. L'impossibilità di trasferire sul digitale (una volta avremmo detto su pellicola) le sue idee, lo porta ad adattare per la carta stampata una serie di soggetti pronti a essere tramutati in sceneggiature per il cinema. È del resto notoria l'estrema difficoltà, persino per soggetti affermati, di realizzare un film, specie in materie, come quelle amate dall'autore, incentrate sul fantastico e sull'horror.
Per una porta che si chiude, però, ce n'è (quasi) sempre una che si apre, talvolta un vero e proprio portone. Grazie all'approdo alla Cut-Up, piccola casa editrice indipendente di La Spezia dotata di un catalogo dedicato al fantastico di assoluto rispetto dove trovano spazio Maestri quali Danilo Arona, Moreno Burattini, Stefano Fantelli, Paolo Di Orazio e Alessandro Manzetti, il novello scrittore di origini salentine ha messo in mostra al grande pubblico tutto il suo talento. Senza timore di smentite, 5 Biglietti per un Drive-In è uno dei debutti più promettenti, nell'ambito dell'editoria italiana di genere, che mi sia capitato di leggere negli ultimi venti anni. Si badi bene, scrivo questa affermazione libero da qualsiasi tipologia di legame con l'autore e l'editore.

Dieci storie, proposte quali immaginari dittici di un gruppo di cinque appuntamenti cinematografici da trasmettere in un ipotetico drive-in dedicato agli z-movie. Avventure scanzonate, talvolta violente e talaltra più allegre, ma tutte capaci di far riflettere i lettori senza mai dimenticare la necessità di intrattenere. Attraverso uno stile narrativo estremamente asciutto ed efficace, dietro al quale non può che nascondersi un lungo lavoro di revisione e di snellimento, De Pascali plasma avventure intrise di un'ironia dissacrante che si aggiunge all'iperbolicità delle situazioni proposte. La comicità si unisce alla narrativa di genere. Poco importa se lo stilema, di volta in volta seguito, sia legato alla fantascienza, all'horror, al poliziesco, al thriller, al peplum o al western. Dietro l'ilarità, De Pascali cela il dramma, l'amarezza per una società malata sotto ogni suo versante. Dunque un approccio estremamente maturo dietro l'apparenza della leggerezza e dello scanzonato. La lezione cinematografica offerta da registi quali John Carpenter e George A. Romero (citati indirettamente dai racconti) è manifesta e torna in auge in una generazione che sembra aver dimenticato l'importanza di un certo modo di fare cinema, cioè quello di sfruttare il genere per parlare di aspetti concreti dell'attualità. De Pascali è un innamorato del cinema di intrattenimento, dell'horror e dei momenti grandguignol, ma, al contempo, ha uno stile autoriale. In altre parole, predispone storie su più livelli di apprendimento. La superficie di genere, con ritmo spesso vorticoso e con situazioni accattivanti, è strutturata su un telaio dai contorni e dalle tonalità opposte a quell'ilarità percepibile a una prima lettura. Ecco che al lettore arriva un malessere, una feroce critica verso un mondo che probabilmente l'autore (difficile dargli torto) non reputa ottimale. Politica locale, politica internazionale, religione, scuola, democrazia, mondo medico sono solo alcune delle ispirazioni che fanno affondare i soggetti nel grottesco e, se vogliamo, nella satira. 5 Biglietti per un Drive-In diviene pertanto contenitore di generi e di argomenti, capace di intrattenere e per buona parte dei racconti (non tutti) regalare risate ai lettori, ma di quelle risate che alla fine svaniscono e si trasformano in altro, riflettendo bene su cosa si è riso, così da interpretare di nuovo il tutto, guardandosi attorno e notando che si sta ridendo di quanto noi stessi rappresentiamo quale parte integrante di una certa società. Va in scena la morte di noi stessi, della nostra anima rappresentata da quei sogni che avevamo da bambini, dalle idologie, dai credi religiosi e dalle aspirazioni poi tradite col passaggio in età adulta. Intuiamo dunque quanto siamo stati vittime delle manipolazioni mentali giostrate dai sistemi educativi, siano essi rappresentati dalla famiglia, dalla scuola o dalla religione. Stiamo così ridendo della nostra parte più intima, violentata e stuprata senza che noi si sia fatto nulla per preservarla e aiutarla a crescere. Ecco che 5 Biglietti per un Drive-In diviene un'antologia meritevole di ricevere riconoscimenti come il Premio Italia, quale migliore opera prima (e non solo).

APPROFONDIMENTO CON SPOILER
Premesso che siamo al cospetto di un lotto di dieci racconti tutti di livello estremamente qualitativo, sia per stile che per contenuto, è opportuno spendere alcune parole per ognuno di essi.

Il Punto più Basso nella Vita del Signor Massimo è probabilmente il capolavoro (si, avete capito bene) dell'antologia. Un delirio kafkiano che prende le mosse alla stregua del romanzo Dalle nove alle nove dello scrittore ceco Leo Perutz per ripiegare dalle parti di Lovecraft. Un nano che non riesce a trovare posto nel mondo del lavoro, di passaggio davanti a una scuola, si trova scambiato dalle bidelle quale fanciullo destinato al primo anno delle elementari. Condotto a forza nell'aula, scoprirà una realtà impazzita, dove i bimbi subiscono lavaggi del cervello condotti da professori alieni che tradiscono le loro sembianze umane. Echi di Essi Vivono di Carpenter, ma anche di Lovecraft, Kafka e Perutz si miscelano a forgiare una perla di rara potenza.
Gestito in modo maestrale è il western parodistico, ma con azione e momenti di tensione da vigore tarantiniano, Spara il Prossimo Tuo, col quale De Pascali omaggia il cinema di serie z (vuol essere un complimento) dei vari Mario Caiano (la protagonista è a caccia del cinese Shangai John, chiaro rimando allo Shangai Joe di cui al film), Demofilo Fidani (un personaggio si chiama Miles Deem) e Ferdinando Baldi (regista di Odia il Prossimo Tuo). Cadenzato da un soggetto folle oltremisura e incentrato sulla morte di un ragazzone nero intenzionato a ridurre le dimensioni del proprio pene per non essere troppo penetrante per il suo amante omosessuale, Spara il Prossimo Tuo è degno dei racconti western più comici della saga Brekinridge Elkins di Robert Ervin Howard. Protagonista è una donna dal nome alquanto evocativo (Squirt Evans) e in perfetta linea per l'epilogo caratterizzato da un'esplosione di acqua. Geniali, ma da saper cogliere, i costanti ammiccamenti dell'autore. Notevolissimi, come anche in altri racconti, i dialoghi cadenzati secondo i ritmi cinematografici.
Un altro racconto divertente come pochi altri mi sia capitato di leggere è Maciste contro i figli di Puulana (i giochi di parole sono ovviamente voluti). Qui a cadere sotto la lente deformante dell'autore è il peplum, a cui viene cucita addosso una critica sociale dell'odierna democrazia che in origine non competeva al genere. In azione abbiamo il vanitoso Maciste, un energumeno che vaga per lande romaniche per aiutare coloro che hanno bisogno del suo aiuto o che lui crede necessitino un suo intervento. Tutto forza e muscoli, ma niente cervello (tanto che gli rubano tutto) finisce vittima di un popolo (gli Ommemer, ovvero gli “uomini di merda”) che lo rinchiude fraudolentemente in una fogna dopo che ha compiuto l'ennesima idiozia. Esilarante il commento sulla democrazia, vista quale governo di un popolo attraverso l'espressione di una maggioranza dove tra i più pullulano i deficienti. Parodia allo stato puro, anche piuttosto estrema, eppure intelligente. Gli americani direbbero: funny.

Molto buoni, ma con un substrato tragico dove il divertimento non riesce a trapelare sono Il Deludente Caso del (quasi) Dottor Pontini e La mia Luna, i tuoi Farò. In diverso modo, si tratta di racconti che evidenziano il fallimento dei sogni dell'infanzia e, al tempo stesso, la chiusura mentale della periferia campagnola italiana o, più verosimilmente, del paesello meridionale. Tragico e disperato il primo, una sorta di riscrittura del mostro di Frankenstein (il mostro diviene tale per via del rigetto dell'umanità e non per una sua natura) filtrato da Lo Strano caso del Dottor Jekyll & Mr. Hyde (con colpo di scena finale), quanto melanconico, nostalgico e persino commovente il secondo (una vera e propria perla che ricorda una sequenza del film Keoma di Castellari). In entrambi i casi si registra il ritorno al paese di origine di un ragazzo che ha cercato l'affermazione nel mondo “civile” della città ma che, tuttavia, si accorge che non si può sfuggire dalle proprie origini sia per quanto riguarda i pregi che i difetti. Funge da unione dei due testi Non Tornerà, un thriller parodistico che parte dalla crisi economica che determina la chiusura dei bar per giungere a un attacco alla deriva della violenza sempre più invocata quale arma di difesa da delitti o presunte aggressioni (in realtà di scarsa sostanza).

Da evidenziare l'attenzione dell'autore sull'idiozia umana (bassezza di contenuti e valori) di dare lustro alla superficie delle cose, al culto del corpo contrapponendo tali aspetti alla dimensione interna e umana ovvero all'anima che contraddistingue (o che dovrebbe) un individuo dall'altro. Della serie bello è buono e brutto è cattivo. Eloquente è Il Regno dei Morti giocato sulla bella e viziata figlia di papà che si lamenta perché non può fare la vacanza che sognava e che si muove convinta e compiaciuta dal fatto che tutti le osservino il fondo schiena su cui ha lavorato per tutto l'anno. Un'egoista che non è poi troppo diversa dai vicini bagnanti che parlano, a suon di luoghi comuni, del fenomeno dell'immigrazione e sul fatto che certe popolazioni sanno solo lamentarsi, perché è nella loro natura vivere male e non migliorare. L'ironia beffarda di De Pascali giunge all'epilogo, quando un'invasione di zombi, intenti a camminare sul fondale marino (citazione a La Terra dei Morti Viventi di George A. Romero), si appresta a conquistare proprio quel mondo che è destinato a soccombere perché retto da lamentosi incapaci di vivere bene e propensi solo alla lamentela (leitmotiv della produzione dell'autore).

L'antologia viene poi completata da quattro ulteriori racconti, tra cui il fantascientifico Brain Runner, che si muove sulle coordinate offerte dal film Dreamscape (1984) dileggiando il fenomeno dei mammoni, della meritocrazia (assente) e dei politici inetti (da evidenziare i dialoghi volutamente sgrammaticati con cui si esprime il primo ministro), e il bellico Buck in Emant chiara parodia dell'intervento statunitense nella guerra del golfo (di cui il petrolio diviene l'unica ragione) con i soldati statunitensi destinati a diventare da potenziali stupratori a materiale di rifornimento per astronavi aliene (!?).

Forse meno riuscito è Il Ghigno, un delirio splatter intriso di ironia attraverso il quale viene suggerita una critica alla piaga della pedofilia che coinvolge i parroci, ma in cui non si salvano neppure i medici e il loro modo criptico di esprimersi dietro al quale, suggerisce l'autore, si nasconde l'incapacità di cogliere la vera natura del problema.


Per concludere, consiglio a gran voce l'acquisto di 5 Biglietti per un Drive-In. Un'antologia capace di intrattenere, divertire e, al contempo, lasciar trapelare evidenti critiche alla società contemporanea. Apprezzata dal regista Lamberto Bava, che ha curato una breve recensione, è composta da poco meno di centotrenta pagine per il modico prezzo di 16,90 euro. Da marzo 2023, disponibile anche su Amazon. Imperdibile.
 
L'autore Mattia De Pascali.
 
"Ma se avete questa possibilità di scelta, perché dunque vivete così male?
"Perché in questa città abbiamo qualche saggio ma anche tanti scemi. E' la maggioranza, straniero."

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