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sabato 25 marzo 2023

Recensione Narrativa: E IL SUO SORRISO ESPANDERA' L'UNIVERSO di Gwendolyn Kiste.


 
 
Autore: Gwendolyn Kiste.
Titolo Originale: And Her Smile Will Untheter the Universe.
Anno: 2017.
Genere:  Antologia Horror.
Editore: Independent Legions (2022).
Pagine: 168.
Prezzo: 21.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.
Primo libro in assoluto a essere presentato in italiano della giovane americana Gwendolyn Kiste, che l'anno successivo all'uscita della presente antologia And Her Smile Will Untheter The Universe (2017) vincerà il Bram Stoker Award col romanzo The Rust Maidens (2018) e lo bisserà in altre due occasioni.

Alessandro Manzetti la presenta in anteprima sul numero 3 della rivista Molotov per poi dare alle stampe, nel maggio 2022, il suo primo volume in lingua italiana.

Recensitrice teatrale presso il Pittsburgh City Paper nonché regista indipendente, Kiste è un'autrice dark fantasy che dimostra di avere a cuore il mondo femminile, i diversi e la lotta contro i soprusi di qualunque natura essi siano, lasciando intendere di esserne stata lei stessa vittima in adolescenza. Cresciuta nel segno dell'horror, sua grande passione, con E il Tuo Sorriso Espanderà l'Universo traccia le coordinate di un'antologia anti-fiabesca dove al centro di tutto sono le donne e le ragazze, lasciando ai margini la figura degli uomini (sia che siano padri, educatori o fidanzati) visti come irrispettosi, egoisti e intenzionati a relazionarsi con la donna quali padroni che seguono unicamente i loro propositi.

Quattordici racconti, tra cui quello che da il titolo al volume, per una lunghezza complessiva di 167 pagine e con estremi costituiti da racconti di quindici pagine contrapposti ad altri di tre abbondanti.

Prevale una componente psicanalitica e metaforica, all'insegna del surreale e del grottesco. Kiste cerca di stimolare la componente emotiva del lettore, meglio se femminile per una più agevole immedesimazione nei personaggi di volta in volta funestati da problemi, minacce o incomprensioni. La struttura dell'intreccio va in secondo piano, così come i contesti di riferimento restano quasi sempre sfumati. Assistiamo a fatti incomprensibili senza che se ne capisca la ragione, come una madre che genera uccelli venendo per questo isolata da tutti ma non dalle sue creature (Qualcosa Preso in Prestito. Qualcosa di Blu) o come un gruppo di donne costrette di continuo a ricoprire i propri scheletri con la pelle estirpata al prossimo, così da muoversi liberamente in società (Pelle come Miele e Pizzo). In altre parole non vengono spiegate le premesse né le conclusioni dei casi bizzarri che tengono viva l'attenzione. Il lettore viene lanciato al cospetto di un fantastico sovente iperbolico, dando tutto per scontato o, in alternativa, subendo la cosa senza indagare al riguardo. Così assistiamo a storie distopiche dove si intuisce esser successo qualcosa che ha modificato la società e i sistemi educativi. In Dieci Cose da Sapere sulle Dieci Domande una sconosciuta epidemia porta all'improvvisa e progressiva smaterializzazione di tutti coloro che si sentono inadeguati. Invece di far luce sul fenomeno, i medici e i professori della scuola pensano a proporre dei test psicologici in grado di scoprire ed emarginare quali “devianti” coloro che sono destinati a finire preda dell'insolito virus. Qualcosa di simile avviene in Campo Estivo, dove un centro ludico si trasforma in lager (rimandi velati ai forni crematori) di educazione distorsiva dei futuri cittadini, attraverso un lavaggio del cervello che passa dalla proposizione di una serie di immagini legate al culto della violenza, a cui i ragazzini, pena supplizio, devono reagire sorridendo e divertendosi. Qui la Kiste, riprendendo la saga filmica de La Notte del Giudizio, accenna ai “Giorni Rossi” quale eventi straordinari previsti dal calendario in cui è concesso dar sfogo, durante l'anno, alla violenza repressa (eppure alimentata in gran segreto).

Atmosfere distopiche e fantascientifiche anche per Pelle come Miele di Pizzo, forse il miglior racconto dell'antologia. Qui la Kiste affonda nell'extreme horror proponendo una forma evoluta (o involuta) di umanità, alternativa alla “normale”, che è rimasta priva di carne e pelle e che se ne va in giro in forma scheletrica, salvo coprire il "corpo" con la pelle estirpata ai “normali” in modalità Buffalo Bill ne Il Silenzio degli Innocenti. Bello il finale dove si muove una critica all'apparenza del corpo per esaltare l'importanza di ciò che sta sotto. L'amore infatti è un altro dei temi centrali dell'antologia e tocca il suo apice nel visionario La Sposa di Lazzaro, in cui si ribadisce il pessimismo dell'autrice che vede l'amore quale un incendio che brucia tutto nell'immediato per trasformarsi in qualcosa di morto dopo la passione iniziale, poiché non si può pretendere di controllare e modificare chi ci sta al fianco. Anche qua abbiamo una situazione surreale rappresentata da una donna che, per motivi imprecisati, prende fuoco ogni notte e si incenerisce salvo rinascere dalla cenere a ogni risveglio. 
Rappresenta l'incubo della gravidanza Qualcosa Preso in Prestito. Qualcosa di Blu che ricorda molto da vicino il più qualitativo L'Incubatrice di Paolo Di Orazio, con una donna vittima di un loop di gravidanze misteriose che la portano a partorire, invece di ibridi alieni, degli uccelli.

Si indirizzano verso l'anti-fiabesco racconti come Tutte le mele rosse sono appassite diventando grigie e Le Principesse della Torre. Nel primo si ribalta la fiaba de La Bella Addormentata. Un campo fatato (o maledetto) diviene motivo di speranza e di sogno (su cui altri lucrano) delle famiglie che hanno in casa una giovane ragazza. Le ragazze che mangiano una mela del campo, infatti, cadono preda di una narcolessia da cui potranno riprendersi solo col bacio dell'atteso principe azzurro. Risvegliate all'insegna dei festeggiamenti, si troveranno schiave di una vita nuziale che non sarà come si sarebbero aspettano, poiché non avranno alcuna voce in capitolo sulle scelte da fare. L'altro racconto è molto più originale e propone, senza che se ne spieghi la ragione, un misterioso sortilegio per il quale alcune bambine di dieci anni sviluppano, d'improvviso, una corazza (una sorta di burka metallico che lascia scoperti solo dei buchi per alimentare e recuperare i bisogni fisiologici) che le avvolge da capo a piedi portandole a essere viste come fenomeni da baraccone (ovviamente da isolare) e, al contempo, quali esseri protetti da un guscio invalicabile da bulli e potenziali stupratori. Kiste è brava a costruire sotto questa traccia una storia d'amore saffico tra una normale e una diversa che, ovviamente, porterà la famiglia della protagonista a prendersela con la stessa, accusandola di essere malata e vedendola quale colpevole persino di un tentativo di stupro operato nei suoi confronti da un manipolo di compagni di scuola.

Non mancano i racconti horror più classici. L'Uomo nel Ripostiglio è una sorta di omaggio a I Ratti nel Muro di Lovecraft, giostrando il tutto con l'idea dell'amico immaginario; Audrey di Notte è una ghost story abbastanza convenzionale incentrata sulla vendetta mossa da una giovane suicida contro il fidanzato che l'ha tradita unendosi con la sua migliore amica; Attraverso la Terra e il cielo propone i malefici di una strega che intende perseguitare il marito della sorella reputandolo responsabile della morte della stessa; Il Requiem della vasca con i piedini parla di ingerenze familiari e della follia di una ragazza che non accetta il suicidio della sorella rifiutandosi di ripulire la vasca dove questa si è tagliata le vene; Trovami Mamma invece fa leva sul dolore di una madre che ha perduto per malattia la giovane figlia, ma si convince che questa giochi ancora a nascondino in casa (venendo per questo abbandonata dal marito); E il suo sorriso espanderà l'universo, infine, propone l'ossessione di un cinefilo convinto di poter entrare in relazione empatica con un'attrice deceduta cinquant'anni prima, guardando i cinque film che l'hanno vista protagonista (ci sono rimandi al film Videodrome e all'omicidio cui fu vittima Sharon Tate).


Alla fine esce fuori un quadro dedicato agli emarginati e ai diversi, attraverso il quale Kiste scarica tutta la sua ira sugli insensibili, sugli egoisti e su chi vorrebbe rendere omogeneo il genere umano. Le tante protagoniste femminili, tutti i racconti propongono donne nel ruolo di protagoniste, sono contornate da soggetti insensibili, esseri pronti ad abbandonare chi è in difficoltà (sia che sia una figlia, un'amante o un'estranea) e a non comprendere i diversi punti di vista. Se ci sono dei complici questi non possono che essere altre donne (solo in due casi abbiamo il concorso di masch). La realtà che sembra emergere è quella di un mondo che propone due alternative: o si scende a patti con la società o si viene isolati. Nelle storie della Kiste, però, arriva sempre il moto di ribellione. E così ecco l'universo esplodere (E il suo sorriso espanderà l'universo), il terreno fatato prendere fuoco (Tutte le mele rosse sono appassite diventando grigie), gli infelici accedere a quarte dimensioni (L'Uomo nel Ripostiglio) o i cattivi morire per effetto di malefici.

Piacerà moltissimo alle ragazze mentre, a mio avviso, sarà meno apprezzato dai maschi per il voler puntare troppo sulla componente emotiva a danno degli intrecci (non più che accennati).

Da un punto di vista editoriale. Si fa notare che l'edizione è un'hardcover, dunque copertina rigida, non proprio economica e non scevra da refusetti (niente di irresistibile). Può piacere e, a quanto pare, ha venduto piuttosto bene.
 
L'autrice Gwendolyn Kiste.
 
 
"Non puoi domare il fuoco. Puoi provare a contenerlo o estinguerlo del tutto, ma se lo neghi, neghi l'essenza di ciò che lo fa accendere, ciò che lo rende selvaggio, ciò che ci fa amare le cose che non possiamo controllare."

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