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mercoledì 9 ottobre 2019

Recensione saggi: LA STORIA DEI RACCONTI DI DRACULA di Luigi Cozzi & Sergio Bissoli.



Autore: Luigi Cozzi & Sergio Bissoli.
Anno: 2013.
Genere: Saggio Narrativa.
Editore: Profondo Rosso.
Pagine: 400.
Prezzo: 29,00 euro.

A cura di Matteo Mancini.
Curiosa iniziativa curata per le edizioni Profondo Rosso direttamente da Luigi Cozzi, supportato dall'esperto in materia Sergio Bissoli, dedicata a una delle tante collane pulp che furoreggiavano in Italia a fine anni cinquanta e per tutto il corso degli anni sessanta e settanta. Il volume nasce come primo di una serie finalizzata a far luce sui volumi che, negli anni d'oro dell'editoria indipendente romana, prendevano d'assalto le edicole di Italia. Gli farà seguito KKK. I Classsici dell'Orrore - Incubi sul Tevere (2013) e Giallo Pulp. La Storia del Romanzo Poliziesco Italiano (2018).
Attraverso le centinaia di uscite, con cadenza mensile, di questa collana ventennale facente capo al barone siciliano Antonino Cantarella, il duo Cozzi-Bissoli realizza una panoramica del periodo editoriale pulp italiano di riferimento. Un'epoca dove i soldi mancavano ma, di converso, abbondavano occasioni, sperimentalismi e dove una serie di piccoli editori tentavano, su ogni fronte (dall'horror al giallo, passando per i fotoromanzi, la fantascienza, il western, il war movie e il genere rosa), di scimmiottare le uscite dei vari Gialli Mondadori, Urania e Segretissimo, proponendo un'offerta sterminata di soluzioni, spesso e volentieri corredate da accattivanti copertine disegnate da artisti soliti pitturare i manifesti cinematografici.
Anziché compiere uno studio rigoroso e legato ai volumi che hanno fatto la fortuna della serie, Bissoli e Cozzi la prendano molto larga, spiegando addirittura la nascita e la realizzazione dei Fotoromanzi. Sergio Bissoli inserisce nel testo una sorta di nostalgica autobiografia, soprattutto del periodo adolescenziale, quando realizzava vere e proprie macchinazioni per entrare in possesso dei volumetti preferiti, ovviamente I Racconti di Dracula, ben attento a non farsi scoprire dai genitori e dai preti, dato il divieto categorico di lettura di questi volumi. Una lunga divagazione che è utile al lettore per calarsi nell'epoca bigotta di allora (quando imperversava la censura e i giudici non perdevano occasione per condannare i redattori per pubblicazioni oscene o offesa al pudore) e vedere quanto, rispetto a quei tempi, sia cambiato oggi il mondo. Un'evoluzione che ha condotto a benefici ma, quale corrispettivo, ha definitivamente ucciso la magia e la bramosia che pervadeva quegli anni di scoperta e mistero. Un fascino che portava i ragazzini a escogitare giochi sempre diversi, a vagare per i cimiteri come i protagonisti di un romanzo gotico dell'ottocento e, addirittura, a trovare nascondigli esterni in cui celare la propria collezione di "libri proibiti" così da scongiurare confische e punizioni. Bissoli racconta la sua esperienza con un entusiasmo e un trasporto che ha del commovente, ma soprattutto con una minuziosa cura che sembra quella propria di un fortunato che ha trovato il metodo di entrare all'interno di un avveniristico macchinario capace di riportarlo indietro nel tempo e fuggire così dalle nebbie dell'anzianità, ben attento a mantenere la felicità dei gloriosi tempi ormai andati. Un antidoto come un altro per scacciare l'implacabile futuro e rinnovare, nel cuore e nella memoria, le felici giornate che allietano le ore e fanno sperare per ciò che attenderà ognuno di noi al di là della soglia che, prima o poi, dovremmo tutti varcare.
Dalle esperienze personali di Bissoli si passa all'editore Antonino Cantarella. Cozzi ce ne offre un profilo, un po' frammentario in verità, dopo aver intervistato la sorella dello stesso e alcuni dei suoi scrittori. Ne viene fuori un uomo distinto ed elegante, molto facoltoso eppure dallo spiccatissimo accento siciliano e legato a una cultura figlia degli insegnamenti fascisti. Un background non sufficiente però a schierarlo politicamente, tanto da avvalersi di diversi collaboratori legati al partito comunista.
Cozzi, a poco a poco e usando I Racconti di Dracula quale ipotetico cavallo di Troia, ricostruisce l'universo editoriale underground italiano, ne spiega i funzionamenti e i meccanismi e fa capire come i vari scrittori italiani coinvolti, tutti dietro rigoroso pseudonimo straniero giusto per invogliare l'acquisto, fossero costretti a partecipare per ragioni alimentari anziché condotti da un reale stimolo artistico. Non a caso, e a differenza delle riviste americane di settore (si pensi a weird tales), molti degli scrittori de I Racconti di Dracula, e delle altre collane facenti capo a Cantarella, erano fior fiori di professionisti prestati alla letteratura. L'elenco annovera registi cinematografici (Mario Pinzauti), sceneggiatori cinematografici (Giovanni Simonelli e Aldo Crudo), ma anche importanti divulgatori scientifici (Franco Prattico), gran maestri massonici specializzati in psichiatria (Libero Samale), nobili (i fratelli Belli), attori (Gualberto Titta), magistrati (Giuseppe Paci) e giornalisti (Sveno Tozzi) oltre altri profili non meno caratterizzanti. Un background culturale molto intellettuale e inusuale, secondo i parametri odierni, per una collana popolare. A spingere tutti questi autori a cimentarsi con l'orrore, spesso realizzando romanzi commissionati dello stesso Cantarella (che pagava molto bene a testo e chiedeva specifici elementi e personaggi), era la necessità di denaro e le condizioni di indigenza da cui manlevarsi.
E così il volume prosegue con la presentazione di molti di questi autori, tra estratti biografici estrapolati da altre opere dagli stessi date alle stampe e lunghe interviste appositamente realizzate per l'occasione, con domande che partono da I Racconti di Dracula per andare a parare altrove. Non mancano ricordi di corrispondenze avute nel passato, gentilmente offerti da Sergio Bissoli da anni impegnato a far luce su un mistero che solo negli anni ottanta ha finito per sollevarsi. Bissoli racconta addirittura di aver ingaggiato, agli inizi degli anni '80, un detective privato, pagandolo 100.000 lire, al fine di scoprire l'identità dei vari scrittori celati sotto pseudonimo straniero.
Uno sviluppo dunque assai dispersivo in cui, tuttavia, non mancano i riassunti delle trame dei romanzi più riusciti degli autori, l'elenco completo dei romanzi facenti parte della collana e una lunga serie di foto e di copertine, in bianco e nero (non solo de I Racconti di Dracula), di cui il volume è costellato. Luigi Cozzi inserisce inoltre, quale bonus track, un romanzo inedito di Franco Prattico sospeso tra sci-fi e horror, facendo de La Storia dei Racconti di Dracula un volume sui generis che si propone quale saggio divulgativo per poi prendere altre vie dal biografico alla narrativa vera e propria.
Non aspettatevi dunque un'analisi critica dei vari romanzi pubblicati, piuttosto un volume assai più generico che, soprattutto, ricostruisce l'epoca editoriale in cui I Racconti di Dracula videro la luce e proliferarono e mostra al lettore i profili dei vari autori e le motivazioni che spinsero gli stessi a prestare la loro collaborazione per una serie che, a distanza di sessant'anni, continua a far parlare di se.

LUIGI COZZI,

"Credo che tutto quello che accadrà domani sia già accaduto, e noi lo viviamo in ritardo" (Sveno Tozzi).

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