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domenica 17 luglio 2022

Recensione Narrativa: Le Femmine dell'Avvoltoio di Joe Freeman (alias Libero Samale).

Autore: Libero Samale (Sotto lo pseudonimo di Joe Freeman).
Genere: Giallo.
Anno: 1965.
Edizione: Editrice Romana Periodici, collana I Narratori Americani del Brivido, N. 245.
Pagine: 124.
 

Commento di Matteo Mancini

Giallo ascrivibile al sottogenere del Whodunit ovvero del “Chi l'ha fatto?” che il barone Cantarella, titolare delle E.R.P. Edizioni, pubblica il 15 settembre del 1965 all'interno della collana da edicole I Narratori Americani del Brivido. A scanso di equivoci si sottolinea subito che all'interno della collana di “narratori americani” non vi è traccia. Gli autori erano tutti scrittori del circuito editoriale romano, molti dei quali legati a cinecittà e a produzioni di serie B (si pensi ai registi Parolini, Pinzauti e agli sceneggiatori Simonelli e Pino Belli). Nella fattispecie il nome Joe Freeman, autore del testo, cela l'identità di uno scrittore oggetto di rivalutazione proprio in questi ultimi anni ossia quello dello “psichiatra dell'incubo” Libero Samale, meglio noto con lo pseudonimo Frank Graegorius.

Studioso e appassionato di occultismo, aderente a organizzazioni segrete di matrice massonica e storico collaboratore della collana “I Racconti di Dracula”, Samale è meno noto nell'ambito del giallo nonostante questo possa definirsi il suo genere di elezione per numero di romanzi pubblicati. Operativo dal 1960 al 1981, pubblicò qualcosa come settantadue romanzi gialli (contro i ventotto horror/gotici), soprattutto per le collane I Narratori Americani del Brivido e I Gialli dello Schedario F.B.I firmandosi con gli pseudonimi Joe Freeman o Lewis Micheal.

Le Femmine dell'Avvoltoio è il diciottesimo romanzo presentato da Samale per la collana sopracitata, preceduto da altri quindici romanzi gialli proposti per altre collane (per dettagli si veda il recentemente uscito Libero Samale – Lo Psichiatra dell'Incubo di Matteo Mancini, Edizioni Profondo Rosso).

A differenza di altri romanzi della serie, si tratta di un solido plot che prende le atmosfere dall'hard boiled (bettole dove scorrono alcool e fumo a volontà, indagatori improvvisati, picchiatori/esattori al soldo del boss di turno, torture a base di pestaggi e femme fatale che fanno le scarpe agli uomini) miscelandole al giallo alla Agatha Christie (ricerca del responsabile di un crimine, esami balistici sulle pistole, salotti in cui si discute sui fatti, epilogo didascalico in cui si spiega l'intera vicenda). Samale è abile tessitore di intrighi e fa cadere i sospetti su tutta una serie di personaggi che si trovano a intrecciare le loro vicende, trovandosi ora avversari e ora alleati contro un nemico comune. Tutto parte dall'uccisione di un boss dell'area portuale di una cittadina americana, ma niente è come appare e pure il bosso non è tanta cattivo come potrebbe apparire. Si delinea infatti una vicenda dove sentimenti amorosi, traffici di droga, regolamenti di conti nonché desiderio di far carriera nell'ambito della mala locale si sovrappongono di continuo l'uno sull'altro scandendo un giallo dall'intenso ritmo. La polizia, come spesso succede nelle opere di Samale, resta alla finestra, scavalcata nelle indagini da un privato che la mala voleva incastrare e dalla “squadra” dallo stesso predisposta. Alla fine si trovano in azione tre gruppi distinti l'uno contrapposto all'altro ma intenzionati ad allacciare relazioni per far cadere la responsabilità sul gruppo fuori dall'accordo, in una sorta di western urbano di leoniana memoria in cui i vari tasselli vengono definiti alla fine dell'opera componendo un puzzle ben studiato a tavolino. Continui capovolgimenti di fronte, sparatorie, scazzottate ed effusioni amorose scandiscono la progressione narrativa, accompagnata dal classico tema che impregna buona parte della produzione dell'autore ossia la presenza di donne seducenti, dai valori contrapposti, che irretiscono il protagonista che passa da un letto all'altro cedendo al richiamo della carne, ma finendo alla fine col mettersi insieme con la donna buona (ma meno appariscente e provocante) che incarna gli ideali della moglie domestica.

Non di facile reperimento, Le Femmine dell'Avvoltoio è un buon giallo di intrattenimento che, pur non proponendo niente di innovativo, sa far ben girare gli elementi in gioco rendendo viva e accattivante la narrazione dalla prima (vivacissimo l'inizio) all'ultima pagina. Inadeguata la copertina di Mario Ferrari che suggerisce la presenza di una sommozzatrice sebbene nel testo non ve ne sia traccia.

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