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lunedì 11 settembre 2023

Recensione Narrativa: IL PALIO DELLE CONTRADE MORTE di Fruttero & Lucentini

Autore: Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
Anno: 1983.
Genere:  Giallo / Ghost Story / Folcloristico.
Editore: Oscar Mondadori.
Pagine: 155.
Prezzo: 7.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Quarta collaborazione del duo Carlo Fruttero e Franco Lucentini, indiscussi maestri del fantastico di metà novecento, basti solo rammentare la loro lunga permanenza alla direzione della collana di fantascienza della Mondadori Urania.

Dopo alcuni gialli convenzionali legati alle indagini del commissario Santamaria, i due scrittori provano qualcosa di diverso e di originale. Il Palio delle Contrade Morte ha tutta l'impressione di essere uno sperimentalismo teso a fondere diversi registri e generi popolari per rimodularli in qualcosa di autoriale. L'operazione può dirsi abbastanza riuscita, sebbene il finale affondi in un delirio metafisico che finisce probabilmente per sfuggire dalle sapienti mani del duo di creatori.

La storia, spalmata su tre giorni (dal 13 al 16 agosto), è costruita su un doppio binario destinato a uniformarsi verso l'epilogo in un'unica dimensione narrativa. La narrazione procede a rimbalzo: ora si concentra sugli antefatti e ora torna al presente narrativo, con i protagonisti affacciati dai balconi dei palazzi di Piazza del Campo in attesa che volga al termine il corteo storico del Palio di agosto e prenda il via la “corsa” (a Siena si direbbe la “carriera”). Solo verso la fine i due binari si incontrano per prendere un'impostazione che sfugge dai canoni, cambiando sempre forma e pelle, fino a mettere in dubbio la realtà mostrata piegata da un qualcos'altro che si cela sotto la medesima. Il Palio delle Contrade Morte, infatti, sembra proprio interrogarsi su cosa sia davvero reale e cosa invece sia solo un'apparenza superficiale. Eppure tutto ha inizio all'insegna del consueto, verrebbe da dire della logica tipica dei romanzi popolari italiani che, a inizio anni ottanta, popolavano le edicole.

Una coppia di milanesi, in viaggio nella campagna toscana verso la fattoria di un parente, si perde alle porte di Siena sotto un'inaspettata grandine estiva. La tormenta disorienta i coniugi che riparano in una villa gestita da strani personaggi, l'uno in rapporto di parentela con l'altro (evidente l'atteggiamento di parodia verso certe storie gotiche). Il plot propone il classico cliché degli horror gotici della serie I Racconti di Dracula, perché all'interno della magione i due nuovi arrivati diventano bersaglio di seduzioni amorose oltre che testimoni di uno strano assassinio che porta all'intervento dei carabinieri e all'impossibilità per tutti i presenti di lasciare il luogo. Fruttero e Lucentini partono da qui, in un rimbalzo tra presente narrativo e antefatto giallo. Un'impostazione popolare (intrisa anche di contenuti erotici) che, a poco a poco, evolve in altro. Emerge lo splendore di Siena e delle sue tradizioni, tratteggiate in modo impeccabile. Gli autori curano nel dettaglio gli aspetti della “giostra” paliesca, forniscono aneddoti e spiegano intrighi, “partiti”, accordi più o meno occulti per far vincere quella contrada o far perdere l'altra, tra fantini bugiardi e altri venduti. In tale atmosfera prettamente realistica prende spazio dapprima l'allucinazione, quindi il soprannaturale e infine addirittura il metafisico. La percezione dei fatti dei protagonisti sembra influenzata dall'assunzione di sostanze psicotrope. Questi infatti modificano i propri comportamenti, specie nella sfera sessuale, diventano lascivi e vengono storditi da quanto capita loro intorno. Il loro modo di percepire il mondo cambia, si deforma portandoli a estraniarsi dalla quotidianità per esser proiettati in qualcosa di altro. E' come se fossero stati stregati dal posto e dall'atmosfera paliesca. Ecco allora che dietro l'apparente realtà si celano ulteriori visioni, in un mix che frulla storia, folclore, giallo, ghost story, critica sociale, consumismo e chi più ne ha più ne metta. Pur se elegantissimo nella costruzione dei periodi e nella scelta delle parole, Il Palio delle Contrade Morte è un romanzo che lascia perplesso il lettore, destinato a perdersi in una conclusione che tale non vuole essere e che soprattutto suona per arrendevole e irriversibile (il protagonista finisce per indossare il fazzoletto di una contrada morta). Sorge il sospetto addirittura che Fruttero e Lucentini intendano “supercazzolare” il lettore e con lui il protagonista, che incarna proprio l'italiano medio. Fantasmi e viventi, in una sorta di lontano passato e quotidianità, si confrontano in una corsa impossibile dove tornano a calcare il tufo persino le contrade morte. Sono proprio queste, con i loro improbabili capitani (forse loro stessi fantasmi), a rivelarsi le grandi manovratrici occulte del palio raccontato dai due scrittori, mentre il protagonista, sempre più perso dallo spettacolo, ha la sensazione di essere vittima di un continuo zapping televisivo che lo vede dall'altra parte del monitor, ovvero personaggio di quanto scorre sulla televisione.Quanto basta per fare del romanzo un prodotto diverso dal solito e forse, proprio per questo, meritevole di lettura.

Se l'epilogo lascia un po' perplessi, sono di straordinario livello le descrizioni delle corsa paliesca, tra nerbate, cadute e mosse estenuanti. Sicuramente amatissimo a Siena, è stato oggetto di molteplici edizioni e lo potete trovare anche in formato ebook.

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